Rendicontazione

Bilancio di sostenibilità: che cos’è, quali sono gli obiettivi e le caratteristiche 



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Il vero valore delle imprese è determinato dalla valutazione delle performance economiche e dalla misurazione dell’impatto ambientale e sociale. Al bilancio di sostenibilità è affidato il compito di completare la rappresentazione della capacità di una organizzazione di generare valore per tutti gli stakeholder. In questo servizio vediamo obblighi e requisiti, le linee guida per la…

Aggiornato il 21 giu 2024



L'importanza di misurare le performance sociali, ambientali ed economiche: cos'è il bilancio di sostenibilità

“Soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare i propri bisogni”. La definizione di sviluppo sostenibile che ci arriva dal rapporto Our Common Future (conosciuto anche come Rapporto Brundtland) del 1987 rappresenta il punto di riferimento più importante per comprendere la genesi e il valore attuale del Bilancio di Sostenibilità.

Le organizzazioni e le aziende di ogni tipo, in virtù della funzione centrale che rivestono nella società, hanno un ruolo importante nel raggiungimento di questo obiettivo, assumendosi responsabilità che vanno oltre i tradizionali impegni delle imprese private e che riguardano la capacità di controllare, misurare, gestire l’impatto delle attività economiche e produttive anche sul piano ambientale, sociale ed etico.

In un contesto basato prevalentemente sullo sviluppo della tecnologia e della conoscenza che contribuiscono direttamente alla crescita economica, è oggi possibile disporre della capacità di gestire in modo sempre più chiaro e preciso i rischi e le minacce per l’ambiente, per le relazioni sociali e per la buona e corretta gestione delle imprese. Le aziende sono sempre più nella condizione di contribuire a questi obiettivi grazie alla capacità di conoscere e agire su come i loro prodotti, servizi, operazioni e attività influenzano la Terra, le persone e le economie.

Uno dei fattori chiave perché questo senso di responsabilità delle imprese si possa concretizzare e portare benefici al Pianeta e alle persone è nella capacità di misurare e rendicontare questo impegno in modo chiaro e trasparente ed è esattamente per il raggiungimento di questo obiettivo che è stato creato il Bilancio di sostenibilità.

Che cos’è esattamente il Bilancio di sostenibilità

Il Report di sostenibilità, rappresenta la fotografia completa e autentica dell’impegno aziendale sui temi ambientali, sociali e di governance offrendo una rappresentazione che permetta di condividere in modo chiaro e trasparente sia le intenzioni sia gli obiettivi raggiunti. Il Bilancio di sostenibilità rappresenta uno strumento fondamentale per la gestione delle relazioni con tutti gli stakeholder, per le decisioni di investimento e per la reputazione aziendale.

Il rapporto di sostenibilità rappresenta la piattaforma fondamentale per comunicare le prestazioni e gli impatti di sostenibilità di un’impresa. Consente alle organizzazioni di valutare l’impatto che hanno su una vasta gamma di questioni legate alla sostenibilità. Questo documento consente loro di aumentare la trasparenza riguardo ai rischi e alle opportunità che devono affrontare.

Dal punto di vista tecnico, il rapporto di sostenibilità implica la misurazione, la comunicazione e l’assunzione di responsabilità (accountability) verso gli stakeholder interni ed esterni, in riferimento alla performance dell’organizzazione rispetto all’obiettivo dello sviluppo sostenibile.

I 17 Sustainable Developmente Goals SDGs delle Nazioni Unite
I 17 Sustainable Development Goals SDGs delle Nazioni Unite

L’Unione europea nel Libro verde della Commissione (2001) definisce il Bilancio di Sostenibilità come: “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.

Sei anni dopo, anche il Ministero dell’Interno in Italia ha indicato una definizione nazionale per questo impegno aziendale: “Il Bilancio Sociale è l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.

Il Report di sostenibilità deve quindi fornire una rappresentazione equilibrata e ragionevole della performance di sostenibilità di un’organizzazione, compresi gli impatti sia positivi sia negativi generati dal suo operare.

Un sondaggio del 2011 sulla reputazione aziendale ha rilevato che espandere la trasparenza e riportare azioni positive sono i i due modi più importanti per costruire la fiducia del proprio target di business.

Il sondaggio del Boston College Center for Corporate Citizenship and EY del 2013 ha rivelato che oltre il 50% degli intervistati che hanno pubblicato rapporti sulla sostenibilità ha dichiarato che tali report hanno contribuito a migliorare la reputazione dell’azienda.

A chi si rivolge il bilancio di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità è un documento rivolto a tutti gli stakeholder, o portatori d’interesse verso l’azienda ( dipendenti, fornitori, clienti, comunità locali, media, investitori, finanziatori ecc.) che comunica gli impegni e i risultati presi nell’ambito della Responsabilità d’Impresa – o Corporate Social Responsibility (CSR).

Come sappiamo, ogni giorno le imprese prendono decisioni che hanno un impatto diretto sui loro stakeholder e sulla fiducia che questi hanno in loro.

Raramente tali decisioni si basano unicamente su informazioni finanziarie: spesso sono frutto di una valutazione del rischio e delle opportunità, utilizzando informazioni su una vasta gamma di questioni attuali e future. Pertanto, il valore del processo di reportistica della sostenibilità consiste nel garantire che le organizzazioni prendano in considerazione l’impatto che esse hanno sui temi legati alla sostenibilità e siano trasparenti riguardo ai rischi e alle opportunità che devono affrontare.

I dipendenti sono anche un pubblico fondamentale per la reportistica sulla sostenibilità, in quanto la presentazione dei report contribuisce ad aumentare la fedeltà e la lealtà. Questo ha infatti un impatto positivo sull’intera forza lavoro, portando a migliori performance.

Le caratteristiche del report di sostenibilità

La Direttiva 2014/95/UE – denominata anche Direttiva sull’informativa non finanziaria (NFRD) – stabilisce le regole sulla divulgazione di informazioni non finanziarie e sulla diversità da parte di alcune grandi società. Questa direttiva modifica la direttiva contabile 2013/34/UE .
Ai sensi della direttiva 2014/95/UE, le grandi imprese devono pubblicare informazioni relative a:

  • questioni ambientali
  • questioni sociali e trattamento dei dipendenti
  • rispetto dei diritti umani
  • anticorruzione e concussione
  • diversità negli organi aziendali (in termini di età, genere, percorso formativo e professionale)

In pratica, il report di sostenibilità deve illustrare la performance dell’organizzazione con riferimento al più ampio tema della sostenibilità.
La questione sottostante il reporting di sostenibilità è rappresentata dal modo in cui un’organizzazione contribuisce, o intende contribuire in futuro, al miglioramento o al peggioramento delle condizioni economiche, ambientali e sociali e dei rispettivi andamenti a livello locale, regionale o internazionale. Il mero reporting dell’andamento della performance individuale (o dell’efficienza dell’organizzazione) non sarebbe in grado di rispondere a questa domanda.

Pertanto, è necessario che il report presenti la performance rispetto al concetto più ampio di sostenibilità, cioè che analizzi la performance dell’organizzazione nel contesto dei limiti e delle richieste relative a risorse ambientali o sociali a livello settoriale, locale, regionale o internazionale.

Che cosa si intende per report di sostenibilità

Per esempio, oltre a riportare l’andamento dell’eco-efficienza, un’organizzazione potrebbe anche fornire informazioni riguardanti l’impatto complessivo dell’inquinamento rispetto alla capacità dell’ecosistema regionale di assorbirlo.

Spesso questo concetto viene espresso meglio in termini di limiti globali sull’uso di risorse e inquinamento, ma può essere applicato anche a obiettivi sociali ed economici come i parametri nazionali o internazionali di sviluppo sostenibile e benessere socioeconomico.

Ad esempio, un’organizzazione potrebbe comunicare i salari dei dipendenti e i livelli di sicurezza sociale rispetto ai minimi nazionali e alla media di reddito, insieme alla capacità delle reti di sicurezza sociale di supportare i più bisognosi o coloro che vivono vicino alla soglia di povertà.

Le organizzazioni che operano in luoghi o settori diversi, o che hanno dimensioni diverse, dovranno definire il modo migliore per strutturare la loro performance complessiva nel contesto più ampio della sostenibilità.

Le linee guida di rendicontazione del report di sostenibilità

Un’importante risorsa è rappresentata da uno standard unificato che permette una valutazione rapida, equa e facile confrontabilità dei report. Da quando le aziende in tutto il mondo hanno iniziato a utilizzare i report di sostenibilità, il Global Reporting Initiative (GRI) è il framework di reporting sulla sostenibilità più ampiamente adottato ed utilizzato, garantendo affidabilità e completezza delle informazioni.

Il Global Reporting Initiative (GRI) è un ente internazionale senza scopo di lucro nato con il fine di definire gli standard di rendicontazione della performance sostenibile (conosciuto anche come bilancio sociale) di organizzazioni di qualunque dimensione, appartenenti a qualsiasi settore e Paese del mondo.

Il GRI ha sviluppato e elaborato i GRI Standard che costituiscono un framework di reporting per le organizzazioni. Gli standard GRI sono costituiti dagli standard universali e da tre standard specifici per l’ambito economico, ambientale e sociale.

Gli standard GRI sono costituiti da una struttura modulare e interdipendente per creare al meglio i report in ambito economico, sociale e ambientale.
Le linee guida da seguire sono schematizzate in questo schema:

GRI, la griglia degli standardStandard GRI, standard universali

  • 101 – Principi di rendicontazione
  • 102 – Informativa generale
  • 103 – Modalità di gestione

GRI, standard per l’ambito economico

  • 201 – Performance economiche
  • 202 – Presenza sul mercato
  • 203 – Impatti economici indiretti
  • 204 – Pratiche di approvvigionamento
  • 205 – Anticorruzione
  • 206 – Comportamento anticoncorrenziale
  • 207 – Imposte

GRI, standard per l’ambito ambientale

  • 301 – Materiali
  • 302 – Energia
  • 303 – Acqua e scarichi idrici
  • 304 – Biodiversità
  • 305 – Emissioni
  • 306 – Scarichi idrici e rifiuti
  • 307 – Compliance ambientale
  • 308 – Valutazione ambientale dei fornitori

GRI, standard per l’ambito sociale

  • 401 – Occupazione
  • 402 – Relazioni tra lavoratori e management
  • 403 – Salute e sicurezza sul lavoro
  • 404 – Formazione e istruzione
  • 405 – Diversità e pari opportunità
  • 406 – Non discriminazione
  • 407 – Libertà di associazione e contrattazione collettiva
  • 408 – Lavoro minorile
  • 409 – Lavoro forzato o obbligatorio
  • 410 – Pratiche per la sicurezza
  • 411 – Diritti dei popoli indigeni
  • 412 – Valutazione del rispetto dei diritti umani
  • 413 – Comunità locali
  • 414 – Valutazione sociale dei fornitori
  • 415 – Politica pubblica
  • 416 – Salute e sicurezza dei clienti
  • 417 – Marketing ed etichettatura
  • 418 – Privacy dei clienti
  • 419 – Compliance socioeconomica

Al fine di comunicare in modo chiaro e trasparente la sostenibilità delle singole organizzazioni, è fondamentale avere una visione globalmente condivisa dei concetti, del linguaggio e degli standard.

La missione del Global Reporting Initiative (GRI) è pertanto quella di soddisfare questa necessità, creando un sistema affidabile e credibile per il reporting sulla sostenibilità, che possa essere utilizzato da organizzazioni di qualsiasi dimensione, settore o Paese.

Per portare a termine questo compito, il GRI ha potuto contare sulla collaborazione di un ampio gruppo di esperti provenienti da diverse categorie di stakeholder, i quali, grazie a consultazioni e esperienze pratiche, hanno lavorato costantemente al miglioramento del Reporting Framework sin dalla sua creazione nel 1997. Grazie a questo approccio multi-stakeholder, il Reporting Framework gode di una vasta credibilità presso un’ampia gamma di gruppi di portatori di interesse.

Nella stesura del Report, l’organizzazione autodichiara un livello di reporting basandosi sulla propria valutazione del contenuto del report rispetto ai criteri enunciati nei GRI Application Levels. Oltre a tale autodichiarazione, le organizzazioni possono scegliere una o entrambe le opzioni seguenti:

  • avvalersi di una società di assurance che rilasci un giudizio professionale sull’autodichiarazione;
  • richiedere che il GRI verifichi l’autodichiarazione.

Quando è obbligatorio il bilancio di sostenibilità

L'Europa al fianco delle imprese e organizzazioni sostenibili

La direttiva europea 2014/95/UErende la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario obbligatoria per le imprese di interesse pubblico di grandi dimensioni, lasciandola volontaria per le PMI

Tuttavia cresce l’attenzione delle aziende italiane verso l’ambiente e il sociale e cresce il numero delle realtà produttive che elaborano bilanci e rendicontazioni ambientali e di sostenibilità. Questa rendicontazione aiuta gli investitori, le organizzazioni della società civile, i consumatori, i responsabili politici e altri soggetti interessati a valutare le prestazioni non finanziarie delle grandi aziende e incoraggia queste aziende a sviluppare un approccio responsabile al business.

Con la direttiva dell’UE sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD – Non-Financial Reporting Directive), e la sua successiva evoluzione, la Corporate Sustainability Reporting Directive CSRD, l’ambito di applicazione si è ampliato e i requisiti sono diventati più stringenti.

Secondo la NFRD, che è stata implementata nel 2017, le grandi aziende di interesse pubblico con più di 500 dipendenti sono obbligate a redigere e pubblicare relazioni non finanziarie. Queste aziende includono:

  • Società quotate in borsa
  • Banche
  • Compagnie di assicurazione
  • Altre aziende designate come di interesse pubblico dagli stati membri dell’UE

Con la CSRD l’obbligo di reporting di sostenibilità verrà esteso a:

  • Tutte le grandi aziende, sia quotate che non quotate, con più di 250 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 40 milioni di euro o un totale di bilancio superiore a 20 milioni di euro
  • Tutte le aziende quotate nei mercati regolamentati dell’UE, ad eccezione delle micro-imprese
  • Aziende di paesi extra-UE che generano un fatturato sostanziale all’interno dell’UE.

La CSRD inoltre prevede che le informazioni di sostenibilità siano auditate e che il reporting sia più dettagliato e conforme a standard di sostenibilità più rigorosi e introduce il concetto di doppia materialità.

Quali sono i vantaggi del bilancio di sostenibilità

Le aziende che redigono il rapporto di sotenibilità si collocano al primo posto per quanto riguarda la sostenibilità e hanno un punteggio di Kaplan-Zingales Index inferiore di 0,6 rispetto a quello delle aziende a bassa sostenibilità. Un punteggio più basso significa meno vincoli di capitale.

Il report, inoltre, aiuta a rendere più efficienti i processi decisionali delle organizzazioni e, a sua volta, consente loro di ridurre i rischi lungo tutta la catena di fornitura e di ridurre gli sprechi nel processo, il che porta a enormi risparmi sui costi.

corporate social responsibility, i vantaggi per le aziende e le organizzazioni che redigono il report di sostenibilità

La scelta di dotarsi di questo strumento di gestione e comunicazione della sostenibilità produce una doppia serie di benefici per l’azienda: vantaggi interni che si riflettono in una migliore organizzazione e gestione di processi interni alla azienda e vantaggi esterni che si traducono in una migliore visibilità, e maggiore affidabilità per gli interlocutori esterni.

I vantaggi interni per le aziende e le organizzazioni possono includere:

  • Maggiore comprensione dei rischi e delle opportunità
  • Legame più evidente tra performance finanziarie e non finanziarie
  • Migliore strategia e politica di gestione a lungo termine
  • Semplificazione dei processi, riduzione dei costi e miglioramento dell’efficienza
  • Possibilità di confronto e valutazione delle prestazioni di sostenibilità rispetto a leggi, norme, codici, standard di performance e iniziative volontarie
  • Riduzione drastica delle possibilità di essere coinvolti in fallimenti ambientali, sociali e di governance pubblicizzati

I vantaggi esterni possono includere:

  • Mitigazione degli impatti ambientali, sociali e di governance negativi
  • Migliorare della reputazione e della fedeltà al marchio
  • Possibilità per gli stakeholder esterni di comprendere il vero valore dell’organizzazione
  • Capacità di dimostrare come l’organizzazione influenzi e sia influenzata dalle aspettative sullo sviluppo sostenibile

Gli impegni assunti nel contesto della Responsabilità Sociale di Impresa (Corporate Social Responsibility – CSR) contribuiscono a consolidare, nel tempo, la reputazione green dell’azienda, rendendola autorevole, solida e credibile.

Comunicare sia internamente che esternamente agli stakeholder le azioni sostenibili messe in atto dall’azienda per migliorare l’impatto ambientale e sociale, rappresenta un fattore chiave per migliorare la sua reputazione. Inoltre, l’adozione di nuove metodologie e tecnologie nei processi produttivi crea opportunità che consentono alle imprese di intraprendere nuove vie di finanziamento e investimento, nonché di scoprire nuovi business legati alla sostenibilità.

Ma intraprendere attività sostenibili, da poter poi inserire all’interno del bilancio di sostenibilità, è anche un elemento che aiuta le imprese ad eliminare i costi operativi inefficienti e a offrire sul mercato un prodotto o un servizio ad un prezzo competitivo.

Il bilancio di sostenibilità permette quindi alle aziende di mettere in pratica un monitoraggio e un miglioramento continuo delle performance. Non solo. L’azienda, nell’attività di reporting, prende in considerazione anche rischi di tipo sociale, ambientale e di governance che hanno un impatto diretto sull’attività aziendale.

Di conseguenza una gestione dei rischi di questo tipo porta diversi benefici all’azienda:

  • aumenta la probabilità di raggiungere gli obiettivi;
  • migliora l’identificazione delle opportunità e delle minacce;
  • impegna l’azienda in una la rilevazione periodica dei dati relativi alla gestione e all’andamento dell’azienda;
  • migliora efficacia ed efficienza operative;
  • fidelizza e motiva il personale, e attrae nuovi talenti.

Qual è la differenza tra bilancio di sostenibilità e dichiarazione non finanziaria

È bene anzitutto premettere che quando si parla di reporting di informazioni di carattere non finanziario non si deve fare confusione tra i vari tipi di documenti e i loro contenuti.

  1. Bilancio ambientale: è un report informativo di carattere volontario che si concentra su una dimensione specifica della gestione aziendale e serve per descrivere le strategie adottate dalle organizzazioni produttive nonché i risultati ottenuti per la tutela dell’ambiente, documentando l’efficienza ecologica e la compatibilità ambientale dell’operatore economico.
  2. Bilancio sociale: si pone in maniera autonoma rispetto al tradizionale bilancio di esercizio, fornisce uno strumento di collegamento tra la componente contabile e l’insieme dei rapporti che l’azienda mantiene con la comunità nella quale si trova ad operare. Questo report unisce la dimensione economica dell’impresa a quella sociale, fornendo una valutazione complessiva circa gli effetti che l’attività aziendale produce sulla società circostante. Si tratta di una rendicontazione di carattere volontario, con la sola eccezione per le imprese sociali (art. 9 comma 2 del d.lgs. 112/2017) e taluni enti del Terzo Settore (art. 14 comma 1 del d.lgs.117/2017), per la cui elaborazione si devono seguire le “Linee Guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore”, pubblicate con Decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali il 4 luglio 2019.
  3. Bilancio di sostenibilità: in Italia è riconosciuto come una forma di evoluzione del bilancio sociale e viene genericamente ricondotto alla tipologia di reporting di natura non finanziaria di carattere volontario. Si tratta di uno strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati (o performance) sociali, ambientali ed economici e spiega altresì il sistema di governance dell’organizzazione. Attraverso questo reporting, le società riescono a rendere conto del valore creato per i loro portatori di interesse, utilizzando standard di rendicontazione condivisi (come i GRI Standard – Global Reporting Initiative), in modo da fornire informazioni comparabili ad altre organizzazioni. In un’economia sempre più globale, infatti, l’importanza di comunicare le informazioni sulla sostenibilità è per le imprese sinonimo di trasparenza e “rappresenta un interesse primario per una vasta gamma di suoi stakeholder, quali imprese, sindacati, organizzazioni non governative, investitori, esperti di amministrazione e finanza” (ABI, Bilancio di sostenibilità, Traduzione in italiano del Financial Services Sector Supplement del GRI –pubblicato in ottobre 2008).
  4. Bilancio integrato: copre le stesse dimensioni del bilancio di sostenibilità, ma le struttura applicando una logica del tutto particolare: quella dei “capitali” (es. capitale economico-finanziario, capitale umano).
  5. Dichiarazione non finanziaria (che trova la sua origine nella Direttiva 2014/95/UE): serve per rendicontare le informazioni di carattere non finanziario inerenti all’impatto sociale, ambientale ed economico, in modo da essere facilmente accessibili ad investitori e consumatori, garantendone una maggiore uniformità e favorendo la loro comparabilità a livello unionale.

Esempi di bilancio di sostenibilità

Fra le cronache più recenti emergono, ad esempio, i risultati dell’Index future respect 2022, realizzato dal Centro studi ConsumerLab e giunto alla sua quinta edizione

Il rapporto di sostenibilità di Barilla

Il gruppo Barilla ha un progetto di sostenibilità che passa dall’innovazione e che nel 2020 ha visto investimenti per 40 milioni di euro in Ricerca e Sviluppo

Il rapporto di sostenibilità 2021 del gruppo Barilla, per raccontare l’esperienza di una “big” italiana, racconta di un progetto di sostenibilità che passa dall’innovazione e che nel 2020 ha visto investimenti per 40 milioni di euro in Ricerca e Sviluppo e che in 10 anni ha portato a ripensare 476 prodotti allo scopo di migliorare il profilo nutrizionale e a riprogettare la gestione delle risorse necessarie per la loro produzione.

Un percorso che ha premesso di raggiungere una riduzione del -31% in termini di emissioni di CO2 equivalenti e una riduzione del 23% nell’utilizzo di acqua necessaria per la produzione di una tonnellata di prodotto finito: Barilla, riduzione del 31% delle emissioni e quattro brand carbon neutral .

Il rapporto di sostenibilità di Corteva Agriscience

Il report di sostenibilità di Corteva Agriscience

Nell’Agrifood, gli obiettivi di sostenibilità di Corteva agriscience per i prossimi dieci anni offriranno gli strumenti ed il training per contribuire ad incrementare la stabilità delle rese, ottimizzare gli input, migliorare la resilienza climatica, la salute dei suoli, la gestione delle risorse idriche e la biodiversità.

Lo racconta il report di sostenibilità, specificando anche che è previsto il supporto e la protezione dei dipendenti e delle persone in tutto il sistema alimentare e nella più ampia comunità agricola. Corteva comunicherà i progressi registrati per ciascuno di questi obiettivi attraverso un report annuale dal 2021. Corteva agriscience fissa nuovi obiettivi di sostenibilità per il 2023.

Un’esperienza decennale: il rapporto di sostenibilità di Epson

La sostenibilità secondo Epson, un percorso che dura da 50 anni

Fra i casi di responsabilità ESG più “storica”, merita un cenno Epson, azienda che sin dagli anni Settanta si distingue per il suo impegno in termini di impatto su pianeta e società. I report di sostenibilità dell’azienda raccontano obiettivi sempre più ambiziosi, uniti a un’attenzione crescente alla supply chain, alla comunità e ai consumatori. Epson e la sostenibilità, un percorso lungo 50 anni.

Il quadro normativo di riferimento per il bilancio di sostenibilità (aggiornamento)

Il quadro di riferimento per quanto riguarda gli adempimenti legati alla rendicontazione di sostenibilità è in grande evoluzione. Il punto di riferimento è rappresentato primariamente dalla alla CSRD, la direttiva per il reporting di sostenibilità delle imprese, approvata dal Consiglio europeo e dalla CSDDD, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive, che può contare sulla recente approvazione degli ESRS, gli Standard Europei per la Rendicontazione sulla Sostenibilità da parte della Commissione Europea che hanno portato in particolare evidenza il ruolo speciale dell’Analisi di rilevanza e dei revisori.

Il framework normativo legato agli adempimenti relativi alla sostenibilità si completa poi con le misure previste dalla della CBAM: con le regole per la transizione al Carbon Border Adjustment Mechanism che per le imprese costituisco un passaggio importante in termini di sviluppo e applicazione di una Carbon Tax oltre che di evoluzione nel rapporto con il mercato ETS.

(Articolo aggiornato il 20 dicembre 2023)

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