Guida alla sostenibilità

Sviluppo sostenibile: significato, obiettivi ed esempi applicativi

Sviluppo sostenibile per equilibrare economia ed ecologia, garantendo la qualità della vita alle generazioni attuali e future in un pianeta che ha risorse limitate. L’obiettivo? Supportare la salute e la vitalità ecologica, umana ed economica.

Pubblicato il 30 Ago 2022

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Sviluppo sostenibile significa adottare modalità di lavoro capaci di rispondere ai bisogni del presente, conciliando salute ambientale, equità sociale e vitalità economica per creare comunità fiorenti, sane, diversificate e resilienti. Questa nuova direzione etica della società deriva dalla crescente consapevolezza dell’impatto che industrie e città hanno sulla vita delle persone e del pianeta. Per non compromettere il nostro oggi e il nostro domani alle aziende pubbliche e private è richiesta una visione di lungo periodo.

Sviluppo sostenibile: mission e best practices

Partendo dal presupposto che le risorse che usiamo per lavorare e per vivere sono limitate, utilizzarle in modo prudente e saggio abilita uno sviluppo sostenibile nel tempo.

Da concetto a modello, per ogni organizzazione la sostenibilità presuppone un nuovo senso di responsabilità e riscopre la rilevanza del ruolo sociale del fare impresa.

La mission? Mettere in pratica modalità di sviluppo e di crescita per costruire un percorso volto a integrare, in maniera sempre più pervasiva, principi e azioni di sostenibilità a livello strategico e nelle attività quotidiane.

Perseguendo un miglioramento continuo, questo si traduce in un impegno costante non solo da parte delle risorse aziendali interne, ma anche da parte di tutti gli stakeholder e i partner di filiera.

Nel rafforzamento delle performance di business, tutti gli operatori devono essere coinvolti in un processo economico capace di coniugare sviluppo sostenibile e crescita sostenibile, raggiungendo obiettivi virtuosi in campo ambientale e sociale.

Le best practice dello sviluppo sostenibile, infatti, supportano la salute e la vitalità ecologica, umana ed economica.

Economia circolare e sviluppo sostenibile

In estrema sintesi, lo sviluppo sostenibile è un approccio che fa bene alle imprese, alle persone e all’ambiente e, in questo momento, rappresenta un’importante transizione ecologica verso un nuovo ecosistema costituito da fonti energetiche sostenibili e non dipendenti da idrocarburi e i materiali rinnovabili.

L’economia circolare è un framework di soluzioni che affrontano sfide globali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento.

Disaccoppiando l’attività economica dal consumo di risorse limitate, l’economia circolare chiede alle aziende di ripensare al modo in cui gestiscono le risorse, realizzano e utilizzano i prodotti, risolvendo in maniera più funzionale anche il loro smaltimento.

Solo così sarà possibile creare una fiorente economia circolare entro i limiti del nostro pianeta. Il fulcro dell’economia circolare è una modalità di progettazione e produzione basata sulla rigenerazione e correlate a uno sviluppo sostenibile secondo 3 direttive:

  • Azzerare i rifiuti e l’inquinamento
  • Valorizzare il product lifecycle management, includendo in modo nativo (ovvero fin dalla fase di ideazione e progettazione) anche la fase di ri-condizionamento e ricircolo di prodotti e materiali
  • Rigenerare la natura

Agenda 2030: iniziative governative per favorire la sostenibilità

Nel settembre 2015 più di 150 leader internazionali si sono incontrati alle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo sostenibile globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente.

In questa occasione è stata approvata l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi che riprendono aspetti di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile quali l’affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030 cercando di porre fine alla povertà, lottare contro l’ineguaglianza e promuovere lo sviluppo sociale ed economico.

A ruota, la Commissione Europea (Svizzera inclusa), ha stabilito un’agenda ambiziosa per favorire in zona UE un’economia circolare e garantire la coerenza tra la politica industriale e quella ambientale, climatica ed energetica.

Nel corso del 2021, i principali attori in Asia, tra cui Cina, Giappone e Corea del Sud, hanno seguito l’esempio. Ora, più di 100 Paesi hanno fissato obiettivi concreti per raggiungere la neutralità climatica da qui ai prossimi anni.

Bilancio di sostenibilità: che cos’è e perché fa la differenza

Perseguire la sostenibilità aziendale non è un’idea nuova. Ma, per dare concretezza agli intenti, in passato mancavano delle linee guida condivise.

Per gli obiettivi che puntano al contrasto ai cambiamenti climatici, ad esempio, fino a qualche anno fa gli sforzi compiuti dalle organizzazioni  non avevano un quadro standardizzato e basato sull’evidenza.

Da parte delle aziende definire parametri incrementali significativi per misurare i progressi era molto complicato. La premessa, infatti, è che non c’è sviluppo sostenibile senza trasparenza.

Oltre al bilancio d’esercizio, obbligatorio per legge, le imprese hanno iniziato a rendicontare su base volontaria il bilancio di sostenibilità, ampliando la vista sulla dimensione sociale, ambientale e di governance delle attività aziendali (ESG ovvero: environmental, social and governance).

Il bilancio di sostenibilità (o bilancio sociale) è un documento rivolto a tutti gli stakeholder o portatori d’interesse verso l’azienda, che comunica gli impegni e i risultati presi nell’ambito della Responsabilità d’Impresa (Corporate Social Responsibility – CSR).

Per definire dei parametri di riferimento viene utilizzata un’analisi di materialità che, attraverso la definizione di una matrice, permette di individuare tutti gli aspetti legati alla sostenibilità più rilevanti per l’azienda e per i suoi stakeholder.

Di fatto, il termine materialità sottolinea l’importanza, la concretezza e la misurabilità di tutti gli elementi considerati che possono essere comunicati per dimostrare l’impegno verso uno sviluppo sostenibile.

I parametri per la rendicontazione dello sviluppo sostenibile in ambito aziendale

Meno noto, il bilancio degli intangibili è quello che descrive il valore generato dagli asset dell’azienda costituiti da capitale umano, il capitale strutturale-organizzativo e il capitale relazionale.

Tecnologie a supporto dello sviluppo sostenibile

Rispetto al digital transformation journey le aziende non hanno fatto grandi investimenti tecnologici per supportare le iniziative di sostenibilità.

Secondo gli osservatori, rispetto allo slancio sotteso a questo tipo di trasformazione, il divario tra dedizione teorica e implementazione pratica degli strumenti digitali potrebbe diventare una grave vulnerabilità per le aziende che intendono pianificare le loro iniziative di sostenibilità in futuro.

Solo un quarto (26%) degli intervistati ha affermato che le proprie organizzazioni utilizza sistemi dedicati per gestire le prestazioni di sostenibilità. Allo stato attuale, la maggior parte delle organizzazioni sta utilizzando dei fogli di calcolo, inserendo manualmente i dati senza integrare strumenti dedicati a livello di processo.

La maturità delle aziende sostenibili secondo gli analisti

Da più parti sta maturando una nuova cultura aziendale orientata a un senso di responsabilità e di condivisione di valori più alti.

Il moltiplicarsi dei bilanci di sostenibilità da parte delle aziende conferma un impegno nuovo e significativo di come le aziende stiano lavorando per centrare gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile.

Anche le più piccole: il 73% delle piccole e medie imprese ha avviato almeno un’iniziativa di sostenibilità in campo ambientale e il 63% una in campo sociale (Fonte: BVA Doxa in occasione de Forum per la Finanza Sostenibile 2019). Secondo le ultime ricerche, oggi 7 aziende su 10 (70%) ha reso pubbliche le informazioni circa la propria sostenibilità e oltre 6 aziende su 10 (62%) ha affermato che le proprie organizzazioni hanno fissato e comunicato obiettivi di sostenibilità.

Un altro terzo degli intervistati (34%) afferma che gli sforzi per la sostenibilità aiutano a ottimizzare i processi, promuovere l’innovazione, aumentare la produttività, migliorare l’efficienza della catena del valore e creare valore del marchio (Fonte: Snapshot of Sustainability Maturity – Sphera 2021).

Gli obiettivi nobili di uno sviluppo sostenibile

Per le aziende la sostenibilità non è più solo un bonus a livello di marketing. Le pratiche sostenibili creano valore nel lungo termine e aiutano le organizzazioni a competere nell’economia globale.

I 17 obiettivi fissati da Agenda 2030 di sviluppo sostenibile OSS (Sustainable Development Goals SDGs) e i 169 sotto-obiettivi ad essi associati costituiscono il nucleo vitale del documento guida per la sostenibilità in Europa. Tengono conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia economica, ecologica e sociale:

OBIETTIVI ECONOMICI Agenda 2030

  • Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione;
  • Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;
  • Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti;
  • Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti;
  • Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

OBIETTIVI ECOLOGICI Agenda 2030

  • Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità;
  • Adottare  misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze;
  • Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti;
  • Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine;

OBIETTIVI SOCIALI Agenda 2030

  • Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili; 
  • Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli;
  • Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti
  • Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età;
  • Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo;
  • Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile;
  • Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze;
  • Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi;

Gli effetti di uno sviluppo sostenibile durante il biennio di Pandemia

In generale, le aziende più sensibili alle tematiche ecologiche hanno dimostrato una maggiore resistenza alla crisi pandemica.

Tra quelle che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità, il 16% è riuscito ad aumentare il fatturato contro il 9% delle aziende non sostenibili.

Un vantaggio competitivo che si conferma anche in termini occupazionali (assume il 9% delle aziende con gestione sostenibile contro il 7% delle altre) e di export (con aumenti del 16% contro il 12%).

Nonostante l’incertezza che grava sul futuro, le imprese dimostrano di credere nella sostenibilità ambientale: quasi un quarto del totale conferma eco-investimenti per il triennio 2021-2023 (Fonte: rapporto GreenItaly 2020).

Sostenibilità nella nuova normalità secondo i consumatori

Durante il biennio di Pandemia da Covid-19, le persone hanno imparato a vedere le aziende sotto un’altra luce.

Il regime di continui stop&go dovuto ai lockdown li ha spinti a considerare nuove scale di valore e a modificare sia la domanda che le aspettative nei confronti dei brand.

Quasi la metà dei consumatori ha dichiarato di essere pronta a smettere o ha già smesso di acquistare tanto abbigliamento, calzature e mobili in nome della sostenibilità (Fonte: Accenture “Fjord Trends online” settembre 2021).

9 clienti su 10 (90%) afferma che il modo in cui un’azienda si comporta durante una crisi ne rivela l’affidabilità, con un 78% dei clienti che vede in questi ultimi tre anni grandi opportunità di rinnovamento e miglioramento del business (Fonte: Salesforce “The state of connected customer” 2021)

Nella mente dei consumatori 2 delle 5 priorità che li condizionano nella scelta di un brand sono orientate a uno sviluppo sostenibile:

  • 60% Affidabilità
  • 55% Pratiche ambientali
  • 50% Servizio e supporto
  • 46% Prodotti
  • 45% Pratiche sociali

Lo sviluppo sostenibile richiede alle aziende standard più elevati

Come si evince dai dati, perseguire uno sviluppo sostenibile per le aziende oggi è ancora più importante, con oltre la metà dei consumatori (56%) che conferma di avere rivalutato il ruolo sociale delle aziende nel 2021 tra cui:

  • trattamento dei dipendenti,
  • azioni contro le ingiustizie razziali ed economiche,
  • coinvolgimento della comunità,
  • minaccia esistenziale del cambiamento climatico.

In breve, le aziende sono tenute a standard più elevati e in aree che i CDA prima non hanno mai preso realmente in considerazione.

Come sottolineano gli analisti, sebbene molti possano presumere che questi sentimenti esistano solo tra le generazioni più giovani, in realtà sono pervasivi in tutte le fasce d’età.

I valori aziendali come il trattamento dei lavoratori o le azioni per contrastare la diseguaglianza economica, sono considerate dai consumatori, sinonimo di affidabilità

Innovazione, sostenibilità ed eco-compatibilità

In passato l’implementazione di innovazioni tecnologiche e industriali è stata considerata come una delle principali cause di consumo delle risorse naturali.

Oggi si sta comprendendo da più parti che innovazione e sviluppo sostenibile sono un binomio indissolubile.

Questo perché le persone, il Pianeta e i profitti sono strettamente correlati. Creare un ambiente imprenditoriale ottimale per uno sviluppo sostenibile ed eco-compatibile spiana la strada all’innovazione e alla creazione di novi posti di lavoro.

Per le aziende, questo significa che la sostenibilità non è più solo un bonus di marketing. Le pratiche sostenibili sono una posta in gioco per creare valore a lungo termine e competere nell’economia globale.

Secondo il rapporto “Future of Nature and Business” di Accenture, lo sviluppo sostenibile aprirà nuove opportunità commerciali per un valore di 10mila miliardi di dollari, trasformando i tre sistemi economici responsabili di quasi l’80% del degrado del Pianeta, ovvero cibo, infrastrutture ed energia.

Sostenibilità delle supply chain e rigenerazione

Più in generale la connessione tra sostenibilità e rigenerazione alza il sipario su un nuovo modello di business detto rigenerativo.

Sostituire il tradizionale modello “prendere, produrre, smaltire” con un approccio orientato all’economia circolare significa esplorare nuove pratiche come prezzi dinamici, microfabbriche e produzione iper-localizzata.

In un momento in cui le catene di approvvigionamento sono diventate più fragili a seguito della pandemia, le aziende possono verificarne la circolarità e trovare tutti i possibili luoghi di rigenerazione.

Le attività rigenerative variano per dimensioni, modello e forma, creando un mondo migliore nel modo di fare business e bilanciando l’adattamento agli ecosistemi naturali con l’essere produttivi per le persone.

3 esempi di aziende che sono impegnate nello sviluppo sostenibile

#1 Lidl: con il progetto Prevented Ocean Plastic ricicla la plastica

Recentemente Lidl ha intrapreso un progetto, chiamato Prevented Ocean Plastic, per riutilizzare i rifiuti di plastica oceanici in un nuovo materiale di confezionamento che ha migliorato la riciclabilità dei suoi imballaggi di pesce fresco incorporando contenuto riciclato.

#2 General Mills: è impegnata nell’agricoltura rigenerativa

Altri principi aziendali rigenerativi includono la ridistribuzione delle risorse per migliorare l’ecosistema del pianeta. General Mills, ad esempio, sta lavorando per far progredire l’agricoltura rigenerativa su un milione di acri entro il 2030. L’azienda si è impegnata a ridurre le emissioni assolute di gas serra del 30% lungo la sua filiera nel prossimo decennio.

#3 H&M

Nella moda, il gruppo H&M ha stretto una partnership con la piattaforma di noleggio di abbigliamento Gemme Collective per mettere in affitto a Stoccolma le collezioni dei loro marchi Weekday e & Other Stories. I noleggi di moda di lusso non sono nuovi ma questo modello è interessante in quanto proviene da marchi di moda con un modello di business basato su consumatori che sostituiscono frequentemente i loro vestiti in risposta alle tendenze stagionali.

Sviluppo sostenibile e diritto alla riparazione

Perché i comportamenti sostenibili si consolidino nel tempo, i brand devono pensare in modo diverso Product Lifecycle Management e Customer Service.

Nell’era della disruption, ad esempio, riscoprire la cultura della riparazione a quella della sostituzione contribuisce a potenziare lo sviluppo sostenibile.

Un esempio è la creazione di servizi che prolungano la vita di un prodotto, piuttosto che effettuare aggiornamenti incrementali che spingano i clienti a scartare un articolo in condizioni decenti per una nuova versione analoga anche se apparentemente più desiderabile.

Oggi la mancanza di soluzioni convenienti per la riparazione significa che per il cliente è più facile acquistare il nuovo che manutenere il vecchio. Per contrastare l’obsolescenza programmata o pianificata dei dispositivi tecnologici, ad esempio, sta nascendo un movimento per il diritto alla riparazione.

Nel Regno Unito, ad esempio, il diritto alla riparazione impone legalmente ai produttori di mettere a disposizione i pezzi di ricambio per le persone che acquistano elettrodomestici.

La Commissione Europea ha proposto una norma che obbliga i produttori di elettronica a fornire i piccoli dispositivi elettronici e gli smartphone entro il 2024 di  ricarica universale USB-C in modo da incoraggiare il riutilizzo dei caricabatterie esistenti e ridurre gli sprechi e i rifiuti RAEE.

ESG: servizi di consulenza per la sostenibilità

Sostenibilità & Advisory sono un altro binomio strategico che aiuta le imprese a scalare il rating ESG (Enviroment Social Governance). Il mercato è in grande crescita, con un CAGR del 17% nel periodo tra il 2022 e il 2027 e destinato a superare i 16 miliardi di dollari.

L’accelerazione del trend è legato all’evolutiva delle normative in arrivo che saranno la bussola di molte scelte aziendali legate a fattori di compliance relativi alla trasformazione energetica ed ecologica ma anche alle politiche degli incentivi come, ad esempio, i Piani di Ripresa e Resilienza PNRR europei, con percorsi di sviluppo che portano benefici sia sul PIL sia su progettualità specifiche legate alla transizione ecologica.

Le misure di incentivazione fiscale incluse nel Piano Transizione 4.0 sono un tassello fondamentale di una strategia complessiva tesa ad aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane. Dal lato dell’offerta, tale strategia prevede il potenziamento della ricerca di base e applicata e la promozione del trasferimento tecnologico. 

PNRR: i finanziamenti in Italia per la green economy

Il Piano di Ricostruzione e Resilienza ha tra i suoi assi portanti il finanziamento di una rivoluzione verde e di una transizione ecologica finalizzata a rendere sostenibile, anzi sostenibilmente competitivo il sistema Paese.

Questa voce, infatti, ha ottenuto la fetta più corposa dei finanziamenti: 68,6 miliardi, di cui 59,3 dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo complementare.

Le opportunità offerte dalla transizione

In linea con la Strategia europea, infatti, anche il PNRR italiano punta a una piena sostenibilità ambientale, che riguarda anche il miglioramento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare, l’adozione di soluzioni di smart agriculture e bio-economia, la difesa della biodiversità e il rafforzamento della gestione delle risorse naturali, a partire da quelle idriche.

Come si legge a pagina 23 del documento: “Il Governo intende sviluppare una leadership tecnologica e industriale nelle principali filiere della transizione (sistemi fotovoltaici, turbine, idrolizzatori, batterie) che siano competitive a livello internazionale e consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie e creare occupazione e crescita. Il Piano rafforza la ricerca e lo sviluppo nelle aree più innovative, a partire dall’idrogeno. Nel pianificare e realizzare la transizione, il governo intende assicurarsi che questa avvenga in modo equo e inclusivo, contribuisca a ridurre il divario Nord-Sud e sia supportata da adeguate politiche di formazione. In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione, valorizzando la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare, migliorando le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione“. 

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Laura Zanotti

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