Analisi

Sostenibilitá, due diligence e catene di fornitura: il ruolo della Csddd

Le aspettative e gli impegni legati alla Corporate sustainability due diligence directive anche in ragione della definizione delle responsabilità a livello di gestione dell’impatto e della value chain

Pubblicato il 26 Ago 2023

Action Plan UE per la sustainable finance

La misurazione e la rendicontazione delle performance di sostenibilità delle imprese rappresentano una sfida che può essere affrontata solo nel momento in cui si lavora contemporaneamente su quattro grandi fattori abilitanti: lo sviluppo della normativa innanzitutto, la disponibilità di dati e di tecnologie digitali per raccoglierli, analizzarli e classificarli in secondo luogo, i modelli organizzativi aziendali in grado di gestire tutte le dimensioni dell’impatto e naturalmente, ultimo ma non certo per importanza, le competenze.

Corporate Sustainability Due Diligence Directive o CSDDD

Guardando al primo punto, ovvero alla normativa uno dei fattori chiave di questa trasformazione é rappresentato dalla Corporate Sustainability Due Diligence Directive o CSDDD, ma in alcuni casi l’acronimo utilizzato é CS3D. La direttiva europea che segna un passo in avanti nella direzione di una maggiore responsabilità delle aziende nei confronti del pianeta e della società.

Lo scorso giugno il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione in merito a questo tema con la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD), una direttiva che definisce una serie di responsabilità aziendali in merito a tutte le attività che generano un impatto ambientale e sociale. Una misura che ha anche lo scopo di creare le condizioni per prevenire e gestire l’impatto anche a livello di catena di approvvigionamento.

L’attenzione alla CSDDD è, in particolare in questo periodo, da mettere in relazione con una serie di altri temi normativi che sono destinati a cambiare lo scenario nel quale operano le imprese in ambito UE. Quale settimana fa è arrivata l’approvazione da parte della Commissione UE degli ESRS, gli Standard Europei per la Rendicontazione sulla Sostenibilità; un intervento che va nella direzione degli strumenti attuati della CSRD, la direttiva per il reporting di sostenibilità delle imprese, approvata da qualche mese dal Consiglio europeo e più recentemente va poi ricordata l’approvazione da parte della Commissione UE della CBAM: con le regole per la transizione al Carbon Border Adjustment Mechanism.

Che cos’è la Corporate Sustainability Due Diligence Directive

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive è una proposta presentata dalla Commissione Europea con lo scopo di regolamentare le responsabilità delle imprese in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance ESG anche in relazione alle attività relative alle proprie catene di fornitura. Il focus della proposta è legato al concetto di  “due diligence“, un procedimento che indica una analisi dettagliata a carico delle imprese nel momento in cui devono affrontare un’operazione o un accordo di grande importanza.

Nello specifico la CSDDD si focalizza su una due diligence che attiene agli ambiti dell’ESG, che comprendono tutte le verifiche che le aziende sono chiamate ad effettuare affinché le loro operations, a qualsiasi livello, non provochino danni all’ambiente, ai territori o alle persone.

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive si applicherà alle società con più di 250 dipendenti e con un fatturato che deve essere superiore a 40 milioni di euro in Europa e a 150 milioni di euro nel mondo. Queste aziende dovranno organizzarsi per identificare, prevenire, ridurre e poi migliorare gli effetti delle operations sull’ambiente, sui diritti umani, sui territori e per attuare tutte le meisure necessarie al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Con la direttiva arriva l’imposizione per le aziende di obiettivi climatici in modalità science based supportati da piani di transizione che mettano le imprese in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura a meno di 1,5 gradi Celsius. Nello specifico, tra i punti più significativi, la necessità prevista dalla CSDDD di includere i target legati al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’azienda nella politica di remunerazione variabile del management. Un altro punto chiave riguarda la necessità per le aziende con più di mille dipendenti di incaricare un rappresentante tra i membri del consiglio d’amministrazione di esercitare e organizzare controlli sulla due diligence.

Anche per la CSDDD, così come è accaduto per la legge sul ripristino della natura c’è un importante lavoro politico per arrivare a una inteso sulla direttiva prima delle prossime elezioni europee della primavera 2024. Questo accordo non è in oni caso di per sè sufficiente per l’attuazione della direttiva. Esaurita quella fase sarà poi compito degli Stati membri attuare quelle azioni necessarie per implementare i principi della normativa all’interno dei loro ordinamenti nazionali.

Implicazioni per le imprese della Corporate Sustainability Due Diligence Directive

L’adozione della Corporate Sustainability Due Diligence Directive comporterà profonde implicazioni per le imprese europee. A fronte di uno scenario normativo come quello che si sta definendo le imprese avranno bisogno di dati e strumenti digitali per monitorare e controllare tutte le dimensioni del loro impatto, dovranno definre dei modelli organizzativi in grado di presidiare queste esigenze e serviranno naturalmente delle competenze adeguate. Per l’applicazione della CSDDD sono previsti impegni importanti in termini di investimenti, di formazione e di strumenti digitali. Considerando che la direttiva introduce anche l’obbligo per le imprese di rendere pubbliche le attività di due diligence con relazioni annuali si apre un tema organizzativo e formativo specifico per le realtà che sono meno abituate  di altre a comunicare sui temi ESG.

C’è poi un importante tema di governance e di attenzione ai temi del risk management e della sostenibilità considerando che la direttiva prevede possibili sanzioni in caso di non conformità ai requisiti prevista dalla normativa.

Come adeguarsi alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive

L’adempimento alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive, prevede prima di tutto il corretto apprendimento dei requisiti imposti dalla normativa e una corretta valutazione dell’impatto sulle proprie operations. In questo senso le imprese dovranno dialogare con tutti gli stakeholder sia all’interno sia all’esterno con particolare attenzione agli attori che operano nelle catene di fornitura dai fornitori aper arriva anche sino ai clienti. La sfida prevede un coinvolgimento di questi stakeholder nel processo di due diligence ESG.

L’implementazione delle procedure interne impone l’adozione di modelli organizzativi necessari che richiederanno il coinvolgimento dei vertici aziendali e lo sviluppo di specifiche competenze su tutti i temi dell’impatto. A tutto questo dovrà anche seguire la definizione di una strategia efficace per la comunicazione esterna dei risultati della due diligence.

Come agire per attuare la Corporate Sustainability Due Diligence Directive

Nonostante la Corporate Sustainability Due Diligence Directive sia ancora in fase di discussione presso il Parlamento Europeo esistono già delle indicazioni su come imprese possono anticipare i requisiti previsti dalla direttiva. La creazione di processi interni volti all’identificazione dei potenziali rischi ESG legati alle proprie attività, l’attuazione di audit periodici condotti da strutture dedicate con specifiche competenze, l’organizzazione di meeting periodici con i rappresentanti di tutti gli stakeholder e con rappresentanti delle comunità locali, la preparazione di report volontari sulle procedure interne implementate e sui risultati ottenuti, la definizione di politiche di identificazione e analisi dei rischi ESG.

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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