Normative

Legge sul ripristino della natura: quali prospettive e impegni per finanza e ESG

Il Parlamento Europeo ha approvato l’avvio di una posizione negoziale sulla legge europea per il ripristino della natura. Un passo in avanti nel segno del Green Deal

Pubblicato il 13 Lug 2023

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it e Direttore testate verticali Network Digital360

Il percorso per arrivare alla Legge europea sul ripristino della natura segna un importante passaggio grazie al voto favorevole del Parlamento Europeo per adottare una posizione negoziale. Con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni i deputati europei confermano di voler procedere con le misure che permettano di raggiungere un ripristino della natura in grado di interessare una quota pari ad almeno il 20% delle aree terrestre e marine del nostro continente.

La legge sul ripristino della natura come contrasto al cambiamento climatico

Grazie a questo importante passaggio si conferma l’impegno UE verso l’ambiente e in particolare, verso un ripristino degli ecosistemi come strumento indispensabile per contrastare il cambiamento climatico, per mettere un freno alla continua perdita di biodiversità, per creare le condizioni per una produzione agroalimentare in grado di migliorare la propria capacità produttiva riducendo il consumo e lo spreco di risorse e aumentando la sicurezza alimentare.

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La proposta di legge deve affrontare un importante percorso che è prima di tutto di conoscenza e di creazione delle condizioni per la sua attuazione. La Commissione dovrà infatti fornire dati e analisi sulle esigenze necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine, in secondo luogo  i Paesi UE dovranno quantificare le aree che dovranno essere destinate alle azioni di ripristino per raggiungere gli obiettivi indicati, aree che dovranno essere rappresentative dei diversi tipi di habitat.

Dal punto di vista del percorso di legge grazie a questa votazione il Parlamento dovrà avviare i negoziati con il Consiglio UE per arrivare a definire il testo definitivo della legge.

La preoccupazione per l’impatto socioeconomico

A fronte di importanti prese di posizione di forze politiche preoccupate degli effetti collegati ai rischi sociali di transizione, i deputati hanno scelto di adottare una misura che rende possibile rinviare gli obiettivi di ripristino della natura nel caso in cui queste possano creare conseguenze socioeconomiche eccezionali.

Si tratta di un passaggio importante che vuole rispondere ai dubbi secondo i quali i processi di transizione, ovvero le attività di ripristino della natura e di protezione della biodiversità possano entrare in conflitto con la gestione e lo sviluppo delle attività produttive creando difficoltà economiche e sociali alle comunità interessate.

Nello stesso tempo viene precisato che la proposta di legge non va nella direzione di imporre la creazione di nuove aree protette in ambito UE e nemmeno si pone in contrasto con progetti e percorsi finalizzati alla costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile. A questo proposito è stato espressamente approvato un articolo dedicato a queste tipologie di impianti e al loro valore in termini di interesse pubblico.

Il tema del rapporto tra ripristino della natura, transizione sostenibile e impatto socioeconomico è da tempo oggetto di studio e di confronto e la Commissione ritiene che questa legge possa rappresentare non solo un passo in avanti nella realizzazione del percorso previsto dal Green Deal ma creerebbe le condizioni per accelerare nuove forme di sviluppo sostenibile con un ritorno economico significativo. In sintesi il dato della Commissione indica che ogni euro investito dovrebbe generare 8 euro di benefici.

Il ruolo della Finanza e dell’ESG

A questo proposito la Commissione ha anche il compito di gestire l’impatto economico di questa legge. Alla Commissione è, infatti, affidata la missione di analizzare le misure finanziarie necessarie per attuare i progetti di ripristino e di metterle in relazione con le risorse finanziarie UE che possono essere destinate a queste finalità. In ragione di questa valutazione, avrà anche il compito di individuare le soluzioni necessarie per raccogliere le risorse finanziarie mancanti.

Ed è proprio nella individuazione delle risorse necessarie che il mondo della finanza e che le logiche ESG possono svolgere un ruolo determinante. La preoccupazione legata alle problematiche socioeconomiche di queste misure sono legittime e condivisibili. Ci sono aree nelle quali gli interventi necessari per il ripristino e per proteggere e recuperare la biodiversità imporranno una interruzione delle pratiche agricole e industriali sino ad oggi praticate. Il prezzo di questo passaggio non può essere solo un costo economico e sociale, ma deve far parte di un processo di trasformazione economica che permetta di garantire (in alcuni casi restituire) maggior valore a quelle pratiche industriali e agricole che operano nel rispetto della natura e della biodiversità.

Oggi la gestione di quelle pratiche si concretizza in maggiori costi che penalizzano la diffusione e la crescita. Il ruolo della finanza e dell’ESG, a prescindere dalla capacità di individuare e raccogliere risorse finanziarie a supporto del ripristino, sta soprattutto nella visione e nella creazione di strategie volte e premiare tutti i progetti che concorrono a rendere più accessibili e più competitive le pratiche industriali e agricole coerenti con questi obiettivi. In definitiva la finanza deve contribuire a creare e a definire misure che permettano di sostenere questa trasformazione come una nuova forma di sviluppo attraverso pratiche di credito e finanziamento in cui il “rating” sia sempre più influenzato dalla misurazione dell’impatto naturale e dunque dalla capacità di contribuire al ripristino della natura e al recupero della biodiversità.

Ripristino della natura: da dove arriva e dove si deve agire

Il percorso relativo alla proposta di legge sul Ripristino della Natura ha come punto di riferimento il Regolamento sul ripristino della natura proposto dalla Commissione Europea nel giungo del 2022 come iniziativa per agire nella direzione di un recupero dei tanti habitat europei che risultano sofferenti o in cattive condizioni, prima che possano essere compromessi. Il regolamento della Commissione era partito da una analisi secondo la quale più dell’80% degli habitat del continente ha bisogno di interventi e rappresenta una iniziativa che ha come base la convinzione che questi interventi siano fondamentali per raggiungere gli obiettivi UE per il 2030 in relazione al contrasto al cambiamento climatico e per il recupero della biodiversità. Tra gli obiettivi della legge sul ripristino della natura c’è infatti anche il contributo per il raggiungimento degli impegni internazionali dell’UE. La legge fa a questo scopo esplicito riferimento agli obiettivi fissati nel corso della COP15 ovvero alla conferenza dedicata alla biodiversità. Un impegno che è incarnato dalla già citata proposta della Commissione di arrivare a conseguire, entro il 2030, un ripristino della natura in grado di interessare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE.

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