Credit carbon market: che cos’è?
Il Credit carbon market o mercato dei crediti di carbonio è un sistema di scambio di certificati (crediti di carbonio) che rappresentano una tonnellata di CO2-equivalente evitata o rimossa dall’atmosfera. Per la precisione esisteno due grandi tipologie di carbon credit market:
- Il carbon credit market Regolamentato: governato da normative e da accordi internazionali, come ad esempio l’EU ETS, dove le aziende devono rispettare un tetto alle emissioni e possono vendere le quote in eccesso o acquisire le quote mancanti.
- Il carbon credit market Volontario: attivo grazie ad aziende o individui che acquistano o cedono crediti per compensare volontariamente le proprie emissioni (ad esempio attraverso programmi di riforestazione o con l’utilizzo di energie rinnovabili
Cosa sono i crediti di carbonio e come funziona il Carbon credit market?
Per comprendere meglio il funzionamento del carbon credit market può essere utile analizzare che cosa sono i crediti di carbonio. I crediti di carbonio sono certificati elettronici o cartacio che rappresenta la riduzione, la rimozione o l’evitamento di una tonnellata di CO2 equivalente (CO₂e) dall’atmosfera. Sono crediti che hanno la loro base in progetti certificati attuati attraverso azioni concrete come la riforestazione, l’utilizzo di energie rinnovabili, programmi di efficienza energetica, gestione dei rifiuti, agricoltura sostenibile, agricoltura rigenerativa, produzione sostenibile ed economia sostenibile.
Differenze tra carbon credit e certificati di emissione
I crediti di carbonio e i certificati di emissione sono spesso oggetto di confusione proprio perché entrambi rientrano nei meccanismi di mercato per ridurre le emissioni di CO2, ma hanno logiche e obiettivi diversi.
Abbiamo visto che i crediti di carbonio rappresentano la riduzione, la cattura o l’evitamento di una tonnellata di CO₂ equivalente e si generano attraverso progetti certificati: ad esempio programmi di riforestazione, energie rinnovabili, agricoltura rigenerativa o efficienza energetica.
Attenzione a cosa sono esattamente i certificati di emissione
I certificati di emissione (o allowances) sono titoli che danno il diritto legale a emettere una certa quantità di CO2e, solitamente pari a una tonnellata. Vengono distribuiti o messi all’asta all’interno di sistemi di cap-and-trade come l’EU ETS.
Ogni impresa soggetta a vincoli ambientali deve detenere un numero sufficiente di certificati per coprire le proprie emissioni effettive. Se emette di più, deve acquistare ulteriori certificati; se emette di meno, può venderli.
Le differenze chiave
- Come sono prodotti: i crediti di carbonio sono prodotti grazie a progetti di riduzione, i certificati di emissione sono frutto di regolamenti governativi.
- La loro funzione: i crediti di carbonio compensano emissioni esistenti, i certificati di emissione autorizzano a emettere entro un tetto stabilito.
- I mercati in cui possono essere scambiati: i crediti di carbonio operano sia in mercati volontari sia regolamentati; i certificati di emissione possono essere trattati solo nell’ambito di mercati regolati.
- I valore reale: i crediti di carbonio creano un incentivo positivo per ridurre le emissioni globali; i certificati di emissione servono a garantire che il totale delle emissioni non superi un limite imposto.
Meccanismo di funzionamento dei carbon credit
Può essere opportuno a questo punto vedere da vicino come funzionano i carbon credit per poi addentrarci nel funzionamento del carbon credit market
- Il carbon credit prendere origine da un progetto che riduce o evita emissioni verificabili (es. energia rinnovabile, riforestazione).
- Per garantire che il progetto di riduzione porti reali benefici o per evitare che si possa “contare due volte” lo stesso beneficio, si applicano criteri rigorosi come quello dell’addizionalità (le riduzioni non sarebbero avvenute altrimenti), della verificabilità, della permanenza e dell’assenza di leakage (assenza di effetti collaterali che aumentano emissioni altrove).
- Le emissioni evitabili vengono quantificate e certificate come crediti e diventano un carbon credit.
- I carbon credit possono essere venduti in mercati regolamentati o volontari, creando un incentivo economico per ridurre le emissioni.
Quali sono i vantaggi dei carbon credit?
I carbon credit offrono una ampia flessibilità, sono un incentivo concreto per nuovi investimenti sostenibili e supportano la decarbonizzazione globale. Nell’ambito dei mercati volontari, possono generare anche co-benefici sociali e ambientali per le comunità locali.
Quali sono le criticità dei carbon credit?
La difficoltà di misurare e controllare i tanti parametri che determinano il reale valore dei carbon credit rappresenta la criticità maggiore. I progetti in lacuni casi non sono realmente aggiuntivi, in altri casi risulta difficile valutare e misurare le eventuali emissioni indirette collegate alla realizzazione dei progetti stessi, ci sono poi i rischi di greenwashing, i problemi di trasparenza anche in termini legati all’uso improprio dei fondi.
Carbon credit market: una domanda in crescita per le soluzioni nature-based
La valutazione del carbon credit market si muove verso i 4.983,7 Miliardi di Dollari entro il 2035 confermando una fase espansiva e di crescente sofisticazione. Questo settore, fondamentale per gli sforzi globali di decarbonizzazione e competitività, è sempre più influenzato da mandati di conformità e da prezzi elevati, assistendo a un cambiamento significativo nella domanda aziendale: con un passaggio dall’evitamento del carbonio alla sua rimozione verificabile e ad alto costo. Questa evoluzione, come mette in evidenza l’analisi di Astute Analytica (QUI per maggiori dettagli sulla fonte) sta catalizzando investimenti sostanziali sia nelle tecnologie innovative che nell’integrità dei progetti basati sulla natura e nei servizi ecosistemici.
Carbon credit market in crescita esponenziale
I dati di Astute Analytica evidenziano una crescita molto importante. Il mercato globale dei crediti di carbonio, che era valutato a 1.142,40 miliardi di dollari nel 2024, è destinato a raggiungere la cifra di 4.983,7 miliardi di dollari entro il 2035, registrando un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 18% durante il periodo di previsione 2025-2035.
I risultati del mercato volontario dei crediti di carbonio
Il mercato volontario del carbonio (VCM) dimostra sua consistenza, con un valore di circa 2 miliardi di dollari nel 2023 e con proiezioni per gli anni a venire per un valore di mercato tra i 10 e i 40 miliardi di dollari entro il 2030. Questa espansione finanziaria è supportata da un’intensa attività: 155 milioni di crediti di carbonio, ciascuno rappresentante una tonnellata metrica di CO2, sono stati ritirati nel 2023, mentre il volume totale di crediti scambiati ha raggiunto i 258 milioni. All’inizio del 2024, il panorama dell’offerta era già notevole, con oltre 5.000 progetti di crediti di carbonio attivi registrati a livello globale.
Un progresso cruciale è rappresentato dal lavoro dell’Integrity Council for the Voluntary Carbon Market (ICVCM), che ha iniziato ad approvare i primi programmi conformi ai suoi Core Carbon Principles (CCP) alla fine del 2023. Si prevede che questi crediti con etichetta CCP saranno scambiati con un significativo premio, con stime iniziali che suggeriscono un potenziale aumento di valore di oltre 3 dollari per tonnellata, segnalando un mercato che premia attivamente l’integrità.
I fattori alla base della crescita del carbon credit market
La crescita del mercato è alimentata da una combinazione di fattori e tendenze che possono essere così rappresentate:
- Regolamentazioni governative sempre più stringenti per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici nazionali.
- Crescenti impegni aziendali per il “net-zero” e una maggiore pressione da parte degli investitori per le performance ESG.
- L’aumento dei prezzi globali del carbonio, che rende i progetti di riduzione delle emissioni più economicamente attraenti.
Nello stesso tempo si registrano una serie di tendenze che stanno cambiando la natura stessa del mercato come:
- Un marcato spostamento della domanda dai crediti di “evitamento” a quelli di “rimozione permanente” del carbonio.
- Lo sviluppo di sistemi di misurazione, rapporto e verifica (MRV) digitali, volti a migliorare la trasparenza e l’integrità dei crediti.
- La standardizzazione dei contratti e la rapida proliferazione delle piattaforme di trading su borsa.
Carbon credit market: quali sono le prossime sfide?
La crescita del carbon credit market nel suo complesso impone a tutti gli attori la necessità di affrontare nuove sfide che consentano effettivamente di trasformare questa crescita della domanda in benefici. Tra queste le più importanti sono:
- La necessità di definire uno standard unico e globalmente accettato per la qualità dei crediti, senza il quale si vive una situazione di incertezza e frammentazione.
- Le persistenti preoccupazioni riguardo al “greenwashing” e alla reale integrità delle affermazioni sui progetti di compensazione.
- La necessità di scalare le tecnologie di rimozione del carbonio (vedi carbon removal e carbon farming) per soddisfare l’enorme e crescente domanda futura del mercato.
Il ruolo delle aziende: come sta cambiando?
Gli impegni aziendali per il “net-zero” rappresentano il motore principale della domanda all’interno del mercato volontario dei crediti di carbonio. Nel 2023, le corporations hanno dimostrato il loro forte impegno acquistando e ritirando almeno 161 milioni di crediti di carbonio.
Questa tendenza è ancorata a un movimento più ampio verso la responsabilità ambientale; a partire dal 2024, oltre 5.200 aziende hanno stabilito obiettivi climatici con la prestigiosa iniziativa Science Based Targets (SBTi). Si prevede che una prossima modifica della politica dell’SBTi consentirà l’uso dei crediti di carbonio per abbattere fino al 10% delle emissioni Scope 3 di un’azienda, una decisione che potrebbe sbloccare miliardi di dollari in nuova domanda.
Un’analisi dettagliata delle tendenze di acquisto effettuata da Astute Analytica rivela una chiara tendenza settoriale:
- Il settore energetico si è distinto come il singolo maggiore acquirente nel 2023, acquisendo oltre 33 milioni di crediti.
- L’industria dei servizi finanziari si è classificata come il secondo maggiore partecipante, acquistando oltre 16 milioni di crediti. Questi acquisti esterni sono sempre più integrati da politiche aziendali interne, con oltre 400 aziende a livello mondiale che, a partire dal 2024, hanno implementato un prezzo interno del carbonio. Questo meccanismo interno agisce come un potente incentivo, guidando gli investimenti nella decarbonizzazione.
L’attrattiva finanziaria e ambientale delle Nature Based Solutions
All’interno del vasto e diversificato portafoglio di crediti di carbonio disponibili, le soluzioni basate sulla natura (NBS) mantengono il loro status. Nel 2023, i crediti basati sulla natura hanno rappresentato la quota maggiore del valore di mercato, contribuendo con oltre 1,3 miliardi di dollari in transazioni totali. Questo significativo peso finanziario è supportato da un volume molto importante, con i crediti derivanti da progetti di silvicoltura e uso del suolo che hanno registrato volumi di transazione di 163 milioni di crediti nello stesso anno.
La qualità in questo segmento è premiata con significativi sovrapprezzi; il prezzo per i crediti basati sulla natura di alta qualità, in particolare quelli derivanti da progetti di afforestazione e riforestazione, ha frequentemente superato i 15 dollari per tonnellata nel 2024.
Il mercato dei crediti di carbonio sta anche riconoscendo il valore intrinseco delle esternalità positive. I progetti che generano co-benefici per la tutela della biodiversità, certificati secondo standard rigorosi come i Climate, Community & Biodiversity (CCB) Standards, possono ottenere un premio di prezzo superiore a 2,50 dollari per tonnellata. Guardando al futuro, il potenziale dei progetti di carbonio blu, che si concentrano sulla conservazione e ripristino degli ecosistemi costieri e marini, è notevole, con una capacità di sequestro scientificamente stimata fino a 1,39 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.
La rimozione tecnologica del carbonio: alto valore ma a lungo termine
La rimozione tecnologica del carbonio, caratterizzata da alta integrità e durabilità, sta rapidamente guadagnando trazione e attirando investimenti significativi nel mercato dei crediti di carbonio. All’inizio del 2024, l’ammontare totale di rimozione durevole del carbonio contrattata tramite accordi di off-take a lungo termine aveva già raggiunto 6,7 milioni di tonnellate di CO2. Sebbene ancora nascente, questo segmento è definito dal suo elevato valore e dalla permanenza della rimozione; il prezzo medio per una tonnellata di carbonio rimossa tecnologicamente attraverso metodi come Direct Air Capture o Cattura Diretta dall’Aria (DAC) si attestava a circa 600 dollari nel 2023.
Questo prezzo elevato non ha affatto scoraggiato gli acquirenti aziendali più visionari. Frontier, un impegno di mercato anticipato (advance market commitment) guidato da colossi come Stripe, Alphabet e Meta, ha promesso oltre 1 miliardo di dollari per l’acquisto di crediti di rimozione permanente del carbonio. Microsoft ha concretizzato i suoi impegni con ingenti capitali, avendo già contrattato per oltre 2,6 milioni di tonnellate metriche di rimozione del carbonio nel suo portafoglio a partire dal 2023. Questi investimenti si stanno già traducendo in asset operativi: l’impianto DAC Mammoth di Climeworks, entrato in funzione nel 2024, è progettato per catturare 36.000 tonnellate di CO2 all’anno, fornendo una prova tangibile della viabilità commerciale di questa tecnologia avanzata.
Il ruolo dei mandati di conformità del settore Aereo
Il settore dell’aviazione internazionale rappresenta una fonte di domanda di crediti molto consistente e legalmente vincolante nel mercato del carbonio. Le proiezioni indicano che il Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation (CORSIA) è destinato a generare una domanda per un volume compreso tra 64 e 158 milioni di crediti di carbonio solo nel 2025.
La portata globale di questo programma è fondamentale per il suo impatto sul mercato; nella sua prima fase ufficiale (2024-2026), 115 paesi stanno partecipando a CORSIA, rappresentando la stragrande maggioranza dell’attività aerea internazionale. Questa domanda, guidata dalla conformità normativa, ha creato una classe di attività distinta, con il prezzo dei crediti idonei al CORSIA (CECs) scambiato a circa 7 dollari per tonnellata metrica all’inizio del 2024. Ciò ha stabilito un prezzo minimo affidabile per i progetti qualificati e garantisce una fonte di domanda costante per il futuro prevedibile.
Un mercato globalizzato con forti centri regionali
Sebbene di portata intrinsecamente globale, la domanda all’interno del mercato volontario dei crediti di carbonio è concentrata in diverse regioni economiche chiave:
- Le aziende nordamericane guidano attualmente il mondo come la più grande fonte di domanda, avendo ritirato un massiccio volume di 66,8 milioni di crediti nel 2023.
- Le aziende europee hanno dimostrato un forte impegno per l’azione climatica, ritirando 52,4 milioni di crediti nello stesso periodo.
- La crescita futura del mercato è sempre più legata alle economie emergenti. La domanda da parte delle aziende in Asia sta crescendo rapidamente ed è ora una forza importante, con un notevole 28,1 milioni di crediti ritirati nel 2023, segnalando una diversificazione geografica che continuerà a modellare il futuro del settore.
Nel 2023, l’emissione di nuovi crediti di carbonio nel mercato volontario ha raggiunto i 255 milioni. Dal punto di vista geografico, l’India è emersa come una potenza in termini di offerta, diventando la più grande fonte singola di crediti emessi nel 2023, con oltre 60 milioni di crediti immessi sul mercato. Questo volume è stato in gran parte trainato dai progetti di energia rinnovabile. Nonostante i ritiri record, la pipeline di crediti disponibili rimane forte, fornendo un cuscinetto per futuri picchi di domanda. Il volume di crediti di carbonio disponibili e non ritirati, detenuti nei registri, ammontava a oltre 600 milioni di tonnellate all’inizio del 2024, garantendo un’ampia offerta per gli acquirenti aziendali nel breve termine.
La finanziarizzazione del carbon credit market
La crescente finanziarizzazione del carbon credit market è un chiaro segnale della sua maturità e sofisticazione. Il volume scambiato in borsa ha registrato un aumento significativo, esemplificato dal contratto futures CME CBL Nature-Based Global Emissions Offset (N-GEO), che ora scambia milioni di tonnellate all’anno e fornisce una trasparenza cruciale sui prezzi. Questa maturità del mercato sta attirando capitali sofisticati; almeno 15 nuovi fondi di investimento focalizzati sul carbonio sono stati lanciati nel 2023, tutti volti a investire direttamente in progetti e portafogli di crediti di carbonio.
Questo afflusso di esperienza finanziaria sta guidando una distinta stratificazione dei prezzi basata sulla qualità dei crediti. All’inizio del 2024, i prezzi per i crediti standard di energia rinnovabile, come quelli provenienti dall’India, venivano scambiati per un valore modesto, tra 1 e 2 dollari per tonnellata. In netto contrasto, la valutazione Platts di S&P Global per i crediti basati sulla natura considerati “Premium” ha superato i 12 dollari per tonnellata nello stesso periodo, confermando che il mercato sta attivamente prezzando la qualità e l’integrità del progetto. Questa tendenza è in accelerazione, con il divario di prezzo tra crediti di qualità inferiore e crediti di qualità superiore che ha superato i 10 dollari per tonnellata entro la fine del 2023.
Carbon credit market: prospettive per il futuro
La traiettoria per il mercato dei crediti di carbonio è quella di una crescita esponenziale e di importanza critica per gli obiettivi climatici globali. Gli investimenti nell’infrastruttura di progetto sottostante stanno già aumentando in modo significativo, con gli investimenti in progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS) che hanno raggiunto i 6,4 miliardi di dollari nel 2023. Il potenziale di domanda è molto consistente. Una previsione di BloombergNEF (BNEF) illustra che, anche se l’uso dei crediti di carbonio fosse limitato a solo l’1% delle emissioni totali dell’Unione Europea, ciò genererebbe comunque una domanda per 36 milioni di crediti all’anno.
La sfida reale tuttavia e più grande risiede nella capacità di scalare l’offerta per soddisfare le ambizioni globali di “net-zero”. Per mantenere il mondo in linea con i suoi obiettivi climatici per il 2030, l’analisi degli esperti conclude che l’offerta annuale di crediti di carbonio dovrà crescere fino a circa 1,5 miliardi di tonnellate. Questo rappresenta un aumento di molteplici volte rispetto ai livelli attuali, presentando una delle più significative opportunità ambientali e finanziarie del nostro temp