L’innovazione tecnologica in campo agricolo favorisce non solo una maggiore qualità e sostenibilità della produzione, coerentemente con gli obiettivi indicati dal PNRR nella componente “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, ma anche un recupero di competitività da parte delle aziende del comparto, essenziale in questo momento chiave di ripresa post-pandemica. Un messaggio a cui un attore importante del settore beverage come Birra Peroni ha voluto dare gran voce in occasione di uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per la filiera brassicola, la raccolta dell’orzo, con un evento dedicato al tema “Come si misura la sostenibilità? – L’innovazione digitale per accelerare la transizione ecologica della filiera agroalimentare”.
L’azienda italiana, nata a Vigevano nel 1846, oggi parte del gruppo Asahi, è uno dei simboli del Made in Italy nel mondo con una produzione annuale che supera i 6 milioni di ettolitri, dei quali oltre 2 milioni vengono esportati. Da 175 anni è impegnata nella definizione di standard di eccellenza per una crescita sostenibile, il consumo responsabile di alcol, l’uso consapevole delle materie prime e il rispetto delle comunità nelle quali opera. Più recentemente, con il programma Legacy 2030 il Gruppo Asahi, di cui Birra Peroni fa parte, impegna tutte le aziende del gruppo al raggiungimento di obiettivi sfidanti in termini di carbon neutrality, sustainable sourcing, inclusion e diversity, e consumo responsabile.
Oggi, ha voluto celebrare la raccolta dell’orzo 2021 con lo sguardo rivolto al futuro, presentando i risultati e lo stato di avanzamento dei progetti più innovativi che sta portando avanti insieme ad altrettante start-up agritech italiane nell’ambito del Campus Peroni per supportare, attraverso la tecnologia, l’evoluzione sostenibile che coinvolge l’intera filiera agrifood. Il Campus è infatti il Centro di Eccellenza nato dalla collaborazione tra Birra Peroni e il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’Analisi dell’Economia) volto alla promozione e alla diffusione della cultura della qualità, innovazione e sostenibilità in agricoltura e, in particolare, nel settore cerealicolo.
Semplificazione delle burocrazia e accesso alla tecnologia: le condizioni per uno agrifood sostenibile
L’evento, organizzato a Roma nella suggestiva cornice di Piazza di Pietra, è stata l’occasione per stimolare un confronto aperto anche con gli stakeholders istituzionali mettendo a fuoco gli ingredienti che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave di sviluppo sostenibile della filiera e alla tutela dell’agroalimentare italiano.
Digitalizzazione e sostenibilità. Sono questi i termini che definiscono lo sviluppo futuro della filiera agroalimentare. Gli stessi a cui sono stati indirizzati un terzo dei fondi che l’Europa ha destinato all’Italia con il Recovery Fund.
“L’impegno ad andare verso un ambiente pulito e sostenibile è preso e noi, come governo, – dichiara l’Onorevole Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione ecologica – vogliamo supportare questo processo. Innanzitutto, attraverso la semplificazione della burocrazia offrendo un accesso rapido ed efficace ai fondi stanziati, ma anche riducendo i tempi e affidandoci alla tecnologia. Il settore agroalimentare rappresenta una bandiera del nostro Paese e le nuove tecnologie applicate alla filiera serviranno per ottimizzare le risorse e consentiranno la tracciabilità del prodotto per dare al contempo garanzie di qualità e chiarezza al consumatore. Il nostro ruolo di governo non è quello di tassare, ma di accompagnare le aziende lungo questo processo con poche regole ma chiare, che possano essere applicate e controllate”.
È con l’open innovation e le competenze 4.0 che si distribuisce la sostenibilità su tutta la filiera agroalimentare
Ma, la transizione ecologica del settore agroalimentare va gestita in un’ottica di filiera: è questa la convinzione che ha spinto e guidato Birra Peroni a impegnarsi e investire sul campo.
“Come azienda di trasformazione, – spiega Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne ed Affari Istituzionali Birra Peroni – sappiamo di poter giocare un ruolo importante in questo percorso di trasformazione, ma è necessario che tutti gli attori della filiera siano coinvolti: le aziende agricole, il settore della distribuzione, il mondo della ricerca, le università e le start-up più innovative. Tutti devono collaborare in una logica di open innovation che deve essere sostenuta da investimenti adeguati e progettualità concrete”.
A ribadire l’importanza di un approccio sistemico alla sostenibilità, con tanti attori che collaborano, anche Elisabetta Cammarota, Coordinatrice dei progetti relativi a transizione digitale e sviluppo sostenibile di ASVIS, che sottolinea il ruolo della tecnologia come acceleratore della transizione ecologica, poiché perfettamente capace di ridurre l’impatto ambientale, ma anche il rischio legato alla mancanza di competenze adeguate in grado di governarla e indirizzarla.
“Una transizione digitale in una zona rurale è un 4.0 che non funziona. In Italia siamo indietro su questo aspetto come sull’uso sostenibile delle risorse naturali. Dobbiamo accelerare: portare queste competenze agli agronomi e agli operatori del settore è un salto enorme, così come aumentare la misurabilità per il miglioramento continuo. Il digitale non deve essere fine a sé stesso ma a servizio dei processi naturali garantendone la sostenibilità e la resilienza anche ai cambiamenti climatici in corso. E’ necessaria anche una valutazione dell’impatto sociale, dell’eventuale inquinamento eccessivo o della carenza delle risorse primarie e critiche”.
Tre start-up al fianco di Birra Peroni per l’innovazione agroalimentare sostenibile
A moderare l’evento, Chiara Giallonardo, giornalista di RAI 1 e volto della trasmissione Linea Verde, che ha contribuito ad animare il dibattito chiamando a intervenire i rappresentanti delle tre start-up innovative che stanno supportando Birra Peroni in questo percorso virtuoso.
La prima è quella guidata da Pierluigi Meriggi, Presidente e Fondatore di Hort@, spin off dell’Università del Sacro Cuore con cui Birra Peroni collabora da 5 anni all’impiego della piattaforma Orzobirra.net, un sistema di supporto alle decisioni (o DSS, Decision Support System) che suggerisce agli agricoltori la corretta gestione degli input (dose di semina, concimazione, trattamenti, ecc.) calibrandoli sulle reali condizioni di fertilità del terreno, climatiche, delle pratiche agronomiche già seguite e della coltivazione precedente al fine di indicare le corrette quantità e/o tempistiche delle pratiche agronomiche necessarie e quindi per massimizzarne l’efficacia e ridurre la carbon footprint, vale a dire gli sprechi di concime, carburante, trattamenti fitosanitari.
La seconda è capitanata da Nicolò Barbano, Head of Marketing di xFarm, start-up innovativa con cui Birra Peroni sta portando avanti un progetto sperimentale che integra dati e immagini satellitari, sensoristica IoT e centraline meteo sul campo per favorire l’impiego dell’agricoltura di precisione e sensibilizzare gli agricoltori sull’impatto ambientale delle loro azioni.
La terza è quella di Virgilio Maretto, Ceo e Co-Founder di PosTi, start-up con cui Birra Peroni ha sviluppato un sistema di tracciabilità in blockchain del malto 100% italiano recentemente introdotta su tutte le birre della famiglia Peroni e che ora sta collaborando con gli altri partner ad un’evoluzione del progetto che consenta di arrivare a misurare e certificare in blockchain la sostenibilità della filiera, comunicando questo valore in modo trasparente e responsabile ai consumatori.
Raccolta dell’orzo 2021: Peroni stima circa 50.000 tonnellate di orzo da malto e 4.000 di orzo da seme
In occasione dell’evento, Birra Peroni ha comunicato anche i primi dati relativi alla Raccolta dell’Orzo 2021
che si sta per concludere proprio in questi giorni. Nonostante un avvio anno climaticamente non semplice che ha inizialmente ridotto la resa delle produzioni agricole, la raccolta si sta rivelando complessivamente buona. Fortunatamente il mese di maggio fresco e sufficientemente piovoso ha permesso un buon riempimento della granella di orzo, specialmente di quello seminato tardi, facendo recuperare in parte la produzione e il raccolto si sta ora completando in condizioni ottimali di alta temperatura ed in assenza di pioggia, tutto a vantaggio di qualità e conservazione dell’orzo raccolto. Birra Peroni stima di raccogliere quest’anno circa 50.000 tonnellate di orzo da malto e 4.000 di orzo da seme.