IL PUNTO

Economia circolare: ecco come la Finanza agevolata può (aiutare a) renderla realtà

Gli strumenti di finanziamento, i metodi migliori per ottenerli, i benefici ricavabili: nel terzo webinar del Laboratorio RISE tutti i segreti del rapporto fra circular economy, sostenibilità economica e fondi a disposizione nello scenario locale e internazionale. Un evento arricchito da testimonianze aziendali e dall’esperienza di Credit Team

Pubblicato il 30 Mag 2021

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In che modo la finanza agevolata aiuta a reperire fonti di finanziamento per facilitare l’introduzione di progetti di economia circolare a condizioni migliori rispetto al mercato? Quali sono le principali agevolazioni? E cosa possono fare le aziende per sfruttare al meglio queste opportunità? E’ a queste domande che ha dato risposta, grazie a testimonianze aziendali e l’esperienza di Credit Team, il terzo webinar targato Laboratorio RISE sulla Circular economy.

L’evento era parte di un ciclo che durante l’anno (prossimo appuntamento ad ottobre, su tecnologie digitali e nuovi modelli di business per l’economia circolare) sviscererà ogni aspetto del tema, in omaggio alla vision abbracciata negli ultimi anni da RISE, secondo cui il tema della circolarità è destinato a farsi sempre più centrale in futuro. “Le filiere logistiche produttive saranno sempre più caratterizzate da fenomeni trasformativi radicali – ha spiegato Nicola Saccani, Professore dell’Università di Brescia, in apertura dell’evento -: dall’industria 4.0 alla servitization (che definisce il passaggio da una visione di prodotto e servizio standard a una visione di soluzione, dove l’obiettivo non è vendere qualcosa ma offrire una soluzione) e all’economia circolare”.
In quest’ultimo ambito il Laboratorio Rise ha attivato una serie di iniziative e ricerche in cui “la motivazione di tipo etico, imprescindibile, si accompagna alla ricerca di benefici in termini di sostenibilità economica”. E “la finanza agevolata – ha puntualizzato Saccani -, in quest’ottica, permette di avere a disposizione gli strumenti proprio per aiutare e accelerare la transizione”.

Ma in che modo si può attuare la transizione? Gianmarco Bressanelli, ricercatore del Laboratorio Rise dell’Università di Brescia, ha spiegato che è “fondamentale innanzitutto mettere in piedi azioni che vadano a limitare l’utilizzo delle materie, il conferimento dei rifiuti in discarica e a ridurre l’uso di risorse. Importante poi chiudere il ciclo riutilizzando prodotti finiti, rigenerando componenti e riciclando i materiali. Le azioni da intraprendere sono quindi riprogettare il design dei prodotti, riconvertire i processi produttivi ripensando i modelli di business, ragionare in termini di filiera e riconfigurare la supply chain”. “In quest’ottica – ha puntualizzato – la finanza agevolata si occupa di reperire fonti di finanziamento a condizioni e tassi più abbordabili rispetto a quelli garantiti dal mercato, a livello comunitario europeo, nazionale o a livello locale (regionale)”.

In ambito europeo i principali strumenti sono rappresentati da:

  • Horizon: programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione. Periodo 2021-2027. Dotazione finanziaria: 100 mld€;
  • Progetto LIFE: programma principe dell’UE per finanziare i progetti a carattere ambientale e contrastare il cambiamento climatico. Progetto in fase di approvazione. Periodo 2021-2027.

A livello nazionale troviamo il bando del Mise, per i progetti di ricerca e sviluppo in ambito economia circolare, con oltre 200mln di euro finanziabili.

A livello locale, e in particolare per la regione Lombardia, l’attenzione invece è volta a favorire progetti di transizione verso l’economia circolare con particolare enfasi sulla filiera.

Da dove partire? L’innovativo strumento per la misurazione della prontezza all’economia circolare delle aziende manifatturiere sviluppato dal Laboratorio RISE, il CReadiness Tool, riservato alle aziende manifatturiere e usufruibile in modalità self assessment o guidata dai ricercatori del Laboratorio RISE, permette di calcolare un punteggio di circolarità dell’intera azienda (totale e per singola area d’azione), e fornisce un inquadramento della situazione di partenza ed una indicazione delle potenziali azioni da intraprendere per l’economia circolare.

“Il bando Life è l’unico fondo dedicato ad obiettivi ambientali e climatici e i progetti finanziati riguardano il recupero di risorse, la gestione dell’acqua, del rumore, del suolo e delle sostanze chimiche – ha poi spiegato Anna Barbieri, Ceo di Credit Team, società specializzata in industria 4.0, mercato estero, sostenibilità ed economia circolare, la cui missione è quella di favorire la crescita delle imprese nella realizzazione di progetti o investimenti produttivi, individuandone le misure agevolative per l’avvio e accompagnando l’azienda per tutto l’iter – . Vengono supportate soluzioni prossime al mercato con un budget previsto di 5,4 miliardi € tra il 2021 e il 2027. Lo strumento si suddivide poi in sottoprogrammi: natura e biodiversità, economia circolare e qualità della vita, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e transizione verso un’energia pulita. I costi ammissibili sono i costi diretti (personale, consulenze, subappalti, viaggi, materiali e attrezzature) e costi indiretti in base ad una percentuale (es: 7% dei costi diretti)”.

Affinché possano essere finanziati, tali costi devono essere sostenuti dai soggetti coinvolti nel progetto, e devono essere tutti documentati e sostenuti nell’arco di tempo di vita del progetto stesso. Il bando si rivolge a entità legali sia pubbliche che private, che abbiano però sede nell’Ue. Si può partecipare sia da soli che in partenariato e la sovvenzione copre in genere il 60-75% dei costi.

Il programma Horizon prevede uno stanziamento di fondi molto importante, vicino a 100 miliardi di euro. Finanzia progetti relativi alla nascita di prodotti circolari, implementazione di catene di fornitura dei prodotti, con un occhio particolare al ciclo di vita del prodotto e alla sua estensione attraverso la manutenzione predittiva, la riparazione, il riutilizzo e il rinnovamento. La finalità è quella di promuovere la ricerca e sviluppo, la cooperazione e la collaborazione in ambito nazionale, con una preferenza ai progetti che hanno per oggetto nuove tecnologie automatizzate per ordinare, smantellare e rigenerare o rigenerare i prodotti. L’arco temporale è compreso tra il 2021e il 2027, scadenze e tempistiche variano in base al bando.
“Le spese ammissibili – ha fatto presente Anna Barbieri – sono costi diretti (personale, consulenze e subappalti, materiali e attrezzature) e costi indiretti in una percentuale forfettaria. Sono ammessi i costi diretti e quelli indiretti in base a una percentuale forfettaria o ad una somma fissata dal bando, sostenuti o preventivati in sede di presentazione della domanda, ragionevoli e verificabili, e quelli sostenuti durante la durata del progetto. I beneficiari sono i soggetti giuridici con sede interno all’Ue e i paesi associati al programma, mentre alcuni bandi sono destinati a soggetti con requisiti specifici. La sovvenzione ha copertura variabile, in alcuni casi può arrivare anche al 100% dei costi ammissibili. Per preparare un’offerta di successo è importantissimo conoscere il contesto e le finalità chieste dal bando, dimostrare gli impatti attesi dal progetto, sociali, economici e innovativi, utilizzare un linguaggio appropriato ed esporre chiaramente il progetto con parole chiave, conoscendo i criteri di valutazione del bando. In caso di partnership la sinergia deve essere forte, scegliendo buoni partner”.

Il tema dell’economia circolare è molto sentito anche a livello nazionale e regionale. Diana Michelizzi, responsabile Finanza Agevolata di Credit Team, ha illustrato a tal proposito gli strumenti attivi a livello ragionale:

  • il bando innovazione filiere economia circolare 2021;
  • il bando a cura del Ministero dello Sviluppo Economico;
  • il Bando Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design.

Il primo è promosso dalla regione Lombardia per favorire la transizione delle piccole e medie imprese verso un modello di economia circolare, la riqualificazione dei settori e delle filiere lombarde e il riposizionamento di interi comparti rispetto ai mercati di riferimento. Si tratta di un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese e l’importo massimo ottenibile è di 120.000€. Si rivolge a piccole e medie imprese lombarde, sia in forma singola che in aggregazione (con un minimo di 3 imprese della filiera), ma possono partecipare anche altri soggetti come grandi imprese e centri di ricerca.

Tra i progetti ammissibili si segnalano l’utilizzo di sottoprodotti nei cicli produttivi, al fine di favorire l’utilizzo di materie prime seconde, la riduzione nella produzione di rifiuti e il riuso dei materiali e la sperimentazione e l’applicazione di strumenti per incrementare la durata dei prodotti. Per quanto concerne le spese, invece, si considerano quelle connesse al progetto di investimento: consulenze, investimenti in attrezzature tecnologiche, programmi informatici, assistenza e costi acquisizione certificazioni ambientali, servizi per ingegnerizzazione software e hardware, materiali e forniture e spese per la tutela della proprietà industriale, sostenute dal 7/04/2021 fino al 15/10/2022. Il bando è stato aperto il 3 maggio 2021 e chiuderà il 15 luglio 2021.

Il secondo bando è invece a cura del MISE e finanzia la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia che mantenga il più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse, riducendo al minimo la produzione di rifiuti. Con una dotazione di 217 milioni di euro finanzia progetti finalizzati alla riconversione produttiva delle attività economia attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di quelli già esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali. Le spese ammissibili in questo caso riguardano quelle del personale, dei dipendenti, degli strumenti e delle attrezzature, dei servizi di consulenza, dei materiali utilizzati e delle spese generali su base forfettaria.

Possono beneficiarne imprese singole o in forma congiunta, mediante contratto di rete o altre forme di collaborazione, e possono partecipare anche organismi di ricerca. L’agevolazione consiste in un finanziamento più una quota a fondo perduto, del valore fino al 20% per le micro e piccole imprese, fino al 15% per imprese di medie dimensioni e fino al 10% per quelle di grandi dimensioni. Al finanziamento agevolato dovrà essere associato un finanziamento bancario pari almeno al 20% delle spese ammissibili. Il progetto deve prevedere una spesa tra i 500.000€ e i 2mln€ e avere una durata tra i 12 e i 36 mesi. Nel caso di progetto congiunto invece, ogni singolo proponente dovrà contribuire con almeno il 20% delle spese ammissibili.

Il bando Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design, invece, ha come obiettivo lo stimolare le attività di innovazione tecnologica in ottica di transizione ecologica. Tutti i progetti ammissibili sono indicati nel testo “Transizione 4.0” sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. In questo caso l’agevolazione consiste in un credito d’imposta del 10% sull’esercizio del 2020, fino a un massimo di 5mln€, e il 15% delle spese ammissibili per il 2021, fino ad un massimo di 2mln€.

I migliori suggerimenti per le imprese intenzionate a utilizzare questi strumenti? “Innanzitutto affidarsi a una società di finanza agevolata per definire il budget e l’idea progettuale – ha chiarito Diana Michelizzi -, non firmare accordi prima di aver presentato le domande e l’avere la volontà di realizzare il progetto indipendentemente dall’opportunità del finanziamento”.

“La produzione agricola è circolare per definizione – ha fatto notare Bortolo Ghislotti, amministratore delegato di Efficient Farm Engineering, start-up innovativa nata dopo 30 anni di attività nell’allevamento zootecnico -: dai campi nasce il prodotto, e il concime dell’allevamento torna nei campi come concime organico. Dopo una lunga esperienza nell’allevamento della vacca da latte, l’azienda è giunta ad avere due brevetti depositati legati al recupero dello scarto zootecnico. Il primo è relativo al processo di riutilizzo dell’acqua per l’abbeveraggio delle vacche e all’impiego dell’energia termica contenuta nell’acqua stessa, che sale dal pozzo a una temperatura di 13-14° e viene successivamente raffreddata per l’abbeveraggio degli animali. Il secondo brevetto – SG ONE – è un impianto a biogas innovativo in quanto ideato per utilizzatori di piccole dimensioni. É stato pensato per produrre energia elettrica, utilizzata direttamente sul campo dall’azienda, e conservare energia termica, e può essere utilizzato anche laddove ci sono poche quantità di rifiuto da lavorare”.

“Grazie a Credit Team – ha aggiunto l’ad – abbiamo iniziato a gestire anche la lavorazione della frazione umida del rifiuto urbano, unendolo nell’impianto al refluo zootecnico. Siamo così riusciti a mettere d’accordo comune e allevatore, gestendo la frazione umida in modo corretto e arrivando a produrre una maggiore quantità di biogas, così come un concime organico molto importante per la coltivazione dei foraggi e delle culture in generale. Una delle prossime modifiche riguarda l’utilizzo degli scarti della frutta, in collaborazione con un’azienda produttrice di succhi, la quale ha un’elevata quantità di scarto e di conseguenza paga un importo elevato per lo smaltimento. Attraverso SG ONE si potrà essiccare il prodotto in uscita, trasformarlo in concime organico e trasportalo a costi inferiori al fornitore di frutta e verdura”.

Altra testimonianza aziendale da parte di Fabrizio Rolf, Ceo di Punto Finestre, azienda titolare di Punto persiane – specializzati in chiusure oscuranti in alluminio – e Sun Shading, che si occupa della progettazione di sistemi modulari in alluminio per l’involucro edilizio. Il gruppo ha 3 stabilimenti, in Romania, Brescia e Puglia, in cui sono occupati circa 90 collaboratori, e cerca di sensibilizzare i clienti in temi di recupero e sostenibilità.

“I profilati – ha fatto notare Rolf – vengono realizzati con alluminio secondario, ottenuto dal riutilizzo degli scarti, meno impattante dal punto di vista ambientale grazie al minor quantitativo di energia richiesto per produrlo (solo il 5% dell’energia utilizzata per produrre l’alluminio primario). Il materiale viene poi verniciato, tagliato, lavorato e assemblato, e successivamente imballato con pluriball e poliuretano espanso recuperato grazie al “progetto Green”, che prevede il ritiro di materiali di imballo e il riutilizzo del materiale tra partner. Il ciclo di lavorazione del prodotto termina con la posa, eseguita generalmente con fissaggio a muro a secco senza l’utilizzo di sigillanti ad impatto ambientale”.

Recentemente il gruppo ha rinnovato il parco macchine con dei centri di lavoro a basso consumo di energia. Dal momento però che tutti i passaggi vengono gestiti da aziende specializzate, oggi risulta difficile monitorare la circolarità della filiera, e questo è un aspetto importante da considerare nell’implementazione del modello circolare. Il gruppo sta poi studiando un approccio più ecologico, attraverso la scelta di materiali e partner che abbiano la loro stessa visione in ambito ambientale, in modo da poter restare fedele al concetto di sostenibilità, intesa come equilibrio tra ambiente, società ed economia.

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