Scope 3 e data center: lo scenario
Quando si affronta il tema rendicontazione Scope 3 e data center si deve considerare prima di tutto la complessità legata alla disponibilità di dati e, nello stesso tempo, la potenzialità che il digitale e nella fattispecie l’intelligenza artificiale sta mettendo a disposizione per selezionare e gestire più fonti.
Rendicontazione Scope 3 come capacità di analisi sulla catena del valore
La rendicontazione Scope 3 si riferisce alla valutazione e comunicazione delle emissioni di gas serra (GHG) lungo la catena del valore di un’azienda, oltre le proprie operazioni dirette e indirette. Lo Scope 3 parte integrante del GHG Protocol, un quadro di riferimento riconosciuto a livello globale per la gestione delle emissioni di CO2.
Mentre Scope 1 copre le emissioni dirette prodotte da fonti di proprietà o controllate dall’azienda, e Scope 2 riguarda le emissioni indirette legate all’energia acquistata, Scope 3 comprende tutte le altre emissioni indirette che si verificano nella catena del valore, sia a monte che a valle.
Scope 3 è particolarmente complesso da misurare, poiché include una vasta gamma di attività che attengono alla decarbonizzazione, come l’acquisto di beni e servizi, le attività di trasporto e distribuzione, l’uso dei prodotti venduti, lo smaltimento dei rifiuti, e gli spostamenti dei dipendenti. La rendicontazione di sostenibilità di queste emissioni è determinante per avere un quadro completo dell‘impronta di carbonio di un’azienda e per identificare opportunità di riduzione delle emissioni su tutta la catena del valore.
Il rapporto diretto tra Scope 3 e data center
I data center svolgono un ruolo significativo nel contesto delle strategie Scope 3, a causa dell’enorme quantità di dati che devono gestire e elaborare. Sono essenziali per il funzionamento della maggior parte delle aziende moderne, supportando servizi cloud, elaborazioni dati, e altre applicazioni critiche. Tuttavia, i data center sono anche noti per il loro elevato consumo energetico, che contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra.
Per ridurre l’impatto ambientale dei data center e migliorare la rendicontazione Scope 3, i data center stanno adottando diverse strategie sostenibili. L’ottimizzazione dell’efficienza energetica è una priorità, con l’implementazione di tecnologie avanzate per il raffreddamento e la gestione dell’alimentazione. L’uso di fonti di energia rinnovabile è in aumento, con molti data center che ora operano con fotovoltaico, eolico, mini eolico o idroelettrico per ridurre la loro impronta di carbonio.
La gestione del RAEE
Inoltre, la gestione dei rifiuti elettronici RAEE è diventata una componente chiave delle pratiche sostenibili nei data center, poiché il ciclo di vita delle apparecchiature informatiche (LCA Life Cycle Assessment) deve essere gestito in modo responsabile per minimizzare l’impatto ambientale. Questo include il riciclo e il riutilizzo di componenti hardware.
I data center contribuiscono alla rendicontazione Scope 3 anche attraverso soluzioni innovative come la virtualizzazione e il cloud computing, che consentono un uso più efficiente delle risorse e riducono la necessità di infrastrutture fisiche, diminuendo così il consumo energetico complessivo.
La trasparenza nella gestione delle emissioni relative ai data center è fondamentale. Le aziende devono monitorare e comunicare chiaramente le loro prestazioni ambientali, includendo le emissioni Scope 3 nei loro bilanci di sostenibilità. Questo non solo migliora la responsabilità aziendale, ma può anche rafforzare la fiducia degli stakeholder, migliorare la reputazione aziendale e creare una valida corporate governance e accountability.
La complessità dell’accounting Scope 3
Le emissioni di Scope 3 rappresentano un fattore significativo per molti operatori di data center. L’aumento del tempo di attività o la rivendita dell’hardware per il riutilizzo possono ad esempio avere un effetto sullo Scope 3.
Il riutilizzo del calore può essere considerato un risparmio di Scope 3 (a valle) o un risparmio di Scope 2 per qualcun altro, a seconda della situazione. Sebbene la contabilizzazione dello Scope 3 sia complessa, diventerà obbligatoria, e per gestirla è fondamentale avere una chiara comprensione delle proprie fonti di Scope 3.
Dubbi e discussioni sulla misurazione del PUE con pompe di calore
La misurazione del PUE presenta delle sfide, soprattutto quando si considerano le pompe di calore. Attualmente, se una pompa di calore è all’interno del data center, il suo consumo rientra nel calcolo del PUE; se è all’esterno, no. Tuttavia, gli standard globali PUE (ISO 3134 parte due) stanno subendo modifiche per includere l’impatto delle pompe di calore indipendentemente dalla loro posizione, il che potrebbe rendere difficile per alcuni data center raggiungere il PUE di 1.2. Non è chiaro se un data center che si connette a una rete di calore possa essere penalizzato sul PUE, portando potenzialmente alla necessità di altre metriche.
L’importanza del riuso del calore
Il riutilizzo del calore, con un obiettivo obbligatorio del 20% in alcuni paesi, è considerato il modo più semplice per i data center di avere un impatto positivo sulla società. Sebbene il riuso del calore di scarto sia una pratica comune, non è ancora diffuso ovunque. Questa pratica aiuta a trasformare quello che dovrebbe essere un “calore di scarto” in una risorsa utile.
L’Adozione del raffreddamento a liquido e dell’OCP
Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, è essenziale incrementare le implementazioni di soluzioni a raffreddamento a liquido per data center sostenibili come Open Compute Project (OCP), soprattutto quelle che permettono un confronto diretto con le implementazioni tradizionali per dimostrare i massicci risparmi generabili.
Scoper 3 e data center: tutti i fattori sui quali agire
Abbiamo visto che la rendicontazione Scope 3 nel contesto dei data center è un processo complesso ma fondamentale per comprendere e ridurre l’impatto ambientale complessivo di un’azienda. Deve riguardare tutte le emissioni indirette che si verificano nella catena del valore di un’azienda, e nel caso dei data center, queste emissioni derivano da una varietà di fonti che vanno oltre le operazioni dell’azienda stessa. Per procedere con una rendicontazione corrispindente ai criteri Scope 3 occorre agire su almeno 8 livelli.
1. Identificazione delle fonti di emissioni: Il primo passo consiste nell’identificare tutte le fonti di emissioni Scope 3 rilevanti. Nei data center, queste includono l’acquisto di hardware e software, il consumo di energia elettrica generato da fornitori terzi, i servizi di trasporto e logistica per la consegna delle apparecchiature, e lo smaltimento dei rifiuti elettronici.
2. Raccolta dei dati: È essenziale raccogliere dati accurati e dettagliati sulle attività che generano emissioni. Questo richiede la collaborazione con fornitori e partner lungo la catena del valore. I dati devono comprendere i materiali utilizzati, i consumi energetici, i processi di trasporto e distribuzione, e la gestione del fine vita delle apparecchiature.
3. Calcolo delle emissioni: Una volta raccolti i dati, il passo successivo è il calcolo delle emissioni di gas serra. Questo si realizza utilizzando fattori di emissione standardizzati, che permettono di convertire le attività in quantità di CO2 equivalenti. Il Protocollo GHG e altri standard internazionali forniscono le linee guida necessarie per effettuare questi calcoli in modo coerente.
4. Implementazione di soluzioni tecnologiche: I data center possono utilizzare software avanzati per monitorare e gestire le loro emissioni Scope 3. Questi strumenti aiutano a tracciare l’energia consumata, ottimizzare l’efficienza operativa e migliorare la qualità dei dati raccolti. La tecnologia cloud può anche giocare un ruolo chiave nell’aggregare e analizzare i dati provenienti da diverse fonti.
5. Miglioramento dell’efficienza energetica: Una strategia efficace per ridurre le emissioni Scope 3 è migliorare l’efficienza energetica degli stessi data center. Questo può includere l’adozione di tecnologie di raffreddamento più efficienti, l’ottimizzazione del layout del data center, e l’utilizzo di server ad alta efficienza.
6. Adozione di energie rinnovabili: Utilizzare fonti di energia rinnovabile è fondamentale per ridurre l’impronta di carbonio dei data center.
7. Coinvolgimento delle parti interessate: La rendicontazione Scope 3 richiede il coinvolgimento di tutte le parti interessate, dai fornitori ai clienti. Le aziende devono lavorare in collaborazione per sviluppare pratiche di sostenibilità condivise e migliorare la trasparenza lungo tutta la catena del valore.
8. Comunicazione e trasparenza: Infine, è essenziale comunicare chiaramente i risultati della rendicontazione Scope 3 agli stakeholder. Questo include la pubblicazione di rapporti di sostenibilità che dettagliino le fonti di emissioni, le strategie di mitigazione e i progressi fatti nel tempo.