Che effetto hanno le normative in evoluzione sui Green Bond e cosa significa parlare di “effetto Omnibus”
Considerando i green bond come strumenti finanziari emessi per finanziare progetti con impatto ambientale positivo, come ad esempio per la diffusione di energie rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile, progetti per la produzione sostenibile o l’economia sostenibile e naturalmente per la gestione delle risorse naturali. Il loro sviluppo è strettamente connesso all’evoluzione delle normative sulla sostenibilità e della Normativa ESG, sia a livello europeo che internazionale.
I riferimenti della Tassonomia UE e dell’SFDR
In Europa, il Regolamento Tassonomia UE e il Regolamento sull’informativa di finanza sostenibile (SFDR) definiscono criteri chiari per stabilire se un investimento può essere considerato “green” e come comunicarlo agli investitori. A ciò si aggiunge lo EU Green Bond Standard (EUGBS), che introduce requisiti specifici per garantire trasparenza, tracciabilità e allineamento ai criteri ambientali della Tassonomia.
Una tutela contro i rischi di greenwashing
Queste normative non solo tutelano gli investitori dal rischio di greenwashing, ma contribuiscono a uniformare il mercato, aumentando la fiducia e facilitando il confronto tra diverse emissioni. Per gli emittenti, adeguarsi agli standard significa poter accedere a una platea più ampia di investitori istituzionali e beneficiare di migliori condizioni di finanziamento.
Il legame tra green bond e normative è quindi bidirezionale: le regole definiscono la qualità e la credibilità dei titoli, mentre il mercato, crescendo, stimola ulteriori interventi normativi per sostenere la transizione ecologica.
Il ruolo del Pacchetto Omnibus
Il pacchetto Omnibus è un intervento legislativo di revisione e allineamento normativo che interessa diverse direttive e regolamenti europei. Nel contesto della sostenibilità e della rendicontazione non finanziaria, ha assunto un ruolo chiave per coordinare le disposizioni della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) con altre normative europee esistenti.
Ricordiamo che la CSRD, entrata in vigore nel 2023, estende l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità a un numero molto maggiore di imprese, imponendo standard di disclosure più dettagliati e allineati agli ESRS (European Sustainability Reporting Standards). Il pacchetto Omnibus, in questo quadro, interviene per armonizzare definizioni, scadenze e requisiti con norme su governance societaria, mercati finanziari e tutela degli investitori.
L’obiettivo è garantire coerenza normativa, evitare sovrapposizioni e facilitare l’applicazione uniforme delle regole negli Stati membri. Per le aziende, questo significa dover adottare processi di raccolta e validazione dei dati ESG più integrati, ma anche beneficiare di una maggiore chiarezza interpretativa.
Cosa si intende per “effetto Omnibus”
Al di là della rilevanza in determinati ambiti come ad esempio nel retail, l’espressione “effetto Omnibus” viene usata in senso ampio per indicare l’insieme di conseguenze derivanti dall’adozione di un provvedimento multi-settore, che modifica contemporaneamente più normative e quindi produce impatti su diversi livelli della vita economica e sociale.
Il pacchetto Omnibus in questo caso come esempio simbolo dell’evoluzione della normativa di ampio respiro, produce, anche nel mondo della finanza, un effetto in termini di trasparenza, correttezza e fiducia nei rapporti tra imprese e investitori.
L’analisi del GSS Bonds Market Trends Report
Il tema dell’evoluzione delle normative è uno dei fattori di maggiore attenzione del GSS Bonds Market Trends Report, Edizione Estiva 2025, pubblicato da MainStreet Partners, (leggi anche GSS Bond: a quota 20% del mercato obbligazionario europeo n.d.r.) offre un’analisi approfondita dello stato del mercato globale dei Green, Social e Sustainability (GSS) Bond nella prima metà dell’anno.
Nonostante un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato da pressioni inflazionistiche, incertezza commerciale e tensioni geopolitiche, emittenti, investitori e legislatori continuano a mostrare fiducia e a contribuire attivamente al mercato delle obbligazioni sostenibili.

L’analisi si basa su rating ESG e di sostenibilità proprietari, metriche di allineamento alla Tassonomia UE e dati di impatto relativi a oltre 5.000 GSS Bond. Il report esamina anche il panorama normativo in evoluzione, inclusi gli impatti dello Standard Europeo per i Green Bond (EuGBS) e del Pacchetto Omnibus legato alla CSRD.
Panorama Globale delle Emissioni
La prima metà del 2025 ha visto un volume complessivo di emissioni GSS pari a 495 miliardi di dollari. Questo dato rappresenta un calo del 13% rispetto al primo semestre del 2024. Tuttavia, il secondo trimestre del 2025 ha mostrato segnali di ripresa, con volumi comparabili a quelli registrati nel Q2 2024, indicando una riaccelerazione dopo un inizio d’anno difficile.
I Green Bond hanno confermato la loro posizione di riferimento nel mercato, mantenendo una quota dominante tra le emissioni GSS. Al contrario, i Sustainability-Linked Bond (SLB) hanno continuato la loro tendenza al ribasso, registrando il risultato più debole mai rilevato nella prima metà dell’anno, con sole nuove emissioni per 421 milioni di dollari. Le emissioni di Social Bond e Sustainability Bond sono rimaste stabili.
L’importanza della Tassonomia UE e l’allineamento degli emittenti
La Tassonomia Europea è riconosciuta come il pilastro fondamentale del Piano d’Azione per la Finanza Sostenibile della regione. Le aziende stanno progressivamente divulgando il loro grado di allineamento basandosi su Ricavi, Capex e Opex.
Aumentano Eligibility) e Alignment
L’analisi di MainStreet Partners, che copre oltre 1.100 aziende che hanno riportato dati sulla Tassonomia per le loro operazioni del 2024, rivela un aumento sia dell’idoneità (Eligibility) che dell’allineamento (Alignment) medi. Nello specifico, l’idoneità media è aumentata di circa il 3%, mentre l’allineamento medio è cresciuto di circa l’1% (circa il 10% in termini relativi). Questo è un segnale positivo, che indica un maggiore focus sulle cause ambientali e una migliore comprensione delle pratiche di rendicontazione.

Tuttavia, l’allineamento rimane ancora significativamente al di sotto dei livelli di idoneità, suggerendo che le entità incontrano difficoltà nel soddisfare i criteri di allineamento completi. Molti settori, pur identificando attività idonee, non riescono a raggiungere la piena conformità con gli standard della Tassonomia. Ad esempio, il settore Immobiliare (Real Estate Management & Development) mostra la più alta idoneità media dei ricavi all’89%, ma solo il 30% di questi ricavi è allineato alla Tassonomia. Settori come quello farmaceutico e dei semiconduttori, pur avendo un’alta idoneità (rispettivamente 59% e 53% per i ricavi), mostrano un allineamento prossimo allo 0% o all’1%, probabilmente a causa della copertura parziale della Tassonomia per le loro attività o della non conformità con i criteri ambientali.
Utilities in cammino verso un’economia a basse emissioni di carbonio
Per quanto riguarda il Capex (spese in conto capitale), il settore delle Utilities spicca con l’81% di idoneità e il 73% di allineamento, dimostrando un forte orientamento degli investimenti di capitale verso i criteri normativi e indicando una reale transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Un dato significativo emerge dal confronto tra gli emittenti di GSS Bond e gli emittenti di obbligazioni aziendali generali: i primi mostrano un vantaggio tangibile. Gli emittenti di GSS Bond dichiarano il 42,8% dei loro ricavi come idonei alla Tassonomia, rispetto al 31,2% per gli emittenti non-GSS. Inoltre, il livello medio di allineamento dei ricavi è del 15,3% per gli emittenti GSS Bond, contro l’8,7% per i loro omologhi non-GSS. Questa differenza si estende anche al Capex, dove gli emittenti GSS Bond mostrano un’idoneità del 51,0% e un allineamento del 22,1%, contro rispettivamente il 40,6% e il 10,5% per gli emittenti non-GSS, indicando un maggiore impegno negli investimenti sostenibili.
L’aumento dell’adozione della Tassonomia UE e la sua crescente integrazione nelle rendicontazioni sono visti come strumenti chiave per mitigare i rischi di greenwashing e i rischi reputazionali legati ad attività che minano gli obiettivi climatici.
Dati di impatto e ratings di sostenibilità
MainStreet Partners fornisce un’analisi dettagliata dei dati di impatto ambientale e sociale di ciascun GSS Bond, direttamente riportati dall’emittente. Questi dati, disponibili a livello di singolo bond e aggregabili a livello di portafoglio, includono metriche tangibili come i MWh di energia rinnovabile prodotta, le tonnellate di CO2 risparmiata e le stazioni di ricarica elettrica finanziate. L’allineamento dei proventi dei GSS Bond agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite consente agli investitori di valutare gli obiettivi di sostenibilità delle loro partecipazioni e di aggregarli a livello di portafoglio.
Massima attenzione ai rischi di sostenibilità
MainStreet Partners offre ESG e Sustainability Ratings proprietari che forniscono agli investitori gli strumenti necessari per valutare la gestione del rischio e i rischi di transizione delle loro posizioni. Per i GSS Bond, questi rating si basano equamente sul Rating ESG e di Sostenibilità dell’emittente e su un’analisi specifica della sostenibilità del bond stesso. Per le obbligazioni use-of-proceeds, vengono considerate otto variabili che riguardano tra i vari punti la “Projects Additionality” (qualità dei progetti) e la “Sustainability of the Framework” (qualità della governance dell’emissione). Per i sustainability-linked bond, vengono valutate categorie come la “KPI Selection”, la “Materiality” e la “Financial Accountability”, oltre alla performance dell’emittente rispetto ai Sustainability Performance Targets (SPT).
Effetto Omnibus sulla finanza sostenibile: sfide e prospettive
L’introduzione dello Standard Europeo per i Green Bond (EuGBS) verso la fine dello scorso anno ha già visto una rapida adozione da parte degli emittenti. Nel gennaio 2025, A2A, un’utility italiana, è diventata la prima emittente aziendale europea a utilizzare l’etichetta EuGB, seguita poco dopo da Île-de-France Mobilités, la prima emittente pubblica europea. Entro la metà del 2025, le emissioni di EU Green Bond avevano già superato gli 8,5 miliardi di euro, riflettendo un forte slancio e appetito degli investitori per questo nuovo quadro normativo. Tuttavia, permangono ostacoli all’applicazione diffusa dell’etichetta “European Green Bond“, in particolare per gli emittenti aziendali meno esperti o più piccoli; lo strumento sembra essere più adatto per emittenti corporate affermati o per emittenti governativi/sostenuti dal governo.
Il recente Pacchetto Omnibus per la semplificazione, adottato dalla Commissione Europea, segna un cambiamento notevole nelle tempistiche e nello scopo della rendicontazione sulla sostenibilità nell’ambito della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). L’effetto Omnibus comporta innanzitutto un numero di aziende soggette a rendicontazione ridotto da circa 50.000 a circa 11.000, e la rendicontazione di sostenibilità per le PMI quotate, inizialmente prevista per il 2025, viene posticipata al 2028. Sebbene queste modifiche siano volte a ridurre l’onere amministrativo, sollevano interrogativi sull’accessibilità futura a dati ESG standardizzati e comparabili. Nonostante questi cambiamenti a breve termine, l’obiettivo a lungo termine di una rendicontazione completa sulla sostenibilità in tutta l’UE rimane in vigore.

Pietro Sette, Research Director di MainStreet Partners, ha sottolineato che “nonostante un contesto macroeconomico difficile, i Green Bond rimangono uno strumento resiliente e credibile nella finanza sostenibile“. L’analista ha poi aggiunto che, sebbene i dati indichino che i GSS Bond continuano ad allocare capitali verso attività allineate alla Tassonomia, “permangono alcune lacune nella trasparenza e nell’allineamento“. Sarà fondamentale colmare questi divari per rafforzare l’aderenza normativa dei Green Bond e salvaguardarne l’integrità nel lungo termine.