Strategie

Greenhushing: cos’è e come si affronta



Indirizzo copiato

Dall’esaltazione della sostenibilità alla reticenza più assoluta nel comunicare gli sforzi ambientali per timore di non correre rischi di greenwashing. Perché il mercato si deve confrontare con il Greenhushing

Pubblicato il 19 lug 2024



GreenHushing: per quali ragioni ci sono aziende reticenti sulla sostenibilità? Che rischi comporta

Greenhushing: che cos’è?

Il fenomeno del Greenhushing consiste in una pratica che spinge le aziende a sottovalutare o addirittura occultare i propri sforzi per la sostenibilità. Si tratta di una strategia, se così si può definire, che appare paradossale in una fase del mercato in cui i valori della sostenibilità rappresentano un valore aggiunto per tutte le imprese sotto tanti e diversi punti di vista a partire da quelli dell’ESG.

Da dove nasce il fenomeno Greenhushing?

Il Greenhushing nasce da una complessa rete di cause, a partire dal timore di non soddisfare aspettative troppo elevate o in molti casi dalla paura di essere accusati di Greenwashing, ovvero di voler utilizzare la sostenibilità come strumento di marketing e non come una reale ed effettiva politica di sviluppo aziendale. Nello stesso tempo il Greenhushing è anche un segnale delle tante pressioni cui sono soggette le imprese nell’era dell’informazione e della trasparenza. Se da una parte le normative stanno affrontando i temi di una rendicontazione di sostenibilità sempre più rigorosa, come ad esempio con la nuova CSRD, dall’altra consumatori e organizzazioni sociali esprimo aspettative e modalità di controllo e verifica che si fanno sempre più intense e dirette.

Come si identifica il Greehushing?

Individuare segnali di Greenhushing e valutarne importanza e intensità richiede un’analisi attenta delle comunicazioni aziendali: i segnali più frequenti sono da interpretare attarverso la mancanza di report dettagliati sugli impatti ambientali o la reticenza nella fornitura di dati concreti sulle performance legate alla sostenibilità.

Un altro segnale si può il livello di aspettative che vive una azienda in relazione alle responsabilità aziendali da parte degli stakeholders e dal livello di trasparenza che viene richiesto. Considerando che un numero sempre maggiore di consumatori e investitori basano le loro decisioni non solo sui rendimenti economici, ma anche sul contributo all’ambiente, e chiedono – correttamente – di dimostrare con dati e rendicontazioni le azioni intraprese, la mancanza di risposte adeguate o la mancanza di un supporto numerico e qualitativo alle dichiarazioni rappresenta un altro segnale più o meno rilevante di Greenhushing.

Impatti negativi del Greenhushing sulle aziende e sulla società

L’impatto del Greenhushing si estende ben oltre la semplice percezione aziendale; ma rappresenta una minaccia alla fiducia pubblica e una distorsione per il mercato. Per le imprese, mantenere nascoste le proprie iniziative green può portare a una sottovalutazione da parte degli investitori interessati alla sostenibilità, limitando così l’accesso a capitali dedicati a finanze sostenibili o incentivi fiscali governativi orientati all’eco-efficienza. A livello sociale, questo comportamento impedisce una valutazione accurata dell’impegno collettivo verso gli obiettivi globali come quelli delineati nell’Accordo di Parigi sul clima e dagli SDGs ritardando potenzialmente progressi significativi nella lotta ai cambiamenti climatici.

La legislazione attuale riguardante il Greenhushing

Nel tentativo di combattere il fenomeno del Greenhushing, diversi governi hanno cominciato a introdurre normative che obbligano le imprese a rivelare in modo più dettagliato le loro pratiche ambientali. L’Unione Europea sta guidando questa tendenza con direttive stringenti sulla non-financial reporting disclosure che richiedono alle grandi aziende di pubblicare informazioni relative agli impatti sociali ed ecologici delle loro operazioni. Queste leggi cercano di standardizzare cosa e come viene comunicato al pubblico affinché sia garantita una comparabilità e una comprensione chiara delle performance ambientali tra diverse entità commerciali.

Come gli studi legali stanno affrontando il Greenhushing

Gli studi legali stanno affrontando il fenomeno del greenhushing con un approccio multidisciplinare e proattivo, riconoscendo l’importanza cruciale della trasparenza e della conformità normativa nelle pratiche di sostenibilità aziendale. Il greenhushing, visto come minimizzazione delle iniziative ambientali delle aziende per evitare indagini o critiche, rappresenta una sfida significativa in un contesto in cui la trasparenza e la responsabilità sono sempre più valorizzate.

In primo luogo, gli studi legali stanno fornendo consulenza strategica alle aziende sui rischi legali associati al greenhushing. Questo include l’analisi delle normative vigenti e future in materia di sostenibilità e rendicontazione, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’UE, che richiede alle aziende di fornire informazioni dettagliate sulle loro pratiche ESG. Gli avvocati aiutano le imprese a comprendere e a prepararsi per questi obblighi, riducendo il rischio di sanzioni e migliorando la loro reputazione di trasparenza.

Molti studi legali stanno sviluppando programmi di formazione interna per i loro clienti, sensibilizzandoli sull’importanza della trasparenza e sulla gestione efficace delle comunicazioni ESG. Questi programmi includono workshop e seminari su come redigere bilanci di sostenibilità accurati e completi, nonché su come implementare sistemi di monitoraggio e valutazione delle performance ambientali.

Gli studi legali stanno anche collaborando con altre organizzazioni, come consulenti ESG e società di revisione, per offrire un supporto integrato alle aziende. Questa collaborazione facilita l’adozione di best practice e standard internazionali, come gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), e promuove una cultura aziendale improntata alla sostenibilità.

Un altro aspetto cruciale è la gestione del rischio legale e reputazionale. Gli avvocati assistono le aziende nell’identificazione e nella mitigazione dei rischi associati al greenhushing, sviluppando politiche interne che promuovano la trasparenza e l’accountability. Questo può includere l’adozione di codici etici che incoraggiano la comunicazione aperta e la divulgazione delle iniziative ambientali.

In definitiva, gli studi legali stanno affrontando il greenhushing attraverso un mix di consulenza strategica, formazione, collaborazione interprofessionale, risk management e promozione della consapevolezza, aiutando le aziende a navigare efficacemente nel complesso panorama delle normative ESG e a costruire una reputazione solida basata sulla trasparenza e la sostenibilità ad esempio per valorizzare in modo adeguato tutte le azioni che portano a una produzione sostenibile.

Come i consumatori possono riconoscere e reagire al Greenhushing

I consumatori giocano un ruolo cruciale nel contrastare il Greenhushing tramite la loro capacità di influenzare direttamente le politiche aziendali attraverso scelte d’acquisto informate. Riconoscere segnali quali la mancanza di specificità nelle dichiarazioni ambientali o assenza totale della discussione sugli impatti eco-sostenibili può essere indicativo del tentativo dell’azienda di nascondere più che mostrare i propri sforzi reali. È importante quindi supportare quelle imprese che dimostrano concretamente il loro impegno verso la sostenibilità con dati verificabili e report regolari mentre si evitano quelle che non offrono chiarezza o sufficiente evidenza delle loro politiche verdi.

Il Greenhushing rdi fatto appresenta un ostacolo alla trasparenza e alla fiducia che dovrebbero caratterizzare il rapporto tra consumatori e aziende. La tendenza delle imprese a sottovalutare o occultare le proprie iniziative ecologiche, per timore di essere accusate di non fare abbastanza, mina la fiducia con i mercati. È essenziale, quindi, che le aziende adottino strategie comunicative chiare e veritiere, evitando sia l’esagerazione sia l’omissione delle proprie azioni ambientali. Contemporaneamente, la legislazione deve evolversi per garantire che tali pratiche siano regolate in modo efficace, promuovendo una maggiore trasparenza e un maggior controllo basato su parametri oggettivi. In questo contesto, i consumatori hanno un ruolo cruciale da giocare e devono esercitare il proprio potere d’acquisto con consapevolezza e critica, informandosi e favorendo quelle aziende che dimostrano genuinamente di impegnarsi per la sostenibilità.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4