Cosa si intende per bioeconomia circolare?
La bioeconomia circolare è un ambito della bioeconomia in grado di unire e integrare i principi di sostenibilità con quelli dell’economia circolare. Più precisamente a fronte di una bioeconomia che studia e valorizza l’utilizzo delle risorse biologiche, la bioeconomia circolare studia i temi della rigenerazione, della riduzione degli sprechi e del rispetto e valorizzazione di ogni risorsa.
Su cosa si basa il modello della bioeconomia circolare?
I principi della bioeconomia circolare si basano su un modello di sviluppo economico che lavora alla priduzione di prodotti bio-based, di bioenergia, con un orientamento a sviluppare e sfruttare le logiche di circolarità.
L’obiettivo della bioeconomia circolare non è solo la produzione, ma anche il riutilizzo, il riciclo, il recupero, la trasformazione. Alcuni esempi in questo senso rappresentati dall’upcycled food, dal remanufacturing, da logiche che permettono di ridurre i costi con la riduzione dei rifiuti, dall’obiettivo di arrivare a zero sprechi.
Nella bioeconomia circolare il “rifiuto” non deve più esistere, ma deve diventare una materia prima secondaria per un’altra filiera produttiva.
Quali sono i principi chiave della bioeconomia circolare?
Quali sono i fattori che permettono di attuare strategie e progetti di bioeconomia circolare? I afttori sono numerosi ma possono essere raggruppati in almeno tre grandi tipologie.
- Il cascading: ovvero l’utilizzo a cascata della biomassa, allo scopo di sfruttare le risorse biologiche in funzione del loro valore aggiunto. Prima gli utilizzi “più nobili” per poi procedere verso forme di utilizzo meno rilevanti. Un esempio può venire dal legno i cui scarti vengono primariamente utilizzati per la produzione di pannelli, il materiale che non può essere utilizzato a questo scopo viene sfruttato per la produzione di carta, tutto quanto non può servire a queste finalità a questo punto entra nella “fase finale” del cascading e viene utilizzato per biocarburanti o compost.
- Il principio della valorizzazione dei sottoprodotti. In alcuni casi è più facile, in altri è più difficile in altri ancora occorre pensare a delle soluzioni innovative ma per ogni forma di scarto del mondo agroalimentare, del mondo agricolo o forestale occorre trovare una forma di valorizzazione. In questo senso le strade sono tante: la produzione di biocarburanti, di biomateriali, di bioplastiche.
- Il percorso complesso e virtuoso dell’integrazione e simbiosi industriale: i diversi settori economici sono interconnessi in un ecosistema produttivo. I sottoprodotti di un’industria diventano gli input di un’altra, creando sinergie e riducendo l’impatto ambientale complessivo.
La bioeconomia circolare unisce sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e resilienza economica e rappresenta un modello per garantire un ambiente sostenibile, per sviluppare una produzione sostenibile con cui dare vita a un’economia sostenibile.
Com’è lo scenario della bioeconomia sostenibile nell’analisi dell’European Environment Agency?
L’impronta ambientale dell’Europa al di fuori dei propri confini resta elevata a causa della continua dipendenza da beni provenienti da settori chiave come foreste, cereali ed energia. È quanto emerge da una recente analisi dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) (QUI per maggiori informazioni sullo studio n.d.r.), che sottolinea la necessità di accelerare l’adozione di innovazioni bio-based nell’ambito di una strategia di bioeconomia orientata a rafforzare le filiere interne e a sostenere la transizione verso la sostenibilità.
Secondo il report “Opportunities for innovation in the bioeconomy”, i 32 Paesi membri dell’EEA generano circa la metà della biocapacità necessaria a sostenere i livelli attuali di consumo. Un maggiore impiego circolare delle biomasse e delle risorse domestiche potrebbe ridurre la dipendenza dalle importazioni, attenuando così gli impatti ambientali associati, sia all’interno che all’esterno dei confini europei (fonte: EEA, luglio 2025).
Quali sono le opportunità associate all’innovazione bio-based?
L’incremento dell’uso di risorse biologiche rappresenta un’opportunità per sostituire materiali di origine fossile con alternative più sostenibili, contribuendo sia alla realizzazione di una bioeconomia circolare sia alla lotta al cambiamento climatico. L’analisi EEA evidenzia come diverse soluzioni bio-based derivanti in larga misura da scarti o sottoprodotti offrano risposte concrete per accrescere la sostenibilità e la circolarità in vari settori industriali.
Le biomasse agricole ricavate da residui come gusci, paglia e scarti alimentari trasformati giocano un ruolo centrale nell’offerta di materiali alternativi e sostenibili. La pressione ambientale rimane in ogni caso elevata: quasi il 30% degli impatti climatici e ambientali nei Paesi EEA è attribuibile a cinque settori principali – costruzioni, accoglienza e ristorazione, prodotti alimentari, trasporti e commercio.
Nello specifico il settore delle costruzioni si distingue per il forte impatto sia sulla carbon footprint sia sull’impronta forestale, riflesso delle ingenti richieste di risorse e delle emissioni incorporate nelle catene di fornitura, soprattutto se valutate secondo criteri che includono gli effetti a monte delle importazioni extra-UE (fonte: EEA, luglio 2025).
Sostenibilità, trade-off e governance: quali sono le condizioni per una bioeconomia efficace?
Dall’analisi EEA emergono alcune condizioni abilitanti fondamentali per garantire che i sistemi bio-based contribuiscano effettivamente a ridurre il danno ambientale. In primo luogo, sono indispensabili salvaguardie di sostenibilità: approvvigionamenti responsabili, tutela della biodiversità, prevenzione della deforestazione e circolarità devono essere principi cardine delle strategie bio-based.
In secondo luogo, occorre affrontare con attenzione i trade-off legati all’impiego su larga scala delle soluzioni bio-based – dagli impatti sull’uso del suolo alle ricadute su biodiversità ed equità sociale – che richiedono adeguate misure di governance. Infine, le decisioni devono essere supportate da solide evidenze: analisi d’impatto dettagliate e coinvolgimento degli stakeholder risultano essenziali per allineare l’innovazione bio-based agli obiettivi economici, ambientali e sociali previsti dal Green Deal europeo.