L’edizione 2025 del Yearbook of Global Climate Action, pubblicata dall’UN Climate Change in occasione della seconda giornata della COP30 in corso a Belém in Brasile, segna una tappa fondamentale nella storia della cooperazione climatica globale. Dieci anni dopo la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi, il documento evidenzia come l’azione di città, regioni, imprese e società civile – i cosiddetti attori non statali (non-Party stakeholders) – sia diventata un motore decisivo per l’attuazione concreta degli obiettivi climatici globali.
“Questa nona edizione dimostra come l’Agenda Globale per l’Azione sul Clima sia passata dall’essere una piattaforma di mobilitazione a un vero e proprio strumento di attuazione – scrive Simon Stiell, Segretario Esecutivo delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici, nella prefazione dell’Annuario – È la prova concreta che la trasformazione dei sistemi è già in corso e indica con chiarezza dove occorre ora accelerare lo slancio.”
Città e imprese in prima linea nella climate action
Presentato durante la prima settimana della COP30, la trentesima Conferenza delle Parti in programma dal 10 al 21 novembre a Belém in Brasile, il Yearbook of Global Climate Action 2025 rappresenta uno dei principali strumenti di monitoraggio dell‘UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change).
Pubblicato ogni anno, il rapporto offre una visione d’insieme sui progressi, le tendenze e le sfide dell’azione climatica condotta da attori non statali – quali città, regioni, imprese, investitori e organizzazioni della società civile – con l’obiettivo di ispirare nuove iniziative e rafforzare l’ambizione globale.
In particolare, l’edizione 2025 arriva in un momento cruciale, in concomitanza con la presentazione dei Nationally Determined Contributions (NDCs), piani d’azione per il clima presentati dai Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi per delineare le loro strategie di riduzione delle emissioni di gas serra e di adattamento agli impatti del cambiamento climatico.
E secondo i dati rilasciati dall’ONU, il 95% di questi piani prevede il coinvolgimento diretto di stakeholder non governativi nell’attuazione delle misure di mitigazione e adattamento, segno di una crescente integrazione tra politiche pubbliche e azione climatica dal basso.
Climate action: i progressi dal 2015 a oggi
L’Annuario 2025 dell’ONU ricalca la struttura dell’Agenda per l’Azione sul Clima della COP30 e le sue sei priorità tematiche, in linea con gli esiti del Global Stocktake (GST-1), il meccanismo di monitoraggio previsto dall’Accordo di Parigi, che ogni cinque anni valuta i progressi globali nella riduzione delle emissioni e nell’adattamento, fornendo le basi per definire un nuovo piano di azione climatica collettivo.
Climate Action Agenda della COP30
La Climate Action Agenda della COP30 mira a costruire un quadro di azione coordinato che consenta di mobilitare tutti gli attori – pubblici e privati – per accelerare l’attuazione degli impegni già negoziati, a partire dai risultati del primo Global Stocktake (GST-1).
La Presidenza della COP30 propone di tradurre i risultati del GST in sei grandi pilastri tematici e trenta obiettivi chiave, che saranno perseguiti attraverso una pluralità di soluzioni e partenariati.
I sei pilastri dell’Action Agenda COP30

L’Agenda si articola in sei aree principali che coprono tutti gli aspetti della risposta globale al climate change:
- Energia e mitigazione delle emissioni
- Adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici
- Finanza sostenibile e investimenti verdi
- Innovazione tecnologica e trasferimento di tecnologie pulite
- Sviluppo delle capacità e formazione
- Inclusione e giustizia climatica
Un’Agenda che parte dalle persone
I 30 obiettivi principali della COP30 sono stati concepiti per mettere le persone al centro dell’azione climatica:
ogni iniziativa mira a migliorare la qualità della vita, creare nuove opportunità economiche e garantire una transizione equa per tutti.
L’Action Agenda, inoltre, si collega direttamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU, promuovendo soluzioni che integrano giustizia climatica, lotta alla povertà e uguaglianza di genere, e affrontano anche le disuguaglianze di tipo razziale e socioeconomico.

Numeri in crescita: più impegni, più cooperazione
Seguendo questa struttura, l’Annuario 2025 offre una panoramica dei progressi compiuti nell’azione climatica dal 2015 a oggi, presentando dati aggiornati sia sui singoli attori che sulle iniziative cooperative per il clima (cooperative climate initiatives, CCIs).
Dal 2020 al 2025, gli attori registrati sul NAZCA Portal – la piattaforma globale che raccoglie gli impegni climatici – sono più che raddoppiati, passando da 18.000 a oltre 43.000.
Parallelamente, le iniziative cooperative sul clima (CCIs) sono cresciute da 149 a 243, segno di una collaborazione sempre più estesa tra governi locali, imprese e società civile.
Indicatori per misurare il progresso nella climate action
L’Annuario 2025 illustra anche i progressi ottenuti rispetto a una serie di indicatori socioeconomici globali e di indicatori auto-dichiarati a livello di iniziativa, sviluppati per monitorare i progressi futuri.
Questi strumenti sono concepiti per rafforzare l’attuazione delle azioni climatiche, garantendo nel contempo maggiore trasparenza e comparabilità dei risultati nel tempo.
Gli indicatori si articolano in sei aree tematiche chiave:
- Energia, industria e trasporti;
- Foreste, oceani e biodiversità;
- Agricoltura e sistemi alimentari;
- Resilienza per città, infrastrutture e acqua;
- Sviluppo umano e sociale;
- Facilitatori e acceleratori trasversali, tra cui finanza, tecnologia e sviluppo delle capacità.
Climate action tra luci e ombre
Gli indicatori socioeconomici globali tracciano l’evoluzione dal 2015 a oggi, mettendo in luce sia i progressi significativi sia le criticità ancora aperte. In quasi tutti i settori si registra un’accelerazione positiva: la capacità di energia rinnovabile è più che raddoppiata, mentre i finanziamenti destinati alle foreste sono quadruplicati nell’ultimo decennio.
I dati segnalano inoltre una diminuzione dell’intensità delle emissioni di gas serra nelle pratiche agricole, un dimezzamento della mortalità dovuta a disastri naturali e una copertura sempre più ampia dei sistemi di allerta precoce.
Nonostante questi risultati, permangono lacune rilevanti: gli investimenti nelle infrastrutture di rete restano insufficienti, la deforestazione è in aumento e le emissioni legate al settore edilizio continuano a crescere nonostante i miglioramenti in efficienza energetica. Questi ambiti richiedono interventi più mirati e urgenti per mantenere il passo con gli obiettivi climatici globali.
Dall’impegno all’attuazione: i Climate Champions rilanciano l’azione
Gli indicatori auto-dichiarati a livello di iniziativa mostrano come le coalizioni e i partenariati per il clima stiano imparando a misurare e a comunicare in modo più chiaro i risultati concreti delle proprie azioni. Questo approccio rafforza la trasparenza e contribuisce a favorire il passaggio decisivo dagli impegni all’attuazione, un punto chiave del processo multilaterale sul clima.
Nella prefazione dell’Annuario, i Climate High-Level Champions, Nigar Arpadarai (Presidenza COP29, Azerbaigian) e Dan Ioschpe (Presidenza COP30, Brasile), sottolineano la portata di questa nuova fase:
Dieci anni dopo Parigi, l’Accordo sarà giudicato in base ai cambiamenti reali: emissioni ridotte, ecosistemi protetti, energia sicura e vite salvate. Come High-Level Champions, crediamo che la sfida non sia rinnovare le promesse, ma mantenerle.
Istituiti alla COP21 di Parigi (2015), i Climate High-Level Champions sono figure nominate a ogni COP per coordinare e rafforzare l’azione degli attori non statali.
Ogni Campione lavora in tandem con il precedente per garantire continuità e coerenza tra le conferenze.
Un’agenda condivisa: il ruolo della Marrakech Partnership
Il documento riconferma il ruolo centrale della Marrakech Partnership for Global Climate Action, creata per favorire la cooperazione tra governi e attori non statali.
Rinnovato fino al 2030, il mandato dei High-Level Champions mira ora a una nuova visione quinquennale, che sarà presentata ufficialmente nel corso della COP30.
Dalle parole ai risultati: una nuova era per l’azione climatica
Secondo Stiell, “questa è l’era dell’attuazione: dobbiamo connettere il processo della COP con l’economia reale per diffondere i benefici dell’azione climatica a miliardi di persone”.
La sfida dei prossimi anni sarà trasformare l’impegno politico e la collaborazione multilaterale in risultati tangibili per comunità, ecosistemi ed economie.



































































