L’Agri Data Green Summit 2025 rappresenta anche quest’anno una bella occasione per leggere e comprendere le priorità, le criticità e le opportunità del mondo agroalimentare. L’evento ha prima di tutto mostrato le evidenze di un presente e di un futuro di un settore primario che è alla ricerca di un nuovo equilibrio, oggi ancora molto precario, tra crisi climatiche, incertezze normative (come l’evoluzione della PAC e il Quaderno di Campagna), la variabilità e imprevedibilità dei costi di materie prime e risorse e la necessità sempre più centrale e determinante di sostenibilità. Non a caso i temi dell’efficienza, della redditività orientata al mercato e del lavoro congiunto tra filiere, ecosistemi e innovazione tecnologica sono emersi come i tre pilastri fondamentali per la resilienza e la crescita del settore. (relativamente all’edizione 2025 dell’Agri Data Green Summit leggi anche il servizio su Filiera 4.0 e capitale naturale e il servizio che approfondisce i temi della PAC Post-27, dei dazi e del Quaderno di Campagna Digitale dell’Agricoltore n.d.r.)
Matteo Vanotti, CEO e co-founder di xFarm Technologies, ha posto l’accento sull’obiettivo che ha accompagnato il percorso di xFarm Technologies di garantire l’efficienza delle aziende agricole attraverso una piattaforma digitale, capace di garantire anche la possibilità di estendere il raggio d’azione verso nuovi modelli di business come, solo per fare un esempio, il mondo dei servizi finanziari e assicurativi. L’innovazione tecnologica si conferma come il fattore chiave per la resilienza e la competitività, da interpretare però come una grande opportunità che sia prima di tutto in grado di rendere i dati sempre più fruibili in modo semplice e le pratiche agricole a loro volta più semplici e virtuose.

La trasformazione digitale, sostenuta dall’Intelligenza Artificiale, è una delle leve più importanti per proteggere e aumentare la redditività agricola, partendo dai risultati strategici che si devono raggiungere sul piano dell’efficienza. Nello stesso tempo, considerando il grande numero di variabili che gravano sul futuro dell’agrifood, l’innovazione e in particolare la conoscenza che arriva dai dati, deve essere utilizzato al pari di un “motore” che permetta di dare slancio a un settore in una fase centrale del proprio percorso di rinnovamento.
Agri Data Green Summit 2025: l’agricoltura 4.0 come leva per la sostenibilità e l’attrattività del settore
Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia, ha a sua volta sottolineato come il settore agrifood sia sottoposto a forti pressioni. Il cambiamento climatico, presenta sempre di più un impatto determinante sulla produttività e sulla redditività, la volatilità dei prezzi e le incertezze macroeconomiche, oltre alle nuove regolamentazioni come anche la pressione diretta e indiretta legata ai dazi contribuiscono ad alimentare l’incertezza per il futuro.
Nello stesso tempo Chiara Corbo ricorda come il dibattito sulla sostenibilità si sia evoluto. Non è più un tema puramente ideologico o filantropico, ma riguarda tre dimensioni fondamentali: la sostenibilità ambientale dove è sempre più determinante agire con uso efficiente delle risorse, la sostenibilità economica dove occorre garantire redditività e competitività e la sostenibilità sociale dove è importante che il settori torni a esprimere una maggiore attrattività.

Nello stesso tempo la direttrice dell’Osservatorio Smart Agrifood ricorda come la nuova vision per l’agricoltura e il food della Commissione Europea, pubblicata a febbraio, rafforzi questa prospettiva, ponendo l’accento sulla resilienza e la sostenibilità ambientale, ma anche sulla necessità di migliorare l’attrattività e la redditività del settore, fondamentali per la sua sopravvivenza e per riconquistare la fiducia dei giovani.
Sebbene non siano mancati gli stimoli e le spinte verso la cresciota il contesto economico non ha però favorito gli investimenti in innovazione. Corbo ricorda anche che per la prima volta in Italia, nel 2023, il valore del mercato dell’Agricoltura 4.0 ha registrato un declino dell’8%. E, pur utilizzando soluzioni avanzate, i dati dell’Osservatorio sottolineano che solo l’8% delle aziende agricole è considerata “digitalmente matura”. Anche se, dietro a questa contrazione si nascondono alcuni segnali di cambiamento positivi come un aumento della consapevolezza, una maggiore fiducia europea nel digitale e una crescita dell’AI.
Agri Data Green Summit 2025: dall’efficienza in campo alla Crop Intelligence
Peraltro, all’Agri Data Green Summit 2025, è emerso anche in modo molto evidente come l’agricoltura moderna abbia a disposizione una quantità di dati senza precedenti, provenienti da macchinari connessi, sensori, sistemi di gestione agricola, a cui si aggiungono i dati provenienti da fonti sempre più accessibili e integrabili come i dati meteo, i dati provenienti da rilevamenti con droni e i dati satellitari. La sfida, come evidenziato da Flavio Cozzoli, Chief Digital Officier di xFarm Technologies, è rendere questi dati, oggi ancora molto frammentati, in informazioni “actionable,” utili per prendere decisioni strategiche.

La risposta a questa esigenza è XFarm Crop Intelligence, una soluzione di Business Intelligence che sfrutta algoritmi proprietari di Intelligenza Artificiale e l’analisi di immagini satellitari (come Sentinel 2) per superare la frammentazione. Questi strumenti permettono di costruire dei layer informativi aggiuntivi su larga scala, offrendo capacità predittive fondamentali per l’intera catena del valore.
La nuova piattaforma di xFarm Technologies sviluppa sei modelli distinti, tra cui il rilevamento automatico dei confini dei campi, l’identificazione delle colture, la previsione della resa e della data di raccolta. Inoltre, i Decision Support System (DSS) applicati su vasta scala aiutano nella previsione dei patogeni, correlati con dati storici supervisionati per mappare le aree di rischio.
Queste previsioni possono rappresentare un importantissimo valore aggiunto per le aziende della filiera alimentare, per la gestione e la mitigazione del rischio ad esempio e tenere sotto controllo la volatilità dei prezzi; nell’ambito degli stabilimenti produttivi, possono contribuire all’ottimizzazione logistica sincronizzando i conferimenti ed evitando inefficienze (o anche l’impatto sui costi e sull’ambiente di camion che viaggiano a vuoto…). Le aziende di input, invece e a loro volta, possono mappare le colture e orientare gli sforzi commerciali.
Le insidie di una giungla normativa e di un quadro politico economico sfavorevole
Non si può trascurare che l’agricoltura italiana e la sua filiera si trovano di fronte a un quadro politico-economico in cui sembrano prevalere le criticità. Antonio Boschetti direttore de L’Informatore Agrario ha sintetizzato il contesto definendo l’agricoltore un “imprenditore agguerrito” costretto a fronteggiare il taglio degli aiuti, l’inflazione (che si è “rosicchiata almeno un 15% delle risorse”) e la concorrenza internazionale. Il tema della redditività è al centro dell’intervento di Boschetti anche con l’invito a prestare attenzione al tema della PAC e a come gli interessi del mondo dell’agricoltura non siano purtroppo più così centrali come lo sono stati in passato, con un ricadute molto pesanti sulla competitività delle imprese stesse.

Filiera sostenibile e digitalizzazione: come agire per attuare questa transizione
Competitività e sostenibilità, soprattutto in un ambito agroalimentare, sono valori che si costruiscono solo nel momento in cui si riesce a dare vita a una filiera sostenibile capace di rispondere tanto ad esigenze di etica ambientale quanto agli obiettivi di business. Sergio De Pisapia, Purchasing associate sustainable farming manager, ha illustrato come la sostenibilità sia diventata “sistemica” in Barilla, integrando l’approccio nel core business attraverso un ESG board e strumenti come la Carta del Mulino e la Carta del Basilico. La digitalizzazione della filiera, in partnership con xFarm, Technologies è stata cruciale, specialmente per colture complesse come il basilico, dove l’uso di DSS contribuisce a garantire qualità e continuità. La tecnologia, in questo senso, semplifica la raccolta dati e alleggerisce il peso sugli agricoltori.

Elisa Cavestro, Head of local brands, Kraft Heinz, focalizza l’attenzione in particolare sulla linea di prodotti Plasmon, sottolineando come solo un lavoro a livello di filiera sostenibile sia in grado di garantire costanza e tracciabilità delle materie prime contro la volatilità climatica. In particolare per Plasmon, la collaborazione con xFarm sulla filiera 100% italiana del grano duro è anche un modo per valorizzare il lavoro delle 80 aziende agricole coinvolte.
A sua volta Alessandra Mangiarotti, Sustainable lead Mondelez Italia ha spiegato che la spinta alla sostenibilità deriva dalla consapevolezza che il 70% della carbon footprint è generato dalle filiere. Il progetto pluriennale con xFarm Technologies per la filiera corta del latte piemontese mira a creare una baseline accurata delle emissioni di CO2 in stalla. Data l’età media degli agricoltori, la necessità di gestire relazioni dirette e l’accompagnamento personalizzato sono fattori essenziali per superare la resistenze iniziali all’innovazione digitale. L’auspicio finale è che le istituzioni affianchino l’impegno privato con incentivi dedicati per guidare la transizione del settore.
La salute dell’agrifood è sempre più legata alla salute del suolo e dell’ambiente
L’Agri Data Green Summit 2025 è anche l’occasione per rimettere al centro del confronto sulla sostenibilità agroalimentare i fattori e gli asset assolutamente fondamentali. In questo senso l’importanza della salute del suolo è stata ricordata ed enfatizzata nell’intervento di Luca Lovatti, Responsabile ricerca e sviluppo consorzio Melinda, che lo definisce il “vero capitale,” essenziale per i meleti che rimangono nel terreno per due decenni. Lovatti ha sottolineato come Melinda abbia iniziato a occuparsi di biodiversità dal 2017, investendo in agricoltura rigenerativa e, appunto, in iniziative per la salute del suolo. Sul fronte tecnologico, l’adozione di droni e di mappature digitali per quantificare la sostanza organica sta rendendo i campionamenti più puntuali ed efficienti. Melinda ha inoltre sviluppato una piattaforma tecnologica abilitante con base cartografica per centralizzare tutti i dati degli agricoltori e facilitare le analisi di rischio per i partner esterni.

Matteo Peyron, Sustainability manager DSS+ ha voluto precisare come il suolo sia un sistema complesso e rappresenti l’asset principale dell’agricoltore, sottolineando che un maggiore tenore di sostanza organica aumenta significativamente la resilienza contro gli eventi climatici avversi. L’investimento sul suolo è un impegno altamente strategico e di lungo termine, anche poiché i sistemi naturali richiedono tempo per cambiare. Tra le soluzioni high-tech più promettenti per monitorare la salute del suolo si deve considerare la quantificazione della sostanza organica tramite mappature digitali. Queste soluzioni mirano a ridurre il numero di analisi fisiche necessarie, permettendo campionamenti mirati e stratificati. Inoltre, l’utilizzo dei droni si è rivelato fondamentale per lavorare sui rischi per la salute del suolo anche in momenti critici, come le emergenze post-alluvione.
Il bicchiere, purtroppo mezzo vuoto, di PAC Post-2027 e dazi
Il dibattito sulla PAC Post-2027 è stato particolarmente acceso. Anna Rufolo, Responsabile politiche comunitarie coordinatrice settore economico di CIA e Vincenzo Lenucci, Direttore delle politiche di sviluppo economico delle filiere agroalimentari di Confagricoltura, hanno espresso una ferma opposizione al previsto taglio delle risorse e alla perdita di specificità della politica agricola comune, pilastro fondante dell’Europa.

CIA è preoccupata, tra i vari temi, che la cessazione del pagamento di base per i pensionati dopo il 2032 possa causare l’abbandono dei territori. Confagricoltura ha richiesto una svolta verso la sostenibilità tecnologica con un maggior orientamento al mercato, trasformando gli oneri in incentivi.
Un’altra minaccia è rappresentata dagli accordi commerciali. L’accordo UE-USA che introduce dazi zero su prodotti come frutta secca e lattiero-caseari, è percepito come una “resa” che equivale a una quota importantissima di concessioni senza reciprocità, esponendo tra l’altro il mercato europeo a modelli alimentari diversi e meno tutelati.
Come “leggere” il futuro del Quaderno di Campagna dell’Agricoltore (QDCA)
Il Quaderno di Campagna dell’Agricoltore non deve essere percepito come un potenziale aggravio burocratico: questo è un altro messaggio chiaro che esce dall’Agri Data Green Summit 2025. Il rapporto con il QDCA è uno dei temi affrontati anche da da Paolo Baccolo, Consigliere nazionale Conaf, da Renzo Lolli, dirigente dell’ufficio servizi territoriali Agea e da Luca Balato, Dirigente dell’ufficio antifrode e Risk compliance Agea.

Questo confronto ha permesso di approfondire come il Quaderno di Campagna dell’Agricoltore sia cruciale per una raccolta sistematica dei dati e possa essere particolarmente prezioso ad esempio per creare le condizioni per una accelerazione dei pagamenti. Per Agea l’implementazione del QDCA è centrale anche per la strategia antifrode, basata sulla prevenzione e sull’utilizzo di Intelligenza artificiale e per le piattaforme di analisi che con questi dati possono lavorare per offrire una visione predittiva. Conaf e Agea sottolineano l’importanza di rendere l’adozione più flessibile, prevedendo meccanismi facoltativi con premialità.
Tecnologia e sostenibilità: la sperimentazione sta dando buoni frutti
Nello stesso tempo Agri Data Green Summit 2025 è stato anche un momento per conoscere e approfondire il connubio tra tecnologia e sostenibilità. In particolare attraverso casi di studio come quello di Riso Gallo, raccontato da Riccardo Preve, consigliere delegato di Riso Gallo.

Il progetto l’app Gallo For Farmers supporta 200 aziende sostenibili, utilizzando DSS per la previsione di malattie come il brusone. Questo controllo più preciso permette di calibrare l’uso dei fungicidi, agendo sul 90% delle emissioni aziendali che provengono dal campo.
Riccardo Preve ha anche tenuto a ribadire che la reciprocità negli standard qualitativi è fondamentale, soprattutto nel momento in cui ci si confronta in generale con produttori extra-UE che spesso sono soggetti a “regole diverse” o che, per altre ragioni come nel caso delle imprese agricole del Nord America, ci si confrtonta con aziende tecnologicamente molto avanzate.
L’ecosistema delle filiere produttive e il ruolo del “nuovo imprenditore agricolo”
Un tema chiave che ha attraversato un po’ tutti gli interventi dell’Agri Data Green Summit 2025 riguarda la necessità per l’agricoltore del futuro di far crescere e arricchire il proprio “bagaglio culturale” allo scopo di integrare efficacemente tecnologia, meccanizzazione e scelte di mercato. La digitalizzazione anche in questo senso è cruciale in particolare per affrontare la complessa transizione sociale nelle aziende agricole, dove coesistono “generazioni diverse”.
Caterina Vanni, Responsabile sperimentazione agricola di Conserve Italia Società Cooperativa Agricola, realtà che rappresenta 14.000 soci, ha enfatizzato che la tecnologia deve adattarsi all’agricoltore e non viceversa. La piattaforma digitale dovrebbe essere interpretata come una sorta di “libreria in cui ci sono tanti cassetti,” che con un’unica interfaccia semplice, che permetta di snellire l’enorme fardello burocratico derivante da certificazioni e controlli.
Perché una delle grandi sfide che uniscono decarbonizzazione e competitività riguarda proprio la capacità delle filiere di muoversi in cooperazione.
Mattia Caravella, Sustainable sourcing manager Andriani ha criticato le incertezze che ancora ostacolano, per mancanza di linee guida chiare, lo sviluppo dell’agricoltura rigenerativa, ma ha illustrato il successo del modello sviluppato grazie alla collaborazione tra Andriani e xFarm basato sulla biodiversità e la trasparenza, comunicando dati tracciabili direttamente sul packaging.

Claudio Antonelli, sustainability business developer for Europe di Bülher, azienda di riferimento negli input per l’industria alimentare, ha confermato l’importanza dell’ecosistema, evidenziando che l’impatto ambientale di un prodotto è determinato in gran parte dalla materia prima agricola. La partnership con xFarm Technologies mira proprio a quantificare e ridurre l’impatto nella fase iniziale della catena del valore.
La sostenibilità, dal carbon farming al Capitale naturale
Il confronto sui temi della sostenibilità ha visto con questo Agri Data Green Summit 2025 una evoluzione verso una visione più completa e matura di tutti i fattori che effettivamente determinano una vera sostenibilità. Matteo Vanotti aveva sottolineato che non basta parlare solo di impronta carbonica, ma è necessario riflettere e agire sui temi che attengono anche all’impronta idrica e alla resilienza idrica, al miglioramento della salute del suolo e della tutela della biodiversità. Tutti concetti che confluiscono nel Capitale naturale e che impattano direttamente sulla competitività delle imprese agricole e agroalimentari.

Proprio su questi temi è intervenuto Niccolò Calandri ceo di 3Bee XNatura che ha prima di tutto chiarito come il Capitale naturale rappresenti l’insieme dei servizi ecosistemici essenziali per la produzione e la resilienza aziendale, evidenziando che l’agricoltura è il settore più dipendente ed è nello stesso tempo anche il comparto che esercita il maggiore impatto.
La diminuzione del Capitale Naturale non è solo un importantissimo problema ecologico e ambientale, ma rappresenta anche un importantissimo danno economico diretto (che si concretizza, per fare solo un esempio, nella riduzione delle rese). Gli impollinatori, ad esempio, sono considerati l’asset principale del Capitale naturale, in quanto la loro presenza, in forma equilibrata, garantisce un aumento della resa e della qualità. Per valorizzare questo asset, la digitalizzazione è uno strumento veloce e scalabile che permette di intercettare le problematiche, le minacce, i rischi e consente di analizzare e individuare anche le possibili soluzioni. In questo senso 3Bee utilizza tecnologia avanzata, inclusa AI on Edge e camera traps, per riconoscere automaticamente le specie, stabilendo una baseline oggettiva della biodiversità.
Innovazione sì, ma deve interessare tutto l’ecosistema
In chiusura, Matteo Cunial, chief revenue officier e co-founder di xFarm Technologies ha ribadito che il futuro dell’agricoltura risiede indiscutibilmente nell’innovazione, ma i risultati più promettenti e significativi si raggiungono nel momento in cui si opera a livello di ecosistema. Anche in questo senso Cunial ha voluto sottolineare come i temi chiave della giornata possano essere associati a tre grandi pilastri essenziali: la necessità di un framework politico chiaro, l’obiettivo di redditività orientato al mercato che si raggiunge trasformando gli agricoltori in imprenditori sempre più preparati, e l’imperativo del lavoro congiunto e della collaborazione tra tutti gli attori della filiera.
Il percorso degli Agri Data Green Summit
A proposito degli eventi Agri Data Green Summit leggi anche i servizi relativi
al’edizione 2024: Agri Data Green Summit 2024: AI e agricoltura rigenerativa le sfide per sostenibilità e competitività;
all’edizione 2023: Innovazione, competitività e sostenibilità: parlano i protagonisti di Agri Data Green Summit di xFarm
e all’edizione 2022: Innovazione di filiera e sostenibilità: il digitale al servizio dell’agroalimentare