Scenari

Consumi sostenibili: dopo il Covid, italiani sempre più attenti all’ambiente e al benessere

Ambiente, energia, lavoro: Deloitte delinea i tratti del “cittadino consapevole” nella prima edizione dell’Osservatorio dedicato. Dallo studio emerge che il 78% dei connazionali vuole sprecare meno, sia con una minore produzione di rifiuti sia facendo più attenzione al riciclo, mentre per il 47% la scelta del lavoro è determinata principalmente da considerazioni di bilanciamento vita privata e professionale e valutazioni economiche

Pubblicato il 04 Ott 2022

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Sostenibilità: questa conosciuta. Il rapporto degli italiani con le tematiche green si fa sempre più stretto, spinto anche dagli effetti della pandemia da Covid-19. Ma secondo quale direzione va sviluppandosi questo legame?
A indagare il tema è la prima edizione dell’osservatorio DeloitteIl Cittadino Consapevole”, che presenta rilevazioni periodiche condotte su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Ognuna sarà dedicata all’approfondimento di uno specifico aspetto (Ambiente, Energia, Benessere e Lavoro) della relazione tra cittadini, innovazione e sostenibilità.

Verso nuovi stili di vita e modelli di consumo

“L’emergenza sanitaria, le tensioni geopolitiche e la crisi energetica hanno profondamente mutato lo scenario socio-economico nazionale ed europeo. E, insieme ad esso, il nostro modo di vivere e di pensare al ruolo dell’innovazione e al significato vero della sostenibilità. I cittadini italiani hanno maturato una nuova consapevolezza che li sta spingendo verso l’adozione di stili di vita e modelli di consumo sempre più attenti all’ambiente e al benessere personale. Deloitte ha voluto esplorare questa nuova attitudine dei cittadini, dedicando un osservatorio all’analisi del sentiment e delle opinioni della popolazione sul tema dell’innovazione e della sostenibilità, per interpretarne l’evoluzione e valutare concretamente diffusione ed entità delle pratiche innovative e sostenibili adottate”, spiega Andrea Poggi, Innovation Leader Deloitte North and South Europe e Clients & Industries Leader Deloitte Central Mediterranean.

Ecco quanto emerso nelle tre aree.

Ambiente

Si fa sempre più intensa, sospinta dalla pandemia, l’attenzione per il cambiamento climatico e per l’ambiente. Secondo la ricerca, oltre 2 rispondenti su 3 in Italia avevano già avviato un progressivo cambiamento delle proprie abitudini in un’ottica sostenibile prima dell’emergenza sanitaria. Ma oggi è addirittura del 78% la percentuale di intervistati che dice di voler sprecare meno, sia con una minore produzione di rifiuti sia facendo più attenzione al riciclo. Molto elevata anche la percentuale di persone che dichiara una maggiore attenzione al consumo di risorse scarse e preziose come l’acqua (73%).

La crescente diffusione di prodotti e servizi sostenibili sta inoltre accompagnando l’adozione di nuove abitudini e stili di vita, plasmando nuovi modelli di consumo. Ma soprattutto, il divario tra le intenzioni d’acquisto sostenibili e gli acquisti reali si sta assottigliando: oggi, ad esempio, solo 4 italiani su 10 dichiarano di continuare a preferire sempre e comunque i prodotti tradizionali. “La principale barriera a stili di vita e modelli di consumo più green, citata da un italiano su 2, rimane il prezzo. Questo dà una chiara indicazione del potenziale e atteso contributo delle istituzioni e delle aziende” commenta Andrea Poggi.

Quanto alla responsabilità rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici, gli italiani pensano sia necessario il contributo di tutti, dai cittadini, alle imprese, fino alle istituzioni pubbliche. Per 2 cittadini italiani su 3, è soprattutto lo Stato il soggetto che può e deve implementare adeguate strategie, politiche, programmi e altre iniziative concrete. Purtroppo, però, solo 1 italiano su 10 ritiene che Stato e imprese stiano agendo concretamente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Energia

Secondo la ricerca, quasi 8 italiani su 10 (77%) dichiarano di aver adottato comportamenti virtuosi per limitare la propria bolletta energetica, tuttavia oltre 6 su 10 (65%) lamentano di non percepire alcun beneficio da tali azioni a causa del costante aumento delle tariffe. A tal proposito, i cittadini intervistati concordano sulla necessità di un intervento attivo delle istituzioni sia nazionali che sovranazionali. Ad esempio, il 78% degli italiani vorrebbe che l’UE introducesse forme di regolamentazione comunitarie dei prezzi dell’energia elettrica con una conseguente modifica dei modelli di gestione del mercato elettrico.

“I cittadini italiani sono consapevoli della necessità di accelerare la transizione energetica verso una società più sostenibile: quasi all’unanimità (97%) sottolineano l’importanza di avere un’adeguata e crescente quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, al fine di raggiungere più rapidamente l’indipendenza energetica (48%) e di supportare il processo essenziale di decarbonizzazione dell’economia (42%), che rappresenta una grande opportunità per il miglioramento della qualità di vita e benessere per il cittadino, e un’occasione di crescita economica sostenibile per le imprese” commenta Andrea Poggi.

Benessere e lavoro

Gli italiani sono sempre più attenti alla propria salute e alla qualità della propria vita. Ormai la scelta del proprio lavoro è determinata principalmente da considerazioni di bilanciamento vita privata e lavorativa e valutazioni economiche (47%), che sono più importanti della passione per il lavoro (39%) e dalle opportunità di crescita professionale (28%). Le politiche di sostenibilità dell’azienda, invece, sono indicate come importanti nella scelta del lavoro solo dal 20% del campione intervistato. A tal proposito, solo poco più di 2 italiani su 10 hanno considerato la possibilità di cambiare impiego presso un’azienda più sostenibile.

Nonostante le politiche aziendali per la sostenibilità non siano il primo driver di scelta per i lavoratori, solo 1 italiano su 3 è soddisfatto di quanto il proprio datore di lavoro sta facendo per contrastare il cambiamento climatico. E comunque, secondo il 36% degli intervistati, il livello di soddisfazione degli italiani aumenta quanto più il datore di lavoro è in grado di supportare l’adozione di comportamenti sostenibili da parte dei dipendenti anche al di fuori del contesto lavorativo. E, secondo il 64% degli intervistati, un ambiente di lavoro attento all’ambiente contribuisce ad aumentare la produttività dei dipendenti.

Cittadini pronti a fare la propria parte

“I cittadini sono consapevoli ora più che mai della rilevanza di un processo di innovazione sostenibile e sono anche pronti a fare la propria parte, attraverso la progressiva adozione di stili di vita e modelli di consumo sempre più attenti all’ambiente. Ma affinché gli sforzi verso un’innovazione sostenibile possano essere realmente efficaci, si rende necessario un impegno concreto, collettivo e sinergico da parte dell’intero sistema Paese. La comunità di business e le istituzioni devono attuare scelte coraggiose e concertate, in termini di politiche, incentivi e innovazione, così da favorire la transizione ecologica verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e un futuro più verde, equo, e rispettoso dei bisogni delle persone: va colta questa disponibilità e va colto questo momento di forte discontinuità”, conclude Andrea Poggi.

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