Cosa si intende per resilienza idrica?
Il concetto di resilienza idrica attiene prima di tutto alla capacità di garantire la disponibilità di acqua in qualità e quantità necessarie alla vita, allo sviluppo sociale ed economico e riguarda espressamente la capacità dei sistemi naturali, sociali ed economici di resistere, adattarsi e trasformarsi di fronte a shock e stress legati all’evoluzione nella disponibilità di acqua.
Cosa significa esattamente essere resilienti nella gestione dell’acqua?
Essere resilienti nella gestione dell’acqua vuol dire garantire la water security ed essere nella condizione di affrontare fenomeni metereologici estremi, sempre più frequenti, come siccità, alluvioni, inquinamento delle falde o carenze infrastrutturali, garantendo comunque l’accesso a un approvvigionamento sicuro, equo e sostenibile.
Quali sono le dimensioni della resilienza idrica?
La resilienza idrica comprende tre grandi dimensioni: ambientale, perché tutela gli ecosistemi; sociale, perché assicura diritti e salute; economica, perché l’acqua è fattore produttivo essenziale in agricoltura, industria ed energia.
Si può fare un esempio concreto di resilienza idrica?
Un esempio di come si possa attuare una forma di resilienza idrica è rappresentato dalla capacità con cui una città riesce a fornire acqua potabile anche in occasione di siccità prolungata, sfruttando strategie basate sullo sviluppo di bacini idrici piuttosto che soluzioni per il riuso delle acque reflue. All’opposto si considera resilienza idrica anche quell’organizzazione che è nella condizione di possibilità di limitare i danni che possono essere causati da precipitazioni violente anche in questo caso con diverse misure come possono essere i bacini di laminazione, reti fognarie intelligenti e soluzioni di drenaggio urbano sostenibile.
Cosa può fare l’innovazione tecnologica per la resilienza idrica?
L’innovazione tecnologica è uno dei principali fattori abilitanti per costruire strategie di resilienza idrica. Il monitoraggio basato su sensori IoT e intelligenza artificiale attraverso il monitoraggio del suolo consentono di rilevare in tempo reale perdite, consumi anomali e livelli di inquinamento e agire per garantire il miglior livello possibile di soil health. Allo stesso modo, soluzioni di agricoltura di precisione permettono di ridurre il consumo idrico nei campi, migliorando la produttività e salvaguardando le riserve permettendo nello stesso tempo di attuare forme di agricoltura sostenibile in un ambiente sostenibile.
In che modo il risparmio idrico può portare benefici alla resilienza idrica? Cosa dice in proposito l’Agenzia Europea dell’Ambiante?
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha valutato il rapporto che lega il risparmio idrico alla creazione di condizioni di resilienza idrica. In particolare lo studio (QUI per consultare l’analisi completa n.d.r.) si occupa dei principali settori economici dell’Unione Europea e mette in evidenza che il risparmio idrico rappresenta una leva essenziale per rafforzare la resilienza dei sistemi idrici, soprattutto in un contesto di crescente scarsità dovuta al cambiamento climatico.
Lo scenario mostra una crescente pressione sulle risorse idriche fresche, con fenomeni di sovrasfruttamento concentrati in aree specifiche e con proiezioni che indicano un ulteriore peggioramento futuro, in particolare nell’Europa meridionale e nelle zone a elevata densità abitativa. In termini quantitativi l’Europa preleva ogni anno circa 200.000 milioni di m³ di acqua. (Si legga a questo proposito anche il servizio sulla resilienza idrica globale n.d.r.)
Quali sono i settori che richiedono il maggior consumo di acqua?
Secondo l’analisi EEA il maggior consumo di acqua in Europa si registra in quattro grandi settori: nella produzione elettrica per il raffreddamento degli impianti (36% del totale), nell’agricoltura (29%), per l’approvvigionamento idrico pubblico (19%) e per il settore manifatturiero (14%). Questi settori coprono insieme il 98% del prelievo complessivo legato alle attività economiche. Il report EEA invita esplicitamente a concentrare gli sforzi di efficientamento proprio su questi comparti.
Quali sono le possibili azioni per la resilienza idrica secondo l’EEA?
Le principali azioni per migliorare la situazione idrica europea in favore di una migliore resilienza riguardano la necessità di ridurre lo spreco di acqua, di individuare e sistemare le perdite e in generale di incrementare l’efficienza delle infrastrutture. Un altro aspetto della strategia riguarda la necessità di introdurre o di aumentare il ruolo svolto delle fonti idriche non convenzionali – come il riuso delle acque reflue, la desalinizzazione o la raccolta delle acque piovane – allo scopo di contribuire a diversificare al massimo l’approvvigionamento e comne misure che rientrano a tutti gli effetti in strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
Come e dove intervenire per migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua?
Gli interventi per ridurre gli sprechi e per un uso più efficace delle risorse idriche disponibili sono tanti. Un esempio, non necessariamente il più importante, può essere di aiuto per comprendere come possono cambiare anche le prospettive economiche di interi settori. Nel caso dell’agricoltura il potenziale di risparmio rispetto al totale dei prelievi è molto elevato anche grazie alle potenzialità – se utilizzate su larga scala – di soluzioni come l’irrigazione di precisione. Una soluzione che può poi aumentare ulteriormente i propri benefici nel momento in cui viene associata alla selezione di colture resistenti alla siccità, all’adozione di soluzioni di agrivoltaico anche come forma di protezione dal calore e in generale a pratiche di smart farming che consentono una gestione del rischio sempre più precisa. I benefici di una gestione idrica molto più efficiente si riflettono poi in una riduzione dei costi, in un controllo maggiore sulla qualità dei raccolta e nel miglioramento della resilienza agroalimentare.
Nel mondo industriale i temi della resilienza idrica si intrecciano in modo sempre più stretto con quelli della resilienza del manifatturiero dove un ruolo sempre più importante è svolto dai sistemi di water management e dalla diffusione di AI per la gestione idrica.
Quali sono le strategie per gestire i rischi idrici in Europa?
Se poi si guarda alle strategie generali per la gestione dei rischi idrici in Europa l’European Environment Agency invita a considerare che il 30% del territorio UE sperimenta ogni anno condizioni di scarsità stagionale delle risorse idriche. Si tratta di uno scenario che si riflette immediatamente in rischi economici. Il settore agricolo deve appunto mettere in conto dei cali produttivi e un aumento nel costo dell’acqua; nel comparto energetico gli impianti termoelettrici e idroelettrici vedono ridotta la produzione con conseguente rialzo dei prezzi.
La strategia per affrontare questi e altri rischi comprende la Water Framework Directive, che promuove l’uso sostenibile delle risorse idriche su base di lungo periodo. La Commissione Europea ha inoltre adottato la EU Water Resilience Strategy con l’obiettivo di ripristinare il ciclo naturale dell’acqua, costruire un’economia “water-smart” e garantire acqua pulita e sufficiente per tutti. Contestualmente è stata poi pubblicata anche una raccomandazione specifica sull’approccio “Water Efficiency First”, che fornisce principi guida per ridurre i consumi nei vari comparti economici.