Industry 4.0 360 Summit

Twin Revolutions: il manifatturiero tra digital trasformation e sostenibilità

Non c’è sostenibilità senza una vera trasformazione digitale e senza uno scatto in avanti per portare competenze digitali nelle imprese e nei territori. L’unione tra transizione ecologica e trasformazione digitale è un vantaggio competitivo per l’Italia, ma serve una formazione continua con upskilling e reskilling in uno scenario in cui la robotica può contribuire a cambiare il rapporto con l’ambiente. Sono alcuni dei temi della sessione “La sfida delle Twin revolutions: opportunità e benefici concreti della transizione digitale ed ecologica” a Industry 4.0 360 Summit con Agostino Santoni, Claudio Melchiorri, Marco Olivotto, Andrea Italo Maffioli e Alberto Bastianon.

Pubblicato il 21 Mar 2022

Industry40 360 summit twin revolution

Il rapporto tra Twin Revolutions e sostenibilità

La definizione di Twin Revolutions rende molto bene l’idea di quanto digital transformation e transizione ecologica siano strettamente collegate. C’è chi addirittura usa l’espressione “sustainability is the new digital” per evidenziare quanto queste due rivoluzioni più che gemelle siano dimensioni di una stessa grande trasformazione industriale. Certamente il contributo delle tecnologie digitali alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi pone il manifatturiero in una posizione speciale, dal punto di vista della possibilità di sfruttare questo straordinario cambiamento.

Ma quando si parla di trasformazione occorre affrontare i temi delle tecnologie e delle competenze, della robotica e del rapporto con l’ambiente, della capacità di sperimentare e della possibilità di disporre di best practices a cui fare riferimento e della capacità di indirizzare e portare le imprese verso modelli organizzativi in grado di garantire una maggiore responsabilità sociale, vale a dire più inclusione e più attenzione alle persone.

Questi e altri temi, che rientrano nel grande dibattito sulle Twin Revolutions sono stati al centro della tavola rotonda  “La sfida delle Twin revolutions: opportunità e benefici concreti della transizione digitale ed ecologica” che si è tenuta in occasione dell’edizione 2022 di Industry 4.0 360 Summit l’evento organizzato dalle testate InnovationPost, Industry4Business e ESG360 del Network Digital360 e che ha visto i contributi di

  • Agostino Santoni, Presidente, Confindustria Digitale
  • Alberto Bastianon, Director Presales Solution Architects, Dell Technologies
  • Claudio Melchiorri, Docente dell’Università di Bologna e membro del consiglio direttivo di I-RIM
  • Marco Olivotto, Direttore Generale, LEF – Lean Experience Factory 4.0
  • Andrea Italo Maffioli, Vice President Industrial Application Italy, Bosch Rexroth

Twin Revolutions, Santoni: l’unione di digitale ed ecologia è una grande occasione per acquisire un vantaggio competitivo

Agostino Santoni, presidente di Confindustria Digitale manda subito un messaggio molto chiaro in merito alle “rivoluzioni gemelle”: siamo campioni nella trasformazione ecologica, mentre dobbiamo accelerare sul digitale. “Confindustria digitale – spiega – raggruppa tutto il settore delle telecomunicazioni e dell’information technology in Italia e per il nostro settore la situazione è certamente complessa”. Lo scenario è a sua volta molto complesso: gli effetti del conflitto in Ucraina, le conseguenze della pandemia e lo shortage di semiconduttori su scala globale hanno rimesso in discussione i modelli di supply chain globali, ovviamente non solo per il digitale.

“Si tratta adesso di capire – osserva Santoni – come interpretare il momento: il nostro paese è un po’ in rincorsa, ci sono indici come il Desi (Digital Economy and Society Index che sintetizza gli indicatori sulle prestazioni digitali a livello europeo) dai quali emerge che purtroppo siamo in ritardo, anche se registriamo miglioramenti. Nello stesso tempo – prosegue – ci sono temi come quelli della sostenibilità sui quali abbiamo davvero tanto da dire come sistema paese. Dobbiamo avere la consapevolezza – sottolinea – che nella transizione ecologica siamo molto competitivi, abbiamo dei campioni che hanno stabilito delle best practices a livello mondiale negli ambiti dell’energia e della trasformazione ecologica”.

Agostino Santoni, Presidente, Confindustria Digitale

Santoni invita poi a collocare queste prospettive nello scenario che si sta disegnando grazie al PNRR, con più di 40 Miliardi sul digitale e con quasi 60 Miliardi sulla transizione ecologica: “l’unione di queste due trasformazioni – afferma Santoni – è un grande punto di forza per l’Italia”.

Ma Santoni invita anche a cogliere l’occasione di questo periodo per avere una visione di paese e invita a fare attenzione perché “il digitale non è solo dare Internet a tutti, ma oggi più che mai è la federazione di nuove reti, delle infrastrutture elettriche, delle reti del gas, di quelle legate alla gestione e distribuzione dell’acqua, per arrivare anche alla mobilità. La digitalizzazione di queste reti può migliorare l’efficienza innanzitutto, ma ha un effetto importantissimo anche a livello di competitività ed è un fattore abilitante per il raggiungimento di una sovranità energetica”.

Per le rivoluzioni gemelle serve una economia del talento

Santoni affronta poi il tema chiave delle competenze e della formazione. “Successo genera successo – osserva – e non c’è dubbio che il nostro settore manifatturiero sia un esempio di competitività nel mondo e non c’è dubbio che le aziende integrate nelle grandi filiere globali abbiano accelerato la digitalizzazione e le imprese del nostro settore che hanno accompagnato quelle aziende così forti nel manifatturiero abbiano creato competenze specifiche. Questa è una caratteristica distintiva a livello mondiale e ci insegna quanto sia importante lavorare su competenze che generano nuove competenze come un punto di forza del nostro paese”.

La stessa cosa, come abbiamo visto, sta avvenendo nella transizione ecologica dove servono tecnologie e competenze specifiche. “Amo definire il periodo che stiamo vivendo come l’economia del talento – dichiara Santoni – e dobbiamo renderci conto che tutto il valore che abbiamo davanti in termini di prospettive e investimenti sul digitale e sulla transizione ecologica corre incontro al grande rischio di uno shortage di competenze. Tutti noi, imprese e istituzioni, dobbiamo investire per generare talenti, ma nell’ordine di grandezza di milioni di persone. Non solo per il nostro settore – precisa – ma per tutti i comparti dell’economia e della Pubblica Amministrazione perché tutti i settori hanno e avranno sempre più bisogno del digitale”.

La formazione come un diritto del lavoratore

Santoni conclude con due proposte, per il breve e per il medio periodo. “La prima proposta è che i corsi di informatica siano integrati in tutti i corsi di laurea. Non che i chirurghi debbano diventare sviluppatori software – tiene a precisare -, ma che siano nella condizione di svolgere al meglio il loro lavoro grazie alle competenze digitali. Il secondo è un principio che intende porre la formazione come un diritto del lavoratore”.

In questo contesto, osserva Santoni, il digitale deve essere uno strumento straordinario per dare una seconda opportunità alle persone, in particolare a coloro che non hanno un lavoro o che hanno bisogno di riqualificazione.

Bastianon, affrontare le Twin Revolutions anche grazie all’integrazione IT-OT

Alberto Bastianon, Director Presales Solution Architects, Dell Technologies focalizza l’attenzione sul ruolo del digitale per il manifatturiero e per la sostenibilità ricordando prima di tutto che le sfide tradizionali del manufacturing sono quelle dell’innovazione di prodotto, dell’innovazione di processo a cui si aggiungono quelle sempre più importanti dell’interazione con i clienti anche in considerazione del fatto che molte aspettative in termini di fruibilità di servizio, di semplicità nell’utilizzo dei prodotti si sono trasferiti dalla nostra vita quotidiana al mondo industriale.

“Il mondo delle Operational Technology e delle Information Technology  – osserva – che hanno vissuto per lungo tempo come due mondi separati con priorità diverse e con responsabilità diverse all’interno della struttura aziendale, adesso sono nella condizione di collaborare sempre più intensamente proprio grazie al ruolo che svolgono i dati”.

La capacità di gestire le informazioni è un fattore chiave per determinare la competitività delle imprese e il valore aggiunto arriva dalla capacità di sfruttare i dati con velocità e precisione. “Se un tempo hardware o sistemi operativi per la sensoristica e la strumentazione di campo vivevano di vita propria e avevano i loro cicli di gestione, oggi la loro integrazione diventa fondamentale – spiega -. Come Dell Technologies vediamo e indirizziamo una forte richiesta del manifatturiero nella creazione di un approccio basato sulla collaborazione, un modello che si estende a un numero sempre più importante di attori, anche nelle catene di fornitura”.

Alberto Bastianon, Director Presales Solution Architects, Dell Technologies

In questo contesto, è importante per le imprese contare su specialisti della sensoristica, di applicazioni di campo, di soluzioni software per gestire e integrare questi dati ma è ancora più fondamentale disporre di infrastrutture che abilitino la comunicazione, in sicurezza, degli apparati e dei sistemi di produzione.

“Dobbiamo pensare – aggiunge Bastianon – a quanto può essere vantaggioso avere in postazioni remote, magari difficilmente accessibili dalle persone anche per motivi di sicurezza, degli strumenti che possano comunicare in tempo reale e con la massima precisione. Grazie anche al 5G si possono percorrere nuove prospettive in termini di connessione di dispositivi che possono gestire i dati sia come archiviazione sia come elaborazione in locale”. Un aspetto questo, della capacità di elaborazione in locale molto importante per il mondo manifatturiero “dove occorre disporre della capacità di calcolo vicina alla generazione e all’utilizzo dei dati”.

Una Twin Revolution vissuta sia come azienda manifatturiera sia come digital provider

Rispetto alle prospettive specifiche delle Twin Revolution è sempre più importante guardare anche alla vocazione specifica delle imprese. “Un’azienda come Dell Technologies – ricorda Bastianon – da una parte porta innovazione nelle imprese e le aiuta a raggiungere obiettivi di sostenibilità e dall’altra è anche una grande azienda del manifatturiero che produce a livello globale e che affronta tutte le problematiche legate alla gestione delle fabbriche, agli impianti e alla distribuzione dei prodotti sino ai clienti finali. In questo ambito – osserva – abbiamo lavorato su due dimensioni: la prima attiene al ripensamento di tutta la progettazione delle macchine andando a lavorare sui processi e sul prodotto, cercando di tenere sotto controllo i consumi grazie anche a soluzioni di Artificial Intelligence e di Machine Learning. Questo allo scopo di controllare e anticipare possibili guasti e di ottimizzare l’utilizzo delle componentistiche in funzione dei carichi di lavoro.

Accanto a ciò – prosegue – abbiamo poi lavorato sulla dimensione della responsabilità sociale con diversi obiettivi che vanno dalla gestione degli imballaggi e del packaging al riciclo di materiali, dalla scelta di utilizzare plastica recuperata dagli oceani a un lavoro a livello di supply chain globali per arrivare ad azioni volte a favorire la diversità in azienda, alla verifica che siano garantiti degli standard minimi di rispetto della tutela delle persone e del lavoro in tutte le parti del mondo”.

Bastianon ricorda poi l’impegno per facilitare la formazione e la collaborazione. “Con più di 400 fabbriche nel mondo della nostra catena di fornitori implementiamo programmi di sviluppo delle competenze e come Dell Technologies collaboriamo con le aziende del manifatturiero per portare e condividere le esperienze realizzate al nostro interno”.

Upskilling e Reskilling: le “strade” della formazione per arrivare alle rivoluzioni gemelle

Marco Olivotto, direttore del LEF – Lean Experience Factory 4.0, la fabbrica modello attiva a San Vito al Tagliamento, osserva che questi processi di trasformazione richiedono le competenze giuste per pilotare e gestire i cambiamenti che la digitalizzazione mette in moto nelle imprese. La difficoltà è anche quella  di trovare skill adeguati sul mercato del lavoro o di implementare percorsi di reskilling e upskilling adeguati per le persone che sono attive in azienda.

“C’è indubbiamente buona volontà e determinazione, ma non ci sono percorsi definiti, soprattutto per quanto riguarda la componente di upskilling, che devono essere focalizzati su una crescita delle competenze di dominio nel manifatturiero con lo sviluppo di nuove competenze digitali. Un tema che incide direttamente sulla competitività delle imprese e del sistema paese, il che richiede programmi di questo tipo per sostenere lo sviluppo delle aziende italiane sui mercati internazionali”.

Marco Olivotto, direttore del LEF – Lean Experience Factory 4.0

Maffioli: automazione come acceleratore per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità

Nel manifatturiero più nello specifico, c’è una dimensione che si focalizza sulle tecnologie e che riguarda il ruolo dell’automazione come percorso di modernizzazione delle imprese e come fattore abilitante al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. È qui che si colloca l’attenzione di Bosch Rexroth che, come osserva Andrea Italo Maffioli Vice Presidente Industriale Application Italy:

Andrea Italo Maffioli, Vice President Industrial Applications di Bosch Rexroth

“rappresenta il grande mondo dell’OT al servizio delle operations ed è in strettissima connessione con il mondo digital”. Bosch Rexroth è una realtà del gruppo Bosch che si occupa di migliorare la produzione, di aumentare efficacia ed efficienza, di migliorare la qualità dei prodotti e in modo sempre più importante, si occupa di raggiungere obiettivi di sostenibilità.

“In questi anni abbiamo lavorato per semplificare l’automazione – spiega – e per renderla più accessibile e flessibile, in definitiva, più smart”. Un ruolo fondamentale è svolto dall’Internet of Things che “apre le porte” tra IT e OT. “Si tratta di una integrazione importantissima – prosegue – che porta enormi vantaggi alle imprese e con le nostre soluzioni lavoriamo proprio per rispondere alla domanda di una maggiore digitalizzazione nell’ambito della produzione e per arrivare a ottenere, ad esempio, una maggiore sostenibilità in termini di consumi energetici e di gestione delle risorse.”

Rivoluzioni gemelle anche nella capacità di unire obiettivi di sostenibilità e di produttività

Maffioli sottolinea che i clienti chiedono sempre più spesso di ottimizzare la loro produzione, di renderla più sostenibile, ma queste richieste si sommano a quelle che insistono sulla necessità di aumentare anche produttività e sicurezza. Tutto questo va vissuto in un contesto manifatturiero in cui le parole chiave dell’Industria 4.0, vale a dire integrazione e interconnessione, devono essere concretizzate tramite la collaborazione tra IT e OT.

“Tutto passa dalla comunicazione tra ogni singolo oggetto – prosegue Maffioli -, la tecnologia digitale e la standardizzazione sono la base per aumentare la competitività, perché tutto deve essere in grado di comunicare all’interno dello shopfloor e solo in questo modo si riesce ad avere un orientamento diffuso alla sostenibilità in tutte le fasi e in tutti gli ambiti in cui si concretizza la produzione. Ma sempre – precisa – con la massima attenzione alla sicurezza”.

Maffioli poi si dice convinto che l’automazione e la robotica hanno e avranno sempre più un ruolo chiave nel permette alle imprese di raggiungere obiettivi di sostenibilità. “La sostenibilità passa attraverso l’automazione – dichiara – ma anche attraverso la crescita degli skill e la costante formazione dei dipendenti, a questo proposito abbiamo investito più di un miliardo in 5 anni per la formazione della forza lavoro. Lavoriamo anche al nostro interno per spingere l’automazione per ottimizzare i processi e siamo diventati carbon neutral nel 2020 con un investimento in tutte le sedi nel mondo, con un abbattimento della CO2 e un ruolo importante a livello di efficientamento energetico”.

Evoluzione della robotica e integrazione con l’AI: quali vantaggi per le Twin Revolution

Per Claudio Melchiorri, professore dell’Università di Bologna e membro del consiglio direttivo di i-RIM, l’associazione dei ricercatori a livello nazionale specializzati in robotica e macchine intelligenti, occorre guardare alla robotica anche in relazione alla straordinaria evoluzione che ha vissuto in termini di capacità di gestione del rapporto tra macchine e ambiente circostante.

Claudio Melchiorri, professore dell’Università di Bologna e membro del consiglio direttivo di i-RIM

Si tratta, in questo caso, di un aspetto di grande rilevanza perché  “la robotica, soprattutto in quest’ultimo periodo, ha vissuto una importante accelerazione – osserva Melchiorri – che determina un ulteriore passo in avanti in relazione al rapporto uomo-macchina. Nel nostro paese poi il parco di sistemi robotizzati è di molto superiore alla media mondiale, anche se un ruolo molto rilevante è svolto dall’importazione rispetto alla nostra capacità produttiva”.

Ma siamo anche in un contesto che dovrebbe favorire ulteriormente la diffusione di queste tecnologie grazie al ruolo che rivestono nell’ambito del Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) per l’orizzonte 2027, dove alla robotica è assegnato un ruolo chiave in tanti e diversi settori.

Melchiorri sottolinea poi l’importanza di lavorare sui temi dell’integrazione della robotica con l’Intelligenza Artificiale e mette in evidenza i vantaggi che possono arrivare per gli sviluppi dell’AI nel momento in cui può disporre di una interazione fisica con il mondo reale per il tramite, appunto, della robotica.

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Mauro Bellini
Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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