BANKING AND FINANCE

Verso un banking nel ruolo di driver della trasformazione sostenibile



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Le normative europee sulla rendicontazione ESG stanno influenzando le strategie aziendali, imponendo una maggiore attenzione alla sostenibilità. Uno studio di Hoshin Corporate Finance sottolinea come il settore bancario avrà un ruolo cruciale nel guidare la transizione sostenibile, integrando i fattori ESG nelle politiche di credito

Pubblicato il 31 ago 2024



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Il report Hoshin su ESG: filiere produttive e credito bancario

I segni di un avvicinamento se non di una integrazione della sostenibilità nel business delle imprese iniziano ad essere sempre più importanti e rilevanti. Si può dire che la sostenibilità è diventata una parola chiave nel lessico aziendale e finanziario, e si è affiancata a concetti tradizionali come crescita e marginalità. La sostenibilità è chiaramente un valore fondamentale anche per assicurare la prosperità e lo sviluppo delle imprese stesse.

Hoshin Corporate Finance, realtà di consulenza finanziaria specializzata sul debt advisory nel comparto working capital, ha scelto di analizzare questi temi in particolare con uno studio sull’impatto della transizione ESG e delle relative normative europee sul settore bancario. Il report, denominato, “ESG: filiere produttive e credito bancario” sottolinea in particolare come la correlazione tra sostenibilità e finanza sia diventata un tema centrale, che viene analizzato anche con il supporto di importanti attori finanziari e industriali.

Il ruolo della CSRD

Il contesto normativo europeo in materia di sostenibilità si sta evolvendo rapidamente. La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che sostituisce la precedente Non-Financial Reporting Directive, amplia sia i punti di controllo che il numero di aziende obbligate a redigere un bilancio di sostenibilità. A partire dal 2026, anche le cosiddette MidCap rientreranno nel perimetro di applicazione della direttiva. Inoltre, l’introduzione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) richiederà la divulgazione di indicatori chiave di performance (KPI) trasversali e specifici per ciascuna componente ESG (Environmental, Social and Governance). Un elemento innovativo degli ESRS è il principio della “doppia materialità“, che obbliga le imprese a considerare non solo l’impatto finanziario dei fattori di sostenibilità sulla propria redditività, ma anche gli effetti delle attività aziendali sulle persone e sull’ambiente.

La rendicontazione ESG e il suo impatto sulle filiere produttive

L’adozione della CSRD avrà un impatto significativo sulle dinamiche delle filiere produttive, generando un cosiddetto “trickle-down effect“. Le imprese di maggiori dimensioni, che spesso rivestono un ruolo di capofiliera, saranno obbligate a comunicare le performance ESG dei propri fornitori lungo le catene di fornitura di beni e servizi. Questo coinvolgerà anche le piccole e medie imprese, che dovranno monitorare e dimostrare la propria virtuosità in termini di pratiche sostenibili, sebbene non siano direttamente soggette alla direttiva CSRD.

Secondo una ricerca del Capgemini Research Institute, l’80% dei consumatori sarebbe disposto a modificare le proprie scelte d’acquisto basandosi su criteri ESG. Questo potrebbe rappresentare un ulteriore incentivo per le imprese ad adottare autonomamente pratiche sostenibili, rispondendo alle forze di mercato e alle preferenze dei consumatori.

Il ruolo del settore bancario nella transizione sostenibile

Le nuove direttive sulla rendicontazione ESG pongono notevoli pressioni sul settore bancario, delineando una serie di obblighi che richiederanno importanti aggiustamenti. I gruppi bancari saranno chiamati a monitorare e rendicontare il proprio impatto ambientale, sociale e di governance, nonché a divulgare indicatori come il Green Asset Ratio (GAR) e il Banking Book Alignment Ratio (BTAR). Quest’ultimo, in particolare, prenderà in considerazione anche le imprese non soggette alla disclosure non-finanziaria, come le PMI.

Un ruolo chiave del settore bancario per la trasformazione sostenibile

Secondo i dati di una ricerca condotta da CRIF, la composizione media di un portafoglio crediti in Italia potrebbe presentare una struttura con una significativa presenza di PMI. Di conseguenza, anche queste imprese saranno soggette a pressioni relative alla performance e alla disclosure ESG, sebbene non siano formalmente coinvolte dalla direttiva CSRD. Questo scenario introduce ulteriori sfide legate alla difficoltà di reperire informazioni rilevanti e comparabili per le imprese escluse dall’obbligo di rendicontazione.

Il settore bancario avrà quindi una funzione chiave come driver della transizione sostenibile, introducendo per le imprese meno virtuose il rischio di non essere più finanziabili in assenza di una adeguata disclosure o performance ESG. I dati reperiti dall’indagine CRIF suggeriscono inoltre che il trend di integrazione dei fattori ESG nelle politiche di credito sia già parzialmente in atto.

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