Sustainability Management

Pratiche CBAM: gli adempimenti della “Carbon Tax”

Il Carbon Border Adjustment Mechanism, noto come ‘tassa al carbonio’, è una misura chiave del Green Deal europeo volto a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo meccanismo, sebbene ambizioso e complesso, potrebbe ridisegnare le dinamiche del commercio internazionale e incentivare le imprese a investire in tecnologie più pulite e sostenibili

Pubblicato il 14 Feb 2024

Pratiche CBAM: come le imprese devono agire per gli adempimenti relativi al Carbon Border Adjustment Mechanism

Pratiche CBAM: perché è necessario prepararsi

Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) rappresenta uno dei punti di riferimento della strategia ambientale dell’Unione Europea, volta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Si tratta di un meccanismo che ha lo scopo di evitare che il rispetto delle normative europee sulla riduzione delle emissioni possano sfavorire le imprese europee rispetto a quelle che operano in aree del pianete dove le normative ambientali sono più permissive. Le pratiche CBAM hanno l’obiettivo di preparare le aziende a tutti gli adempimenti previsti e nello stesso tempo, cercare di evitare qualsiasi forma di sanzione e di penalizzazione.

Cos’è il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM)

Prima di affrontare nello specifico le Pratiche CBAM è importante capire esattamente cos’è il Carbon Border Adjustment Mechanism, noto anche come “tassa al carbonio”. In grande sintesi si tratta di una misura di politica ambientale proposta dall’Unione Europea con un meccanismo che ha lo scopo di garantire la parità di condizioni nel mercato globale in merito alla “quantità” di emissioni che caratterizzano prodotti e servizi, penalizzando i prodotti importati che non rispettano determinati standard ambientali. Il CBAM è un elemento chiave del Green Deal europeo e mira a proteggere le aziende all’interno dell’UE da concorrenti esterni che non sostengono gli stessi impegni e gli stessi investimenti per ridurre le emissioni di gas serra.

Pratiche CBAM: un impegno per evitare il carbon leakage

Le Pratiche CBAM dipendono naturalmente dai meccanismi di funzionamento del CBAM che di fatto è basato sull’imposizione di una tassa che colpisce le importazioni provenienti da paesi che hanno normative ambientali meno rigide rispetto all’UE. La tassa viene calcolata in base alla quantità di CO2 emessa durante la produzione dei beni importati, allo scopo di incentivare i produttori esteri a ridurre le loro emissioni. In questo modo, l’UE cerca di evitare il cosiddetto “carbon leakage”, ovvero lo spostamento della produzione verso paesi con regolamentazioni meno severe, con conseguente aumento delle emissioni globali.

Ed è proprio l’impegno nel prevenire e gestire i rischi di “carbon leakage” ovvero per evitare che tutti gli sforzi per la riduzione delle emissioni di CO2 in Europa non vengano vanificati da un aumento delle importazioni di prodotti meno sostenibili che guida le principali componenti delle Pratiche CBAM che possono essere così strutturate:

  1. Valutazione dell’impronta di carbonio: il primo impegno riguarda la necessità per le imprese di calcolare l’impronta di carbonio dei loro prodotti importati nell’UE, considerando le emissioni di CO2 generate durante tutto il processo produttivo. Per questo primo impegno è dunque necessario organizzare un importante apparato per la data collection e la data analysis delle emissioni.
  2. Acquisto di certificati CBAM: il secondo punto riguarda l’acquisizione da parte delle imprese di certificati CBAM corrispondenti alla quantità di emissioni di CO2 contenute nei prodotti importati. Il valore economico di questi certificati sarà allineato con quello del sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE (EU ETS). Questo meccanismo mira a garantire che le imprese europee e quelle estere siano soggette alle stesse condizioni di costo per le loro emissioni di carbonio.
  3. La Rendicontazione e verifica rappresenta il terzo livello delle Pratiche CBAM e attiene alle operazioni di rendicontazione regolare delle loro emissioni e dell’acquisto di certificati CBAM alle autorità competenti. Queste informazioni dovranno essere verificate da organismi indipendenti per assicurare la loro accuratezza e affidabilità.
  4. Con l’Ottimizzazione della catena di approvvigionamento si entra in una fase più operativa e di trasformazione collegata alle Pratiche CBAM. In questa fase, al fine di ridurre i costi associati al CBAM e per migliorare la sostenibilità, le imprese potrebbero dover rivedere e ottimizzare le loro catene di fornitura. Ciò potrebbe includere la ricerca di fornitori con minori impronte di carbonio o l’investimento in tecnologie più pulite.
  5. Innovazione e sostenibilità rappresenta il quinto livello delle Pratiche CBAM in cui le imprese vengono incentivate a investire in innovazione e in pratiche di produzione più sostenibili per ridurre le loro emissioni di CO2. Si tratta di una fase che ne comprende diverse tra cui lo sviluppo di nuovi materiali, l’adozione di energie rinnovabili o l’implementazione di processi produttivi più efficienti.

Pratiche CBAM: quali sono le implicazioni per le imprese

Le implicazioni delle Pratiche CBAM per le imprese sono molteplici. Da un lato, le aziende europee potrebbero trarre vantaggio dalla tassa, che renderebbe i prodotti importati meno competitivi. Al contempo, le aziende che esportano verso l’UE potrebbero subire un impatto negativo, dovendo sostenere costi aggiuntivi per conformarsi agli standard ambientali europei e considerare dunque meno interessante i mercati UE con il rischio di indebolirne la competitività. Va aggiunto però che la Pratiche CBAM sono anche una modo per indurre le imprese a investire in tecnologie più pulite e sostenibili, nel mondo delle Cleantech e Climatech, accelerando la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Criticità e prospettive future collegate alle pratiche CBAM

Nonostante gli obiettivi ambiziosi, il CBAM ha incontrato diverse criticità. Alcuni lo considerano una misura protezionistica che potrebbe innescare conflitti commerciali. Altri mettono in dubbio la sua efficacia nel combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, la proposta rispecchia l’esigenza crescente di affrontare la questione delle emissioni di carbonio su scala globale. Le prospettive future del CBAM dipenderanno dal suo sviluppo legislativo e dalla sua implementazione pratica, nonché dalla reazione delle altre economie globali alla proposta europea.

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