ESG Risk

Approvvigionamento sostenibile come strumento per ridurre i rischi ESG

Per Walter Haug, ESG Senior Specialist, ISN è prevedibile un aumento degli impegni delle imprese a livello di approvvigionamento sostenibile come strategia per mitigare i rischi a livello di catena del valore

Pubblicato il 20 Nov 2023

Walter Haug, ESG Senior Specialist, ISN

L’approvvigionamento sostenibile sembra destinato ad assumere un ruolo sempre più importante nelle strategie ESG delle imprese per il 2024. Le politiche e le azioni per creare condizioni per la gestione di logiche di green procurement rientrano tra le misure ritenute più efficaci per mitigare i rischi ESG a livello di supply chain.

Per Walter Haug, Senior Specialist ESG di ISN, quello dell’approvvigionamento sostenibile rappresenta una delle principali priorità ESG per il prossimo anno sia per ragioni di governance normativa sia per l’impatto sempre più diretto di questi interventi in termini di sviluppo del business. La prospettiva di Haug e di ISN è quella di una realtà che conta su una piattaforma di prodotti e servizi basati sui dati ed espressamente dedicati alla gestione dei rischi e delle relazioni tra imprese e catene di fornitura, con una speciale focalizzazione sulla dimensione dei rischi ESG.

Approvvigionamento sostenibile e risk management

Come sta cambiando il ruolo della gestione del rischio in questa fase?

La gestione del rischio si sta espandendo a tutti i componenti della catena del valore. Mentre l’attenzione si sposta dalla valutazione del rischio operativo ESG ai rischi derivanti dai partner della catena del valore, è prevedibile una crescita importante nelle necessità di visibilità e trasparenza. Le organizzazioni hanno bisogno di identificare le posizioni di rischio dei loro appaltatori e fornitori, di valutare l’ampiezza e la profondità delle loro politiche e delle loro procedure ESG, e di analizzare i dati che forniscono in modo più “standardizzato”. Di fatto le imprese si aspetteranno sempre di più che i loro partner della catena di fornitura stabiliscano obiettivi e traguardi riguardanti i temi ESG.

Quale importanza stanno assumendo i rischi ESG in particolare nelle strategie aziendali?

Le organizzazioni possono considerare l’ESG come un rischio aziendale, ma anche come opportunità per la generazione di nuove forme di business. Grazie a queste prospettive l’ESG è al centro di molte strategie dei consigli di amministrazione aziendali. Più le organizzazioni migliorano la comprensione delle politiche, delle procedure e dei dati ESG della catena di fornitura, più possono identificare nuove aree di opportunità.

Il ruolo dell’Innovazione digitale nell’approvvigionamento sostenibile finalizzato all’ESG

Quale ruolo vede per l’innovazione digitale nel sostenere questa evoluzione dell’ESG?

L’innovazione digitale è fondamentale per garantire la trasparenza e lo sviluppo sostenibile nella catena di fornitura. Molte giurisdizioni hanno approvato leggi che richiedono dati ESG sulla catena di fornitura, tra questi ci sono la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), i disegni di legge SB 253 e 261 in California, la potenziale legislazione della Securities and Exchange Commission (SEC) e il disegno di legge S-211 in Canada per citarne alcune. Man mano che queste giurisdizioni amplieranno i requisiti normativi, le organizzazioni dovranno aspettarsi che tutte le geografie e i partner della catena di fornitura siano coinvolti. Per valutare questi rischi e raccogliere questi dati, le organizzazioni avranno bisogno di soluzioni digitali per soddisfare questi requisiti.

Negli Stati Uniti appunto, i disegni di legge SB 253 e SB 261 richiederanno alle aziende in California, e a quelle che operano in California, di divulgare le loro emissioni di Scope 1, 2 e 3 e i fattori di rischio legati al cambiamento climatico. Le prime divulgazioni saranno attese nel 2026, ma questo componente di normativa va messo in relazione anche con la potenziale regolamentazione della Securities and Exchange Commission (SEC) sulla divulgazione delle informazioni relative al clima. La SEC dovrebbe rilasciare la loro proposta di regolamentazione sulla segnalazione delle emissioni nel 2024 e si applicherebbe a tutte le società quotate negli Stati Uniti. Si può prevedere che le giurisdizioni regionali proporranno requisiti ESG basati o influenzati anche dai requisiti di altre regioni.

In generale si deve prevedere un aumento dei requisiti per le divulgazioni delle emissioni di scope 3 che porterà le organizzazioni a chiedere informazioni sulle emissioni della loro catena di fornitura e a sistematizzare in apposite piattaforme e strumenti il flusso e l’analisi di questi dati.

Un approvvigionamento sostenibile anche in chiave “Nature-related”

Che impatto sono destinati ad avere i temi del recupero della biodiversità o della rendicontazione “Nature-related”?

La biodiversità è un tema emergente sempre più legato, anche in modo diretto, agli adempimenti di rendicontazione e al mondo finanziario (Si suggerisce la lettura del servizio Biodiversità e finanza: ESMA alza il livello di attenzione sui rischi per l’economia e per gli investimenti n.d.r.). La Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (Si legga a questo proposito il commento TNFD: come agire affinché tori e orsi lavorino in sinergia con le api n.d.r.) ad esempio, ha rilasciato le raccomandazioni finali sulla gestione dei rischi legati alla natura per le organizzazioni.

In questo ambito troviamo una serie di fattori chiave per l’ESG come

  • la gestione dei temi relativo alla dipendenza di un’organizzazione dalla natura a livello di modello di business; l
  • a necessità di misurare e rendicontare gli impatti potenziali causati da un’organizzazione;
  • le valutazioni relative ai rischi derivanti dalla dipendenza dalla natura;
  • la necessità di mostrare le opportunità di una organizzazione di agire per creare un cambiamento positivo.

Ci sarà anche un continuo focus sui temi legati all’uso responsabile della natura, a come le singole organizzazioni possono costruire un ruolo attivo nella gestione ambientale, anche perché, va ripetuto, ci sarà una continua pressione per le organizzazioni a divulgare pubblicamente dati sul purpose e sulle questioni ESG sensibili.

Approvvigionamento sostenibile e Intelligenza artificiale

Una ulteriore prospettiva da considerare riguarda poi il rapporto tra green procurement e intelligenza artificiale. L’AI è nella condizione di portare nuove forme di miglioramento in termini di efficacia ed efficienza nel processo di analisi dei dati legati ai fattori di rischio. Uno degli obiettivi è rappresentato dalla necessità di semplificare e velocizzare la selezione di prodotti e servizi sostenibili. L’Artificial intelligence grazie alla capacità di analizzare grandi quantità di dati è nella condizione di semplificare (e di rendere più precisa) la identificazione di fornitori in grado di rispettare standard ambientali o sociali o di governance elevati. Grazie al monitoraggio e all’analisi del ciclo di vita dei prodotti (Lca) permette di garantire che siano effettivamente in linea con le strategie di sviluppo sostenibile delle imprese.

Un altro aspetto chiave nel ruolo dell’AI riguarda la possibilità di identificare con maggiore velocità e precisione i fattori di rischio nell’ambito di catene del valore complesse e articolate anche allo scopo di pianificare e poi implementare le strategie di approvvigionamento verde di lungo termine.

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