Cosa significa trasformare i rifiuti elettronici in risorse grazie alla circolarità nel RAEE?
Con circolarità nel RAEE si intende la capacità di recuperare, riciclare e reimmettere nel ciclo produttivo i materiali contenuti in nei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche RAEE. Più precisamente ancora la circolarità nel RAEE permette di trafsormare trasformando un problema ambientale in uno strumento di sviluppo economico sul piano industriale. È un approccio che nauralmente risponde all’esigenza di una gestione sostenibile del RAEE si inserisce a pieno titolo nei principi dell’economia circolare, dove tutti i componenti di un prodotto possono avere una seconda vita.
Cosa significa portare la circolarità nel RAEE?
La sigla RAEE indica i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: computer, smartphone, elettrodomestici, lampade, televisori e tutti quei dispositivi che, giunti a fine vita, diventano scarti. La gestione del RAEE si occupa di questa categoria di rifiuti in continua crescita.
Attuare forme di circolarità nel RAEE significa ad esempio che nel caso da uno smartphone non più funzionante possono essere recuperati metalli preziosi come oro, rame, argento e palladio, riducendo la dipendenza dalle materie prime vergini e in particolare contribuendo a ridurre la dipendenza da materie prime critiche.
Quali sono i fattori che concorrono alla circolarità del RAEE?
La circolarità nel RAEE non riguarda solo il riciclo, ma anche la progettazione in forma di ecodesign dei prodotti, che dovrebbero nascere già pensando a un facile smontaggio e riutilizzo dei materiali. In parallelo, si punta sulla rigenerazione, sul riuso e sul remanufacturing.
Quali sono i benefici della circolarità del RAEE?
La circolarità nel RAEE invita a ripensare il ciclo di vita dei dispositivi elettronici, trasformandoli da rifiuti problematici a risorse per l’economia. I benefici sono molteplici: riduzione dei costi di smaltimento, possibilità di alimentare nuove filiere industriali, riduzione dell’impatto ambientale e contributo alla sicurezza energetica e tecnologica.
Circolarità nel RAEE: perché è una priorità per l’industria tecnologica?
La gestione sostenibile dei rifiuti elettronici rappresenta dunque una delle principali sfide per l’industria tecnologica, chiamata a coniugare innovazione con responsabilità ambientale. In questo contesto, la collaborazione tra produttori di dispositivi elettronici e operatori specializzati nel trattamento dei RAEE assume un ruolo centrale nell’implementazione di modelli circolari che puntano al recupero e alla valorizzazione delle risorse. In questo scenario si colloca la partnership tra Epson ed ERP Italia con lo sviluppo di soluzioni che integrano ecodesign e processi di riciclo avanzati, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale lungo il ciclo di vita dei prodotti elettronici.
Gestione circolare dei RAEE: in cosa consiste la collaborazione tre Epson ed ERP Italia?
La partnership tra Epson e Consorzio ERP Italia si colloca in un contesto di crescente attenzione normativa e sociale sulla gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche dove la responsabilità estesa del produttore (EPR) sta evolvendo da adempimento formale a leva strategica per la competitività. Attraverso questa collaborazione, Epson ha scelto di affidarsi a un consorzio che aggrega competenze verticali nella raccolta, trattamento e tracciabilità dei flussi RAEE, garantendo una gestione coordinata tra le diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti a fine uso.
L’accordo prevede la messa a sistema di processi logistici avanzati, piattaforme digitali per il reporting e una rendicontazione puntuale delle percentuali di recupero e riciclo effettive, elementi sempre più rilevanti nei bilanci di sostenibilità delle imprese. Il dialogo tra le due realtà non si limita agli aspetti prettamente operativi: sono previsti momenti di confronto periodico sulla compliance con le direttive europee e sulle opportunità offerte dalla revisione della normativa nazionale in materia di economia circolare. In questo modo, Epson si posiziona come interlocutore attivo nel dibattito sulla transizione verso modelli produttivi più sostenibili, mentre ERP Italia rafforza il proprio ruolo di facilitatore tra industria e filiera del recupero.
Come cambiano i temi dell’innovazione, dell’ecodesign e della riduzione dell’impatto ambientale nei prodotti Epson?
Grazie anche a questa intesa la strategia di Epson nell’economia circolare non si esaurisce nella fase end-of-life dei propri dispositivi, ma inizia già dalle prime fasi della progettazione. L’azienda ha introdotto criteri sistematici di ecodesign nei processi R&D, puntando su modularità, facilità di disassemblaggio e scelta di materiali riciclabili o rigenerati. Questa impostazione si riflette concretamente nell’intera gamma, dalle stampanti ai videoproiettori: componentistica standardizzata per agevolare il recupero selettivo dei materiali pregiati, riduzione della quantità complessiva di plastiche vergini impiegate e analisi del ciclo di vita (LCA) come strumento decisionale per tutte le nuove release. La collaborazione con ERP Italia fornisce a Epson dati empirici sulle criticità riscontrate nelle fasi di trattamento dei RAEE, consentendo l’adozione di soluzioni correttive tempestive già in fase di sviluppo prodotto. Si è così creato un circolo virtuoso tra feedback operativo e innovazione progettuale che permette all’azienda non solo di anticipare le richieste regolatorie, ma anche di sostenere la propria reputazione presso clienti istituzionali sempre più attenti alle metriche ESG.
Recupero, valorizzazione delle risorse e benefici ambientali: cosa significa misurare i risultati?
Il punto focale della collaborazione tra Epson ed ERP Italia riguarda la capacità di produrre risultati tangibili in termini di circolarità delle risorse e riduzione dell’impatto ambientale. Secondo i dati condivisi dalle due organizzazioni, le percentuali medie di recupero dei materiali nei dispositivi a marchio Epson superano costantemente i benchmark nazionali previsti dal Centro di Coordinamento RAEE. Particolare attenzione viene riservata alla separazione delle frazioni critiche – metalli preziosi, plastiche tecniche e componenti elettronici – che vengono reimmesse nelle catene produttive mediante accordi con operatori specializzati nella raffinazione secondaria. Oltre al mero dato quantitativo relativo alle tonnellate gestite, la partnership mira a monitorare gli impatti evitati in termini di emissioni climalteranti grazie al riciclo rispetto all’utilizzo di materie prime vergini, avvalendosi del supporto metodologico degli indicatori sviluppati dall’European Environmental Agency. Questi risultati sono oggetto sia di audit interni che di validazioni terze parti, favorendo trasparenza verso stakeholder pubblici e privati interessati alle performance ambientali lungo tutta la value chain.