In un momento in cui i temi della sostenibilità, della gestione delle risorse, della lotta agli sprechi, della resilienza a livello di supply chain hanno assunto un peso di primaria importanza, appare sempre più fondamentale monitorare il livello di evoluzione e di innovazione di un settore determinante per tutti questi fattori come quell’Agricoltura. “Tastare il polso” al settore primario significa cogliere segnali e tendenze che hanno un impatto su industria, ambiente, consumi, abitudini alimentari e che rappresentano una componente fondamentale del Made in Italy.
In particolare ci sono elementi di indagine e analisi come la comprensione del livello di diffusione e conoscenza dell’Agricoltura 4.0 presso le aziende agricole italiane; come la percentuale di superficie coltivata grazie all’utilizzo di soluzioni di nuova generazione; come anche i fabbisogni, i benefici e le criticità derivanti dall’introduzione di tecnologie digitali (sia quelli sperimentati da parte di chi le utilizza, sia quelli attesi da parte di chi non le utilizza) e, per citare un altro esempio, come l’individuazione degli ostacoli che ancora frenano l’adozione delle soluzioni di Smart Farming e che impediscono il raggiungimento di risultati a livello di gestione delle risorse, di efficienza, di sicurezza alimentare.
Questi e altri temi sono al centro della terza edizione dell’indagine promossa dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia. Obiettivo dell’iniziativa è analizzare in profondità i criteri che guidano le realtà italiane dell’Agrifood nel loro percorso verso l’innovazione, creando occasioni di incontro e di confronto tra gli stakeholder e fare cultura, diffondendo l’informazione e la conoscenza sull’innovazione digitale nella filiera agroalimentare.
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