Parma si conferma come punto di riferimento per il mondo agroalimentare e in particolare per l’innovazione dedicata a questo settore. Il capoluogo emiliano si prepara anzi a tornare protagonista nel dibattito sull’innovazione agroalimentare con la prossima edizione del Cibus Tec Forum, appuntamento che richiama imprese, istituzioni e centri di ricerca per riflettere sulle trasformazioni in corso nella filiera e sulle innovazioni che possono garantire o aumentare la competitività. Il settore, Food & Beverage è sempre più centrale per l’economia nazionale, ed è chiamato a misurarsi con sfide come la sostenibilità ambientale, l’efficienza dei processi produttivi e la sicurezza degli approvvigionamenti, in un contesto sempre più influenzato da digitalizzazione e nuove tecnologie. In questo scenario, il confronto tra attori pubblici e privati diventa fondamentale per delineare strategie condivise su formazione, internazionalizzazione e adozione delle soluzioni più avanzate in ambito foodtech.
Cibus Tec Forum 2025: il ruolo di Parma per l’innovazione alimentare
L’edizione 2025 del Cibus Tec Forum conferma Parma come uno dei principali poli europei per l’innovazione nell’industria alimentare. L’evento, organizzato dalla joint venture Koeln Parma Exhibitions, si distingue per la capacità di catalizzare l’interesse di imprese, startup, istituzioni e centri di ricerca, offrendo un contesto operativo in cui le tecnologie emergenti incontrano le esigenze della filiera produttiva. La presenza di oltre 200 espositori, con una quota rilevante di realtà internazionali, riflette la crescente attrattività del sistema italiano nell’ambito foodtech. In questa cornice, Parma assume il ruolo di laboratorio di confronto tra strategie industriali e nuovi paradigmi tecnologici che stanno ridisegnando i processi di produzione, trasformazione e distribuzione alimentare a livello continentale.
Focus su sostenibilità, digitalizzazione e sicurezza degli approvvigionamenti
Le tensioni sulle catene di fornitura globali e la pressione esercitata dai vincoli ambientali hanno reso imprescindibile un salto qualitativo verso modelli produttivi più resilienti. La sostenibilità non viene più affrontata solo in termini di compliance normativa, ma rappresenta un driver strategico per l’evoluzione delle imprese agroalimentari. Al Forum, le principali direttrici di innovazione sono discusse alla luce delle loro ricadute operative: la digitalizzazione abilita nuovi livelli di tracciabilità e controllo dei processi; l’intelligenza artificiale sposta il baricentro verso una gestione predittiva delle risorse; l’automazione consente una maggiore efficienza nell’impiego dei fattori produttivi.

In questo scenario, la sicurezza degli approvvigionamenti emerge come priorità trasversale, spingendo verso soluzioni tecnologiche che mitigano i rischi legati all’instabilità geopolitica e climatica.
Le nuove sfide strategiche per la filiera agroalimentare italiana
Il contesto competitivo odierno impone alle aziende italiane del settore food & beverage una revisione profonda delle strategie tradizionali. L’aumento dei costi delle materie prime e l’incertezza dei consumi globali richiedono approcci organizzativi flessibili e investimenti mirati in innovazione. In quest’ottica, le analisi presentate da PwC e Nomisma durante il Forum evidenziano come le imprese che stanno investendo nella digitalizzazione e in una valorizzazione mirata dell’identità territoriale siano oggi meglio posizionate per intercettare le richieste dei mercati esteri. Si afferma in questo modo una logica di filiera integrata che punta a coniugare alta qualità produttiva con modelli inclusivi e sostenibili, superando la mera logica della competizione sul prezzo.
Sinergie tra imprese, istituzioni e ricerca: formazione e internazionalizzazione
Cibus Tec Forum si distingue anche per l’approccio sistemico alla collaborazione tra industria, università ed enti pubblici. L’iniziativa Talent Academy – in partnership con Cisita Parma – mira a rafforzare il dialogo tra il mondo produttivo e quello accademico, favorendo lo sviluppo delle competenze chiave richieste dalla transizione digitale e dalla crescente automazione.
La presenza strutturata di buyer internazionali selezionati da ICE-Agenzia sottolinea inoltre la volontà di creare reali occasioni di matching tra le imprese italiane e i mercati emergenti dell’Est Europa e dei Balcani. Questo modello di ecosistema aperto si propone come leva concreta per accelerare i processi di internazionalizzazione e rendere più permeabile il confine tra innovazione tecnologica e applicazioni industriali.
Verso il futuro del foodtech tra tradizione, innovazione e trend globali
La sfida futura del foodtech italiano sarà quella di governare l’equilibrio dinamico tra la solidità della tradizione produttiva nazionale e la spinta verso nuove traiettorie imposte dai cambiamenti tecnologici e dalle tendenze globali dei consumi. L’adozione dell’intelligenza artificiale, lo sviluppo di ingredientistica alternativa a basso impatto ambientale e l’integrazione uomo-macchina nei processi produttivi rappresentano solo alcune delle direttrici che stanno ridefinendo le regole del settore.

Il Forum mette in evidenza come le aziende capaci di interpretare questi segnali deboli possano ritagliarsi uno spazio competitivo distintivo sui mercati mondiali. Il volume “CIBUS40”, presentato nell’ambito della manifestazione, offre un’occasione per riflettere sulle traiettorie evolutive dell’agroalimentare italiano dagli anni ’80 a oggi, mettendo in luce come la contaminazione fra know-how tradizionale e innovazione sia destinata a restare il vero motore del cambiamento.
Nel quadro delineato dal Cibus Tec Forum 2025, emerge con chiarezza come il settore agroalimentare sia chiamato a confrontarsi con uno scenario in rapida evoluzione, in cui le dinamiche globali e le esigenze locali si intrecciano costantemente.
Le imprese sono poste di fronte alla necessità di ridefinire modelli produttivi e gestionali, puntando su una collaborazione strutturata con enti di ricerca e istituzioni per rispondere alle nuove priorità del mercato e della società. In questo contesto, la capacità di integrare innovazione tecnologica e valorizzazione della tradizione rappresenta un elemento chiave per mantenere competitività e resilienza. L’appuntamento di Parma rappresenta un momento espositivo o di confronto e uno stimolo concreto verso una governance più consapevole delle trasformazioni in atto nella filiera alimentare italiana.
Erika Andreetta, Partner PwC Italia – EMEA Fashion & Luxury Leader ha sottolineato che «Il settore agroalimentare sta vivendo una rivoluzione: sostenibilità e innovazione tecnologica sono oggi le vere leve per competere e crescere. Fondamentale risulta l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale, oggi la tecnologia più adottata dalle startup italiane del food e dell’agritech, capace di abilitare innovazioni che spaziano dall’automazione delle colture e dal water management alla gestione predittiva delle risorse, fino allo sviluppo di biotecnologie e ingredienti alternativi con prestazioni sensoriali avanzate. L’Italia, forte di una tradizione unica e di una filiera integrata, ha l’opportunità di guidare questo cambiamento globale, promuovendo modelli alimentari responsabili e in linea con i protocolli di sostenibilità. Le aziende che investono in digitalizzazione, formazione e nuove soluzioni tech stanno già rispondendo alle sfide del clima e alle nuove esigenze dei consumatori, sempre più attenti a qualità, salute e impatto ambientale. Solo chi saprà coniugare tradizione e innovazione potrà rafforzare il valore del Made in Italy e affermarsi come leader internazionale nel food».
A sua volta Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare Nomisma, ha messo in evidenza come «L’industria alimentare italiana, pur in un contesto complesso di aumento dei costi e incertezza dei consumi, continua a dimostrare resilienza e capacità di adattamento. Le imprese che sapranno puntare su sostenibilità, digitalizzazione e valorizzazione della propria identità territoriale potranno rafforzare il loro posizionamento competitivo non solo in Italia ma anche sui mercati internazionali. La sfida sarà quella di coniugare l’eccellenza delle nostre produzioni con la capacità di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori e ai vincoli ambientali, orientando il settore verso modelli di crescita inclusivi e duraturi».




































































