A Glasgow la partita decisiva del pianeta: 190 leader mondiali contro il climate change

Dal 31 ottobre al 12 novembre si tiene in Scozia Cop26, la XXVI Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: un evento che il mondo attende con ansia per trovare risposte concrete all’emergenza climatica. Oltre 190 i leader mondiali attesi per i negoziati, che discuteranno l’aggiornamento di tutti i piani nazionali di riduzione delle emissioni, per rivedere al rialzo gli impegni dell’Accordo di Parigi ormai considerati non più sufficienti

Pubblicato il 14 Ott 2021

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Considerata da più parti “la migliore, nonché ultima, opportunità del mondo per tenere sotto controllo le conseguenze devastanti del climate change”, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta anche come COP (Conferenza delle Parti) 26, è l’evento che tutto il mondo attende: a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, quasi tutti Paesi della Terra si riuniranno per rinnovare i loro obiettivi in materia di clima e mettere un nuovo tassello alla battaglia più importante che l’umanità oggi si trovi ad affrontare. E questa volta, l’aspettativa è che le parti si impegnino per scopi più ambiziosi di quelli stabiliti dalla COP21 con l’Accordo di Parigi.

COP26 è, in termini tecnici, la XXVI Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: si svolgerà sotto la presidenza del Regno Unito, incorporando la 26ª Conferenza delle Parti (COP26), la 16ª Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP16) e la 3ª Conferenza delle Parti dell’Accordo di Parigi (CMA3).

Un evento decisivo

I leader mondiali attesi in Scozia saranno più di 190. Ad essi si uniranno decine di migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini per dodici giorni di negoziati. In vista dell’evento, il Regno Unito ha lavorato con ciascun Paese per raggiungere un accordo su come affrontare i cambiamenti climatici. Ma presiedere la COP26 sarà un compito impegnativo, perché questo non sarà un qualsiasi vertice internazionale: la maggior parte degli esperti è infatti concorde nel sottolineare il carattere straordinario e urgente di questo appuntamento.

La ragione? Per comprenderla bisogna tornare alla COP21, che si tenne a Parigi nel 2015.  In quell’occasione, per la prima volta successe qualcosa di epocale: tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi. Inoltre i Paesi s’impegnarono ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici e a mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi obiettivi. Il tutto era racchiuso nell’Accordo di Parigi.

Oggi gli impegni presi a Parigi sono considerati non più sufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, mentre la finestra utile per il raggiungimento di questo obiettivo si sta chiudendo. Ecco perché il confronto scozzese avrà una portata cruciale: i Paesi dovranno spingersi ben oltre quanto promesso al vertice di Parigi per mantenere viva la speranza di contenere l’aumento della temperatura a 1,5. “La COP26 – affermano gli esperti di tutto il mondo – deve essere decisiva”.  

Sono sostanzialmente 4 gli obiettivi da raggiungere attraverso la COP26.

  1. Assicurare lo zero netto globale entro la metà del secolo e mantenere l’obiettivo 1,5 gradi “a portata di mano”. Ai Paesi viene chiesto di presentare ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, in accordo con il raggiungimento dello zero netto entro la metà del secolo. Per raggiungere questi ambiziosi, i Paesi dovranno accelerare l’eliminazione graduale del carbone, ridurre la deforestazione, accelerare il passaggio ai veicoli elettrici e incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili

  2. Adattarsi per proteggere le comunità e gli habitat naturali. Il clima sta già cambiando e continuerà a cambiare anche se riduciamo le emissioni, con effetti devastanti. Alla COP26 bisognerà quindi lavorare insieme per consentire e incoraggiare i Paesi colpiti dai cambiamenti climatici a proteggere e ripristinare gli ecosistemi e costruire difese, sistemi di allarme e infrastrutture e agricoltura resilienti per evitare la perdita di case, mezzi di sussistenza e persino vite umane.

  3. Mobilitare la finanza. Per raggiungere i primi due obiettivi, i Paesi sviluppati devono mantenere la loro promessa di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima entro il 2020. Le istituzioni finanziarie internazionali devono fare la loro parte per liberare i trilioni di finanziamenti del settore pubblico e privato necessari per garantire lo zero netto globale.

  4. Collaborare per raggiungere risultati. Le sfide della crisi climatica possono essere vinte solo lavorando insieme. Alla COP26 sarà quindi necessario finalizzare il Paris Rulebook (le regole dettagliate che rendono operativo l’Accordo di Parigi) e accelerare l’azione per affrontare la crisi climatica attraverso la collaborazione tra governi, imprese e società civile.

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