ANALISI

Cambiamento climatico, i rischi per il sistema finanziario



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Dario Mangilli, Head of Sustainability di Impact Sgr, illustra l’ultimo outlook della società di gestione del risparmio specializzata nella finanza a impatto: “Intervenire con investimenti adeguati e politiche di adattamento, o si andrà incontro a shock”

Pubblicato il 9 apr 2024



rischi fisici climatici

Nei prossimi anni gli investitori dovranno dotarsi di strumenti più evoluti sia per la quantificazione dei rischi fisici che per la valutazione dell’esposizione del fatturato delle aziende rispetto ai rischi climatici. Per questo sarà fondamentale che le aziende, soprattutto quelle che operano nel campo dello sviluppo di prodotti e servizi legati alla resilienza e accessibilità alle risorse idriche ed energetiche, al potenziamento delle infrastrutture, all’efficienza dei consumi, all’economia circolare, all’educazione e training, alla salute e alla biodiversità si dotino di soluzioni di adattamento al cambiamento ambientale. E’ questo in sintesi il messaggio che viene dall’ultimo outlook di Impact Sgr, società di gestione del risparmio specializzata sulla finanza a impatto, sul tema dei rischi climatici.

Il cambiamento climatico come amplificatore dei rischi

“Il cambiamento climatico è da considerarsi un moltiplicatore ed amplificatore di rischi e crisi esistenti e, secondo l’ultimo European Climate Risk Assessment dell’European Environmental Agency, i rischi climatici hanno già raggiunto livelli critici in Europa”, spiega Dario Mangilli, Head of Sustainability di Impact Sgr.

Proprio secondo i dati Eea, citati da Mangilli, l’Europa meridionale, le regioni costiere a bassa elevazione e le regioni più esterne dell’UE sono le zone più esposte. “L’Europa meridionale – prosegue –  è particolarmente a rischio per i crescenti impatti del caldo e della siccità sulla produzione agricola, sul lavoro all’aperto, sul turismo estivo e sugli incendi. Inoltre, le regioni caratterizzate da alti livelli di disoccupazione, povertà, emigrazione e invecchiamento della popolazione hanno una minore capacità di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici”.

I rischi per la sicurezza alimentare e la salute pubblica

Tra i rischi più importanti, secondo l’analisi di Mangilli, emergono quelli che derivano dai cambiamenti climatici per la sicurezza alimentare e la salute pubblica. “La produzione agricola nell’Europa meridionale è già oggi considerata esposta ad un livello critico di rischio climatico – afferma – è soprattutto la frequenza delle siccità, abbinata alle condizioni idrologiche, e allo stato delle infrastrutture idriche, a rendere il settore alimentare particolarmente esposto”.

Quanto alla salute pubblica, “è influenzata in molti modi dai cambiamenti climatici, sia a livello individuale che attraverso rischi sistemici per il sistema sanitario. Lo stress termico è il rischio climatico più grande e più urgente per la salute pubblica – argomenta Mangilli – Allo stesso tempo è stimato in forte crescita il rischio di epidemie dovute a patogeni associati ad un aumento della prevalenza di condizioni meteorologiche estreme. Estati più calde, inverni più miti, inondazioni più frequenti e siccità prolungate stanno creando condizioni favorevoli alla diffusione di diverse malattie infettive”.

E’ il caso ad esempio delle malattie trasmesse da vettori, come il virus del Nilo occidentale e le infezioni trasmesse dalle zecche, e le infezioni trasmesse dall’acqua e dagli alimenti, come quelle da campylobacter e salmonella.

Più a rischio le fasce vulnerabili e svantaggiate

“I rischi per la salute sensibili al clima sono avvertiti in modo sproporzionato dai gruppi di popolazione più vulnerabili e svantaggiati – osserva Mangilli – come i bambini, gli anziani, le persone con disabilità e coloro che sono immunocompromessi o hanno altre condizioni mediche preesistenti. Alcuni rischi sanitari sensibili al clima sono sensibili al genere. Nella popolazione generale, le donne sono più colpite dalle ondate di calore rispetto agli uomini a causa di fattori biologici, demografici e socio-economici. Allo stesso tempo, gli uomini sono esposti in modo sproporzionato ai rischi legati al clima sul posto di lavoro, perché più uomini che donne lavorano nell’edilizia, nell’agricoltura o come vigili del fuoco”.

I pericoli per il sistema finanziario

“In modo preoccupante – racconta l’esperto – l’European Environmental Agency, nella valutazione dei rischi climatici, ritiene probabile che in assenza di adeguati investimenti e politiche di adattamento si possa andare incontro nei prossimi anni a shock finanziari innescati dagli effetti del cambiamento climatico sui sistemi alimentari, sulla salute pubblica e sulle infrastrutture essenziali, in primis energetiche ed idriche”.

Parliamo ad esempio dei rischi sostanziali derivanti dai cambiamenti climatici per le finanze pubbliche degli Stati membri dell’UE: ”Eventi climatici estremi possono comportare, tra l’altro – afferma Mangilli – una riduzione del gettito fiscale, un aumento della spesa pubblica, una riduzione del rating creditizio e un aumento del costo dei prestiti”.

I mercati immobiliari e assicurativi

Quanto ai mercati immobiliari e assicurativi europei,  “L’intensificarsi degli impatti climatici sta aumentando rapidamente il rischio di inassicurabilità di intere aree geografiche o settori, in particolare nell’Europa Meridionale – prosegue – Un campanello di allarme arriva dalla Francia, dove la città di Sables-d’Olonne sulla costa atlantica non è più considerata assicurabile dalle compagnie assicurative private a partire dal primo gennaio 2024”.

L’importanza degli investimenti in adattamento

Per questo, come confermato anche dal secondo outlook 2024 di Goldman Sachs, il tema degli investimenti in adattamento è destinato a diventare dominante nei prossimi anni, a causa della natura sistemica dei rischi climatici. “Gli investitori avranno forti incentivi a dotarsi di strumenti più evoluti sia per la quantificazione dei rischi fisici che per la valutazione dell’esposizione del fatturato delle aziende al tema di investimento dell’adattamento. In quest’ottica – conclude Mangilli – vengono individuati come potenziali beneficiari di una crescente domanda di soluzioni di adattamento le aziende coinvolte nello sviluppo di prodotti e servizi legati alla resilienza e accessibilità alle risorse idriche ed energetiche, al potenziamento delle infrastrutture, all’efficienza dei consumi, all’economia circolare, all’educazione e training, alla salute e alla biodiversità”.

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