In occasione dell’International ESG Day (che si celebra il 30 novembre di ogni anno), dedicato alla sensibilizzazione e al confronto sui temi legati ai criteri di sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e governance etica, emerge un dato allarmante: il 47% delle aziende utilizza ancora i “vecchi” fogli di calcolo per la gestione dei dati ESG, nonostante l’83% esprima grande fiducia nelle proprie capacità di reporting sulla sostenibilità. Una pratica che porta inevitabilmente a una gestione inefficace e a una rendicontazione poco trasparente.
In un contesto dove gli investitori e i consumatori richiedono standard sempre più elevati, la tecnologia diventa il ponte tra ambizione sostenibile e risultati concreti: si stima infatti che il mercato globale del software ESG crescerà del 222% in 9 anni, raggiungendo i 2,7 miliardi di dollari entro il 2032.
Strategie ESG, efficacia a rischio a causa di strumenti obsoleti
Guardando ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance) come le linee guida per l’implementazione di pratiche aziendali sostenibili e responsabili, l’International ESG Day diventa l’occasione per riflettere sull’importanza di misurare e migliorare le prestazioni in queste aree, promuovendo il dialogo tra gli stakeholder e favorendo la condivisione di best practice e strumenti utili per sviluppare strategie ESG efficaci.
Tuttavia, questo parametro di efficacia può essere messo a rischio se gli strumenti adoperati non sono appropriati. Secondo un recente studio realizzato da KPMG e citato da Forbes, il 47% delle imprese utilizza ancora fogli di calcolo per la gestione dei dati ESG, una pratica che può causare errori, problemi nell’aggregazione delle informazioni e inefficienze operative, mettendo a repentaglio la conformità normativa e l’efficienza complessiva del processo. Nonostante ciò, la percezione delle organizzazioni sembra divergere dalla realtà, con l’83% che si ritiene più performante rispetto ai propri competitor in termini di reporting ESG.
Secondo il Rate the Raters report 2023, prodotto dal Sustainability Institute, le società quotate in borsa investono mediamente tra i 220.000 e i 480.000 dollari all’anno nel rating ESG e servizi correlati, così come le aziende private, che affrontano ogni anno una spesa compresa tra i 210.000 e i 425.000 dollari. Inoltre, il 90% delle organizzazioni coinvolte nello studio di KPMG ha dichiarato che incrementerà i propri investimenti in sostenibilità nei prossimi 3 anni.
Un programma ESG credibile richiede dati verificabili e accurati
“Questi dati dimostrano quanto le organizzazioni considerino l’ambito ESG una priorità strategica – commenta Bruno Natoli, CEO di Mia-FinTech, realtà fintech italiana specializzata nell’accelerazione della trasformazione digitale di banche, istituti finanziari e altri attori dell’ecosistema financial services – Tuttavia, costruire un programma ESG credibile richiede dati verificabili, accurati e di alto livello, in grado di soddisfare le esigenze degli stakeholder e degli enti regolatori. Un obiettivo che diventa difficile da realizzare quando la maggior parte dei dati ESG è conservata in sistemi di reportistica disconnessi e separati o addirittura in fogli di calcolo”.
Il software ESG vola anche sulla spinta delle normative: +222% entro il 2032
L’impiego della tecnologia diventa quindi cruciale, poiché permette di raccogliere, analizzare, riportare e garantire l’accuratezza di dati ESG verificabili. Non a caso, il mercato globale del software ESG, il cui valore era di 838,6 milioni di dollari nel 2023, è destinato a crescere significativamente: si prevede raggiungerà 2,7 miliardi entro il 2032, con un tasso di crescita annuale composto del 14,3% tra il 2024 e il 2032 e un incremento di circa il 222% in 9 anni, secondo un recentissimo report di Global Market Insights.
Una crescita guidata da una pressione sempre maggiore legata, da un lato, all’attenzione di aziende e investitori verso la sostenibilità e, dall’altro, alla conformità normativa, soprattutto in Europa, dove il mercato del software ESG è influenzato da legislazioni come il Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e la Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD), che obbligano le aziende a implementare pratiche di rendicontazione ESG dettagliate e trasparenti, incentivando la crescita della domanda di soluzioni tecnologiche avanzate in questo settore.
Verso una gestione integrata e trasparente dei dati ESG
Come spiega Natoli “I sistemi legacy rendono difficoltoso affrontare queste sfide poiché mancano della flessibilità e della capacità di integrazione necessarie per raccogliere e gestire i dati provenienti da più fonti. Oggi, per superare i silos informativi e facilitare un’efficace comunicazione con gli stakeholder, le aziende necessitano di soluzioni scalabili e rapide che permettano di aggregare i dati sulla sostenibilità in modo centralizzato. Questo approccio non solo migliora l’efficienza operativa, ma garantisce anche una maggiore trasparenza e capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze di regolatori e investitori”.
In particolare, prosegue Natoli “Raccogliere e rendere accessibili i dati a banche, istituzioni, aziende e cittadini implica la creazione di un Data Hub, sistema che consente di aggregare i dati provenienti da diverse fonti, esponendoli in modo che possano essere facilmente consultati e utilizzati. Questo processo supporta decisioni rapide e informate, oltre a facilitare l’avvio di processi automatizzati in tempo reale, migliorando così l’efficienza complessiva. Con l’approccio Fast Data, questi dati vengono elaborati immediatamente, permettendo alle organizzazioni di rispondere prontamente alle necessità di mercato e agli utenti”.
Software ESG e Data Hub: binomio vincente per efficienza e sostenibilità
In particolare, l’adozione di un software ESG integrato con un Data Hub offre numerosi benefici che Mia-FinTech sintetizza come di seguito:
1. Semplificazione del Rating ESG: permette di definire uno score finalizzato a creare un rating che poi l’azienda può spendere con i diversi attori, dal punto di vista sociale, bancario o comunicativo.
2. Miglioramento nella condivisione dei dati e collaborazione interna, facilitando la raccolta e la condivisione dei dati tra i diversi team aziendali e garantendo l’allineamento con i principali standard di rendicontazione, come le normative europee e internazionali.
3. Riduzione del carico di lavoro manuale e dei margini di errore, centralizzando e verificando i dati ESG provenienti da numerose fonti all’interno dell’organizzazione ed eliminando attività ripetitive e dispendiose in termini di tempo.
4. Aumento della sostenibilità operativa, che rende più agevole la pianificazione e l’attuazione di strategie per ridurre emissioni e costi, ottimizzando quindi il consumo energetico e migliorando l’efficienza economica.
5. Miglior governance di processi e software ESG poiché tramite l’uso di applicazioni componibili è possibile promuovere la modularità, la riusabilità e l’interoperabilità degli asset esistenti, contribuendo a migliorare la governance del software.