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Fotovoltaico galleggiante: come funziona e quanto conviene



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Unendo produzione di energia pulita, tutela delle risorse idriche e valorizzazione del territorio, questa tecnologia offre nuove opportunità per l’agricoltura, l’industria e le comunità locali. Il caso dell’Azienda Agricola Marino Mario in Sicilia

Pubblicato il 20 ott 2025



Fotovoltaico galleggiante
Il sistema da 100 kW è progettato per alimentare il 90% delle operazioni e ridurre l'evaporazione dell'acqua di un bacino idrico strategico del 30%

Nel contesto della transizione energetica e della crescente pressione sulle risorse idriche, il fotovoltaico galleggiante (o flottante) si presenta come una soluzione innovativa che integra la produzione di energia solare e la tutela delle superfici acquatiche, trasformando bacini irrigui e invasi in veri e propri asset energetici.

In questo articolo approfondiremo come funziona il fotovoltaico galleggiante, i principali vantaggi e incentivi disponibili, le sfide normative e, infine, presenteremo un caso studio siciliano che dimostra il potenziale di questa tecnologia per il settore agroalimentare.


Indice degli argomenti

Cos’è il fotovoltaico galleggiante e come funziona

Con fotovoltaico galleggiante, o floating photovoltaics (FPV), si identifica una tecnologia innovativa che prevede l’installazione di moduli solari su piattaforme flottanti collocate su superfici d’acqua dolce o salmastra — come bacini irrigui, laghi artificiali, cave dismesse, dighe e invasi agricoli.

L’idea nasce dal bisogno di produrre energia rinnovabile senza sottrarre terreno destinato a usi agricoli o naturali, rispondendo alle sfide legate alla scarsità di spazio e all’aumento del fabbisogno elettrico nel settore primario.

L’acqua svolge, infatti, una doppia funzione: raffredda naturalmente i moduli, aumentando la resa energetica, e riduce l’evaporazione, proteggendo le risorse idriche.

Qualche cenno al principio di funzionamento

Il cuore del sistema è costituito da una struttura modulare galleggiante, generalmente in polietilene ad alta densità (HDPE) o materiali compositi resistenti ai raggi UV e alla corrosione. Su ciascun modulo vengono montati i pannelli fotovoltaici, collegati tra loro e ad inverter situati a bordo o su terraferma.

L’ancoraggio è un elemento tecnico cruciale: il sistema viene fissato tramite cavi d’acciaio e zavorre al fondo o alle sponde, per compensare i movimenti dovuti al vento, al moto ondoso o alle variazioni di livello dell’acqua.

La connessione elettrica avviene attraverso cavi galleggianti o sommersi, progettati per garantire sicurezza e continuità del flusso energetico fino alla rete aziendale o pubblica.

Grazie al contatto con l’acqua, i moduli mantengono una temperatura di esercizio più bassa rispetto a quelli installati su tetto o su terra: questo migliora il rendimento fino al 10-15% in condizioni di forte irraggiamento.
Contemporaneamente, i pannelli producono ombreggiamento sulla superficie del bacino, riducendo l’evaporazione dell’acqua del 20-30%, un vantaggio strategico per le aree agricole più esposte a periodi prolungati di siccità.

Differenze rispetto al fotovoltaico a terra e all’agrivoltaico

A differenza del fotovoltaico a terra, che richiede l’uso di suolo agricolo o industriale, il fotovoltaico galleggiante sfrutta superfici idriche già esistenti, spesso inutilizzate. Ciò consente di ridurre al minimo il consumo di suolo, favorendo l’equilibrio tra produttività e tutela ambientale.

Rispetto all’agrivoltaico, che integra moduli solari sopra le colture preservando la produttività del suolo, il fotovoltaico galleggiante si distingue per l’impiego a valore delle risorse idriche: è una soluzione complementare, ideale per aziende agricole con bacini irrigui o invasi artificiali.

Entrambe le tecnologie condividono l’obiettivo di rendere l’agricoltura più resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso una produzione energetica distribuita e sostenibile, ma il fotovoltaico galleggiante offre un ulteriore beneficio: la tutela dell’acqua, una risorsa sempre più critica nelle regioni mediterranee.

Sì può dunque affermare che il fotovoltaico galleggiante rappresenta una soluzione sostenibile per il settore agrifood poiché favorisce l’autosufficienza energetica e la resilienza climatica: consente, infatti, di produrre energia pulita in modo autonomo senza consumare terreno agricolo, riducendo l’evaporazione dei bacini e rafforzando la capacità delle imprese di adattarsi agli effetti del cambiamento climatico.

Il mercato del fotovoltaico galleggiante

Il mercato del fotovoltaico galleggiante è in rapida espansione. Secondo le previsioni di S&P Global Commodity Insights Global Floating PV Market Insight – Solar Power, il mercato mondiale del fotovoltaico galleggiante è destinato a crescere rapidamente, con oltre 20 GW di nuova capacità installata previsti tra il 2024 e il 2030.

La spinta principale arriva dall’Asia, in particolare da Cina, Corea del Sud e India, che stanno convertendo dighe e bacini idrici in piattaforme solari. Tuttavia, anche Europa e America Latina stanno accelerando, spinte dagli incentivi legati alla transizione energetica, alla sicurezza idrica e alla necessità di ottimizzare l’uso del territorio.

Il report segnala che il CAPEX degli impianti flottanti è tipicamente più alto rispetto alle installazioni a terra, soprattutto a causa del costo delle strutture galleggianti (“floats”) e dell’ancoraggio.
Tuttavia, i costi operativi (OPEX) tendono ad essere inferiori per alcuni elementi, perché non c’è il canone per l’uso del suolo.

Il fatto poi che certi Paesi abbiano già fissato target specifici per capacità flottanti al 2030 (come Paesi Bassi e Corea del Sud) è segnale di una politica attiva di incentivo e supporto normativo.
Nel report si nota come, in generale, l’interesse per il fotovoltaico galleggiante sia motivato anche da ragioni legate al risparmio di suolo, alla protezione delle risorse idriche e a condizioni ambientali sfavorevoli per il fotovoltaico a terra, specialmente nelle aree più calde o con scarsità di terreno.

Un modello in crescita anche in Italia

Nel contesto europeo, il fotovoltaico galleggiante è considerato una tecnologia chiave per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e per la diversificazione delle fonti rinnovabili. L’Italia, in particolare, si distingue per l’ampio potenziale dei suoi bacini artificiali e irrigui.

Secondo le stime presentate al convegno “Fotovoltaico flottante: l’innovazione al servizio della transizione energetica”, promosso da I-Com con Elettricità Futura e Green Ideal Holding, il potenziale installabile nazionale raggiunge i 25 GW, considerando solo i bacini artificiali. Al momento sono in corso iter autorizzativi per circa 3 GW di impianti, distribuiti su ex cave, vasche agricole e invasi industriali, con tassi di crescita stimati a tre cifre.

Nel frattempo, la tecnologia continua a raccogliere interessi tra imprese, consorzi e amministrazioni locali, anche perché la tecnologia offre vantaggi ambientali e operativi significativi: non consuma suolo, aumenta l’efficienza dei moduli del 5–10 % grazie al raffreddamento naturale dell’acqua e riduce l’evaporazione dei bacini fino a 10mila metri cubi per MW installato ogni anno.

Oltre a contribuire alla valorizzazione delle superfici demaniali e alla tutela delle risorse idriche, il fotovoltaico flottante è oggi pienamente riconosciuto dal Testo Unico Rinnovabili e incluso nei Decreti FER X e FER 2, che prevedono incentivi dedicati e semplificazioni nelle future “zone di accelerazione” per le rinnovabili. Gli operatori del settore, come Green Ideal Holding, stimano che entro il 2030 l’Italia possa raggiungere 7–8 GW di potenza autorizzata, consolidando il proprio ruolo di mercato di riferimento in Europa per questa tecnologia in rapida ascesa.


I vantaggi del fotovoltaico galleggiante

Il fotovoltaico galleggiante non è solo una soluzione tecnologica alternativa al solare su terra, ma un modello integrato di sostenibilità ambientale e innovazione energetica. Le sue peculiarità lo rendono particolarmente adatto al contesto agricolo, dove l’equilibrio tra produzione, consumo di risorse e resilienza climatica è sempre più centrale.

Efficienza energetica superiore

Uno dei principali vantaggi degli impianti solari galleggianti è la maggiore efficienza nella conversione energetica.
L’acqua su cui i moduli sono installati agisce come sistema di raffreddamento naturale, mantenendo i pannelli a temperature inferiori di 5–10 °C rispetto agli impianti a terra.

Questo effetto termico consente un incremento di produzione del 10–15 % nelle giornate più calde, quando le alte temperature tendono a ridurre le prestazioni dei moduli tradizionali.
Inoltre, la riflessione della luce sull’acqua aumenta leggermente l’irraggiamento incidente sui pannelli, migliorando ulteriormente la resa complessiva.

Dal punto di vista operativo, ciò significa più energia prodotta a parità di superficie fotovoltaica — un vantaggio strategico per aziende agricole, consorzi irrigui e realtà industriali che puntano all’autoconsumo energetico.

Risparmio idrico

Il fotovoltaico galleggiante offre anche un contributo diretto alla conservazione delle risorse idriche, tema cruciale in aree mediterranee sempre più colpite da siccità e stress climatico.

L’ombreggiamento generato dai moduli riduce la radiazione solare diretta sulla superficie del bacino, limitando l’evaporazione dell’acqua fino al 30 %, secondo diversi studi sperimentali.
Questo effetto si traduce in un risparmio tangibile per le aziende agricole e i consorzi irrigui, che possono così preservare le riserve idriche necessarie per le colture nei mesi più secchi.

Inoltre, l’ombreggiamento contribuisce a mantenere temperature dell’acqua più stabili, riducendo la perdita di umidità e migliorando la resilienza idrica dei sistemi agricoli integrati.

Nessun consumo di suolo

A differenza degli impianti fotovoltaici a terra, il sistema galleggiante non richiede l’uso di suolo agricolo o naturale.
Questo lo rende particolarmente vantaggioso in regioni dove la disponibilità di terreno è limitata o dove il valore produttivo del suolo è elevato.

La possibilità di utilizzare bacini idrici artificiali, dighe o cave dismesse consente di installare impianti di media o grande scala senza compromettere la superficie coltivabile.
È un aspetto fondamentale per l’agricoltura moderna, che deve conciliare autonomia energetica e continuità produttiva.

Inoltre, questa caratteristica riduce il conflitto d’uso del territorio tra energia e agricoltura, favorendo una pianificazione integrata delle risorse in chiave ESG.

Benefici ambientali aggiuntivi

Oltre alla produzione di energia pulita, il fotovoltaico galleggiante contribuisce in modo significativo alla qualità ecologica dei bacini idrici.
L’ombreggiamento parziale limita la proliferazione delle alghe e la crescita eccessiva di fitoplancton, migliorando la qualità dell’acqua e riducendo la necessità di trattamenti correttivi.

Le strutture galleggianti, inoltre, riducono l’azione diretta del vento sulla superficie dell’acqua, contenendo la dispersione di polveri e microplastiche.
In prospettiva, questo tipo di impianto può integrarsi con politiche di gestione circolare delle risorse idriche, diventando parte attiva delle strategie di tutela ambientale e mitigazione climatica.

Un’opportunità per l’agricoltura sostenibile

Per il comparto agrifood, il fotovoltaico galleggiante rappresenta una doppia opportunità: da un lato consente di ridurre i costi energetici fino al 90%; dall’altro protegge le risorse idriche fondamentali per la produzione agricola.

Si tratta di una tecnologia a basso impatto, capace di trasformare i bacini d’acqua in hub energetici multifunzionali, contribuendo al tempo stesso alla decarbonizzazione del settore agricolo e al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo.


Sfide e criticità del fotovoltaico galleggiante

Nonostante i numerosi vantaggi in termini di efficienza, risparmio idrico e sostenibilità, il fotovoltaico galleggiante presenta anche sfide tecniche, economiche e regolatorie che ne limitano la diffusione su larga scala in Italia.
Comprenderle è essenziale per pianificare progetti sostenibili e realmente competitivi sul lungo periodo.

1. Costi iniziali più elevati

Il principale ostacolo è rappresentato dal CAPEX (costo d’investimento iniziale), che può essere superiore del 10–20% rispetto agli impianti fotovoltaici a terra.
La differenza è dovuta ai materiali galleggianti, ai sistemi di ancoraggio, ai cavi sottomarini e alle soluzioni di accesso e manutenzione specifiche per l’ambiente acquatico.

In media, il costo di un impianto fotovoltaico galleggiante in Italia si aggira tra 1.200 e 1.600 €/kWp, contro circa 1.000 €/kWp per impianti su suolo. Tuttavia, gli incentivi regionali e i fondi PNRR possono compensare fino all’80% dei costi.

2. Maggiore complessità progettuale e logistica

Installare un impianto fotovoltaico su acqua richiede analisi idrauliche, studi di carico, verifiche strutturali e competenze specifiche di ingegneria marina o ambientale.
L’ancoraggio deve garantire stabilità anche in presenza di vento, onde, variazioni del livello dell’acqua o eventi sismici.

Inoltre, la logistica di cantiere è più complessa: servono piattaforme di montaggio, barche di supporto e operatori formati per lavorare in sicurezza sull’acqua. Tutti fattori che incidono su tempi e costi di realizzazione.

3. Manutenzione e durabilità dei materiali

Le strutture flottanti e i componenti elettrici devono essere progettati per resistere a umidità, salsedine, variazioni di temperatura e carichi meccanici generati dal moto ondoso.
L’esposizione prolungata all’acqua può accelerare la corrosione dei cavi e delle connessioni, richiedendo materiali di alta qualità (HDPE, acciaio inox, rivestimenti anticorrosivi).

Le operazioni di manutenzione — come pulizia dei moduli, controllo dei galleggianti o ispezione degli inverter — risultano più complesse e devono essere effettuate con mezzi nautici o passerelle dedicate, aumentando i costi operativi.

4. Rischi ambientali e gestione dell’ecosistema

Sebbene il fotovoltaico galleggiante riduca l’evaporazione e la proliferazione algale, un’eccessiva copertura del bacino potrebbe alterare gli equilibri biologici di flora e fauna acquatica.
Per questo motivo, i progetti devono prevedere studi di impatto ambientale e garantire un’adeguata percentuale di superficie libera per mantenere la corretta ossigenazione dell’acqua.

Inoltre, l’installazione su bacini pubblici o strategici — come dighe e invasi irrigui — può richiedere autorizzazioni pluriennali e concessioni demaniali, che rallentano l’iter burocratico.

5. Quadro normativo ancora frammentato

In Italia, il fotovoltaico galleggiante non dispone ancora di una normativa organica e unitaria. Le autorizzazioni variano a seconda della tipologia del bacino (privato, consortile, pubblico) e della destinazione d’uso.
Mancano linee guida nazionali specifiche sui criteri di sicurezza, ancoraggio e compatibilità ambientale, rendendo necessarie valutazioni caso per caso da parte delle autorità locali e regionali.

L’assenza di un quadro normativo chiaro rappresenta una barriera all’ingresso per gli investitori, rallentando la diffusione di questa tecnologia anche laddove i benefici ambientali sono evidenti.

6. Accesso e monitoraggio

Il monitoraggio degli impianti galleggianti può essere più complesso, ma l’integrazione di piattaforme cloud e sensori IoT sta semplificando la gestione operativa.
Questi strumenti consentono di controllare le prestazioni in tempo reale, rilevare anomalie e programmare interventi mirati, riducendo i tempi di fermo e migliorando la redditività complessiva.


Una tecnologia matura ma ancora di nicchia

Il fotovoltaico galleggiante è una tecnologia matura sotto il profilo tecnico, ma ancora in fase di espansione commerciale.
La riduzione dei costi dei materiali, la standardizzazione normativa e la disponibilità di incentivi mirati saranno i fattori decisivi per accelerarne la diffusione in Italia nei prossimi anni.


Incentivi e normative in Italia

L’Italia sta gradualmente costruendo un quadro normativo favorevole al fotovoltaico galleggiante, riconoscendone il potenziale sia in termini di produzione energetica che di gestione sostenibile delle risorse idriche.

Sebbene la tecnologia sia più recente rispetto al fotovoltaico a terra o all’agrivoltaico, il floating solar è ora incluso tra le fonti incentivabili nazionali e beneficia di diversi strumenti di supporto economico e regolatorio.

Il Decreto FER 2 e il riconoscimento ufficiale del fotovoltaico galleggiante

Il Decreto FER 2 — atteso in pubblicazione definitiva entro il 2025 — rappresenta un passo decisivo per l’espansione del fotovoltaico galleggiante in Italia.
Il provvedimento, successore del FER 1 del 2019, estende gli incentivi alla produzione rinnovabile su superfici d’acqua, incluse dighe, bacini idrici, cave allagate e invasi artificiali.

In base alla bozza ministeriale, gli impianti galleggianti potranno accedere a:

  • tariffe incentivanti calcolate sull’energia netta immessa in rete, analoghe a quelle per il fotovoltaico su suolo;
  • premi aggiuntivi per sistemi integrati in contesti agricoli o di gestione idrica sostenibile;
  • procedure semplificate per impianti di piccola e media taglia su bacini privati o consortili.

Il decreto, gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici), mira a favorire progetti che coniughino produzione elettrica e tutela ambientale, riservando una quota specifica di potenza installabile ai sistemi flottanti e agrivoltaici.

Incentivi regionali e fondi agricoli

Oltre agli strumenti nazionali, le Regioni italiane stanno attivando misure mirate per favorire la diffusione del fotovoltaico galleggiante nel comparto agricolo.
Un esempio virtuoso è la Regione Sicilia, che attraverso il Bando Siccità 5.1 — parte del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) — ha finanziato progetti in grado di ridurre il consumo idrico e la dipendenza energetica delle aziende agricole.

In altre regioni — come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto — sono in corso bandi sperimentali dedicati all’autoproduzione energetica in ambito agricolo e all’integrazione tra gestione idrica e rinnovabili, spesso in sinergia con i fondi PNRR (Missione 2 – Agricoltura sostenibile e resiliente).

Autorizzazioni e criteri di autorizzazione

Dal punto di vista regolatorio, il fotovoltaico galleggiante rientra nel quadro generale delle autorizzazioni per impianti rinnovabili, ma con alcune peculiarità:

  • Per bacini privati o aziendali, è sufficiente la procedura abilitativa semplificata (PAS), se la potenza è inferiore a 1 MW.
  • Per impianti su acque pubbliche, invasi irrigui o dighe, è necessario ottenere una concessione demaniale e un parere di compatibilità ambientale.
  • Se l’impianto ricade in aree soggette a vincoli paesaggistici o idrogeologici, è obbligatoria una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o una verifica di assoggettabilità.

Al momento, manca una linea guida nazionale specifica per gli impianti flottanti, ma il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha avviato un tavolo tecnico per definire criteri di progettazione, sicurezza e compatibilità ecologica.

L’obiettivo è semplificare le procedure, assicurando al contempo la tutela dei bacini e la coesistenza con gli usi agricoli e industriali dell’acqua.


Il caso dell’Azienda Agricola Marino Mario

Il sistema è composto da 164 pannelli solari, aggiornati a moduli intelligenti utilizzando gli ottimizzatori di potenza SolarEdge, insieme a un inverter SolarEdge da 90 kW.

Un progetto pionieristico in Sicilia

Ai piedi dell’Etna, nel cuore della Piana di Catania, l’Azienda Agricola Marino Mario ha compiuto un passo decisivo verso la transizione energetica sostenibile, installando un impianto fotovoltaico galleggiante da 100 kW su un bacino di irrigazione aziendale.

L’obiettivo è duplice: ridurre del 90% i costi energetici e contenere del 30% l’evaporazione dell’acqua, una risorsa sempre più preziosa in un territorio esposto a lunghi periodi di siccità.

Il progetto, realizzato da C.S. Group con tecnologia SolarEdge, è stato finanziato grazie al Bando Siccità 5.1 della Regione Sicilia, che ha coperto fino all’80% dei costi complessivi, permettendo all’azienda di avviare una strategia concreta di indipendenza energetica e tutela idrica.

Alessio Catalano, proprietario e business developer di C.S. Group, l’azienda che ha progettato e installato il sistema ha dichiarato:

Gli impianti solari galleggianti sono una soluzione ideale per i siti agricoli con limitazioni di spazio che devono affrontare la scarsità idrica, perché consentono di produrre energia pulita proteggendo al tempo stesso risorse idriche preziose. Programmi di incentivazione come il Bando Siccità 5.1 permettono alle imprese agricole di recuperare una parte significativa dell’investimento, rendendo la transizione verso modelli operativi più resilienti e sostenibili molto più accessibile


Soluzioni tecniche innovative

Il sistema installato da C.S. Group rappresenta uno dei primi esempi in Italia di fotovoltaico galleggiante applicato all’agricoltura irrigua.
L’impianto comprende 164 moduli solari ottimizzati tramite inverter SolarEdge da 90 kW, montati su pontili modulari galleggianti progettati per adattarsi a fluttuazioni del livello dell’acqua e al moto ondoso del bacino.

Per garantire stabilità e durabilità, l’ancoraggio è stato realizzato con una combinazione di zavorre e cavi in acciaio, integrando ammortizzatori sismici e passerelle di manutenzione.
Questa configurazione consente all’impianto di resistere a eventi meteorologici estremi, garantendo accessibilità e sicurezza nel lungo periodo.

Gli ottimizzatori di potenza SolarEdge permettono a ogni coppia di pannelli di operare in modo indipendente, mantenendo una produzione energetica costante anche in presenza di ombreggiamenti o variazioni della superficie d’acqua.
Rispetto ai sistemi tradizionali in serie, la tecnologia SolarEdge riduce le perdite e massimizza la resa fino al 15 % in più, grazie anche al naturale effetto di raffreddamento dell’acqua.

Sul piano della sicurezza, il sistema integra la funzione SafeDC™, che abbassa automaticamente la tensione in corrente continua durante gli interventi di manutenzione, consentendo agli operatori di lavorare in condizioni sicure.

Infine, la piattaforma cloud SolarEdge permette un monitoraggio remoto in tempo reale di ogni modulo e inverter, fornendo dati di performance e diagnostica predittiva.
Questo riduce i costi operativi e i tempi di intervento, assicurando un controllo continuo dell’efficienza energetica.


Risultati e impatto ESG

A meno di un anno dall’installazione, l’impianto copre circa il 90% del fabbisogno elettrico annuale dell’Azienda Agricola Marino Mario, garantendo un ritorno economico significativo e una drastica riduzione delle emissioni di CO₂.

L’effetto ombreggiante dei pannelli ha inoltre portato a una diminuzione dell’evaporazione dell’acqua del 30%, migliorando la disponibilità idrica per le coltivazioni e riducendo il rischio di stress idrico durante i mesi estivi.

Dal punto di vista ESG, il progetto si distingue per la sua doppia valenza ambientale e sociale:

  • ambientale, per la capacità di unire produzione rinnovabile e tutela dell’acqua;
  • sociale, per il ruolo di modello replicabile destinato a ispirare altre realtà agricole mediterranee.

L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia di resilienza climatica del settore agrifood siciliano, dove l’autoproduzione energetica e la gestione efficiente delle risorse idriche rappresentano strumenti cruciali per fronteggiare il cambiamento climatico.


Un modello replicabile per l’agricoltura del futuro

Il caso dell’Azienda Agricola Marino Mario dimostra come il fotovoltaico galleggiante possa integrarsi perfettamente nei sistemi agricoli, anche in contesti caratterizzati da vincoli territoriali o scarsità di risorse.
Grazie al supporto di tecnologie avanzate come SolarEdge e a politiche regionali mirate, questo modello può essere replicato in tutta l’Italia meridionale — dalle vasche irrigue della Puglia ai bacini artificiali della Sardegna — contribuendo a creare una rete di aziende agricole energeticamente autonome e sostenibili.

Come valutare un progetto di fotovoltaico galleggiante

Un approccio multidimensionale: tecnica, ambiente, economia

La valutazione di un progetto di fotovoltaico galleggiante (Floating PV o FPV) richiede un approccio integrato che tenga conto di fattori energetici, idrologici, strutturali, ambientali ed economici.
A differenza di un impianto fotovoltaico tradizionale, infatti, la componente acquatica introduce nuove variabili legate alla stabilità meccanica, alla sicurezza elettrica e alla compatibilità ecologica del bacino.

Un’analisi completa deve quindi rispondere a tre domande chiave:

  1. È tecnicamente realizzabile?
  2. È economicamente sostenibile?
  3. È compatibile con l’ambiente e con gli usi idrici esistenti?

1. Analisi tecnica e progettuale

La fase di fattibilità tecnica rappresenta il cuore del processo.
Comprende:

  • Caratterizzazione del bacino: profondità, superficie disponibile, variazioni di livello, qualità dell’acqua e uso prevalente (irrigazione, stoccaggio, depurazione, etc.).
  • Studio dell’irraggiamento e delle ombre: simulazioni solari e stime di produzione elettrica per definire il layout ottimale dei moduli.
  • Scelta della struttura galleggiante: pontili modulari, ancoraggi elastici o rigidi, zavorre in base a vento, onde e movimenti stagionali.
  • Integrazione elettrica e sicurezza: dimensionamento dell’impianto, cablaggio in corrente continua, protezioni differenziali, gestione della messa a terra e sistemi di disconnessione rapida (es. SafeDC™).

L’utilizzo di ottimizzatori di potenza e sistemi di monitoraggio remoto — come nel caso SolarEdge — è oggi considerato uno standard per migliorare rendimento e manutenzione.


2. Analisi economico-finanziaria

Un progetto FPV deve essere sostenibile non solo sul piano tecnico, ma anche economico e finanziario.
Gli elementi principali da considerare sono:

  • CAPEX (investimento iniziale): costo dei moduli, pontili galleggianti, inverter, ancoraggi e connessione alla rete.
  • OPEX (costi operativi): manutenzione, pulizia, monitoraggio e assicurazioni.
  • Rendimento energetico: grazie al raffreddamento naturale, la produzione può aumentare fino al 15 % rispetto a un impianto a terra.
  • Payback period: in media tra 5 e 8 anni, a seconda dell’accesso agli incentivi del FER 2 o dei bandi regionali.
  • ROI e LCOE (Levelized Cost of Energy): strumenti per confrontare la redditività del progetto con soluzioni alternative (agrivoltaico, tetti industriali, ecc.).

Gli incentivi pubblici – come il Bando Siccità 5.1 in Sicilia o i fondi PNRR dedicati all’efficienza idrica e agricola – possono coprire fino all’80 % dei costi, rendendo l’investimento competitivo anche per piccole aziende agricole.


3. Analisi ambientale e idrologica

L’impatto ambientale di un impianto fotovoltaico galleggiante è generalmente positivo, ma deve essere verificato caso per caso.
La valutazione comprende:

  • Effetti sull’ecosistema acquatico: monitoraggio di temperatura, ossigenazione, biodiversità e possibili variazioni nella flora o fauna.
  • Riduzione dell’evaporazione: mediamente tra il 20 e il 35 %, a seconda della copertura del bacino.
  • Controllo della proliferazione algale: grazie all’ombreggiamento, l’impianto può migliorare la qualità dell’acqua.
  • Compatibilità con altri usi: garantire che l’impianto non ostacoli le operazioni di irrigazione o gestione idrica.

Nelle aree agricole, il fotovoltaico galleggiante si configura come tecnologia a basso impatto visivo, senza consumo di suolo e con funzione protettiva per la risorsa idrica.


4. Iter autorizzativo e conformità normativa

In Italia, l’iter autorizzativo varia in base alla proprietà del bacino e alla potenza dell’impianto:

  • Bacini privatiProcedura Abilitativa Semplificata (PAS) fino a 1 MW.
  • Bacini pubblici o consortiliConcessione demaniale e parere dell’autorità idrica competente.
  • Zone vincolate o aree naturali → possibile Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).

È importante redigere uno studio preliminare ambientale e idraulico, con simulazioni di stress meccanico e piani di gestione del rischio idrico, per agevolare le autorizzazioni e garantire la durabilità del progetto.


5. Parametri chiave per la valutazione finale

ParametroUnità di misuraValore di riferimento / obiettivo
Rendimento specificokWh/kWp/anno1.400–1.600
Incremento resa rispetto a terra%+10–15 %
Riduzione evaporazione acqua%20–35 %
Copertura fabbisogno energetico%80–100 %
Payback con incentivianni5–8
Copertura incentivi regionali%fino all’80 %

Dal calcolo alla strategia

Valutare un progetto di fotovoltaico galleggiante non significa solo stimare costi e produzione, ma anche inquadrare la tecnologia in una strategia aziendale di lungo periodo.
Per le imprese agricole e industriali, ciò significa trasformare bacini idrici in asset produttivi, ridurre le spese energetiche e migliorare il proprio rating ESG.

In un contesto di scarsità idrica e transizione ecologica, un impianto galleggiante non è solo un investimento tecnologico, ma una scelta di resilienza e di governance sostenibile.


ESG e finanza sostenibile: nuovi driver di crescita

Ecco un paragrafo approfondito — diviso in H3 — dedicato al tema “ESG e finanza sostenibile: nuovi driver di crescita”, perfettamente coerente con il taglio del tuo articolo:


ESG e finanza sostenibile: nuovi driver di crescita

L’allineamento del fotovoltaico galleggiante ai criteri ESG

La crescente attenzione ai criteri ESG (Environmental, Social e Governance) sta diventando un fattore decisivo nello sviluppo del fotovoltaico galleggiante. Questa tecnologia, infatti, risponde in modo diretto agli obiettivi ambientali fissati dalle principali strategie europee — dal Green Deal al REPowerEU — grazie alla sua capacità di produrre energia rinnovabile, ottimizzare l’uso delle risorse idriche e preservare il suolo agricolo.
Per investitori e istituzioni finanziarie, il fotovoltaico galleggiante rappresenta un’infrastruttura “ESG ready”: riduce il rischio ambientale, contribuisce agli obiettivi di decarbonizzazione e genera benefici misurabili sul territorio.

Il ruolo della finanza sostenibile e degli strumenti di supporto

Il settore sta attirando l’interesse di fondi infrastrutturali, investitori istituzionali e banche green, che vedono nei progetti FPV un’opportunità di lungo periodo a basso impatto ambientale. Strumenti finanziari come i green bond e i sustainability-linked loan consentono di ottenere condizioni di credito più favorevoli per gli impianti che dimostrano prestazioni ambientali verificabili. La
Parallelamente, i bandi pubblici e le misure del PNRR incentivano l’adozione di soluzioni che integrano produzione energetica e gestione sostenibile dell’acqua — elementi chiave anche nelle metriche ESG.

Il vantaggio competitivo per le imprese

Integrare il fotovoltaico galleggiante nella strategia aziendale consente alle imprese, in particolare a quelle del comparto agrifood e manifatturiero, di migliorare i propri rating ESG e quindi attrarre più facilmente capitali green e partnership strategiche.

Oltre al ritorno economico, queste installazioni contribuiscono a generare valore reputazionale e ambientale, elementi ormai centrali nelle valutazioni degli stakeholder e nelle catene di fornitura europee.

In questo scenario, il fotovoltaico galleggiante si afferma come una leva concreta di sostenibilità integrata, capace di unire innovazione tecnologica, competitività e impatto positivo sul territorio.



Prospettive europee e competitività tecnologica

Nel contesto della transizione energetica europea, il fotovoltaico galleggiante si sta affermando come una delle soluzioni più promettenti per aumentare la produzione di energia rinnovabile senza occupare nuovo suolo. La Commissione Europea, attraverso la European Solar Energy Strategy — parte integrante del piano REPowerEU — incoraggia lo sviluppo di sistemi solari su superfici non convenzionali, tra cui bacini idrici, aree industriali e infrastrutture di trasporto.

Secondo il Joint Research Centre (JRC) della Commissione, applicazioni come il fotovoltaico galleggiante e l’agrivoltaico potrebbero consentire all’UE di superare gli obiettivi di capacità solare al 2030, ampliando le aree installabili e riducendo la pressione sul suolo agricolo. Il report del JRC (2024), “PV on rooftops and beyond can surpass targets while preserving the environment”, sottolinea infatti come l’uso “multi-spazio” del fotovoltaico — acqua, tetti, infrastrutture — sia cruciale per garantire una crescita equilibrata e sostenibile.

Anche SolarPower Europe, nel suo Position Paper on Floating PV (aprile 2024), evidenzia che gli impianti galleggianti offrono un vantaggio competitivo sia energetico che ambientale: maggiore efficienza dei moduli grazie al raffreddamento naturale dell’acqua, riduzione dell’evaporazione e possibilità di valorizzare superfici idriche oggi inutilizzate.

Parallelamente, l’Unione Europea punta a rafforzare la filiera tecnologica e produttiva locale, incentivando materiali riciclabili, moduli modulari a basso impatto ambientale e sistemi di monitoraggio digitali. Con l’attuazione della Direttiva RED III, che introduce le “zone di accelerazione per le rinnovabili”, anche gli impianti flottanti potranno beneficiare di iter autorizzativi più rapidi e certi.

Nel medio periodo (2025–2030), la crescita del fotovoltaico galleggiante europeo sarà trainata da tre driver principali: innovazione dei materiali, digitalizzazione dei sistemi e integrazione con la gestione idrica e ambientale. Elementi che rendono questa tecnologia non solo un tassello della strategia climatica dell’UE, ma anche un laboratorio di competitività industriale e sostenibilità a lungo termine.

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