Sustainable fashion

Moda sostenibile: che cos’è e perché scegliere la sustainable fashion

La moda sostenibile è più di una tendenza, è un movimento che mira a cambiare radicalmente l’industria del fashion con materiali e processi produttivi che non danneggiano l’ambiente e rispettano i diritti dei lavoratori

Pubblicato il 11 Nov 2023

La moda sostenibile sta svolgendo un ruolo sempre più importante nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità

Il rapporto tra moda e sostenibilità nasce da un paradosso legato alla possibile incompatibilità tra la natura mutevole della moda, legata a modelli di business incentrati sul consumo incessante di nuovi capi di abbigliamento, e il concetto di sostenibilità, associato invece ai temi della durabilità e della responsabilità. Tuttavia, tale paradosso si dissolve quando la moda è concepita in un senso più ampio.

Cos’è la moda sostenibile

La moda sostenibile può essere vista come un meccanismo che promuove modi di vivere più consapevoli e impegnati in un pianeta troppo prezioso per essere depauperato delle sue risorse. In questo contesto, l’industria della moda ha l’opportunità di adottare un approccio diverso, bilanciando il profitto e la crescita in un concetto di purpose, con la creazione di valore aggiunto e prosperità per l’ambiente, la società e l’economia globale.

L’obiettivo della moda sostenibile consiste, infatti, nell’instaurare ecosistemi e comunità fiorenti attraverso iniziative che possono comprendere: l’aumento del valore della produzione e dei prodotti locali, l’estensione del ciclo di vita dei materiali, la riduzione dei rifiuti e dei danni ambientali derivanti dalla produzione e dal consumo, ma anche l’educazione dei fashion addicted a un consumo rispettoso dell’ambiente e quindi, l’incremento dell’apprezzamento per capi di abbigliamento senza tempo,

Sustainable fashion come stile di vita

La moda sostenibile, anche conosciuta come sustainable fashion, sta guadagnando sempre più risonanza nell’industria dell’abbigliamento, della pelletteria e delle calzature. Questo anche perché sempre più persone sono consapevoli dell’importanza di adottare uno stile di vita eco-friendly e di fare scelte responsabili per l’ambiente e per il benessere sociale. Salvaguardare l’environment e tutelare i lavoratori sono le due direttrici che segnano la strada di questo cambiamento epocale.

La moda sostenibile rappresenta un movimento e un processo volti a promuovere un vero e proprio cambiamento di paradigma nel “sistema moda” verso una maggiore integrità ecologica e giustizia sociale. Infatti, tale approccio non è esclusivamente limitato alla catena di produzione, bensì presuppone di considerare le interconnessioni complesse e di lungo periodo tra contesti economici e finanziari, materiali ed ecologici, sociali e culturali, che coinvolgono vari livelli produttivi e, in un’inedita posizione, anche i consumatori finali.

Tenere conto degli impatti ambientali, sociali ed economici

L’importanza di adottare un pensiero sistemico o system thinking nel mondo della moda emerge dalla constatazione che i benefici derivanti da iniziative a livello di prodotto, come la sostituzione di materiali meno ecologici, possono essere vanificati dagli effetti negativi causati dall’aumento del volume complessivo dei prodotti. Si può dire dunque che la moda sostenibile tiene conto degli impatti ambientali, sociali ed economici dell’intero ciclo di vita di un capo di abbigliamento, con una produzione sostenibile, ma anche una distribuzione e un consumo sostenibili.

Ripensare un settore tanto vasto significa riconvertire in senso etico e sostenibile una grossa fetta dell’economia mondiale. Inoltre, poiché siamo tutti inevitabilmente coinvolti nella questione, sia per la basilare esigenza di vestirsi sia perché chiunque è al tempo stesso attore e vittima di questa industria, ripensare gli approcci al fashion system significa poter essere parte di un cambiamento globale semplicemente comprando una maglietta. Un gesto che se ripetuto per milioni di volte da milioni di persone, potrebbe fare la differenza aiutando la moda ad allontanarsi dai concetti di frivolezza e apparenza, e avvicinarsi a quelli di ambiente e società.

Gli obiettivi della sustainable fashion

La sustainable fashion si propone di ridurre l’utilizzo di risorse naturali (energia e acqua) in fase di produzione e di limitare il flusso di rifiuti e sprechi nella fase di utilizzo e smaltimento facendo leva sul riciclo, quindi riutilizzare tutto il possibile e di buttare via solo lo stretto necessario. Sempre a livello ambientale, occorre mitigare l’inquinamento e il contributo alle emissioni di gas serra con i trasporti di materie prime e prodotti e l’uso di sostanze chimiche.

Sul piano sociale invece è urgente migliorare le condizioni di lavoro e della retribuzione di tutti i lavoratori che si nascondono dietro i marchi della moda (agricoltori che coltivano i materiali per i tessuti, operai che ricamano i pezzi) che devono far fronte a condizioni di sicurezza e salute precarie, oltre che salari iniqui.

La moda sostenibile si contrappone al “fast fashion che fa riferimento alla produzione di circa 10/12 collezioni all’anno che traggono ispirazione dall’alta moda, ma sono realizzate con materiali di bassa qualità e offerte a prezzi molto bassi e con volumi di vendita elevati, spingendo i consumatori a rinnovare continuamente il proprio guardaroba per restare aggiornati con le nuove tendenze, che diventano a loro volta obsolete nel giro di una stagione o addirittura di pochi mesi.

Il ruolo del green fashion e della moda ecosolidale

Oltre a una diminuzione della qualità, questo consumismo istituzionalizzato ha inevitabilmente portato – per sostenere questi elevati volumi di produzione – a delocalizzare la produzione verso Paesi del cosiddetto terzo mondo, in condizioni di lavoro precarie e talvolta impegnando anche manodopera minorile. Inoltre, la quantità massiccia di prodotti progettati per un utilizzo “usa e getta” ha comportato un costo eccezionalmente alto in termini di inquinamento e spreco di risorse, specialmente per quanto riguarda l’uso dell’acqua. Tanto che l’industria della moda costituisce una delle principali fonti di inquinamento, seconda solo all’industria petrolifera.

Da notare che i concetti di “green fashion” o “moda ecosolidale” (che pongono l’accento sull’aspetto ambientale) e “moda etica” (che si concentra principalmente sull’aspetto sociale), sebbene manifestino l’intenzione di affrontare questioni ambientali e sociali, spesso affrontano problemi in modo isolato, tralasciando la prospettiva sistemica che è propria della moda sostenibile.

Perché scegliere la moda sostenibile

Il settore della moda esercita un’influenza fondamentale nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Si tratta infatti di un’industria globale da 2,4 trilioni di dollari che impiega circa 300 milioni di persone lungo tutta la catena del valore – molte delle quali sono donne – e si prevede che le dimensioni del settore cresceranno nei prossimi anni. Un ruolo fondamentale anche in questo settore è svolto dall’ESG.

La dimensione e la portata globale del settore della moda rendono le pratiche insostenibili al suo interno profondamente consequenziali per gli indicatori di sviluppo sia sociali che ambientali. In assenza di trasformazioni sostanziali nei metodi di produzione e nelle abitudini di consumo che caratterizzano la fashion industry, il peso sociale e ambientale del settore continuerà ad accumularsi.

L’industria dell’abbigliamento è una delle più inquinanti al mondo. Basti pensare alla quantità di capi di abbigliamento a basso costo prodotti, indossati e poco dopo gettati via che è aumentata in modo esponenziale, generando quantità spaventose di rifiuti tessili che finiscono per accumularsi in discarica ma si riversano anche nei mari contribuendo all’inquinamento idrico (che per il 20% dipende proprio dall’industria della moda).

Ma le conseguenze si fanno sentire dalla fase di produzione rispetto al consumo eccessivo di risorse naturali e sono legate anche alla quota altissima di emissioni di gas serra (dall’8% al 10% delle emissioni globali) in tutto il ciclo di vita dei capi di abbigliamento, dalla piantagione del cotone ai trattamenti dei materiali fino ai vari lavaggi degli indumenti a casa.

ESG: attenzione all’Environmental, ma anche al Social e alla Governance

Per non parlare poi del fatto che la delocalizzazione della produzione in paesi con basse paghe e condizioni di lavoro precarie ha portato a situazioni in cui i lavoratori non possono negoziare il loro salario o condizioni di lavoro decenti. Le donne rappresentano l’80% della forza lavoro nel settore tessile, e spesso sono soggette ad abusi e condizioni di lavoro insicure.

E’ chiaro che urgono azioni immediate per salvaguardare gli ecosistemi, promuovendo una produzione e un consumo responsabili, e garantire simultaneamente i diritti dei lavoratori. Se il vigente modello di produzione continuerà a progredire senza freni, quello che ci attende è una produzione di 160 miliardi di tonnellate di abiti entro il 2050, con conseguenze disastrose per l’ambiente e la disponibilità delle risorse. La risoluzione di questa problematica richiede un impegno congiunto da parte dei consumatori, dei governi e delle aziende di moda.

I marchi di moda devono assumersi la responsabilità della produzione e dello smaltimento dei loro prodotti, i consumatori devono rallentare il ritmo degli acquisti, preferendo prodotti sostenibili e di seconda mano, e i governi devono regolamentare l’industria per garantire salari giusti, condizioni di lavoro sicure e una produzione sostenibile. Come con la rivoluzione “slow food” è possibile apportare cambiamenti positivi nell’industria della moda, ma richiede l’impegno di tutti noi come consumatori.

Utilizzare abiti sostenibili contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, promuove condizioni di lavoro dignitose e sostiene marchi che si impegnano a fare la differenza. Inoltre, la moda sostenibile è spesso sinonimo di alta qualità e durata. Ciò significa che gli abiti dureranno più a lungo, riducendo la necessità di acquisti frequenti e contribuendo a una riduzione complessiva dei rifiuti.

Moda sostenibile: un’opportunità per guidare il cambiamento

In un’epoca in cui l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità è al centro delle preoccupazioni globali, è fondamentale considerare l’adozione della moda sostenibile come una scelta strategica e responsabile per i brand. La sostenibilità non è più solo una tendenza, ma una necessità per sopravvivere e prosperare nel mercato attuale.

Scegliere la moda sostenibile offre poi numerosi vantaggi. In primo luogo, rispondere alle crescenti richieste dei consumatori attenti all’ambiente permette di ampliare la base di clienti che sono sempre più consapevoli dell’importanza di fare scelte sostenibili e sono disposti a premiare le aziende che agiscono in modo responsabile.

Riducendo l’utilizzo di risorse naturali, l’energia e l’acqua, si configura la concreta opportunità di ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi. Inoltre, l’adozione di materiali sostenibili spesso garantisce una maggiore durabilità dei prodotti, riducendo così il tasso di resi e aumentando la soddisfazione del cliente. In ultimo ma non da ultimo, investire nella moda sostenibile può migliorare la reputazione del brand. Essere riconosciuti come un’azienda che si impegna per la sostenibilità permette di costruire un rapporto di fiducia con i clienti e di attrarre investitori e partner che condividono questi stessi valori.

Il ruolo dei materiali e delle decisioni sostenibili

Prendere decisioni sostenibili oggi significa investire nel successo e nella sopravvivenza del vostro brand domani. Per abbracciare la moda sostenibile, è importante prendere in considerazione diversi aspetti. Anzitutto, scegliere di utilizzare materiali sostenibili, come il cotone biologico, il bambù, la canapa, il poliestere o il nylon riciclato, rispetto a quelli sintetici non biodegradabili e tossici. Ridurre lo spreco di materie prime e il consumo di acqua ed energia è importante adottando pratiche di produzione efficienti, migliorando la gestione della catena di approvvigionamento e riducendo il confezionamento e i materiali superflui.

Anche promuovere il riciclo dei materiali e incoraggiare i consumatori a riutilizzare abiti è un passo importante verso la sostenibilità. Alcune aziende offrono servizi di riparazione per prolungare la vita dei prodotti. Fornire informazioni trasparenti sulla catena di approvvigionamento e le pratiche aziendali ai consumatori è fondamentale per costruire una buona base di trust comunicando apertamente sugli sforzi per ridurre l’impatto ambientale e sociale. Infine, si tratta di lavorare insieme ad altre aziende, organizzazioni non governative, governi e istituti di ricerca per condividere conoscenze e risorse per promuovere la moda sostenibile e condividere i rischi a livello economico.

Dove trovare abbigliamento etico oggi

La moda sostenibile sta guadagnando sempre più spazio sul mercato, grazie all’impegno di designer e marchi che abbracciano valori etici e ambientali. Oggi esistono molte opzioni per trovare abbigliamento etico sia online che nei negozi fisici. Sono molti i marchi che dedicano sezioni delle loro linee alla moda sostenibile utilizzando fibre naturali e una filiera protetta per ridurre gli sprechi, l’inquinamento e lo sfruttamento dei lavoratori.

Dai marchi di lusso come Stella McCartney con capi super glam senza derivati animali e tessuti come lo shaggy deer, che sembra camoscio ma non lo è e Gabriela Hearst, con una linea honest luxury fatta di materiali di alta qualità e un’impronta ecologica. Così come marchi casual come Patagonia, il brand outdoor che si distingue per il concetto di “Worn Wear”, che consente ai clienti di restituire articoli in buone condizioni in cambio di nuovo credito sulla merce, e persino quelli a basso costo come H&M che ha lanciato un programma di abbigliamento di seconda mano. In Italia c’è Casasola, brand fiorentino che utilizza materie prime certificate per creare capi di alta qualità dalla supply chain trasparente e tracciata. O anche Themoirè, brand milanese che realizza borse e capispalla con materiali vegani e sostenibili al 100%. Una esperienza particolare arriva da Save The Duck che ha messo la sostenibilità al centro del brand.

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