Analisi

Economia circolare applicata ai prodotti elettrici: quali vantaggi per il business?

In uno scenario in cui la discussione sulla transizione energetica si fa sempre più accesa Alessio Nava, MD & Country Sales Leader Italy di Eaton, analizza i fattori che rendono l’economia circolare un approccio sempre più vantaggioso per il settore elettrico

Pubblicato il 12 Feb 2024

Alessio Nava

MD & Country Sales Leader Italy di Eaton

Alessio Nava, Country Sales Leader, Eaton Italia

A partire dagli anni Sessanta la società dei consumi ha cominciato a plasmare le nostre abitudini di acquisto: comprare, usare e buttare un prodotto è stata per decenni una routine consolidata, di cui a lungo si è ignorato l’impatto in termini di approvvigionamento delle materie prime, supply chain e gestione dei rifiuti.
Tuttavia, lo scenario sta finalmente cambiando, grazie alla nuova consapevolezza degli effetti del sistema consumistico sul cambiamento climatico e sulle limitate risorse naturali a disposizione del pianeta. Volenti o nolenti, tutte le aziende sono sempre più chiamate a rispondere dell’impatto ambientale della propria attività.
Nel settore dell’elettricità, oggi ci si pone domande molto più dettagliate di quanto non si facesse in passato sull’impronta ecologica dei prodotti. Qui entra in gioco l’economia circolare che è sicuramente un bene per il pianeta, ma lo è anche per il business dei prodotti elettrici? 

Uno stile di vita “completamente elettrico” 

Il processo di elettrificazione attualmente in atto è finalizzato al progressivo abbandono dell’utilizzo diretto di combustibili fossili come il petrolio e il gas: per raggiungere questo obiettivo, privati e aziende stanno investendo sempre di più in prodotti ad alimentazione completamente elettrica, dai veicoli ai caricabatterie, passando per i sistemi di riscaldamento. 

Questo cambiamento, necessario per la transizione energetica, prevede la sostituzione dei combustibili fossili con fonti a minore intensità di carbonio, oltre che la produzione di maggiore energia a livello privato, grazie a una più capillare diffusione di infrastrutture come i pannelli solari installati sui tetti. 

All’interno di una più ampia strategia per affrontare la transizione energetica, i proprietari di case e di edifici commerciali (sia nuovi che ristrutturati) devono ragionare anche su come preparare l’infrastruttura elettrica a gestire carichi aggiuntivi e organizzare i diversi flussi di energia provenienti da più fonti.  

Un approccio “completamente elettrico” richiede l’adozione di caricabatterie per veicoli elettrici, inverter solari, pompe di calore, sistemi di accumulo di energia a batteria e dispositivi di connessione. Tutto questo non potrà che rivelarsi positivo per chi opera nel settore elettrico, ma ad una condizione: la diffusione dell’economia circolare. 

Che cos’è l’economia circolare? 

L’economia circolare si pone l’obiettivo di estendere il ciclo di vita dei prodotti attraverso la riparazione, il riciclo e la riprogettazione, contribuendo a ridurre al minimo i rifiuti. In altri termini, significa rinnovare, riutilizzare, ripensare e ridistribuire i prodotti più volte prima che vengano riciclati, al termine della loro vita utile. 

Adottare un approccio no-waste cambia radicalmente l’attività di un’azienda, in termini di sviluppo, produzione e manutenzione dei prodotti, allo scopo di massimizzarne la resilienza. Il tema rimane di cruciale importanza anche per la produzione a ciclo chiuso, che prevede l’uso di tecniche digitali per ottimizzare l’uso dei materiali.  

Indubbiamente l’implementazione dell’economia circolare richiede trasformazioni di ampia portata, che riguardano l’intera catena del valore, dall’approvvigionamento alle strategie di smaltimento, con un’accezione quindi ben più vasta del mero riciclo dei prodotti. 

Massimizzare il valore dei prodotti elettrici

La messa in pratica dell’economia circolare comporta costi elevati per qualsiasi settore, ed in particolare per i player dell’industria elettrica. Di contro, può però anche garantire, oltre ai vitali benefici ambientali, anche ritorni concreti nel medio-lungo termine. 

Del resto, molti dei prodotti fondamentali per la transizione energetica sono di nuova generazione e molto più complessi dei dispositivi utilizzati in passato oltre che, in alcuni casi, basati su materie prime molto preziose come i metalli REE (Rare Earth Elements). Di conseguenza, sia a livello aziendale, che come consumatori che acquistano prodotti elettrici per uso personale, è preferibile evitare di doverli smaltire in tempi brevi: è proprio adottando un approccio circolare che diventa finalmente possibile sfruttare a pieno il valore delle materie prime in essi contenute.  

Questa nuova consapevolezza, quindi, non solo limita il consumo delle risorse naturali, ma impatta significativamente anche sull’intera filiera produttiva, dall’acquisto alla vendita all’ingrosso e al dettaglio.  

Economia circolare e prodotti elettrici: il panorama normativo 

I governi stanno già emanando leggi e sviluppando regolamenti per accelerare il ritmo della transizione green per i prodotti elettrici e incoraggiare l’adozione dell’economia circolare. 

Nell’Unione Europea, gli Stati membri devono conformarsi alle leggi derivanti dai programmi legislativi Fit-for-55 e RePowerEU, che coprono praticamente tutti gli aspetti della sostenibilità, con particolare attenzione alla riduzione dell’uso dei combustibili fossili. Lo stesso vale anche per i Paesi europei non appartenenti all’UE.  

La timeline fissata per l’eliminazione graduale dei veicoli a benzina e diesel è un buon esempio di come la regolamentazione contribuirà direttamente alla riduzione delle emissioni di carbonio. Inoltre, la diffusione dei veicoli elettrici incoraggerà i proprietari di edifici a seguire la strada dell’elettrificazione anche a livello di building, per supportare la crescente necessità di ricaricare i veicoli elettrici. 

Diventa a questo punto facile intuire come la circolarità si radicherà nell’industria automobilistica: per esempio, sta già emergendo un mercato per le batterie dei veicoli elettrici usate che, una volta obsolete per l’utilizzo nel campo automotive, possono essere perfettamente adattate ad applicazioni statiche per l’accumulo di energia negli edifici. 

Un bene per il pianeta e per il business 

L’economia circolare, oltre che essere un approccio logico, è anche necessario per la questione ambientale, come la maggior parte delle persone ha già iniziato a comprendere. Non rimane che metterlo in pratica anche nel campo dei prodotti elettrici. Una filiera produttiva ed un’industria manifatturiera e di fornitura di prodotti per la gestione dell’energia sostenibili saranno infatti una risorsa fondamentale per un mondo a basse emissioni di carbonio.  

La crescente attenzione verso la sostenibilità e la transizione energetica, indirizzata dai governi attraverso le normative, dai consumatori con le loro preferenze e dai mercati finanziari tramite investimenti ambientali, sociali e di governance (ESG), rimodelleranno il nostro mondo e le nostre aziende in un modo che solo ora stiamo pienamente comprendendo. 

Se molto ancora deve essere definito, un aspetto di questo cambio di paradigma è già chiaro: l’economia circolare, soprattutto se applicata ai prodotti elettrici, è un bene non solo per il pianeta ma anche per le imprese e per i consumatori. 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Social
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 3