Best practise ESG

Barilla festeggia 30 anni di sostenibilità e lancia la pasta 100% Grano duro italiano

In vetrina sulla prestigiosa Harvard Business review, l’azienda racconta come è riuscita a conciliare la riduzione dell’impatto ambientale con gli interessi dei consumatori e della filiera, attraverso un percorso decennale di azioni concrete e nuove sfide ispirazionali. Fra i traguardi: riduzione del 25% di gas ad effetto serra e risparmio idrico del 21% per tonnellata di prodotto

Pubblicato il 21 Apr 2021

Da sinistra: Claudio Colzani (Amministratore Delegato e Direttore Generale), Paolo Barilla (Vicepresidente), Luca Barilla (Vicepresidente), Guido Maria Barilla (Presidente)

Trent’anni di ricerca, progetti e azioni concrete mosse da un unico obiettivo: armonizzare gli impatti ambientali, economici e sociali della produzione. E, sulla linea del traguardo, risultati tangibili e documentabili in ottica ESG: riduzione in dieci anni, ad esempio, del 25% di gas ad effetto serra e risparmio del 21% nei consumi di acqua per ogni tonnellata di pasta prodotta, ma anche sviluppo di innovative tecniche agricole, studio dei migliori packaging sostenibili e riciclabili, nuove pratiche di attenzione al benessere del suolo. Sino al lancio della nuova pasta 100% Grano duro italiano, “Nata sotto il cielo d’Italia”, e alla nascita del Manifesto del grano duro Barilla.

In occasione della Giornata mondiale della Terra, prevista per domani, 22 aprile, Barilla, leader nel mercato globale della pasta, torna a parlare di sostenibilità, presentando il proprio progetto di breve, medio e lungo termine per la riduzione dell’impatto ambientale – proprio e dei consumatori – e per la valorizzazione della filiera agro-alimentare italiana. Un caso esemplare, cui l’Harvard Business Review ha dedicato un ampio servizio e la copertina del numero di aprile, concentrandosi in particolare proprio sull’iniziativa “Nata sotto il cielo d’Italia”. “L’obiettivo – scrive la rivista – era aumentare la qualità del prodotto, riducendo al contempo gli acquisti di grano duro dall’estero e gli impatti ambientali. Il tutto creando valore per sé e per tutta la filiera. A distanza di qualche decennio (il progetto si innesta in un percorso che muove i primi passi dalla fine degli anni ’80) si può dire che l’azienda sia riuscita nel suo intento”.

Creati strumenti per guidare le scelte degli agricoltori

Con 143 anni di attività, oltre un milione di tonnellate di pasta prodotto ogni anno, Barilla negli ultimi anni si è resa protagonista di importanti cambiamenti, con il raggiungimento di traguardi notevoli in termini di sostenibilità nella gestione della sua filiera produttiva, che vede coinvolti oltre 8mila agricoltori in accordi di filiera per la produzione del Grano duro.
Il progetto “Nata sotto il cielo d’Italia”, che promuove un prodotto che utilizza grano 100% italiano selezionato, caratterizzato da alto contenuto proteico, elevata qualità del glutine e colore giallo dorato, ha richiesto sforzi dedicati e specifici.

Fra gli step si annoverano la creazione, in collaborazione con l’università di Piacenza, di granoduro.net, un Decision support system che aiuta gli agricoltori a prendere decisioni più corrette al fine di ottenere una produzione ottimale (quantità e qualità) con il minore impatto ambientale e i minori costi possibili. Ma decisivi sono stati anche l’elaborazione di metodi di coltivazione più sostenibili, anche dal punto di vista economico (sotto il cappello del progetto BSF – Barilla Sustainable Farming – lanciato in Italia nel 2010), e lo sviluppo del “Decalogo per la coltivazione sostenibile di grano duro”, che raccoglie le regole e i consigli per la riduzione degli impatti ambientali e l’ottimizzazione del reddito complessivo, uno strumento pratico per guidare le decisioni operative e strategiche degli agricoltori.
I risultati principali e concreti ottenuti con il processo di innovazione? Riduzione dell’impatto ambientale del prodotto finito; aumento della redditività degli agricoltori; controllo diretto su tutto il processo.

“Inquinare meno e ispirare di più”

“Siamo produttori di pasta da quattro generazioni e con l’aiuto di eccezionali collaboratori e partner, percorriamo ogni giorno quella che ci sembra essere l’unica vera modalità di lavoro: la ricerca di un miglioramento continuo” spiega Guido Barilla, presidente del Gruppo Barilla. “Oggi una delle maggiori sfide è quella della sostenibilità, da intendersi in senso molto ampio, economico, ecologico e sociale innanzitutto. La Pasta Grano duro 100% italiano è un perfetto esempio di progettualità di lungo periodo che lavora su tutti questi assets per produrre cambiamenti reali e importanti”.

“Non è sufficiente adottare processi meno inquinanti a livello aziendale, così come non basta che singoli consumatori modifichino i propri comportamenti” aggiunge Elena Tabellini, cice president Marketing Barilla Italia. “L’obiettivo è evolvere insieme, come ecosistema, dai primi livelli della filiera, con la coltivazione e lavorazione del grano, fino alle scelte di logistica, distribuzione e infine, importantissimo, di consumo, da parte di tutte le famiglie d’Italia e del mondo. È la comunione d’intenti, l’adozione di una scelta condivisa e responsabile, a poter dare vera spinta al cambiamento. Per questo, oltre ad essere un progetto ambizioso dai risvolti concreti, il progetto della Pasta Grano duro 100% italiano vuole essere motivo di ispirazione per tutti gli italiani”.

Sui temi dell’innovazione della filiera agroalimentare suggeriamo la lettura di Food, sostenibilità e salute: il nostro futuro in una Doppia Piramide

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