Talenti green: chi sono? cosa fanno?
Per Talenti green si intendono quei professionisti, sia all’inizio della carriera sia senior,
che, grazie ai pripri Green Skill mettono competenze tecniche e manageriali al servizio della transizione energetica e della trasformazione sostenibile di imprese e organizzazioni.
Sono persone capaci di integrare criteri ESG nelle scelte di business e di policy,
sapendo misurare gli impatti ambientali, sociali ed economici delle proprie azioni.
Uniscono conoscenze su energia, clima, economia circolare e normative
a soft skill come visione sistemica, capacità di collaborazione e change management.
Lavorano per ridurre le emissioni, ottimizzare l’uso delle risorse
e ripensare processi, prodotti e servizi in chiave sostenibile.
Non ultimo, si tratta di figure professionali in grado di agire come ponti tra funzioni aziendali, istituzioni e comunità, allo scopo dei promuovere un modello di sviluppo più responsabile e resiliente.
Talenti green: come cambia il concetto di professionalità sostenibile?
La trasformazione sostenibile delle imprese è sempre più determinata dalla capacità di attrarre e valorizzare competenze verdi, in linea con le tendenze globali rilevate anche nel mercato italiano. Il tema delle green skills coinvolge ormai non solo i settori storicamente associati all’ambiente, ma si estende a una varietà crescente di ruoli e funzioni aziendali, ridefinendo il concetto stesso di professionalità “sostenibile”. In questo scenario, l’intelligenza artificiale in relazione all’ESG emerge come uno strumento chiave per accelerare la diffusione di nuove competenze e per supportare l’evoluzione dei profili richiesti dal mercato del lavoro attento alle esigenze ambientali.
Le tendenze globali e italiane dei talenti green secondo LinkedIN
L’analisi presentata nel Green Skills Report 2025 di LinkedIN fotografa una fase di assestamento del mercato delle competenze sostenibili, sia a livello globale sia in Italia. L’osservatorio, basato sui dati dell’Economic Graph di LinkedIn, evidenzia come la crescita delle assunzioni di profili green rimanga solida, ma mostri segnali di rallentamento rispetto all’accelerazione registrata negli ultimi anni.
Tra il 2021 e il 2025, la media globale si attesta su un +6,2%, mentre il dato italiano si ferma al 3,7%. Questo scenario suggerisce che la sostenibilità è ormai componente strutturale della strategia d’impresa, ma la dinamica della domanda e dell’offerta di skill green inizia a divergere tra i diversi mercati.
Il report segnala inoltre una progressiva trasversalità delle competenze legate alla sostenibilità: non più dominio esclusivo di ruoli tecnici o ambientali, esse stanno diventando prerequisito diffuso per chiunque aspiri a una carriera manageriale o ad assumere responsabilità nella trasformazione organizzativa.
Domanda e offerta di talenti green: in Italia l’offerta di competenze sostenibili sta crescendo più rapidamente della domanda
Nel contesto italiano emerge un trend in controtendenza rispetto allo scenario globale: l’offerta di competenze sostenibili sta crescendo più rapidamente della domanda. Dopo il picco del 2024, quando le assunzioni green sono aumentate del 14,9%, il 2025 fa segnare una lieve contrazione della domanda (-0,1%) a fronte di una crescita del 3,5% dei professionisti con skill verdi. Questa inversione mette in luce una maturazione dell’ecosistema nazionale: le aziende hanno investito per integrare la sostenibilità nei processi e ora si trovano a dover assorbire un bacino di talenti che si amplia più velocemente rispetto alle opportunità create. La conseguenza è una maggiore selettività e una potenziale intensificazione della competizione tra i candidati. Tuttavia, la percentuale di assunzioni green resta significativa – quasi una su cinque – segno che la transizione ecologica mantiene centralità nelle strategie occupazionali delle imprese.
Talenti green emergenti oltre i ruoli tradizionali
Il quadro delineato dal report mostra come le green skills si stiano radicando ben oltre le professioni tipicamente associate alla sostenibilità. In Italia, per la prima volta, oltre la metà delle nuove assunzioni in ambito sostenibilità riguarda figure inserite in contesti non tradizionalmente green. Utility e costruzioni guidano questa evoluzione, con quote rispettivamente del 36% e 34%. Questo mutamento riflette una ridefinizione dei requisiti professionali: la sostenibilità diventa una dimensione trasversale che permea supply chain, operations e governance. I talenti con competenze ambientali trovano così una collocazione nei reparti strategici e gestionali, contribuendo a innestare logiche di efficienza e resilienza anche nei comparti meno esposti ai temi ambientali fino a pochi anni fa. Per i professionisti significa dover valorizzare capacità ibride, capaci di generare impatto anche fuori dai confini canonici della funzione ambientale.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella trasformazione sostenibile
L’intelligenza artificiale sta guadagnando spazio come leva abilitante per integrare pratiche sostenibili nei processi aziendali. Il report LinkedIN evidenzia infatti come competenze quali Machine Learning, Generative AI e Natural Language Processing si affianchino sempre più spesso a green skill più tradizionali. L’ascesa della “Responsible AI”, con una crescita annua esponenziale su scala globale, segnala che l’attenzione delle imprese si rivolge non solo all’efficacia tecnica delle soluzioni AI ma anche alla loro trasparenza ed eticità. (A questo riguardo leggi il servizio su cosa cambia con l’intelligenza artificiale e a livello di lavoro, competenze e risorse umane n.d.r.)
Intersezione tra Intelligenza artificiale e sostenibilità
L’intersezione tra AI literacy e sostenibilità crea nuove traiettorie occupazionali: i manager sono chiamati a integrare valutazioni ambientali nelle decisioni data-driven e a garantire accountability lungo tutta la filiera digitale. In questo scenario, la padronanza delle tecnologie cognitive rappresenta un asset cruciale sia per governare l’impatto ESG sia per presidiare l’innovazione responsabile.
Perché rientra nei talenti green anche la capacità di adattamento a nuovi paradigmi produttivi?
In questo scenario in costante trasformazione, la questione delle competenze green si intreccia con quella della capacità delle imprese e dei lavoratori di adattarsi a nuovi paradigmi produttivi e tecnologici. L’attenzione dedicata alle green skills dalle principali piattaforme di analisi del lavoro, così come dalla ricerca accademica e dalle policy pubbliche, riflette una consapevolezza crescente circa la necessità di integrare sostenibilità, innovazione e formazione continua.
La traiettoria appare chiara: la transizione verso un’economia più sostenibile non riguarda esclusivamente settori o figure professionali specifiche, ma coinvolge trasversalmente comparti diversi e richiede una revisione profonda degli approcci alla gestione delle risorse umane. In questo contesto, l’intelligenza artificiale emerge come uno strumento abilitante che può supportare sia le aziende sia i lavoratori nell’individuare nuove opportunità e tracciare percorsi di upskilling efficaci. L’evoluzione delle competenze verdi diventa quindi una sfida sistemica che impone scelte strategiche informate, investimenti mirati e una rinnovata collaborazione tra attori pubblici e privati.







