L’evoluzione del mercato del lavoro negli ultimi dieci anni è stata caratterizzata da un’accelerazione senza precedenti, trainata prima dalla digitalizzazione e oggi dall’intelligenza artificiale. Una trasformazione che non riguarda soltanto gli strumenti, ma soprattutto le persone: competenze, mindset, processi di selezione e criteri valutativi stanno cambiando profondamente.
Per comprendere le dinamiche di questo scenario complesso e dinamico che incide in modo sempre più importante soprattutto sulla “S” di Social nell’ambito ESG, abbiamo scelto di confrontarci con Marco Valsecchi, Amministratore Delegato di Synergie Italia, che ci offre una visione approfondita del cambiamento in atto, analizzando come l’AI stia contribuendo a ridisegnare in generale il ruolo delle risorse umane, i processi di selezione, la formazione e l’ingresso delle persone nel mondo del lavoro.
Quali sono oggi i cambiamenti più importanti nel mercato del lavoro?
Il cambiamento più importante riguarda la preparazione delle persone. Fino a 10-15 anni fa Synergie Italia operava in un mercato guidato prevalentemente dalle aziende alla ricerca di figure professionali. L’obiettivo principale era formare al meglio i commerciali affinché potessero spiegare i nostri servizi e acquisire clienti.
Il ruolo del recruiter era naturalmente centrale: doveva fornire ai clienti un numero di profili il più possibile aderenti alle loro esigenze. In molti casi, la conoscenza approfondita del cliente permetteva persino di individuare candidati in linea con necessità non ancora esplicitate.
Oggi questo schema si è trasformato. Il mercato del lavoro è più fluido e, in molti settori, si può dire che sia diventato *candidate-driven*. È sempre più difficile trovare candidati che corrispondano in modo “sartoriale” alle richieste delle aziende.
Serve dialogo: occorre far capire ai clienti che il candidato perfetto non esiste, soprattutto in un mondo in rapidissima evoluzione. Ogni persona deve entrare in una dimensione di apprendimento continuo per tutta la vita lavorativa, e questo richiede un approccio completamente nuovo.
Come cambiano i vostri punti di riferimento?
Restiamo al centro di un modello tripartito e continuiamo ad avere due clienti: il candidato e l’azienda. È un equilibrio complesso ma necessario, soprattutto in un mercato che chiede sempre più personalizzazione, velocità ed etica nella gestione dei processi.
In che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando la selezione dei talenti?
L’intelligenza artificiale è un tornado che investe tutti, noi compresi. Io sono estremamente positivo rispetto a questa tecnologia: presenta rischi, certo, ma gestibili attraverso un approccio etico.
Per governare l’innovazione abbiamo creato Synergie Lab, un dipartimento di ricerca e sviluppo dedicato alla creazione di agenti intelligenti che supportano le nostre persone, rendendo il lavoro più preciso, più veloce e più ricco di valore per candidati e aziende.
Nello specifico va poi sottolineato che l’AI interviene su tre ambiti principali:
1. Amplifica la capacità di ricerca: individua pattern e connessioni che un essere umano non riuscirebbe a cogliere, valorizzando aspetti dei profili spesso non immediatamente evidenti.
2. Offre analisi predittiva: grazie ai nostri database, possiamo anticipare alle aziende quali candidati hanno maggiori probabilità di essere adatti, sempre nel rispetto della privacy.
3. Automatizza le procedure ripetitive: libera tempo prezioso ai recruiter, che possono concentrarsi sul valore umano della relazione.
Che cosa comporta tutto questo per i recruiter?
Il paradosso è che più automazione abbiamo, più tempo torna disponibile per il contatto umano.
L’AI gestisce lo screening iniziale, permette di ottenere liste di candidati già ordinate e valorizzate, ma rende ancora più centrale l’intervista. L’intelligenza artificiale non deumanizza: elimina attività ripetitive e permette al recruiter di conoscere davvero la persona, le sue emozioni, le sue motivazioni.
Come cambiano i criteri di valutazione delle competenze?
Si sta passando da un’analisi che privilegiava il passato del candidato alla valutazione del suo potenziale. Oggi servono competenze dinamiche, non più statiche. La capacità di apprendere continuamente è diventata cruciale, così come la curiosità e l’agilità mentale.
Viviamo in un mondo accelerato da AI, cambiamenti geopolitici, nuove tecnologie: chi entra nel mercato del lavoro deve mostrare *learning agility*, la capacità di imparare velocemente e adattarsi.
Come stanno cambiando le metodologie e gli strumenti per valutare le competenze?
Assistiamo a un’evoluzione impressionante. Molte startup stanno innovando nel campo dell’apprendimento e degli assessment. Gli strumenti tradizionali, come i questionari, sono stati sostituiti da soluzioni digitali e basate su AI.
Oggi un candidato può registrare un video di 40-60 secondi: l’AI analizza non solo le risposte ma anche logica, linguaggio ed emozioni. Gli assessment diventano così numerici, qualitativi e comparabili. Questo è fondamentale per noi e per tutto il mondo della formazione.
Attraverso Synergie Academy stiamo investendo molto nella formazione asincrona e negli assessment basati su intelligenza artificiale.
Un’altra area chiave è la gamification e la realtà immersiva. Portare un candidato o un lavoratore in un ambiente simulato, dove può imparare “giocando”, accelera enormemente i tempi di apprendimento e rende l’esperienza più profonda anche dal punto di vista emotivo.
È un trend di mercato fortissimo e destinarlo sia alla selezione sia alla formazione significa creare percorsi più efficaci e ingaggianti.
In che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando l’ingresso nel mondo del lavoro?
Molte di queste innovazioni erano già presenti, ma oggi sono potenziate dall’AI. Gli agenti intelligenti guidano parte della conversazione, la gamification viene personalizzata, il matching tra candidati e richieste del mercato avviene tramite analisi semantica dei CV.
I nostri sistemi contengono oltre 3-4 milioni di profili: l’AI confronta competenze, esperienza e potenziale, integrando ulteriori informazioni per valutare talenti e fit culturale.
Quanto è importante lavorare sull’assessment delle competenze?
È un elemento chiave. Oggi finalmente esistono strumenti che quantificano l’assessment, rendendo molto più semplice spiegare, comparare e misurare i progressi. Oggi l’AI elabora in pochi secondi milioni di dati e costruisce percorsi personalizzati.
Questo processo permette di adattare formazione e crescita alle caratteristiche individuali, con risultati enormemente superiori.
Come cambia il lavoro delle HR con l’avvento dell’AI?
Il lavoro HR sta cambiando radicalmente. L’AI permette analisi più ampie e oggettive, e apre spazio a candidati che prima non sarebbero stati considerati. La velocità aumenta: lo screening avviene più velocemente ed è più completo e preciso.
E cambiano anche le skill richieste ai lavoratori: la capacità di utilizzare l’intelligenza artificiale diventerà una competenza base.
Quali sono i nuovi strumenti, non solo tecnologici, per le HR nell’introduzione dei talenti in azienda?
Le aziende stanno affrontando uno sforzo enorme per far sì che l’HR diventi sempre più l’architetto della cultura aziendale. È un passaggio epocale: bisogna preparare le persone alla collaborazione *uomo + macchina*, superare paure e luoghi comuni, valorizzare competenze hard come l’uso dell’AI e abilità soft come il change management.
Il ruolo dell’HR si rafforza anche grazie ai numeri: cresce l’importanza della People Analytics, dell’analisi fattuale, della misurazione delle performance e della personalizzazione dei percorsi di carriera. Ogni persona deve avere un percorso su misura: assessment, formazione, microlearning, piattaforme di engagement e tool integrati permettono di costruire piani davvero personalizzati, capaci di aumentare motivazione e ingaggio.
Cosa sta succedendo a livello di piattaforme e integrazione tra formazione e selezione?
Stiamo entrando in un’epoca in cui selezione e formazione sono inscindibili. La demografia crea problemi, lo skill gap cresce, e il collegamento tra talent acquisition e formazione diventa essenziale.
Piattaforme integrate, community digitali, strumenti di microlearning e sistemi di engagement permettono di seguire i candidati nel tempo, proporre percorsi di crescita e creare relazioni più solide. È un modello che Synergie utilizza anche per la prpria organizzazione, gestita come una comunità da coinvolgere e far crescere.
Come ci si prepara al futuro del lavoro?
Il mondo del lavoro sta vivendo un momento storico: un grande cambiamento che crea complessità ma anche opportunità straordinarie. L’intelligenza artificiale accelera tutto, ma offre anche la possibilità di valorizzare le persone come mai prima d’ora. Serve etica, visione e capacità di accompagnare il cambiamento. Molto probabilmente tra vent’anni guarderemo indietro e riconosceremo che questa trasformazione avrà generato enorme valore per persone, aziende e società.




































































