Survey

Industry 5.0: al via la ricerca sulle prospettive per le imprese italiane

Obiettivi e metodologia della nuova ricerca su “Il Futuro della Manifattura: Navigando tra Digitale, Conoscenza e Cambiamenti Sostenibili” organizzata da Laboratorio RISE, Università degli Studi di Brescia e Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Come e perché partecipare

Pubblicato il 19 Ott 2023

shutterstock_580430338(mod)

Innovazione e sostenibilità, competitività e inclusione, ecologia industriale e responsible technology: per definire l’Industria 5.0 occorre fare riferimento a concetti e a valori che si stanno integrando e che, soprattutto, stanno stimolando un ulteriore passo in avanti rispetto ai temi più marcatamente tecnologici e digitali dell’Industry 4.0.

La sfida di unire competitività e sostenibilità costituisce nello specifico uno dei fattori sui quali si sta concentrando l’attenzione dei “regolatori“,  che influenza in modo sempre più incisivo le decisioni dei consumatori finali e sta alla base delle strategie di investimento e di valutazione di rischi e opportunità del mondo della finanza.

Industry 5.0: la nuova ricerca di Laboratorio RISE, Università degli Studi di Brescia e Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Ecco che diventa particolarmente importante oggi interrogarsi sul futuro dell’Industria 5.0, capire a che punto siamo in termini di evoluzione delle imprese del nostro paese, quali criticità si stanno incontrando e quali opportunità si potranno cogliere.

Ed è proprio su questo grande tema che si concentra l’attenzione della nuova ricerca “Il Futuro della Manifattura: Navigando tra Digitale, Conoscenza e Cambiamenti Sostenibili” organizzata da Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Una ricerca che, come sottolinea Andrea Bacchetti, Professore Università di Brescia, prosegue il percorso avviato da tempo dal Laboratorio Rise grazie a una serie di ricerche dedicate ai temi della digitalizzazione dei processi di business delle aziende manifatturiere. Un lavoro di analisi nato con l’obiettivo di rappresentare in modo dinamico i benefici, gli ostacoli, i livelli di adozione della digital transformation nel manufacturing italiano con ricerche che hanno di volta in volta concentrato l’attenzione sui diversi aspetti che incidono sulla creazione di valore come l’Intelligenza Artificiale, l’economia circolare, la servitizzazione.

Con questa nuova ricerca, che nasce anche sulla base di una collaborazione avviata con l’Università Roma Tor Vergata il gruppo di lavoro torna ad essere operativo sul tema classico della digitalizzazione ma guardando oltre l’Industry 4.0 per analizzare le sfide della transizione green e del Paradigma 5.0.

Partecipa subito alla ricerca QUI

Industry 5.0: un indagine che analizza anche i temi del knowledge management

La prospettiva dell’Industry 5.0, osserva Marco Ardolino, Ricercatore presso Laboratorio Rise nell’Università degli Studi di Brescia, nasce proprio con l’obiettivo di unire le potenzialità dell’innovazione digitale con gli obiettivi di una trasformazione green nel segno di una competitività in linea con gli obiettivi di sostenibilità. A questi elementi è stato aggiunto anche il tema del knowledge management, di una creazione di conoscenza che è sempre di più al servizio dello sviluppo delle imprese e del contesto sociale e territoriale. Concretamente il gruppo di lavoro ha focalizzato l’attenzione sui trend dell’Industria 5.0 all’interno dei quali si indaga il ruolo delle tecnologie digitali, della sostenibilità ambientale e del fattore umano in relazione a macchine, tecnologie e responsabilità sociale. In uno scenario generale che è sempre più coerente, grazie alle logiche del “5.0” con i criteri di valutazione  del mondo ESG.

Il format della ricerca punta a fornire una analisi del mondo manifatturiero italiano con il coinvolgimento di aziende italiane o multinazionali che contano almeno su un plant produttivo in Italia, di qualsiasi dimensione. La focalizzazione sul ruolo delle tecnologie digitali punta a mettere a disposizione una valutazione del livello di adozione, dei benefici potenziali o acquisiti e la individuazione degli ostacoli che impediscono ad alcune imprese di adottare un determinato set di tecnologie. Relativamente agli aspetti della sostenibilità ambientale la ricerca è impostata a sua volta per capire il livello di maturità nell’adozione, nei benefici e nelle criticità.

Centralità della persona e centralità del knowledge management

Un punto particolarmente importante è svolto dal tema della conoscenza. Il knowledge management sta assumendo una importanza crescente perché si sta aprendo a nuove potenzialità abilitate dalla grande disponibilità di dati e di tecnologie e dalle ulteriore forme di “trasformazione in conoscenza”.

Luna Leoni, Associate Professor in Management a Università di Roma Tor Vergata sottolinea che si è scelto di indagare l’implementazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie nel manifatturiero con un orientamento verso i principi di conoscenza dettati dall’Industry 5.0. Questo approccio ha portato a considerare non solo l’aspetto tecnologico, ma anche quello umano che arriva dalla gestione e dall’utilizzo e dalla condivisione della conoscenza all’interno delle imprese. Un approccio all’indagine che prende in considerazione l’insieme dei dati e delle informazioni che possono essere catturate e scambiate grazie al digitale, e che va oltre, indagando effettivamente come si agisce per trasformare questi dati in conoscenza e saggezza, intese come capacità di prendere decisioni orientate verso una innovazione responsabile.

Di fatto, si tratta di una lettura a 360 gradi del paradigma 5.0 che analizza l’utilizzo di tecnologie per creare e gestire una innovazione alla quale si chiede di essere nello stesso tempo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Nello specifico poi per la parte di knowledge management, si è scelto di focalizzare l’attenzione sui cinque aspetti chiave della gestione della conoscenza vale a dire i processi e le attività che portano l’impresa ad acquisire, a creare, a utilizzare, ad archiviare e a condividere conoscenza a tutti i livelli. Tutti processi che si legano poi a doppio filo al ruolo delle nuove tecnologie.

I vantaggi per le imprese che partecipano alla ricerca

La survey è concepita per rivolgersi ad aziende manifatturiere di qualsiasi settore e dimensione e a diverse figure professionali a cui è affidato il compito di presidiare i temi dell’innovazione, della ricerca di nuove forme di valore aggiunto e di raggiungere obiettivi di sostenibilità nelle sue varie declinazioni.

Le figure che più possono essere coinvolte sui temi della ricerca comprendono naturalmente il top management, il mondo dei sistemi informativi, i responsabili delle operations, della Supply chain e della produzione, unitamente a figure che rientrano nel perimetro di interesse fissato dall’Industry 5.0 come i responsabili delle risorse umane, dell’innovazione e delle tecnologie e naturalmente i Sustainability manager.

Chi partecipa alla ricerca potrà disporre di feedback in tempo reale su un radar charter che consente di esprimere una prima valutazione in termini di posizionamento dell’azienda riguardo alla maturità digitale, all’adeguatezza all’introduzione di tecnologie, alla maturità sulle pratiche di sostenibilità e alla maturità sulle aree del knowledge management. Si tratta in questo caso di un primo riscontro in termini di valutazione assoluta a cui si aggiunge, al termine della ricerca, la disponibilità di un’analisi di benchmarking in cui ciascuna azienda verrà posizionata rispetto al campione.  A tutto questo si aggiunge inoltre la possibilità di partecipare a un evento nel quale verrà presentata e analizzata la ricerca nella primavera del 2024

   Partecipa subito alla ricerca QUI

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4