Manifatturiero

Il sito industriale ABB di Dalmine sceglie la strada della sostenibilità

Negli ultimi due anni lo stabilimento, alimentato completamente con elettricità verde, è riuscito a ridurre le emissioni di CO2 di 2200 tonnellate

Pubblicato il 23 Mag 2022

Dalmine - Stazione di ricarica EV

In ambito industriale digitalizzazione e sostenibilità possono andare di pari passo, anzi devono farlo. Lo dimostra la storia positiva che arriva dallo stabilimento di Dalmine (Bergamo) di ABB: in questo sito da 45.000 mq ABB, dove sono prodotti interruttori e quadri elettrici di media tensione grazie all’apporto di tecnologie tipiche di Industria 4.0, è stato intrapreso un importante percorso di sostenibilità ed efficientamento, in piena ottica Mission to Zero. Uno stabilimento, che ormai da quindi anni a questa parte ha intrapreso la strada dell’automazione e della digitalizzazione delle proprie attività, tanto da essere riconosciuto dal Mise come Lighthouse Plant: “Abbiamo avviato un percorso che ha portato miglioramento della produttività e dei volumi, ovvero miglioramenti necessari per essere competitivi sul mercato globale, mantenendo livelli di servizio elevati”, ha evidenziato Massimiliano Callioni, Direttore dell’unità produttiva di Dalmine. In effetti il sito produttivo di Dalmine può contare su processi in buona parte automatizzati, robotizzati e connessi, nonché ispirati al principio della lean manufacturing, così da permettere una lavorazione rapida delle commesse una volta chiusi i contratti. Ma in un ambiente “come quello attuale, con tensioni geopolitiche ed emergenze, pandemia, scarsità materie prime, essere focalizzati solo sull’innovazione tecnologica non à più sufficiente. Per questo motivo abbiamo avviato un percorso verso industria 5.0, che guarda alla centralità delle persone, alla resilienza e alla sostenibilità”, aggiunge Callioni. Per quanto riguarda la centralità delle persone, ABB ha cercato di disegnare processi che mettano i propri dipendenti in una condizione di autonomia e capacità di prendere le decisioni che ritengono giuste nel momento opportuno. Sul fronte della resilienza, invece, la multinazionale ha ripensato alla catena di fornitura attraverso una maggiore regionalizzazione, così da evitare le problematiche legate allo shortage.

Le aree di intervento

Sulla sostenibilità, come ha invece evidenziato il sustainability manager di ABB, Paolo Perani, ci sono cinque aree principali di intervento
1) L’utilizzo della tecnologia ABB per il monitoraggio di consumi
2) L’implementazione di soluzioni per efficientare i consumi
3) Massimizzare al massimo utilizzo di energia elettrica (attraverso l’elettrificazione)
4) L’acquisto di energia verde certificata
5) La produzione di energia verde direttamente in sito

In buona parte, ABB ha già raggiunto a Dalmine tutti questi traguardi: il sito di Dalmine è già alimentato con il 100% di energia verde da fonti rinnovabili certificate da Enel Green Power, Inoltre i tre edifici della fabbrica sono stati dotati di 4.000 m2 di pannelli fotovoltaici. I pannelli generano una potenza di picco di 900 kWp, fornendo circa il 20 per cento del fabbisogno energetico della fabbrica. Dal punto di vista del monitoraggio, attraverso più di 70 sensori installati in tutto il sito, la piattaforma ABB Ability Energy and Asset Manager riesce a tracciare il consumo di energia per identificarne le inefficienze ed evidenziare le opportunità di risparmio energetico. Sulla base dei risultati del monitoraggio energetico, per esempio, l’illuminazione esterna è stata sostituita con lampade a LED ad alta efficienza, riducendo il consumo energetico di 76.000 kWh all’anno, ovvero l’energia necessaria per ricaricare la crescente flotta di veicoli elettrici del sito (dove sono presenti nove stazioni di ricarica). Nello stabilimento dal 2020 è presente un impianto di raffrescamento ad alta efficienza, il cui fabbisogno durante i mesi estivi è completamente assicurata dalla produzione fotovoltaica. Un team interno dedicato, ha inoltre studiato e realizzato una serie di iniziative capaci di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale, promuovendo la riduzione dell’uso della plastica e della carta, nonché la corretta raccolta dei rifiuti e la sensibilizzazione dei dipendenti. Grazie a questi interventi, ABB è riuscita a ridurre negli ultimi due anni le emissioni di CO2 di circa 2.200 tonnellate. Per ridurre ulteriormente le emissioni, ha evidenziato il sustainability manager, occorrerebbe agire soprattutto sulla riduzione del metano che ancora oggi assicura il riscaldamento dello stabilimento nel periodo invernale. Una sfida non semplice, considerato che la completa elettrificazione del complesso non appare al momento una strada percorribile.

Una sfida a 360 gradi per la sostenibilità

La sfida della sostenibilità per ABB è comunque a 360 gradi: “Non siamo attivi soltanto a Dalmine, ma cerchiamo di ridurre le emissioni di CO2 in tutti i nostri stabilimenti. L’obiettivo è che tutti i 38 siti di cui mi occupo raggiungano una footprint pari a zero entro il 2030. Inoltre, sulla base della nostra esperienza, aiutiamo anche i nostri clienti a implementare dei percorsi di sostenibilità, anche su siti produttivi già esistenti”, ha evidenziato Perani. Un obiettivo confermato anche da Alessandro Palin, presidente della Divisione Distribution Solutions di ABB: “I nostri clienti vogliono rendere le loro supply chain più sostenibili e si rivolgono sempre più spesso a noi per le dichiarazioni ambientali di pro-dotto EPD (Environmental Product Declaration). Lo stabilimento di Dalmine è oggi un modello replicabile dai nostri clienti: è un esempio positivo di come tecnologie innovative e digitalizzazione possono ridurre le emissioni del 25% – un risultato notevole. In ABB collaboriamo con i nostri clienti per ridurre le loro emissioni annuali di CO2 di oltre 100 mega tonnellate entro il 2030, l’equivalente delle emissioni generate da 30 milioni di auto a combustione. Riducendo le emissioni ed eliminando i rifiuti in tutta la nostra catena di approvvigionamento, sosterremo i clienti nel realizzare i loro obiettivi di sostenibilità”.

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Gianluigi Torchiani

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