Finanza

M&A e ESG: cosa sta cambiando

Il rapporto ESG Due Diligence 2023 di KPMG offre un quadro dell’impatto dei fattori ambientali, sociali e di governance sulle decisioni legate a Merger & Acquisition

Pubblicato il 13 Set 2023

L’arena delle fusioni e acquisizioni sta subendo una trasformazione significativa. Con l’avvento della sostenibilità quale elemento fortemente integrato con i valori del business, la necessità di valutare gli investimenti tenendo in considerazione non solo elementi legati alla redditività ma anche metriche ESG è diventata di centrale importanza.

L’ESG, un tempo metrica accessoria, si è trasformato in una considerazione primaria per gli investitori, ridisegnando le strategie aziendali e rimescolando le priorità.

M&A: la trasformazione aziendale nell’era ESG

In questo contesto, lo studio di KPMG ESG Due Diligence 2023 (maggiori dettagli qui n.d.r.) sottolinea come tali metriche rivestano un ruolo centrale nelle scelte d’investimento, notando come un sostanziale 53% degli investitori americani abbiano fatto un passo indietro nelle decisioni di M&A una volta venuti a conoscenza di dettagli legati ad i fattori ESG. La tendenza, tuttavia, non è limitata agli Stati Uniti in quanto il precedente studio, incentrato sull’area EMEA, ha prodotto risultati simili.

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I nuovi risultati dello studio di KPMG, pubblicati a luglio 2023, sottolineano l’aumento della domanda di un prodotto di due diligence ESG specializzato in grado di analizzare sia i rischi che le opportunità. Mark Golovcsenko, leader dei servizi ESG e climatici di KPMG negli Stati Uniti, ha sottolineato: “Le aziende e gli investitori stanno integrando sempre più le considerazioni ESG nelle loro strategie di M&A. Noi di KPMG crediamo sia importante per le organizzazioni prestare la massima attenzione a questo cambiamento cruciale, intrecciando sostenibilità e creazione di valore“.

M&A e ESG: sfide e opportunità

Sebbene l’ascesa dell’ESG ponga delle sfide, non è priva di opportunità. Le operazioni di M&A, anche quando devono affrontare problemi legati all’ESG, possono ancora andare in porto, anche se con interventi che possano tenere in considerazione i temi ambientali e sociali. Secondo lo studio il 42% degli intervistati statunitensi ha rivisto i prezzi di acquisto sulla base delle valutazioni ESG per bilanciare l’offerta.

Al contrario, le organizzazioni che mostrano solide pratiche ESG si trovano in una posizione di vantaggio. Ben il 60% degli investitori è disposto a pagare un premio per queste aziende, e alcuni prevedono un aumento superiore al 5%. È interessante notare che il 68% degli investitori EMA e il 62% negli Stati Uniti sarebbero disposti a pagare un premio per gli obiettivi che dimostrano un’elevata maturità ESG in linea con le loro priorità.

L’approccio ESG integrato e i fattori M&A

L’indagine ha ulteriormente sottolineato l’approccio olistico ESG che gli investitori stanno adottando con un 74% degli statunitensi ed un 82% degli EMEA che ha inserito considerazioni ESG nei propri piani di M&A.

Un’ulteriore ripartizione indica che il 72% degli investitori finanziari e il 76% degli investitori aziendali negli Stati Uniti stanno ora integrando considerazioni ESG, contro il 94% e il 77% delle loro controparti EMEA.

Le traiettorie future indicano un aumento della due diligence ESG. Nell’area EMA, il 48% degli investitori prevede frequenti valutazioni ESG nelle proprie transazioni, con un aumento significativo rispetto al 25% degli ultimi due anni. Gli Stati Uniti seguono l’esempio, con il 27% che prevede valutazioni frequenti, rispetto al precedente 16%. Tuttavia, un aspetto rivelatore è che solo il 51% di essi possiede una comprensione completa dell’ESG nell’ambito dei propri investimenti.

Quali ambiti di azione tra M&A e ESG

I risultati dell’indagine accentuano gli ostacoli che gli investitori incontrano nella due diligence ESG. Il 54% degli investitori EMEA e il 56% di quelli statunitensi sottolineano la difficoltà di definire un ambito che sia significativo e gestibile. Inoltre, il 49% degli investitori EMEA e il 59% di quelli statunitensi citano come ostacolo significativo la mancanza di dati solidi o di politiche consolidate presso le società target.

Man mano che la comunità globale si spinge verso l’ESG, la collaborazione emerge come la pietra angolare del progresso. Garantire coerenza e trasparenza nelle valutazioni ESG richiede una sinergia tra le autorità di regolamentazione, i pionieri del settore, le entità globali e la comunità degli investitori.  Per raggiungere tale obiettivo, la creazione di un quadro ESG unificato può semplificare le valutazioni, offrire una guida chiara alle aziende e spingere l’economia verso un paradigma più sostenibile.

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Davide Gordon

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