Il panel

COP27, nasce il patto per l’azione sul clima in Africa

Le linee guida per i “finanziamenti giusti” di Sharm El-Sheikh nascono per ridurre i rischi e le incertezze legati agli investimenti sul clima, presentando un piano realistico e implementabile per indirizzare le risorse dove ce ne è più bisogno

Pubblicato il 10 Nov 2022

cop27

Trasformare gli impegni teorici in piani e progetti implementabili, cogliendo le opportunità per ottenere e indirizzare i finanziamenti e gli investimenti a supporto delle azioni sul clima. E’ questo l’obiettivo dello “Sharm El-Sheikh guidebook for just financing”, lanciato proprio durante la giornata della COP27 dedicata alla finanza. L’iniziativa, è nata dalla collaborazione tra il ministero della Cooperazione internazionale egiziano, in rappresentanza del Paese che ospita il summit, e il Tony Blair Institute for Global Change, per fare in modo che gli impegni del mondo della finanza vadano oltre le promesse, e si concretizzino nella promozione di partnership inclusive che guardino a un futuro resiliente dal punto di vista dei cambiamenti climatici.

Il Panel

A moderare il panel di discussione in cui è stato presentato il documento è stato il ministro egiziano della Cooperazione internazionale, Rania Al-Mashat, che ha coordinato gli interventi di Akinwumi Adesina, presidente dell’African Development Bank, Tony Blair, presidente esecutivo del Tony Blair Institute for Global Change, Ambroise Fayolle, vicepresident della Banca europea degli investimenti, Axel Van Trotsenburg, managing director delle operation della Banca mondiale, Khalida Bouzar, Assistant Secretary-General and Director delle Nazioni Unite, Emmanuel Nyirinkindi, vicepresidente delle Cross-Cutting solutions di Ifc, James Zhan, direttore degli investimenti e dell’enterprise di Unctad, e Jay Collins, vicepresidente di  Banking, Capital Markets and Advisory di Citi.

Assicurare un accesso equo alle risorse

Il guidebook parte dalla definizione di “Just Financing”, come un modello che tiene conto delle responsabilità storiche per i cambiamenti climatici preoccupandosi di assicurare un accesso equo alla qualità e alla quantità di risorse finanziarie necessarie per dare supporto a uno sviluppo resiliente senza lasciare indietro nessuno.

Il manifesto parte da 12 principi fondamentali, utili come uno schema in grado di guidare gli stakeholder nell’adozione di modalità e strumenti di finanziamento innovativi su progetti legati al clima. Questi strumenti saranno utili per sbloccare i finanziamenti necessari provenienti da investitori pubblici e privati per guidare il processo di transizione necessario a conseguire i risultati di adattamento e mitigazione rispetto al clima.

Ridurre i rischi e le incertezze legate agli investimenti

L’iniziativa, spiegano i promotori in una nota, reduce il rischio e l’incertezza associati con gli investimenti sul clima nei paesi in via di sviluppo, riducendo il gap di informazioni sia per i governi sia per gli investitori privati. Il Vademecum inoltre identifica le barriere più importanti per gli investimenti privati e propone una serie di possibili soluzioni per superarle.

L’identificazione dei possibili investitori

Uno degli aspetti centrali del “guidebook” è l’identificazione dei possibili investitori nel campo del sul clima, con una mappa basata sui criteri d’accesso ai fondi, sulla propensione al rischio, con focus per regioni e per settori, sull’entità dei finanziamenti e qul tipo di strumenti finanziari disponibili per superare il problema dell’accesso limitato ai finanziamenti dei Paesi in via di sviluppo. Il documento propone inoltre una serie di modelli di finanziamento innovativi che possono influenzare le disponibilità e gli interessi di diversi bacini di capitali nel finanziamento di progetti sul clima. Tutto questo ispirandosi al principio che anche in molti dei contesti geografici e dei settori più sfidanti possono essere replicati e implementati progetti di successo.

Progetti realistici e implementabili anche per le aree a rischio

“Lo Sharm El-Sheikh Guidebook for Just Financing si conclude con un’agenda concreta per ogni stakeholder, che elenca i ruoli che possono giocare per ottenere buoni risultati  spiega la presidenza della COP27 – Presenta in definitiva un progetto realistico e implementabile per massimizzare l’efficienza del sistema di finanziamenti esistente nel breve periodo, mentre si ripensa la struttura internazionale di questi strumenti nel medio e lungo termine”.

La storia del guidebook

Le basi per il guidebook erano state poste nel settembre 2021 durante la prima edizione dell’Egypt-International Cooperation Forum, dove le economie emergenti e in via di sviluppo avevano sottolineato la doppia sfida dei cambiamenti climatici per il loro siritto allo sviluppo. Nell’occasione era stato enfatizzato anche il ruolo centrale dei finanziamenti privati per sbloccare le risorse tecniche ed economiche. L’idea fu poi incoraggiata durante la COP26 di Glasgow.

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