In poco tempo il concetto di data driven company si è notevolmente arricchito in tante direzioni. Una di quelle più rilevanti riguarda i temi della sostenibilità, della responsabilità sociale, dell’etica e della governance d’impresa; in altre parole il dominio dell’ESG.
Su questo terreno un ruolo speciale è svolto dalle società che hanno costruito la loro storia e il loro posizionamento proprio nella raccolta, gestione e analisi dei dati per fornire report e score al servizio delle imprese. Ed è qui che si colloca CRIF, azienda globale specializzata in soluzioni informative e servizi consulenziali, insieme a CRIBIS, azienda del gruppo CRIF, storicamente presente nella fornitura di report e score relativi ai crediti redditizi e alla qualità dei pagamenti, che ha scelto di mettere a disposizione le proprie competenze alle aziende che stanno valutando di attivare processi ESG, partendo con un approccio che tiene conto dei valori legati all’intera supply chain. Nasce così la nuova iniziativa CRIF ESG .
Sostenibilità: l’impresa non è un’isola
Marco Preti, General Manager CRIF, sottolinea la ferma convinzione alla base del progetto, che non può esistere un criterio ESG valido solo per una azienda; il focus deve esser aperto a tutto l’ecosistema in cui opera l’azienda stessa e deve perciò saper comprendere i valori di tutte le catene di fornitura.
“L’impresa non è un’isola”, ma al contrario è un insieme complesso di relazioni che va dalla gestione dei partner a quella del prodotto finito, comprendendo processi e modalità di ingaggio e di servizio verso i clienti finali. Di conseguenza, è fondamentale valutare l’impatto diretto e indiretto dell’impresa sull’ambiente calcolando l’impatto di ciascun attore che concorre a generare valore. Non basta quindi l’impegno esclusivo dell’azienda, serve quello di tutta la filiera produttiva. Questo perché, in molti settori, l’impatto della filiera incide per oltre il 90% sul dato complessivo dell’attività imprenditoriale. In questo contesto diventa imprescindibile chiedere alle aziende di impegnarsi su entrambi i livelli: migliorare la propria sostenibilità e quella della propria catena di fornitura. Questo anche perché le valutazioni di sostenibilità ESG rappresentano un fondamentale criterio di selezione dei fornitori per tutte le aziende capofiliera, e danno la possibilità di conoscere le performance aziendali e rischi collegati, parametri fondamentali per accedere a condizioni finanziarie migliori da parte degli Istituti di credito o fondi pubblici.
ESG come monitoraggio e miglioramento continuo
Per le imprese è dunque fondamentale ripensare i criteri che definiscono la propria competitività considerando il valore di questi dati in ottica di monitoraggio e di miglioramento continuo. Marco Preti sottolinea che “vogliamo offrire ai clienti la possibilità di fare quel primo passo con noi. Lo consideriamo come una componente integrante del nostro core business. In particolare, ci rivolgiamo al mercato con un approccio da supply chain e da ecosistema e forniamo questo servizio a costo zero per le imprese capofiliera”.
Con CRIF ESG, l’azienda procede nel percorso di estensione del portfolio servizi: dai report e dagli score sul credito redditizio e sulla qualità dei pagamenti, a un modello di analisi che tiene conto sia delle specifiche performance dell’impresa, sia di quelle della sua supply chain.
In particolare, CRIF ESG è una piattaforma digitale e globale per la valutazione della sostenibilità aziendale che permette alle imprese capofiliera di verificare il grado di sostenibilità della propria supply chain, consentendo alle aziende fornitrici di far conoscere i propri investimenti in ottica ESG. Il servizio ha una componente worldwide aperta alla raccolta delle informazioni e alla valutazione anche di aziende estere. La valutazione dell’albo fornitori sarà quindi consistente, indipendentemente dalla sede dell’azienda e permetterà di mappare in modo completo i rischi ESG della propria catena di fornitura, anche se composta da fornitori localizzati in altri Paesi.
Il ruolo di capofiliera e il ruolo di fornitore
Al portale CRIF ESG si accede in 2 modalità, in qualità di capofiliera oppure come fornitore. Nel primo caso, l’azienda ha la possibilità di coinvolgere i propri fornitori a cui il sistema provvede a inviare un invito a nome del capofiliera stesso. Un invito univoco per ogni fornitore con la massima garanzia in termini di acquisizione del dato e di qualità del dato stesso. Alle aziende fornitrici viene proposto un questionario quali–quantitativo allineato agli standard GRI (Global Reporting Initiative) e alle indicazioni della UE taxonomy. Il questionario prevede una parte generale e una più specifica di settore, supportata da una identificazione di settore basata sul codice Atecoche permette un self assessment online.
Le informazioni sono precise e verificabili, infatti la piattaforma è impostata su un sistema di Alert che verifica le risposte dei questionari sulla base del patrimonio informativo CRIF e della documentazione richiesta successivamente a sostegno delle informazioni fornite. Sono inoltre previsti dei controlli da parte di un team di analisti che verifica i documenti e, se necessario, contatta direttamente il fornitore. Il questionario ha una validità di dodici mesi, trascorsi i quali, verrà richiesto al fornitore di rispondere nuovamente alle domande, ciò a garanzia di un costante aggiornamento delle informazioni.
Grazie a CRIF ESG le aziende capofiliera potranno disporre di una gestione ottimizzata delle informazioni con un controllo omogeneo delle performance dei fornitori attraverso dashboard digitali, utili per analizzare come le aziende si distribuiscono sui diversi indicatori di performance ESG. Il sistema mette a disposizione un repository con informazioni sempre disponibili ed esportabili. Inoltre, il servizio prevede anche il rilascio di un attestato CRIF ESG, che le imprese fornitrici possono pubblicare all’interno del proprio web site o sui canali social, per dimostrare al mercato e agli investitori il proprio grado di sostenibilità.
I vantaggi per le imprese
CRIF ESG da un lato aiuta il capofiliera a valutare il proprio albo fornitori tramite un processo strutturato, standardizzato, internazionale e digitale, in grado di restituire il reale impegno verso la sostenibilità del proprio fornitore. Dall’altro, consente al singolo fornitore di eseguire un self assessment e individuare i suoi punti di forza e i suoi margini di miglioramento.
Il controllo dettagliato della supply chain, con una prospettiva che integra anche la dimensione ESG, permette di aumentare il livello di conoscenza dei partner, in particolare su quattro punti fondamentali:
Marco Preti afferma che la crescente consapevolezza sul ruolo degli SDGs (i 17 Sustainable Development Goals) sta spingendo indirettamente tante aziende a ridisegnare le proprie attività e sempre più spesso anche a ripensare il proprio modello di business. Dal punto di vista delle aziende, si nota un interesse rilevante verso queste tematiche: la sostenibilità è la nuova frontiera nella valutazione aziendale e, nei prossimi anni, si imporrà come uno dei parametri più importanti nei rapporti cliente-fornitore, così come nel rapporto banca-impresa.