Nella visione sui trend 2026 che ha caratterizzato l’incontro con i giornalisti di Alessandro La Volpe, Amministratore Delegato di IBM Italia (temi trattati nel servizio AI Agentica e Quantum per generare nuovo valore n.d.r.) non poteva mancare, almeno nella prospettiva della nostra testata, una visione del rapporto tra gli sviluppi per la sostenibilità e l’ESG nel 2026 e il ruolo dell’Intelligenza artificiale e dell’Agentic AI. Non poteva mancare, sia per l’importanza che IBM attribuisce da tempo a questi temi, sia perché Alessandro La Volpe ha ricoperto nel recente passato il ruolo di Vice President global di IBM Sustainability Software Sales e ha avuto la responsabilità del portafoglio software IBM per trasformare le strategie di sostenibilità in azioni.
Sostenibilità, ESG e AI: un rapporto da affrontare da una doppia prospettiva
Rispondendo a una domanda su queste prospettive La Volpe ha voluto precisare che i temi della sostenibilità e dell’ESG in relazione all’Intelligenza artificiale vanno affrontati da diverse prospettive. La prima considerazione deve tener conto che l’AI richiede una elevata capacità computazionale e per conseguenza presenta un impatto ambientale decisamente rilevante, almeno sino a quando non si potrà gestire su data center di tipo Quantum. In secondo luogo, l’AD IBM Italia invita a prestare maggiore attenzione al fatto che l’impatto dell’AI è determinato anche dalle scelte dei modelli più appropriati in funzione degli obiettivi aziendali. La sostenibilità in altre parole va considerata nella fase di progettazione dell’utilizzo stesso dell’AI.
“Noi siamo convinti che l’architettura ibrida, quindi il Cloud ibrido – spiega -, rappresenti la risposta migliore per considerare anche la dimensione legata all’impatto ambientale. La possibilità di valutare e utilizzare modelli “più piccoli” significa affrontare minori consumi, disporre di una maggiore facilità nell’addestramento e di un minor utilizzo complessivo di risorse. In generale si può pianificare e progettare un utilizzo dell’AI con un impatto ambientale inferiore”.
Il vantaggio competitivo di ENVIZI
Entrando più nello specifico sul tema ESG La Volpe ricorda l’acquisizione di ENVIZI da parte di IBM nel 2022. Una azienda nata in Australia, ovvero in una delle aree del mondo a maggiore sensibilità in ambito in ambito sostenibilità, con l’obiettivo creare una piattaforma in grado di rispondere in modo nuovo, efficace e completo alle logiche di gestione della sostenibilità. Una soluzione che rappresentava e rappresenta un importante vantaggio competitivo.
Con qualche similitudine all’approccio Client Zero La Volpe ricorda che IBM ha scelto di effettuare questa acquisizione prima di tutto perché IBM stessa era cliente di ENVIZI e utilizzando intensamente questa soluzione “ci siamo resi conto che rappresentava una piattaforma ESG ideale per la rendicontazione, per il monitoring e per l’analisi, con una particolare focalizzazione su Scope 1 e 2”.
La Volpe sottolinea come la misurazione e la gestione dell’impatto implica la necessità di raccogliere una enorme quantità di dati, con una grande capacità di analisi, e una altrettanto grande capacità di metterli in relazione con molteplici obiettivi, a partire, solo per fare un esempio, dalla necessità di rispettare normative diverse in funzione delle aree geografiche in cui un’azienda opera.
La sfida di dimostrare il ritorno di business degli investimenti in sostenibilità
La Volpe arriva poi a quello che è il vero fattore chiave nel rapporto tra prospettive green e imprese, ovvero la necessità di dimostrare il ritorno di business di un investimento in sostenibilità. Al netto degli aspetti legati alla compliance e in generale all’evoluzione della normativa ESG ecco che diventa fondamentale disporre di dati su tutti i fattori che permettono di incidere e di controllare la gestione delle risorse. Per questo, è – e sarà – sempre più importante per un’azienda capire quanto si consuma, ad esempio, conoscere e presidiare tutte le variabili che determinano un cambiamento nei consumi, disporre di previsioni e predisporre strategie che permettano di agire per ridurre l’impatto. La Volpe invita poi a considerare che la disponibilità di dati e di conoscenza in relazione agli asset non deve essere solo considerata in funzione del reporting, ma come preziosissimo feedback per ottimizzare l’utilizzo degli asset stessi e per renderli sempre più sostenibili. La corretta misurazione e valorizzazione di questi risultati rappresenta una componente importante del ritorno degli investimenti sulla sostenibilità.
“Come IBM abbiamo raccolto i dati dai nostri asset fisici – spiega -, dalle nostre fabbriche e abbiamo iniziato a creare delle connessioni fra le nostre piattaforme che gestiscono physical asset. L’asset management basato su IBM MAXIMO ha permesso di generare dei feed per alimentare ENVIZI che raccoglie, analizza e valuta questi dati, tenendo conto di un ampio numero di variabili a partire, appunto, dal rispetto delle normative locali. In questo modo si possono generare report utili sia per la rendicontazione di sostenibilità sia per fornire indicazioni preziose sul miglioramento degli asset stessi”.
La sfida dello Scope 3 e il ruolo dell’Agentic AI
Una delle sfide più interessanti e più complesse, conclude La Volpe, è poi quella dello Scope 3 reporting. È un impegno che si affronta entrando nelle supply chain con tutte le difficoltà di un processo che impone di agire a livello di ecosistema. Una risposta importante oggi per questa sfida è rappresentata dall’Agentic AI, che permette di “entrare” nelle tante dimensioni dello Scope 3 con la possibilità di disporre di dati in tempo reale, di prendere decisioni e di agire in modo sempre più preciso e consapevole“. (A questo proposito si suggerisce la lettura del servizio sul ruolo dell’Agentic AI per il sustainability management e dei trends IDC 2026 per sustainability e ESG n.d.r.)
La Volpe tiene infine a sottolineare come lo scenario per questa trasformazione nella gestione della sostenibilità sia determinato primariamente dalla capacità di accesso ai dati, dalla possibilità di prendere decisioni e dagli strumenti che permettono di cambiare la propria catena di approvvigionamento in tempo reale. Tutti valori che non si limitano solo al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, ma che rappresentano a tutti gli effetti un nuovo vantaggio competitivo.








