La COP30 di Belém entra nel vivo con una giornata che segna uno dei momenti più strategici dell’intero vertice sul clima: un pacchetto di iniziative ad alto impatto su oceani, foreste, comunità vulnerabili e PMI, unite da un fil rouge preciso – passare dalle promesse all’implementazione.
In un anno considerato decisivo per l’azione climatica, gli annunci della Day 9 delineano l’architettura della “transizione giusta” che la trentesima Conferenza delle Parti vuole consegnare alla comunità internazionale.
Un’agenda blu senza precedenti: l’oceano entra nelle politiche climatiche nazionali
La mattinata si apre con un segnale politico forte: 17 nuovi Paesi aderiscono alla Blue NDC Challenge, impegnandosi a integrare nel cuore dei propri Contributi Determinati a livello Nazionale misure concrete legate alla conservazione degli oceani.
A differenza degli impegni simbolici del passato, l’iniziativa mira a trasformare la protezione marina in un pilastro delle strategie nazionali per la mitigazione e l’adattamento.
Sebbene le azioni per il clima basate sugli oceani siano sempre più riconosciute negli NDC, rimangono sottofinanziate e trascurate. La Blue NDC Taskforce sarà fondamentale per guidare l’ambizione e liberare il pieno potenziale climatico dell’oceano.
Ha dichiarato Tom Pickerell, Direttore globale per il Programma Ocean, World Resources Institute.
A questo si aggiunge il lancio del Blue Package, il più ambizioso programma coordinato mai presentato in una COP per accelerare soluzioni basate sugli oceani.
Il pacchetto riunisce le cinque Ocean Breakthroughs in un unico piano operativo che agisce su cinque aree strategiche — conservazione marina, cibo acquatico, energia rinnovabile oceanica, shipping e turismo costiero — ambiti che rappresentano il crocevia delle principali sfide globali, dalla perdita di biodiversità alla sicurezza alimentare ed energetica.
L’iniziativa non solo mira a moltiplicare l’impatto delle politiche oceaniche, ma contribuisce anche a rafforzare la sinergia tra le Convenzioni di Rio, offrendo un percorso chiaro per coinvolgere attori non statali nell’attuazione delle Blue NDC.
Il potenziale climatico degli oceani
A consolidare l’azione rigenerativa degli oceani, arriva il lancio della One Ocean Partnership che istituisce una rete globale di Regenerative Seascapes che entro il 2030 punta a:
- mobilitare almeno 20 miliardi di dollari per la Blue Economy rigenerativa;
- creare 20 milioni di posti di lavoro legati a pesca sostenibile, energia marina, turismo costiero e conservazione.
Strumenti nuovi come l’Ocean Breakthroughs Implementation Dashboard e il Marine Biodiversity and Ocean Health Toolkit introducono livelli di trasparenza mai applicati prima alla governance oceanica, permettendo a governi, investitori e comunità costiere di monitorare i progressi settore per settore.
Le “breakthroughs costiere”, uno dei pilastri centrali del 2025, accelerano su più fronti:
- Mangrovie: nuovo Mangrove Catalytic Facility da 80 milioni, primo passo verso un obiettivo di 4 miliardi;
- Paludi salmastre: piano globale per restaurare e proteggere 500.000 ettari entro il 2030 supportato da una task force politica dedicata;
- Torbiere: quadro scientifico unico che offre a governi e investitori una tabella di marcia condivisa per promuovere la protezione e il ripristino ad alta integrità su larga scala.
L’oceano, per anni marginale nelle Conference of Parties, emerge così come spazio politico decisivo per l’implementazione dell’Accordo di Parigi.
PMI e startup climatiche: la transizione si gioca nella supply chain globale
La transizione ecologica non può prescindere dalle PMI, che rappresentano oltre il 90% delle aziende del pianeta. A questo proposito, la Climate-Proofing SMEs Campaign annuncia di aver già raggiunto 90 milioni di piccole e medie imprese con programmi per:
- calcolo dell’impronta carbonica;
- competenze ESG;
- accesso a mentorship e innovazione.
L’iniziativa coinvolge più di 250 multinazionali, tra cui IKEA, Schneider Electric e Natura, che supportano i fornitori nella riduzione delle emissioni Scope 3, spesso pari al 70% del totale aziendale, attraverso
programmi di supply chain che includono sviluppo delle capacità, assistenza tecnica e incentivi finanziari.
Il Sud globale diventa protagonista grazie al lancio del South-South Collective for Climate (S2C2), un’alleanza tra Brasile e India che promette di trasformare l’innovazione climatica in un motore di sviluppo.
Obiettivi:
- sostenere 5.000 startup climatiche entro il 2030;
- generare soluzioni capaci di evitare 1 Gt di emissioni;
- mobilitare 220+ milioni di dollari entro il 2027.
Il dato più significativo: dal 2016 i membri S2C2 hanno già supportato oltre 2.000 startup, segnale che l’ecosistema esiste e sta scalando rapidamente.
Foreste e costruzioni: nasce la più grande alleanza pubblico-privata sul legno sostenibile
Il settore edilizio, responsabile di quasi il 40% delle emissioni globali, entra nel focus della COP30 con il lancio della Building for Forests Acceleration Plan, sostenuta da 15 governi, 2 governi locali e 300 partner industriali.
Il piano mira a:
- coinvolgere 30 Paesi entro il 2028 nell’edilizia in legno a basse emissioni;
- allineare gli standard di costruzione alle strategie climatiche nazionali;
- creare strumenti finanziari per piccoli produttori e PMI forestali.
Con questa iniziativa, la COP30 punta a posizionare il legno sostenibile come materiale da costruzione chiave nella decarbonizzazione globale.
Le Convenzioni di Rio si riuniscono: verso un’unica strategia clima-natura-suolo
Per la prima volta nella storia, le presidenze delle tre Convenzioni ONU — Clima (UNFCCC), Biodiversità (CBD) e Desertificazione (UNCCD) — presentano un documento comune che invita a una governance integrata.
L’iniziativa, sostenuta da Brasile, Arabia Saudita, Colombia, Armenia e Mongolia, celebra il ritorno alle radici del processo di Rio, nato proprio in Brasile oltre 30 anni fa, e vuole evitare duplicazioni, incoerenze politiche e dispersioni di fondi.
Adattamento: la nuova Alleanza per i Piani Nazionali (NAP) punta alla realtà dei territori
La NAP Implementation Alliance consolida un nuovo approccio: niente nuove istituzioni, ma un processo operativo che nel prossimo anno coinvolgerà NAP Expo, Climate Weeks e attori finanziari globali per trasformare i Piani di Adattamento in investimenti concreti.
Tra i partner:
- Green Climate Fund
- Adaptation Fund
- Itausa
- ClimateWorks
- Asian Development Bank
- Inter-American Development Bank
- NAP Global Network
- NDC Partnership
Il focus: evitare che i NAP restino documenti tecnici e farli diventare strumenti che orientano la finanza pubblica e privata.
Vogliamo tutti che i Piani di Adattamento non siano solo un documento presentato alla UNFCCC, ma uno strumento che guidi le decisioni di investimento delle istituzioni finanziarie pubbliche e private sul campo.
Ha affermato Alice Amorim, Direttrice dei Programmi, COP30.
Etica e giustizia climatica al centro: presentato il Global Ethical Stocktake
La Giornata 9 ospita uno dei momenti istituzionali più rilevanti: la presentazione del Global Ethical Stocktake (GES), un’innovazione che affianca al Global Stocktake scientifico una valutazione etica della transizione.
Il rapporto, frutto di dialoghi regionali e partecipativi, porta alla COP raccomandazioni su:
- equità intergenerazionale;
- responsabilità etica degli Stati;
- giustizia climatica e diritti umani;
- ascolto culturale delle comunità vulnerabili.
Ministri, leader ONU ed ex capi di Stato sostengono la proposta di rendere il GES una componente permanente dell’UNFCCC.
Giovani leader spingono per l’inclusione e la giustizia climatica
La Giornata dedicata a Bambini e Giovani riunisce decine di delegati e attivisti.
Due i momenti chiave:
- il Youth Led Climate Forum nella Blue Zone, dedicato alle politiche inclusive;
- la sessione guidata dalla Youth Climate Champion Marcele Oliveira, dedicata a come razza, genere, disabilità e territorio influenzano l’esperienza della crisi climatica in Brasile.
Un documento di raccomandazioni sarà consegnato alla Presidenza COP30 per rafforzare la partecipazione giovanile nei processi decisionali futuri.
Comunità indigene e tradizionali: l’Amazzonia come guida della transizione giusta
La COP30 ribadisce poi il ruolo centrale dei popoli indigeni nella protezione degli ecosistemi e nell’adattamento climatico.
Gli incontri organizzati dal Right Energy Partnership with Indigenous Peoples mostrano progetti concreti di:
- energia rinnovabile comunitaria;
- governance territoriale;
- resilienza climatica;
- partnership tra saperi ancestrali e istituzioni internazionali.
Il People’s Circle porta al centro le voci di organizzazioni quilombola, donne della costa, giovani amazzonici, con focus su:
- protezione delle foreste;
- bioeconomia;
- impatti del settore minerario;
- leadership femminile nelle emergenze climatiche.
Prossimi passi: la Giornata 10 mette al centro cibo, agricoltura e donne
La decima giornata della COP30 a Belém sarà dedicata a:
- agricoltura e sistemi alimentari;
- pesca e agricoltura familiare;
- turismo sostenibile;
- leadership femminile nella transizione.
Tra gli appuntamenti chiave, il forum RAIZ – Resilient Agriculture Investment for Net-Zero Land Degradation, e il Global Climate Action High-Level Event dedicato all’accelerazione dell’implementazione.













































