Compiere un passo decisivo nell’evoluzione dei sistemi di supporto alle decisioni in agricoltura: è questo l’obiettivo che ha portato la società agritech EVJA, con sedi a Napoli e Wageningen, a lanciare la propria Agronomic Intelligence Platform, che integra l’intelligenza artificiale nel cuore delle attività agronomiche, trasformando i dati di campo in indicazioni operative concrete.
La piattaforma, accessibile attraverso una nuova app disponibile sugli store Apple e Google, consente di monitorare in tempo reale lo stato delle piante, prevedere l’insorgenza di fitopatologie grazie a modelli affinati dall’AI, stimare la resa produttiva delle colture e valutare l’impronta carbonica, includendo sia le emissioni sia il sequestro di CO₂.
Ne deriva uno strumento che ambisce a diventare un vero e proprio “cruscotto” digitale dell’azienda agricola, dove le informazioni non restano confinate in tabelle e grafici, ma guidano le scelte quotidiane su trattamenti, irrigazione, raccolta e pianificazione delle rotazioni colturali.
“Tante aziende agritech vantano soluzioni AI per gli agricoltori, ma, in realtà, le applicazioni fino ad oggi sono state ancora molto limitate – afferma Davide Parisi, CEO di EVJA – La nuova piattaforma di Evja, che rappresenta un’evoluzione del nostro sistema brevettato e in uso presso le aziende agricole di tutto il mondo, mette ora l’AI al centro delle operazioni agronomiche”.
L’obiettivo è di superare l’uso superficiale dell’AI come semplice funzione accessoria e di trasformarla in una leva strategica per la sostenibilità economica e ambientale delle imprese agricole.
Dati, previsioni e impronta carbonica: l’agricoltura guidata dall’AI
La forza della nuova piattaforma risiede, spiega l’azienda, nella capacità di combinare sensori climatici, modelli predittivi e algoritmi di intelligenza artificiale in un unico ambiente digitale. In questo modo, la complessità dei dati viene ricondotta a un linguaggio comprensibile per chi lavora ogni giorno tra i campi.
I tecnici possono seguire l’evoluzione delle colture in tempo reale, intervenendo prima che le criticità si trasformino in perdite di resa. L’analisi predittiva delle fitopatologie, ad esempio, permette di programmare gli interventi in modo più mirato, con il potenziale di ridurre input chimici e sprechi, migliorando al contempo la qualità del raccolto.
Un ulteriore elemento chiave è la valutazione dell’impronta carbonica. Monitorare emissioni e sequestro di CO₂ non è più solo un esercizio teorico, ma diventa parte integrante del processo decisionale. Questo consente alle aziende di misurare gli effetti delle proprie scelte, valutare scenari alternativi e dialogare con la filiera e i mercati in modo più trasparente, mettendo in evidenza investimenti e azioni concrete a favore della transizione ecologica.
Un benchmark AI per orientarsi tra i modelli di linguaggio
Accanto alla piattaforma, EVJA e eZecute presentano il primo benchmark AI dedicato all’agricoltura, sviluppato con la piattaforma AutoBench. Si tratta di uno strumento che valuta le performance dei principali LLM, sia proprietari sia open source, in contesti agricoli reali.
Il benchmark prende in esame quattro profili emblematici: la piccola azienda, l’agricoltore professionista, il tecnico di una grande realtà agricola e il ricercatore agronomico. Per ognuno di questi ruoli, non viene misurata solo la qualità delle risposte, ma anche il costo e la latenza per singola interazione, elementi cruciali quando l’AI diventa strumento quotidiano.
Dalla comparazione emerge la forte posizione dei modelli proprietari di OpenAI, Gemini e Anthropic, che dominano il benchmark dal punto di vista delle performance. Allo stesso tempo, però, l’analisi mette in luce il valore emergente di alcune soluzioni open source. “Il benchmark – si legge in una nota – evidenzia come alcuni modelli open source (ad esempio i nuovi modelli Mistral o il modello Gpt-oss-120b di OpenAI) offrono performance confrontabili, ma ad un prezzo significativamente inferiore”.
Per il settore agricolo, in cui la sostenibilità economica è spesso tanto delicata quanto quella ambientale, poter valutare il rapporto tra qualità, tempo di risposta e costo di un modello rappresenta un vantaggio competitivo non trascurabile. Significa scegliere l’AI non solo in base alla notorietà del marchio, ma sulla base di dati misurabili e pertinenti alle reali esigenze di chi opera sul campo.
L’agricoltura come laboratorio di AI generativa
La collaborazione tra EVJA ed eZecute mette in evidenza un’altra dimensione di questa innovazione: l’agricoltura come laboratorio avanzato per l’AI generativa. Peter Kruger, CEO di eZecute, osserva che “La diffusione degli LLM coinvolge ormai ogni ambito e settore” e racconta come la piattaforma AutoBench sia stata utilizzata per analizzare l’impiego dell’AI nel comparto agricolo.
Kruger sottolinea che sempre più aziende e professionisti impiegano l’intelligenza artificiale per redigere documenti, analizzare dati e svolgere attività di consulenza agronomica. L’AI generativa diventa così uno strumento trasversale, in grado di affiancare l’agronomo nella preparazione di relazioni tecniche, nella sintesi di risultati sperimentali, nella gestione di grandi moli di informazioni provenienti dai campi sperimentali o dai progetti di ricerca.
In questo contesto, il benchmark non è soltanto un esercizio di classificazione, ma un tassello fondamentale per la costruzione di un ecosistema di strumenti AI affidabili, valutabili e adattabili alle diverse situazioni operative. L’agricoltura, spesso percepita come un settore tradizionale, si rivela invece uno dei campi più dinamici per l’adozione di tecnologie innovative, proprio perché costretta a confrontarsi con la scarsità di risorse, l’instabilità climatica e la pressione a produrre di più con meno.
Investimenti, internazionalizzazione e impatto sulla sostenibilità
EVJA, fondata nel 2015, ha costruito la propria identità su una piattaforma brevettata che già integra modelli predittivi, intelligenza artificiale e sensori climatici per ottimizzare la gestione delle colture. Nel 2023 l’azienda ha chiuso un round di investimento da 4,2 milioni di euro con Cdp Venture Capital Sgr e SEFEA Impact Sgr, contando tra i propri azionisti anche realtà internazionali come BayWa AG, RWA AG e Startupbootcamp Foodtech.
Questa struttura societaria e finanziaria testimonia un forte orientamento alla crescita e all’internazionalizzazione, ma anche un’attenzione alla dimensione di impatto. L’obiettivo dichiarato è quello di incrementare la sostenibilità ambientale ed economica delle aziende agricole, con soluzioni che permettano di migliorare la produttività, ridurre sprechi e input non necessari, valorizzare le pratiche virtuose lungo tutta la filiera.
La partnership con eZecute, a sua volta player centrale nel mondo delle startup AI e agrifood-tech, rafforza la capacità di EVJA di posizionarsi come punto di riferimento nella convergenza tra agronomia e intelligenza artificiale. Le piattaforme AutoBench e Bot Scanner, basate sulla metodologia “Collective-LLM-as-a-Judge” per valutare i sistemi di AI, offrono una cornice metodologica robusta entro cui collocare le future evoluzioni della Agronomic Intelligence Platform.
Dai dati alle decisioni, la nuova frontiera della smart agriculture
La combinazione tra Agronomic Intelligence Platform e benchmark AI dedicato all’agricoltura segna un passaggio significativo dalla semplice digitalizzazione dei processi alla piena integrazione dell’AI nelle decisioni agronomiche.
Per le aziende agricole, questo può tradursi in una maggiore capacità di anticipare i problemi, ottimizzare le risorse, misurare l’impatto ambientale e comunicare in modo più trasparente il proprio impegno in termini di sostenibilità. Per i tecnici e i ricercatori, significa accedere a strumenti capaci di gestire dati complessi, verificare ipotesi e sperimentare nuove soluzioni con l’appoggio di sistemi predittivi avanzati.
In definitiva, la mossa di EVJA conferma che la transizione verso una smart agriculture davvero sostenibile non passa solo dall’adozione di nuove tecnologie, ma dalla capacità di usarle per prendere decisioni migliori, più informate e più responsabili, a vantaggio dell’ambiente, delle imprese e della sicurezza alimentare globale.







