Agrifood, IBM: ecco le 5 innovazioni che rivoluzioneranno la supply chain

Presentate al Think Ibm di San Francisco le “cinque innovazioni in cinque anni”, che in questa edizione riguardano l’industria alimentare. Dai semi al raccolto, dallo scaffale alla tavola, fino al cestino. L’analisi di Arvind Kroshna, senior vice president di Ibm Cloud & cognitive software

Pubblicato il 20 Feb 2019

Ibm-Agrifood

Tra le innovazioni scientifiche e tecnologiche che rivoluzioneranno il mondo nei prossimi 5 anni un posto importante spetterà a quelle che riguardano la supply chain nell’industria alimentare, con cambiamenti che interesseranno tutti i settori dell’agrifood, a partire dai semi per arrivare al raccolto, passando dagli scaffali e dalla tavola per concludere la loro “vita” nel cestino. E’ questo il tema a cui Ibm ha voluto dedicare il proprio focus annuale “5 innovazioni in 5 anni”, presentato a San Francisco nei giorni scorsi durante “Think Ibm”, da cui è emerso il ruolo che potranno avere tecnologie come intelligenza artificiale, blockchain, Internet of things e cloud per rendere sempre più efficiente e sostenibile il settore, proprio nel momento in cui cresce la domanda mondiale di cibo e prodotti alimentari. 

“Nel corso dei prossimi cinque anni, la popolazione della Terra supererà per la prima volta il tetto degli otto miliardi. La nostra complessa catena alimentare, già logorata dai cambiamenti climatici e dalla limitata disponibilità di risorse idriche, sarà ulteriormente messa alla prova – spiega Arvind Krishna, sento vice president di Ibm Cloud & Cognitive Software – Per rispondere alle esigenze di questo affollamento futuro, abbiamo bisogno di nuovi algoritmi di intelligenza artificiale e di dispositivi collegati al cloud, di progressi nei settori della chimica e della microbiologia e di modi completamente nuovi di considerare la sicurezza alimentare”.

Così Ibm sta impegnando i propri ricercatori alla ricerca di soluzioni a questo problema lungo tutta la catena alimentare, dall’aiuto offerto agli agricoltori per massimizzare la produttività dei raccolti all’ottimizzazione dei servizi di trasporto e distribuzione, fino al contenimento della tendenza allo spreco, fino alla creazione di una rete di sicurezza per catturare gli agenti patogeni e contaminanti prima che siano in grado di causare malattie nelle persone e all’invenzione di nuovi metodi per riciclare la plastica.

Si parte dal seme

L’innovazione parte ovviamente dal seme, con il twinning, ovvero l’applicazione del modello “digital twin” nel settore dell’agricoltura, pensata per alimentare una popolazione in crescita utilizzando meno risorse. “Un digital twin di terreni coltivabili, attività agricole e risorse agricole sarà disponibile per tutti gli agricoltori, fornitori di attrezzature agricole, distributori di generi alimentari, dipartimenti di agricoltura e salute, banche e istituti finanziari, organizzazioni umanitarie di tutto il mondo – spiega Krishna – generando un’economia in grado di condividere risorse e permettendo l’aumento della produttività agricola e della sicurezza alimentare, con un minore impatto ambientale.

La blockchain per il raccolto

Grazie all’utilizzo della distributed ledger technology sarà possibile porre un limite allo spreco di alimenti, facendo in modo che ogni partner della filiera sappia con precisione quanto piantare, ordinare e spedire. Questo contribuirà – oltre a limitare gli sprechi e le perdite alimentari, anche a fare in modo che i prodotti distribuiti arrivino ai consumatori più freschi, grazie proprio all’utilizzo integrato di blockchain, IoT e degli algoritmi di intelligenza artificiale.

I microbi per garantire la sicurezza alimentare

Grazie all’analisi e alla mappatura dei microbiomi sarà possibile proteggere il cibo che finisce sugli scaffali dei supermercati. E’ il progetto “Culture Club”, che grazie a una nuova tecnica che ci permette di analizzare il costo del corredo genetico in modo efficace, utilizza i microbi come indicatori della sicurezza di ciò che consumiamo.

L’intelligenza artificiale contro gli agenti patogeni nei cibi

“Nel giro di cinque anni, gli agricoltori, le imprese del settore alimentare e i negozi di generi alimentari, insieme ad un miliardo di cuochi – spiega Krishna – saranno in grado di rilevare senza problemi la presenza di pericolosi contaminanti negli alimenti. Sarà sufficiente un telefono cellulare o un piano d’appoggio con sensori basati sull’intelligenza artificiale. I ricercatori Ibm stanno studiando la creazione di potenti sensori portatili basati sull’intelligenza artificiale in grado di rilevare la presenza di agenti patogeni di origine alimentare dovunque possano svilupparsi. I sensori mobili di batteri potrebbero enormemente aumentare la velocità dei test sugli agenti patogeni da giorni a secondi, permettendo ai singoli soggetti nella catena alimentare di rilevare l’esistenza del pericoloso E. coli o della Salmonella prima che scoppi un’epidemia”.

La chiusura del ciclo

Entro cinque anni, lo smaltimento dei rifiuti e la creazione di nuovi oggetti di plastica saranno processi completamente trasformati, spiega Ibm nell’ultima delle previsioni per i prossimi cinque anni – Tutto, dai cartoni del latte ai contenitori di dolcetti, dalle borse della spesa ai contenitori nel quale è avvolto il formaggio, sarà riciclabile e le società di produzione di prodotti in poliestere saranno in grado di recuperare i rifiuti e trasformarli in qualcosa di utile. Questo passaggio sarà reso possibile da innovazioni come VolCat, un processo chimico catalitico che trasforma alcuni materiali plastici (chiamati poliesteri) in una sostanza che può essere direttamente riutilizzata nelle macchine per la produzione della plastica per realizzare nuovi prodotti.

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