Nel corso della terza giornata della COP30, è emersa con forza una verità: sono le persone il punto di partenza della transizione climatica. Da questa consapevolezza nasce l’impegno per un empowerment diffuso e una inclusione reale non solo come strumenti d’azione, ma come metro con cui misurare il reale progresso verso la giustizia climatica. Il Summit, ospitato in Brasile, ha intrecciato dimensioni sociali, economiche e culturali per delineare i tasselli necessari a una transizione ecologica giusta, inclusiva e capace di generare sviluppo sostenibile.
Lavoro e competenze per la nuova economia verde
La giornata si è aperta con il lancio della Global Initiative on Jobs & Skills for the New Economy, una coalizione che unisce governi, industria e società civile con l’obiettivo di integrare lavoro e competenze nelle nuove strategie climatiche ed economiche.
Il Flagship Report stima che la transizione ecologica possa creare fino a 375 milioni di nuovi posti di lavoro nel prossimo decennio, mentre le attività di adattamento potrebbero generarne altri 280 milioni, per un totale di oltre 650 milioni di occupazioni globali.
Otto Paesi – tra cui Brasile, Kenya, Indonesia, Sudafrica ed Egitto – hanno già aderito al piano, che entro il 2028 mira a coinvolgere più di 20 nazioni e 40 istituzioni.
I Paesi che abbracceranno questa trasformazione si adatteranno alla nuova economia in modo più confortevole.
ha dichiarato André Corrêa do Lago, Presidente della COP30.
Saperi indigeni e giustizia climatica: la forza delle radici
L’evento Indigenous Adaptation ha posto l’accento sul ruolo dei popoli originari come custodi di conoscenze indispensabili per l’adattamento climatico.
Leader indigeni provenienti da diverse regioni del mondo hanno condiviso esperienze e metodologie, evidenziando come la saggezza ancestrale e la governance locale possano orientare le politiche nazionali e globali.
Il Consiglio Indigeno di Roraima (CIR) ha presentato cinque piani di adattamento elaborati in Brasile, oggi considerati un modello replicabile in tutto il mondo.
“Non c’è adattamento climatico senza il contributo delle popolazioni indigene“, hanno ribadito i partecipanti, invitando la comunità internazionale a finanziare direttamente progetti guidati dalle comunità native. La loro conoscenza del territorio è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi globali sull’adattamento (GGA).
La nuova sfida: l’integrità dell’informazione climatica
Per la prima volta nella storia delle COP, il tema della veridicità e trasparenza dell’informazione sui cambiamenti climatici è stato inserito ufficialmente nell’agenda d’azione.
La Global Initiative for Information Integrity on Climate Change ha accolto sei nuovi Paesi membri – Belgio, Canada, Finlandia, Germania, Spagna e Paesi Bassi – e ha presentato i primi dieci progetti che saranno finanziati a livello mondiale per affrontare il crescente impatto della disinformazione, delle false informazioni, del negazionismo e degli attacchi deliberati contro giornalisti, sostenitori, scienziati e ricercatori ambientali, azioni che compromettono gli sforzi per il clima e mettono a repentaglio la stabilità sociale.
L’obiettivo è ambizioso: ricostruire la fiducia nell’informazione climatica e arginare la manipolazione digitale. Il documento invita così i Paesi firmatari a garantire l’integrità della comunicazione sul clima a ogni livello — internazionale, nazionale e locale — nel pieno rispetto dei diritti umani e dei principi sanciti dall’Accordo di Parigi.
Il piano al 2028 prevede:
- il supporto a oltre 10 Paesi nello sviluppo di nuove leggi contro la disinformazione climatica,
- la mobilitazione di 10 milioni di dollari attraverso il Fondo Globale UNESCO per l’Integrità dell’Informazione,
- la creazione di una Carta dei Principi per la Pubblicità Climaticamente Responsabile, che coinvolgerà almeno 15 grandi piattaforme digitali e case editoriali.
Lamministratore delegato della COP30, Ana Toni, ha ribadito:
Questa è la COP della Verità. Pertanto, si tratta di un tema fondamentale che dobbiamo affrontare collettivamente per proteggere l’integrità delle informazioni
Finanza e appalti pubblici sostenibili: i motori della giusta transizione
Sul fronte economico, la UNIDO e l’Industrial Deep Decarbonisation Initiative (IDDI) hanno lanciato il Piano per Accelerare le Soluzioni di Appalti Pubblici Sostenibili, noto come Belém Declaration.
L’obiettivo: utilizzare i trilioni di dollari del mercato globale degli appalti pubblici come leva per favorire materiali a basse emissioni (cemento, acciaio, calcestruzzo), lavoro equo e crescita inclusiva.
Messico, Norvegia e Paesi Bassi hanno già confermato la partecipazione.
Parallelamente, il Summit degli Investitori Istituzionali (Asset Owners Summit) ha riunito leader della finanza per allineare le strategie d’investimento con gli obiettivi climatici e preparare un “read-out” destinato ai ministri delle Finanze per la giornata del 14 novembre, dedicata al climate finance.
Cultura e giovani: l’anima della trasformazione
La giornata si è conclusa con un forte richiamo alla dimensione culturale e intergenerazionale del cambiamento climatico.
Durante l’evento “Narratives and Storytelling to Face the Climate Crisis”, artisti, attivisti e rappresentanti politici hanno mostrato come arte e identità possano alimentare consapevolezza e resilienza.
La Ministra della Cultura del Brasile, Margareth Menezes, ha ricordato:
L’arte e la cultura sono ponti che uniscono i cuori e trasformano l’emozione in forza. La Terra non ci appartiene: appartiene a tutte le generazioni che verranno.
Parallelamente, i Youth Climate Champions hanno ospitato un dialogo ad alto livello sull’intergenerazionalità delle soluzioni climatiche.
Oltre l’ingiustizia e il razzismo ambientale, continuiamo a lottare — e abbiamo bisogno dei giovani in questa lotta
ha affermato Marcele Oliveira, Giovane Campionessa per il Clima della Presidenza COP30.
Maloca e la voce dei popoli: giustizia, cultura e resilienza
Nel cuore della Green Zone, la piattaforma Maloca ha dato spazio a sessioni pubbliche su giustizia climatica, conoscenze tradizionali e soluzioni comunitarie.
L’apertura dell’Indigenous COP, guidata dalla Ministra dei Popoli Indigeni Sônia Guajajara, ha ribadito il ruolo delle comunità native nel raggiungimento dell’obiettivo “zero deforestazione” del Brasile.
Verso la Giornata della Giustizia Climatica
La quarta giornata della COP30 (13 novembre) sarà dedicata a Giustizia, Clima e Diritti Umani, con incontri su salute, educazione e informazione.
Tra gli appuntamenti principali:
- il Belém Health Action Plan sull’adattamento del settore sanitario,
- il Ministerial Roundtable on Greening Education,
- e il dialogo Integrity of Information and Climate Action in Brazil.



































































