Efficienza energetica in Italia: il rapporto Energy&Strategy
La presentazione dell’Energy Efficiency Report 2025 realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano permette di fare il punto sulla situazione dell’efficienza energetica in Italia.
Relativamente a una vista più continentale il nostro paese si colloca al quinto posto in Europa per efficienza energetica, con un Energy Intensity Index migliore del 16% rispetto alla media UE nel 2024 e consumi residenziali pro capite ridotti dell’8% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, dal 2022, il Paese è sceso di una posizione, e il divario con altre nazioni come Germania, Francia e Spagna si sta assottigliando, indicando una crescita insufficiente.
Un quadro contraddittorio per l’efficienza energetica in Italia
Nonostante la buona performance nell’Energy Intensity Index e buoni risultati nella riduzione dei consumi residenziali, il ritmo relativo al progresso dell’Italia è giudicato insufficiente. L’incertezza normativa ha rappresentato un ostacolo alla pianificazione di lungo periodo, fondamentale per mobilitare capitali e accompagnare la transizione energetica. A questo proposito Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy, evidenzia la necessità di un salto di qualità in visione strategica, stabilità delle regole e semplificazione amministrativa per trasformare le misure esistenti in un volano reale di decarbonizzazione. Un quadro questo che aiuterebbe a migliorare il rapporto tra decarbonizzazione e competitività industriale.
Obiettivi europei e consumi
Per allinearsi pienamente agli obiettivi dell’Unione Europea, l’Italia dovrebbe ridurre i consumi finali di energia a 93 Mtep entro il 2030. Questo target è considerato poco realistico con le sole misure attualmente previste o attuate, richiedendo un notevole incremento degli sforzi.
La situazione degli investimenti per favorire e accelerare l’efficienza energetica in Italia
Gli investimenti in efficienza energetica in Italia hanno registrato un calo significativo: dalle stime di 75-85 miliardi di euro nel 2023 si è passati a 58-66 miliardi stimati per il 2024. Ancora per metà, questi investimenti si concentrano nel settore residenziale, nonostante il calo dovuto alle modifiche al Superbonus.

Il calo degli investimenti rappresena un fattore critico per la transizione energetica. Federico Frattini, vicedirettore di Energy&Strategy, sottolinea a sua volta che, per raggiungere gli obiettivi PNIEC ed UE, gli investimenti cumulati tra il 2024 e il 2030 dovrebbero superare i 240 miliardi di euro. L’incertezza normativa da questo punto di vista rappresenta un ostacolo determinante per questi interventi, poiché ha limitato la pianificazione di lungo periodo.
Approccio e situazione efficienza energetica in Italia in diversi settori
Il settore residenziale (edilizia sostenibilie e architettura sostenibile) ha subito il calo più forte, passando da 44-49 miliardi di euro nel 2023 a 29-32 miliardi nel 2024. Altri settori sono stati più stabili: l’industriale ha allocato tra 2,3 e 2,7 miliardi di euro, principalmente in fotovoltaico (+26%), pompe di calore, illuminazione e sensoristica, ma con un rallentamento negli interventi sui processi produttivi e sulla produzione sostenibile (-68%) e sistemi ad aria compressa (-57%).
La Pubblica Amministrazione (PA) e il terziario hanno destinato circa il 70% delle risorse a fabbisogni termici, ma con un aumento del 14% degli investimenti e solo il 13% di risparmi, indicando interventi meno efficienti. Le aziende di medie dimensioni si distinguono per dinamicità e diversificazione degli interventi.
Un quadro più stabile e incentivi per favorire nuovi investimenti
Per allinearsi allo scenario più ambizioso degli obiettivi UE, gli investimenti dovrebbero raggiungere i 308 miliardi di euro nel 2030. Questo è irrealizzabile senza adeguati incentivi e un quadro stabile e coerente, capace di mobilitare capitali e accompagnare la transizione energetica nei diversi settori.
Cittadini e Imprese nell’Efficienza Energetica in Italia
L’interesse per l’efficienza energetica in Italia è diffuso ma frammentato. Un’indagine condotta da Energy&Strategy con Doxa tra aprile e giugno 2025 ha esplorato le prospettive di cittadini e imprese.
L’87% dei 2.500 cittadini intervistati possiede l’alloggio. L’85% ha effettuato almeno un intervento negli ultimi cinque anni, con una preferenza per soluzioni semplici come sistemi di illuminazione efficienti o smart, elettrodomestici intelligenti e caldaie a condensazione. Tecnologie più complesse (fotovoltaico, sistemi di accumulo e microcogenerazione) hanno una diffusione molto più limitata. Nonostante una generale soddisfazione (65%) e una maggiore consapevolezza rispetto al passato, rimangono ostacoli significativi: costi elevati, complessità burocratiche e difficoltà di accesso agli incentivi e al credito.
Strategie e difficoltà per le imprese
Il 70% delle 250 imprese intervistate ha investito in tecnologie hardware, privilegiando soluzioni accessibili, consolidate e a rapida implementazione, come l’efficientamento dell’illuminazione e l’autoproduzione di energia (spesso da fotovoltaico).
Le tecnologie ad alto investimento iniziale o di gestione più complessa restano meno esplorate. In proporzione, le imprese piccole (+22,5%) e medie (+21,5%) hanno investito singolarmente il doppio delle grandi. Nei prossimi 5 anni, si prevede un maggiore interesse per fotovoltaico, sistemi di accumulo, illuminazione efficiente, pompe di calore e software di gestione energetica.
Sfide, incertezze e costi
Tra gli ostacoli all’implementazione di nuove soluzioni di efficienza energetica per le imprese spiccano i tempi lunghi di ritorno degli investimenti e l’incertezza normativa, seguiti dalla mancanza di competenze tecniche e dalla difficoltà di accesso al capitale. Purtroppo, il 65% delle aziende non monitora ancora l’andamento delle iniziative di efficienza organizzativo-comportamentale, e solo il 15% prevede sistemi di premialità per il personale.
Il contesto normativo e gli strumenti a supporto dell’efficienza energetica in Italia
Il quadro regolatorio a supporto dell’efficienza energetica in Italia si è notevolmente ampliato negli ultimi anni, ma risulta articolato e ha bisogno di armonizzazione per migliorare la sua efficacia.
A livello europeo, il pacchetto “Fit for 55” e la revisione della Direttiva Efficienza Energetica (EED) introducono nuovi obblighi. Il Clean Industrial Deal, pubblicato il 26 febbraio 2025 dalla Commissione Europea, propone un piano d’azione concreto per trasformare la decarbonizzazione in un’opportunità di crescita economica, anche tramite la riduzione dei costi energetici.
La revisione della EPBD (Energy Performance of Buildings Directive, “Direttiva Case Green“) accelera sulla riqualificazione del patrimonio edilizio. L’estensione dell’ETS (Emission Trading System) al settore civile e dei trasporti (ETS2) introduce un segnale di prezzo diretto sulle emissioni di CO2, con potenziali ricadute rilevanti sui comportamenti di consumo.
La frammentazione degli strumenti nazionali
In Italia, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), rivisto nel 2024, rafforza il ruolo dell’efficienza energetica, ma conferma una dinamica ancora troppo lenta nella riduzione dei consumi. Gli strumenti incentivanti sono molti ma a loro volta sono ancora molto frammentati:
- Certificati Bianchi
- Conto Termico (focalizzato sull’efficienza degli edifici)
- Detrazioni fiscali per l’edilizia (Superbonus, Ecobonus, Bonus Casa)
- Il Piano Transizione 5.0, che ha stanziato 13,5 miliardi di euro per ridurre i consumi energetici industriali del 5%.
Questi strumenti sono eterogenei per logica, ambito di applicazione e tempistiche. L’assenza di un coordinamento strutturato tra questi meccanismi rischia di ridurre l’efficacia complessiva delle misure, creando sovrapposizioni, lacune settoriali e incertezze per gli operatori.
Innovazione e comportamento: BACS e efficienza erganizzativa nell’efficienza energetica in Italia
Accanto agli investimenti tecnologici, una gestione organizzativa efficace e la promozione di comportamenti consapevoli stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nel campo dell’efficienza energetica.
I sistemi di automazione degli edifici, o Building Automation and Control Systems (BACS), rappresentano una delle leve tecnologiche più promettenti per ridurre i consumi, soprattutto nel comparto non residenziale, dove per edifici di grandi dimensioni i tempi di rientro dell’investimento risultano più favorevoli. Tuttavia, l’adozione resta modesta, frenata da barriere culturali, mancanza di consapevolezza e scarsa diffusione di competenze tecniche.
L’aggiornamento della EPBD, che introduce obblighi di installazione di sistemi BACS per impianti termici sopra i 290 kW (e dal 2029 anche sopra i 70 kW), potrebbe rappresentare un punto di svolta, stimolando la diffusione di questa tecnologia. La sfida sarà accompagnare questi obblighi con un’efficace azione di formazione, supporto tecnico e finanziamento.
L’impatto dei comportamenti e le lacune aziendali
L’Unione Europea e l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) riconoscono il potenziale trasformativo delle abitudini quotidiane e dei modelli organizzativi, stimando che possano produrre il 20-25% dei risparmi globali entro il 2050. È stato calcolato che entro il 2030 interventi mirati potranno contribuire a evitare circa 2 gigatonnellate di CO2. I comportamenti virtuosi possono includere sia l’uso più efficiente delle tecnologie esistenti sia un cambiamento profondo nelle abitudini di consumo. Tuttavia, la rilevazione di Energy&Strategy ha mostrato che solo poco più della metà delle imprese italiane (53%) ha già adottato queste misure. Il 65% non monitora l’andamento delle iniziative, e meno del 15% prevede premi al personale legati al raggiungimento di obiettivi energetici. Questo scenario evidenzia una lacuna culturale che va colmata integrando conoscenze psicologiche, sociali e ambientali.
Scenari e politiche per l’Efficienza Energetica in Italia
L’Energy Efficiency Report 2025 delinea tre possibili scenari di evoluzione degli investimenti in efficienza energetica al 2030, costruiti tenendo conto di variabili normative, economiche e sociali.
Tre percorsi possibili per il 2030
- Scenario Conservativo: Basato sulle sole politiche vigenti, prevede una riduzione limitata dei consumi di energia finale (-0,5 Mtep rispetto al 2022) e investimenti pari a circa 137 miliardi di euro nel periodo 2024-2030, insufficienti a raggiungere i target europei.
- Scenario PNIEC: Intermedio, necessita di politiche stabili e ben strutturate. Propone di ridurre i consumi a 102 Mtep entro il 2030 e aumentare gli investimenti fino a circa 243 miliardi di euro tra 2024 e 2030, con un ruolo centrale dei settori residenziale e terziario.
- Scenario Obiettivi UE: Il più ambizioso, punta a 93 Mtep di consumi finali al 2030, un traguardo che il PNIEC stesso ritiene irraggiungibile con le sole misure attuali. Gli investimenti dovrebbero salire fino a circa 308 miliardi di euro, trainati soprattutto dal settore residenziale, anche in risposta alla direttiva europea EPBD.
Obiettivi Europei: il ruolo chiave degli incentivi
Il raggiungimento dello scenario più ambizioso è irrealizzabile senza adeguati incentivi. Un quadro stabile e coerente, caratterizzato da continuità delle misure di supporto, è essenziale per mobilitare i capitali e guidare gli interventi, accompagnando la transizione energetica nei diversi settori.
Una transizione energetica stabile per far crescere l’efficienza energetica in Italia
L’Italia si trova in una posizione di relativo vantaggio nell’efficienza energetica europea, ma il suo percorso è segnato da un rallentamento degli investimenti e da una persistente incertezza normativa. Le analisi dell’Energy Efficiency Report 2025 del Politecnico di Milano evidenziano che, sebbene l’interesse per l’efficienza sia diffuso tra cittadini e imprese, le barriere burocratiche, i costi elevati e la frammentazione degli incentivi ne limitano la piena realizzazione.
Per superare queste sfide e raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei, che richiederebbero investimenti cumulati di centinaia di miliardi di euro entro il 2030, è indispensabile un quadro duraturo e coerente di misure di supporto. Come sottolineato dai direttori di Energy&Strategy, Federico Frattini e Vittorio Chiesa, la chiave risiede nel potenziare e rendere stabili le misure incentivanti, eliminando l’incertezza normativa che ostacola la pianificazione di lungo periodo e nella trasformazione delle misure esistenti in un vero volano di decarbonizzazione attraverso stabilità delle regole e semplificazione amministrativa. L’integrazione di tecnologie promettenti come la building automation, accompagnata da formazione e supporto, e la promozione di pratiche organizzativo-comportamentali consapevoli, saranno altrettanto cruciali.
Il futuro dell’efficienza energetica in Italia dipenderà dalla capacità del Paese di tradurre il suo potenziale e la sua “cassetta degli attrezzi” normativa in una visione strategica unitaria, capace di mobilitare efficacemente capitali e di accompagnare ogni settore verso una transizione energetica duratura e di successo. Senza una politica energetica stabile e una chiara direzione, gli obiettivi europei rimarranno un traguardo irraggiungibile.
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