Il 2050 è la frontiera simbolica e concreta della rivoluzione della mobilità. È l’anno in cui le città, le industrie e i veicoli dovranno raggiungere standard di sostenibilità e intelligenza oggi solo immaginabili. Di questo si è discusso a Cavriago (Reggio Emilia) durante la seconda edizione del convegno “Driving Tomorrow: The Sustainable Road Towards Future Mobility & Infrastructures”, organizzato da AVL Italia, azienda leader nel settore delle soluzioni powertrain e dei sistemi tecnologici per la mobilità sostenibile.
L’iniziativa ha riunito esperti del mondo accademico e industriale, chiamati a confrontarsi sui due grandi assi della trasformazione: da un lato, la progettazione di veicoli sempre più intelligenti e connessi; dall’altro, lo sviluppo di infrastrutture energetiche e digitali in grado di supportare una mobilità decarbonizzata.
“Il primo obiettivo della nostra iniziativa – afferma Dino Brancale, amministratore delegato di AVL Italia – è guidare gli operatori del mercato nel processo di trasformazione della mobilità, che oggi non è più solo veicolare ma anche infrastrutturale. La domanda di nuovi veicoli infatti non può esistere se non è accompagnata da un adeguamento dell’infrastruttura”.
Per Brancale, l’idrogeno sarà “un vettore fondamentale anche per lo storage energetico”, capace di rendere i sistemi di mobilità più efficienti e interconnessi.
In che modo cambierà il veicolo del 2050?
Secondo gli esperti intervenuti, la mobilità del 2050 sarà intelligente, elettrificata e personalizzabile. Figure come Gianluca Frigerio di Dallara e Nicola Amati del Politecnico di Torino hanno evidenziato un dato chiave: il time to market della ricerca si è drasticamente ridotto. Se in passato servivano 4-5 anni per portare un’innovazione sul mercato, oggi bastano 12-18 mesi.
Questo ritmo impone alle aziende di sviluppare nuove soluzioni di aerodinamica e sospensioni attive, capaci di autoregolarsi e di ricevere aggiornamenti da remoto, sfruttando logiche di controllo basate sull’intelligenza artificiale. Non si tratta solo di performance, ma di sostenibilità: molti di questi sistemi recuperano energia durante il moto, riducendo così il consumo complessivo e prolungando la vita dei componenti.
La trasformazione digitale accelera questa corsa. L’AI e il machine learning consentono di simulare, prevedere e ottimizzare le prestazioni dei veicoli in tempo reale, aprendo la strada a una nuova generazione di mezzi autonomi e connessi. È un passo decisivo per mantenere la competitività dell’industria europea, messa alla prova dalla concorrenza dei costruttori cinesi e dalle nuove esigenze della Generazione Z, più sensibile ai temi ambientali e all’infomobilità.
Che ruolo giocano le infrastrutture nella transizione sostenibile?
Il futuro della mobilità non dipende solo dai veicoli, ma anche dalle infrastrutture energetiche e digitali che li sostengono. È questa la convinzione di Alessandro Costa, direttore generale della Venice Sustainability Foundation, che ha descritto Venezia come “vetrina di innovazioni e best practice legate alle transizioni globali”.
Il capoluogo lagunare diventa così un laboratorio di soluzioni replicabili, capaci di affrontare sfide urbane come il sovraccarico turistico o lo spopolamento residenziale, dimostrando che la sostenibilità può e deve essere anche culturale e sociale.
Nella stessa direzione si muovono le testimonianze di Edison Next, Pietro Fiorentini, Fincantieri e J2 Innovations, che hanno posto l’accento sull’uso dell’idrogeno e delle tecnologie digitali – come IoT, digital twins e AI – nella gestione dei flussi energetici.
Perché l’idrogeno è il cuore della nuova mobilità?
Tra tutte le tecnologie emergenti, l’idrogeno verde è la più promettente. Tuttavia, per diventare competitivo deve ridurre il costo di produzione dagli attuali 9 euro al chilogrammo a circa 4,5 euro. Solo così potrà affermarsi come alternativa reale ai carburanti fossili.
Edison Next ha già mosso passi importanti in questa direzione, inaugurando le prime stazioni di rifornimento a Malpensa e realizzando, insieme a Iris Ceramica Group, la prima lastra di ceramica al mondo prodotta con idrogeno verde. Entro il 2030, l’azienda punta a completare la Puglia Green Hydrogen Valley, una delle più ambiziose iniziative europee per la decarbonizzazione.
Nel frattempo, Pietro Fiorentini ha sviluppato un sistema innovativo per la produzione di idrogeno tramite elettrolisi, rafforzando l’infrastruttura necessaria alla diffusione di questo vettore energetico.
Come si trasformerà la mobilità marittima?
La transizione ecologica non si ferma alle strade. Anche i mari diventano terreno di sperimentazione. Fincantieri, uno dei protagonisti della sessione sulle infrastrutture, ha mostrato come i modelli di simulazione dei flussi energetici a bordo delle navi da crociera consentano di ottimizzare la progettazione e la gestione dei macchinari, migliorando al tempo stesso l’efficienza dei consumi e la sicurezza.
Attraverso l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione, è oggi possibile prevedere i fabbisogni energetici e adattare in tempo reale la produzione e la distribuzione di energia a bordo. È la rivoluzione del gemello digitale, un paradigma che riduce gli sprechi e moltiplica l’efficienza, anche in settori ad alto impatto come quello marittimo.
Quale ruolo gioca l’intelligenza artificiale nella governance energetica?
L’AI è l’attore invisibile ma imprescindibile di questa trasformazione. Non solo guida autonoma e predictive maintenance: l’intelligenza artificiale diventa il cuore della gestione energetica, capace di armonizzare produzione, distribuzione e consumo.
Nei nuovi sistemi, l’AI “dialoga” con l’infrastruttura, incrociando i bisogni degli utenti con la disponibilità di energia e la capacità delle reti di rispondere in modo efficiente. In questo modo, la tecnologia diventa uno strumento per la governance energetica, riducendo l’impatto ambientale e favorendo la diffusione delle fonti rinnovabili.
Come contribuisce AVL alla mobilità del futuro?
Con oltre 12.200 dipendenti e 2,03 miliardi di euro di fatturato nel 2024, AVL è tra i principali player mondiali nello sviluppo, simulazione e testing di tecnologie per la mobilità sostenibile. L’azienda investe l’11% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, un impegno che testimonia la volontà di guidare la transizione verso una mobilità più pulita, sicura e digitale.
In Italia, la filiale conta 350 dipendenti e un fatturato di 139,7 milioni di euro, con una presenza capillare tra Torino e Cavriago, dove si trova il suo Technical Center all’avanguardia. Come ricorda Brancale, «in qualità di provider tecnologico, noi siamo già nel futuro, e il domani lo costruiamo tutti insieme».



































































