Ricerche

Web3, il divario di genere tra le aziende di settore è preoccupante

Un report di Boston Consulting Group mette in evidenza come la presenza di un problema di gender equality tra le realtà che si occupano di questo segmento tecnologico

Pubblicato il 20 Feb 2023

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Solo il 13% delle aziende che si occupano di Web3 ha almeno una donna nei team di comando. Non solo: le start-up di Web3 fondate da uomini, oltre ad essere la maggioranza, raccolgono quattro volte tanto i capitali delle start-up fondate da donne. Inoltre la maggior parte delle donne assunte dalle principali aziende Web3, seppure rappresenti il 27% della forza lavoro complessiva, svolge funzioni non tecniche, come il marketing e le risorse umane. Questi i risultati poco incoraggianti che arrivano dall’ultimo studio di BCG X, l’unità di progettazione e costruzione tecnologica di Boston Consulting Group (BCG), realizzato in collaborazione con People of Crypto Lab, uno studio che si occupa di creatività e innovazione e che mira a promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione nell’ecosistema Web.

Il divario di genere nel Web3 supera le STEM

Il divario di genere nel Web3 censito dal report è addirittura maggiore rispetto a quello registrato nei settori STEM, dove le donne rappresentano il 33% della forza lavoro, con il 25% che ricopre ruoli tecnici. “I numeri sono allarmanti. Oltre che una crisi di diversità questa è una crisi economica, perché così si perde l’occasione di supportare e far crescere quei business pensati per le consumatrici e non solo per i consumatori. Con il Web3 non si parla semplicemente di tech, ma si intende la tecnologia applicata a ogni settore e a ogni aspetto della vita – ha dichiarato Paola Scarpa, Managing Director e Partner di BCG – . Le aziende Web3 plasmeranno il modo in cui le persone si rappresentano online, fanno affari e interagiscono tra loro. La ricerca BCG rileva che le aziende con team di leadership diversificati risultano più innovative e più redditizie. Non abbracciare e usare la diversità fin dall’inizio, si traduce per molte aziende nella rinuncia a enormi opportunità di business e monetizzazione”.

Web3 e gender INequality: come invertire la rotta

Non è però troppo tardi per invertire la rotta: un primo passo fondamentale è relativo alla misurazione e alla capacità di rendicontare in modo preciso e oggettivo la rappresentanza femminile e gli altri aspetti legati alla diversità in tutto l’ecosistema di fondatori, dipendenti e investitori. Cruciale è anche la collaborazione con le autorità di regolamentazione: mano a mano che i governi e le organizzazioni non profit si concentrano maggiormente sulle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG), aumenta anche lo sviluppo di requisiti di rendicontazione più severi così come nascono nuove misure relative alla composizione di genere di aziende e industry.

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