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“No Planet B”: consumatori e imprese, più concretezza su sostenibilità e ESG

Per l’89% dei manager le organizzazioni che scelgono di affidarsi alla tecnologia per ESG e sostenibilità godranno di risultati crescita a lungo termine: ecco una delle evidenze della ricerca promossa da Oracle con il coinvolgimento di 11.000 consumatori e manager sui temi della sustainability. ESG preziosa per la reputazione del brand, per la produttività e per rispondere meglio alle esigenze dei clienti

Pubblicato il 20 Apr 2022

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No Planet B”, arriva con questo titolo, che è già un messaggio molto chiaro, la ricerca condotta da Oracle in collaborazione con Pamela Rucker, CIO Advisor e docente di Harvard Professional Development, che ha visto la partecipazione di 11.000 consumatori e manager in 15 paesi. Il rapporto mette sotto la lente l’impegno verso la sostenibilità e verso i risultati raggiunti portando in evidenza una diffusa esigenza nel vedere maggiori progressi sia nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, sia sugli aspetti che attengono, nell’ambito delle logiche ESG alla “S” di Social.

“No Planet B” invita ad analizzare la delusione del campione rispetto a quanto è stato fatto sino ad oggi, ma permette di alzare lo sguardo verso aspettative importanti e verso ciò che può essere realizzato in futuro, in particolare affidandosi alla tecnologia. Anzitutto, la ricerca toglie ogni dubbio in merito al fatto che la sostenibilità e la responsabilità sociale siano oggi assolutamente importanti come conferma il 93% del campione, mentre nell’80% dei casi si parla di un cambiamento dei comportamenti legato agli eventi degli ultimi due anni.

Per la sostenibilità serve più concretezza

La delusione si fa strada in un 78% che denuncia la mancanza di progressi da parte delle aziende e da un 89% insofferente verso i proclami di attenzione alla sostenibilità da parte delle imprese, a cui dovrebbero invece seguire impegni più concreti.

E le aziende possono e devono fare di più: nel 45% dei casi si sente la convinzione che le imprese possono essere più incisive sulla sostenibilità. Ma c’è anche un tema legato al contesto che riguarda l’impegno della società in generale con un 94% che si ritiene insoddisfatto di questo impegno.

Le cause? Per il 42% la sostenibilità viene dopo altri temi, c’è un problema di focalizzazione e nel 39% dei casi la responsabilità viene attribuita a un eccesso di attenzione sui profitti a breve termine rispetto ai vantaggi a lungo termine. Ma c’è anche una dimensione più legata alla cultura e all’atteggiamento e per il 37% c’è troppa pigrizia ed egoismo su questa strada.

ESG importante, ma occorre fare di più per aiutare la diffusione

All’ESG è riconosciuto un ruolo importante tanto che nel 92% dei casi si considerano i programmi ESG fondamentali per lo sviluppo delle imprese su tanti ambiti, dalla reputazione del brand (40%), ai miglioramenti a livello di produttività (39%) per arrivare alla capacità di rispondere meglio alle esigenze dei clienti (38%).

L’ESG è molto importante dunque, ma il suo cammino non è privo di ostacoli. Il 91% dei manager aziendali non nasconde le difficoltà nell’attuazione delle iniziative ESG e rivolge criticità a livello di supply chain ad esempio nella difficoltà, nel 35% dei casi, di ottenere i parametri ESG da parte di partner e aziende terze, nella mancanza di dati (33%) e nei processi di reporting. Ma non è solo una questione di strumenti di organizzazione ci sono anche pregiudizi che allontanano dall’obiettivo finale.

Il ruolo della tecnologia e dell’AI al servizio dell’ESG

Nel momento in cui la ricerca “No Planet B” guarda alle aspettative, lo scenario appare più chiaro: per l’89% dei manager, le organizzazioni che scelgono di affidarsi alla tecnologia per ESG e sostenibilità godranno di risultati crescita a lungo termine. Se poi si guarda nello specifico al ruolo di alcune tecnologie le aspettative sembrano guardare all’Intelligenza Artificiale con un 93% dei manager aziendali che si affiderebbe a questa tecnologia per prendere decisioni in materia di sostenibilità e responsabilità sociale.

Nello specifico dalla ricerca emerge che i bot possono svolgere un lavoro importante nella raccolta di dati riducendo la possibilità di errore (43%), possono aiutare ad assumere decisioni più razionali e imparziali nel 42% dei casi e possono essere di grande supporto nella realizzazione di forecast.

La tecnologia è importante, ma le persone restano al centro e per i manager il successo dei percorsi di sostenibilità passa attraverso il ruolo fondamentale delle competenze umane in particolare per la capacità di prendere decisioni in funzione del contesto, e di fornire le informazioni necessarie alle decisioni e nei feedback.

Consumatori da conquistare puntando su una sostenibilità e concretezza

Per le aziende i temi della sostenibilità sono e saranno sempre più in stretta relazione con il business, ovvero con la capacità di conquistare nuovi clienti e di fidelizzare quelli esistenti e la necessità di dare priorità alla sostenibilità va legata direttamente ai temi della competitività.

Per il 94% del campione le priorità personali per la sostenibilità riguardano stili di vita più sani (50%), azioni volte a preservare le risorse naturali per le generazioni future (49%) e per contribuire a creare maggiore equità sociale (46%). Ma se dalla dimensione personale si passa a quella “commerciale” si vede che i consumatori sono propensi a farsi più decisi e intraprendenti: nel 70% dei casi sono disposti a interrompere il rapporto con i brand che non trattano la sostenibilità in modo adeguato.

Nel momento in cui ci sono dimostrazioni concrete dei risultati raggiunti sui temi ambientali e sociali la ricerca mette in evidenza la disponibilità, nell’87% dei casi di pagare un prezzo più alto per prodotti e servizi con quelle caratteristiche o a indirizzare i propri investimenti verso quelle aziende nell’83% dei casi o a lavorare per le stesse.

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