C’è un divario importante nella percezione degli obiettivi e dei risultati Esg tra consumatori e dirigenti aziendali. Se da una parte le aziende fanno fatica a garantire una maggiore trasparenza ai consumatori e a soddisfare le loro aspettative, dall’altra questi ultimi – sempre più attenti alla sostenibilità – non pensano di avere i dati necessari per prendere le decisioni d’acquisto consapevolmente. A evidenziare questo scenario è un nuovo studio globale Ibm, “The Esg ultimatum: profit or perish”, che ha preso a campione 2.500 dirigenti e oltre 20.000 consumatori.
Il punto di vista delle aziende
Secondo lo studio il 41% dei manager intervistati indica come principale ostacolo per il raggiungimento dei propri obiettivi Esg il fatto di disporre di dati inadeguati, mentre il 39% parla di barriere normative, il 37% di standard incoerenti e il 36% di competenze inadeguate (36%). “Senza la possibilità di accedere, analizzare e comprendere i dati Esg – spiega la ricerca – le aziende hanno difficoltà a fornire una maggiore trasparenza ai consumatori e soddisfare le loro aspettative”.
Dalla ricerca realizzata da Ibm emerge inoltre che il 76% dei dirigenti considera l’Esg fondamentale per la propria strategia aziendale, e il 72% crede che sia un fattore di crescita più che un costo, e che non sia in contrasto con la redditività. E’ ancora del 76% la percentuale dei manager che è convinta che la propria organizzazione si concentri sul raggiungimento dei risultati Esg e non soltanto sui requisiti di reporting.
Nonostante questo, i dirigenti ammettono che le aziende non hanno compiuto progressi significativi verso gli obiettivi Esg: il 95% afferma che le loro organizzazioni hanno sviluppato proposte Esg, e quasi tre su quattro, il 73%, spiega che le aziende hanno difficoltà con un sovraccarico nella gestione dei dati manuali, mentre 7 su 10 affermano di avere difficoltà a consolidare o analizzare i dati.
I consumatori chiedono più trasparenza
Inoltre, se da una parte il 64% dei manager pensa che i consumatori comprendano gli obiettivi e le prestazioni Esg delle loro organizzazioni, in media soltanto 4 consumatori su 10 dice di avere a disposizione dati sufficienti per prendere decisioni di acquisto (41%) o di lavoro (37%) sostenibili dal punto di vista ambientale.
“L’impegno dei consumatori per la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale si è intensificato e i consumatori ‘votano’ con i loro portafogli – spiega Jonathan Wright, Global Managing Partner Sustainability Services and Global Business Transformation, Ibm Consulting – Dal momento che la maggior parte dei consumatori preferisce acquistare da e lavorare per i leader Esg, le aziende devono dare priorità alla trasparenza e abbattere le barriere dei dati Esg.”
I consumatori affermano che la sostenibilità ambientale (68%) e la responsabilità sociale (65%) sono molto o estremamente importanti per loro, e il 51% considera l’aumento del costo della vita negli ultimi 12 mesi come una circostanza che ha reso più difficili le scelte sostenibili dal punto di vista ambientale. Sei su dieci affermano che almeno la metà dei propri acquisti è stata diretta a un brand che ha dimostrato di essere responsabile dal punto di vista ambientale o sociale, mentre uno su tre dice di disporre di informazioni sufficienti a prendere decisioni sostenibili in materia di investimento e di risparmio.
Le aziende più mature sull’Esg registrano ricavi in aumento
La ricerca evidenzia come le aziende più mature dal punto di vista Esg stiano registrando un aumento dei ricavi, un miglioramento della redditività e un maggiore coinvolgimento dei clienti, grazie all’approccio scelto che mette in evidenza la trasparenza e crea opportunità commerciali strategiche. Un risultato reso possibile dall’automazione dei processi Esg e delle capacità di reporting per mantenere i dati aggiornati, dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni, l’analisi previsionale e lo sviluppo di scenari, dall’allineamento con i partner dell’ecosistema sulle definizioni e gli standard delle metriche Esg e dalla definizione proattiva dei principi di governance dei dati ESG con le parti interessate.
I dati come linfa vitale dell’Esg
“I dati sono la linfa vitale dell’Esg – conclude Wright – Ora è il momento per le aziende di agire. Con l’operatività dei piani Esg, le organizzazioni mettono le informazioni nelle mani dei propri operatori che possono prendere decisioni informate per migliorare il loro impatto Esg su base giornaliera. Le organizzazioni che desiderano aumentare il sostegno degli stakeholder e soddisfare i requisiti di rendicontazione Esg dovrebbero implementare una roadmap di sostenibilità che comprenda tecnologie, servizi e partner dell’ecosistema in grado di posizionarle per un maggiore successo e aiutarle ad affrontare la conformità normativa”.