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Industria 4.0, 5.0 e cybersecurity: la vera sfida ESG della nuova politica industriale italiana



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Dalla Legge di Bilancio agli standard ISO 62443, la trasformazione dell’industria passa da sicurezza, sostenibilità e governance responsabile

Pubblicato il 18 dic 2025

Alberto Stefani

CEO Ellypsys S.r.l.



cybersecurity awareness AI, ESG e Cybersecurity
Alberto Stefani, CEO Ellypsys

La discussione sulla Legge di Bilancio che accompagna la chiusura dell’anno non è mai un esercizio puramente tecnico. È, piuttosto, il momento in cui emergono con maggiore chiarezza le priorità strategiche del Paese e la visione, più o meno esplicita, del suo futuro industriale.

Anche quest’anno, al centro del dibattito tornano i temi dell’Industria 4.0 e della sua evoluzione verso Industria 5.0, con il rifinanziamento e la rimodulazione degli strumenti di sostegno agli investimenti tecnologici.

Eppure, nel confronto pubblico, è difficile non rilevare come un elemento continui a rimanere ai margini della riflessione: la cybersecurity. Non come questione tecnica o specialistica, ma come fattore strutturale che incide direttamente sui parametri ESG, sulla competitività delle imprese e sulla sostenibilità di lungo periodo delle scelte industriali.

Continuare a trattare la sicurezza informatica come un capitolo separato rispetto alle politiche industriali e agli obiettivi ESG significa, oggi, non cogliere fino in fondo la natura sistemica della trasformazione in atto.

Dal paradigma Industria 4.0 alla visione Industria 5.0

Il piano Industria 4.0 ha rappresentato uno spartiacque per il manifatturiero italiano. Automazione, interconnessione dei macchinari, integrazione tra sistemi IT e OT e utilizzo avanzato dei dati hanno consentito a molte imprese di migliorare produttività ed efficienza.

Secondo l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, il mercato italiano delle tecnologie 4.0 ha superato negli ultimi anni i 7 miliardi di euro, segnale di una crescente maturità del tessuto industriale.

Industria 5.0 introduce però una discontinuità più profonda, prima ancora che tecnologica. La Commissione Europea parla esplicitamente di un’industria human-centric, sustainable and resilient.

Non è più sufficiente innovare per produrre di più o più velocemente: la tecnologia è chiamata a contribuire alla sostenibilità ambientale, alla qualità del lavoro e alla capacità delle imprese di affrontare shock sistemici, siano essi economici, geopolitici o digitali.

In questa prospettiva, la cybersecurity non può essere considerata un requisito accessorio. Un sistema produttivo avanzato ma vulnerabile è, per definizione, fragile e poco resiliente, quindi difficilmente sostenibile nel medio-lungo periodo.

Incentivi pubblici, interconnessione e nuove superfici di rischio

La Legge di Bilancio conferma l’orientamento a sostenere gli investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati, seppur attraverso una progressiva rimodulazione degli incentivi. Il messaggio è chiaro: la competitività passa dall’adozione di macchinari interconnessi, sistemi di controllo digitale e piattaforme di integrazione dei dati.

Ogni macchina collegata in rete, tuttavia, rappresenta anche un potenziale punto di accesso. L’ENISA evidenzia come il settore manifatturiero sia stabilmente tra i più colpiti da attacchi cyber, con una crescita significativa degli incidenti che coinvolgono sistemi OT e infrastrutture industriali. La convergenza IT/OT, pilastro dell’Industria 4.0, ha ampliato in modo sostanziale la superficie di attacco.

Il rischio è evidente: gli stessi investimenti incentivati per modernizzare l’industria possono trasformarsi in fattori di vulnerabilità se la sicurezza non viene progettata insieme alla trasformazione digitale.

In questo senso, la cybersecurity non rappresenta un costo aggiuntivo, ma una componente essenziale del valore generato dagli investimenti pubblici e privati.

ISO/IEC 62443: la sicurezza industriale come scelta di governance

In questo contesto, la famiglia di standard ISO/IEC 62443 assume un ruolo centrale. Non si tratta di una singola certificazione, ma di un insieme articolato di norme che coprono l’intero ciclo di vita dei sistemi di automazione industriale, dalla progettazione alla gestione operativa.

Il valore distintivo della ISO 62443 risiede nel suo approccio sistemico e basato sul rischio, che assegna responsabilità precise a tutti gli attori della filiera: produttori, system integrator e utilizzatori finali.

È un modello che introduce una logica di accountability pienamente coerente con la dimensione di governance degli ESG.

Con l’entrata in vigore della Direttiva NIS2 e del nuovo Regolamento Macchine europeo, l’adozione di standard riconosciuti di cybersecurity industriale è destinata a diventare un prerequisito competitivo. La sicurezza non è più una scelta discrezionale, ma una componente strutturale del fare impresa.

Cybersecurity e sostenibilità ambientale

Il legame tra cybersecurity e dimensione ambientale degli ESG è spesso meno evidente, ma tutt’altro che marginale. I sistemi digitali che consentono di ridurre consumi energetici, ottimizzare i processi e limitare gli sprechi dipendono in modo critico dall’integrità e dalla disponibilità dei dati.

Studi del MIT (Massachusetts Institute of Technology) mostrano come le interruzioni operative causate da incidenti cyber in ambito industriale possano generare sprechi energetici e materiali superiori a quelli prodotti in condizioni di esercizio normale.

Un attacco che compromette un sistema di controllo può annullare, anche temporaneamente, i benefici ambientali di anni di investimenti.

In questa prospettiva, la cybersecurity emerge come un fattore abilitante della transizione green. Senza sicurezza, la sostenibilità rischia di rimanere un obiettivo fragile.

Dimensione sociale: tecnologia sicura per persone al centro

Industria 5.0 pone esplicitamente l’essere umano al centro del sistema produttivo. Tuttavia, un ambiente industriale iperconnesso e non adeguatamente protetto può generare rischi concreti anche per la sicurezza fisica dei lavoratori.

L’International Labour Organization, agenzia specializzata delle Nazioni Unite, fondata nel 1919, ha evidenziato come incidenti informatici che coinvolgono sistemi industriali possano avere conseguenze dirette sulla salute e sulla sicurezza, soprattutto in contesti caratterizzati da robot collaborativi, impianti automatizzati e sistemi di controllo remoto.

Garantire la sicurezza dei sistemi significa quindi proteggere le persone, rafforzare la fiducia nei confronti della tecnologia e favorire un’adozione consapevole dell’innovazione. Un elemento centrale nella dimensione sociale degli ESG.

Governance: la cybersecurity come indicatore di maturità

È nella governance che la relazione tra cybersecurity ed ESG emerge con maggiore evidenza. La gestione dei rischi digitali, la chiarezza delle responsabilità e l’integrazione della sicurezza nei processi decisionali sono elementi sempre più osservati da investitori, stakeholder e autorità di regolamentazione.

Il World Economic Forum sottolinea come le organizzazioni che integrano la cybersecurity nei modelli di governance dimostrino una maggiore resilienza complessiva e una migliore capacità di affrontare crisi sistemiche.

Non a caso, i principali framework di reporting ESG includono indicatori legati alla gestione dei rischi tecnologici.

In questo contesto, la cybersecurity diventa una misura concreta della credibilità degli impegni ESG dichiarati.

Una convergenza non più rinviabile

La discussione sulla Legge di Bilancio e sugli strumenti di sostegno a Industria 4.0 e 5.0 offre l’occasione per riconsiderare il modo in cui valutiamo la trasformazione tecnologica. Non si tratta solo di adottare nuove soluzioni o di accedere agli incentivi disponibili, ma di farlo in modo coerente con una visione di lungo periodo.

Integrare cybersecurity e parametri ESG nelle decisioni sugli investimenti industriali non è un esercizio di compliance, ma una scelta strategica.

In un’industria sempre più interconnessa, regolamentata e osservata, la capacità di coniugare innovazione, sicurezza e sostenibilità rappresenterà uno dei principali fattori distintivi per le imprese.

La vera sfida, oggi, non è decidere se investire in tecnologia, ma come farlo. E la risposta passa sempre più chiaramente dalla consapevolezza che senza cybersecurity non può esserci né Industria 5.0 né una strategia ESG realmente credibile.

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