Finanza

Finanza Agevolata per l’Economia Circolare: l’innovazione delle Filiere Lombarde

Regione Lombardia ha emesso un bando volto a supportare la transizione ecologica di alcune imprese del territorio per consentirne un riposizionamento competitivo. I nuovi strumenti di Finanza Agevolata potrebbero favorire il reperimento di fonti di finanziamento di tali imprese.

Pubblicato il 17 Mag 2021

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Adottare pratiche di Economia Circolare nelle aziende porta a vantaggi in campo ambientale, ma anche a benefici di natura economica. Per supportare la transizione ecologica e la riconversione delle attività produttive verso l’Economia Circolare, la Finanza Agevolata si occupa di reperire fonti di finanziamento a condizioni migliori rispetto al mercato, attraverso strumenti pubblici di provenienza comunitaria, nazionale e regionale.

Nello specifico, Regione Lombardia ha recentemente approvato il bando per l’innovazione delle filiere di Economia Circolare e stanziato le risorse necessario. Ma in cosa consiste il bando? Quali sono le opportunità? E come si possono muovere le aziende? Ne parliamo con Diana Michelizzi, Responsabile dell’area Finanza Agevolata di Credit Team, azienda specializzata nella finanza agevolata, con particolare focus sull’innovazione, sulla digitalizzazione e efficientamento dei processi produttivi aziendali.

Diana Michelizzi, Responsabile dell’area Finanza Agevolata di Credit Team
Diana Michelizzi, Responsabile dell’area Finanza Agevolata di Credit Team

Iniziamo dal Bando per l’innovazione delle filiere di Economia Circolare in Lombardia 2021. Cosa finanzia questo bando e a chi si rivolge?

La misura finanzia progetti volti a favorire la transizione verso un modello di Economia Circolare, la riqualificazione dei settori e delle filiere Lombarde e mira al riposizionamento competitivo delle Aziende, attraverso la sostenibilità, rispetto ai mercati di destinazione. Si tratta quindi di una misura specifica di supporto concreto alle imprese del territorio Lombardo: i soggetti beneficiari sono le micro, piccole e medie imprese lombarde che presentino progetti in forma singola, oppure in aggregazione formata da almeno 3 imprese. In quest’ultimo caso, l’aggregazione di più imprese deve rappresentare la filiera (o le filiere) oggetto della transizione verso l’Economia Circolare. Da un punto di vista più pratico, il bando specifica tutta una serie di interventi finanziabili, tra i quali:
• l’innovazione di prodotto e/o di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse, utilizzo di sottoprodotti in cicli produttivi, riduzione produzione di rifiuti e riutilizzo di beni e materiali;
• l’innovazione di processo o di prodotto per quanto riguarda la produzione e l’utilizzo di prodotti da recupero di rifiuti
• le attività di riutilizzo e preparazione per il riutilizzo, compreso creazione di forme di ritiro dei propri prodotti a fine vita, ad esempio allo scopo di riutilizzarne parti o componenti aventi ancora valore, avviarli a processi di remanufacturing;
• la progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento della filiera
• la sperimentazione e l’applicazione di strumenti per l’incremento della durata di vita dei prodotti ed il miglioramento del loro riutilizzo e della loro riciclabilità
• l’implementazione di strumenti e metodologie per l’uso razionale delle risorse naturali
• la riconversione della produzione finalizzata alla realizzazione di nuovi materiali, prototipi, sviluppo di dispositivi e/o componenti anche in ambito medicale o per la sicurezza sul lavoro.
Le tematiche sono tante, e tutte attinenti al paradigma dell’Economia Circolare

E di quali importi stiamo parlando?

La dotazione finanziaria complessiva ammonta a 3,621 milioni di euro. Per quanto riguarda il singolo progetto, invece, si parla di un investimento minimo di € 40.000, fino ad un contributo massimo di € 120.000. Il contributo a fondo perduto richiedibile è pari al 40% dei costi ammissibili.

Gianmarco Bressanelli, Post Doc Researcher at RISE Lab, Consultant at IQ Consulting Srl

Facendo un semplice confronto con le opportunità di finanziamento comunitarie e nazionali, le cifre in gioco non sembrano molto elevate…
C’è da precisare fin da subito che i bandi regionali sono sempre stati di importi minori rispetto ai bandi nazionali o europei, sia dal punto di vista delle risorse complessive messe a disposizione sia dal punto di vista dei contributi potenzialmente erogabili. Tale discrimine è dovuto anche al fatto che un bando nazionale copre un territorio molto più ampio rispetto al territorio regionale. In concreto, soffermandoci sugli aspetti positivi: relativamente allo specifico bando, ed effettuando un paio di calcoli sulla media del contributo richiedibile, possiamo ipotizzare che verranno finanziati circa 40/50 progetti. Non è un numero trascurabile.

Quali sono i punti di forza del bando, anche secondo la tua esperienza nel settore?
In primo luogo, e dal punto di vista dei contenuti, il bando favorisce progetti con tematiche che stanno diventando sempre più sensibili agli imprenditori, come l’utilizzo di prodotti da recupero di rifiuti e le attività di riutilizzo e recupero prodotti a fine vita. Il bando diventa quindi di facile applicazione: molte aziende con cui abbiamo avuto contatti recentemente stanno già pensando di muoversi in questa direzione senza obbligatoriamente essere arrivati ad un progetto di piena circolarità della produzione, per cui il bando si presta bene per loro. In secondo luogo, il bando è a preventivo, la scadenza per il termine di presentazione delle domande è il 15 luglio 2021 ed il programma di investimento potrà essere realizzato fino al 15 ottobre 2022. Questo significa che le aziende hanno a disposizione tutto il tempo necessario per definire e strutturare al meglio il piano di azione preliminarmente inserito in fase di domanda.

Nicola Saccani – Professore Associato, Laboratorio RISE, Università di Brescia

Le premesse quindi sono buone. Hai qualche consiglio o suggerimento pratico per le aziende che stanno pensando di presentare domanda al bando?

Sì, per prima cosa quello che suggeriamo sempre è di cercare di definire bene l’idea progettuale per la quale si vuole richiedere il finanziamento. È fondamentale avere prima bene in chiaro cosa si vuole fare (cioè quali obiettivi perseguire e quali attività realizzare) prima di partire, anche e soprattutto in relazione al settore di appartenenza. Solo successivamente ha senso iniziare a definire il budget di progetto e gli eventuali partner. Per questa fase, suggeriamo di capire se sono stati già individuati dei fornitori o anche dei consulenti che si possano inserire all’interno di un budget finanziabile. Raccogliere i giusti preventivi ed individuare le attività che i fornitori dovranno svolgere aiuta notevolmente l’impostazione del budget di progetto. La raccomandazione più grande che vorrei dare è comunque quella di non sostenere alcuna spesa, e non firmare alcun contratto di collaborazione prima di aver presentato la domanda. Per questo motivo consiglio sempre di affidarsi ad una società di Finanza Agevolata: tanti piccoli aspetti burocratici (che agli occhi dei non addetti ai lavori possono sembrare di secondaria importanza) in realtà possono inficiare il buon esito della domanda di agevolazione e l’ammissibilità delle spese sostenute. Ad esempio, firmare contratti al di fuori dei termini previsti dal bando rischia di rendere inammissibili molte spese…arrecando un danno economico enorme.
Infine, dal mio punto di vista, in linea con la politica aziendale, la finanza agevolata non deve essere l’elemento imprescindibile attraverso il quale, le Aziende, si approcciano ad un nuovo investimento.
Gli strumenti di finanza agevolata sono e devono essere considerati come dei potenti facilitatori: nello specifico Bando, facilitano infatti la transizione delle aziende verso l’Economia Circolare, ma non ne devono diventare l’elemento scaturente. In altre parole, è importante che l’azienda voglia realizzare il progetto di Economia Circolare indipendentemente dall’opportunità di finanziamento, altrimenti il rischio è che il progetto possa poi andare a morire… Mentre la volontà è garantire continuità del progetto anche dopo il termine del finanziamento.

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