42,7 miliardi di euro di fondi strutturali europei per contribuire nel periodo 2021-2027 alla crescita sostenibile, all’occupazione e alla modernizzazione, riducendo nel contempo le disparità regionali. Lo stabilisce l’Accordo di Partenariato 2021-2027 dell’Italia per la politica di coesione approvato dalla Commissione europea che orienta e apre la strada all’attuazione di dei fondi FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale), FSE+ (Fondo sociale europeo plus), Fondo di coesione, JTF (Just transition fund) e FEAMPA (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura). Le azioni promosse attraverso i Fondi europei saranno attuate in coordinamento con quelle finanziate con il Programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e gli investimenti del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), al fine di rafforzare le sinergie e le complementarietà nel raggiungimento degli obiettivi comuni di coesione economica, sociale e territoriale.
L’Accordo di Partenariato 2021-2027 dell’Italia
Con la sottoscrizione dell’accordo, a seguito del negoziato formale avviato il 17 gennaio 2022 dal Dipartimento per le politiche di coesione, sono state definite le priorità di investimento concordate per la transizione verde e digitale del nostro Paese, sostenendo nel contempo le zone più fragili a livello socioeconomico e i gruppi vulnerabili. Oltre 30 miliardi di euro stanziati a titolo del FESR e del FSE+ saranno assegnati alle regioni meno sviluppate dell’Italia meridionale, un sostegno mirato che è essenziale per ridurre il divario (ancora ampio) tra le regioni in termini di attività economica, opportunità di lavoro, istruzione e accesso ai servizi e all’assistenza sanitaria.
La dotazione totale della politica di coesione, unitamente al cofinanziamento nazionale, ammonta a 75 miliardi di euro destinati a interventi rivolti al conseguimento dei traguardi europei per un’economia climaticamente neutra (Green Deal) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar), in coerenza con l’adesione all’Agenda ONU 2030 e con la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile.
“Nei prossimi anni l’Italia disporrà di risorse senza precedenti. Nel quadro dell’accordo di partenariato comune, l’Italia investirà nella creazione di posti di lavoro, nell’aumento della competitività, nel rafforzamento della crescita economica sostenibile, nella modernizzazione del settore pubblico e in molto altro. La riduzione delle disparità territoriali è fondamentale per una crescita equilibrata che vada a beneficio di tutti” dichiara Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme.
Interventi per un’economia climaticamente neutra
Oltre 8,7 miliardi di euro stanziati a titolo del FESR saranno destinati a rendere l’energia più accessibile dal punto di vista economico, più pulita e più sicura, come pure a investire nell’economia circolare e a basse emissioni di carbonio e nelle ristrutturazioni finalizzate all’efficienza energetica degli edifici pubblici. Le risorse del FESR confluiranno inoltre in investimenti destinati alla mobilità sostenibile e a rendere le regioni, le città e le infrastrutture più resilienti agli effetti dei cambiamenti climatici e ai rischi naturali.
L’Italia investirà in misure per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi e la resilienza a fenomeni quali tempeste, inondazioni e siccità; 1,2 miliardi di euro provenienti dal FESR saranno ad esempio impiegati per migliorare l’efficienza della rete idrica nazionale, promuovendo allo stesso tempo la digitalizzazione e il monitoraggio intelligente anche nel settore del trattamento delle acque reflue.
1 miliardo di euro stanziato a titolo del Fondo per una transizione giusta (JTF) contribuirà ad attenuare gli effetti della transizione verde e a sostenere la diversificazione delle attività economiche attualmente basate su industrie ad alta intensità di carbonio. Le aree più colpite del paese sono il Sulcis Iglesiente in Sardegna e la zona di Taranto in Puglia.
Il sostegno ad una società più giusta e inclusiva
Sempre secondo l’accordo per la politica di coesione, l’Italia destinerà 9,5 miliardi di euro al miglioramento della competitività industriale in tutte le regioni, alla digitalizzazione e produttività delle piccole e medie imprese (PMI) e al sostegno a ricerca, sviluppo e innovazione.
15 miliardi di euro provenienti dal FSE+ saranno investiti in misure di inclusione sociale e misure di politica attiva del lavoro e di formazione per dare impulso all’occupazione giovanile nell’ambito della garanzia per i giovani, ad esempio tramite apprendistati, al lavoro autonomo e all’imprenditorialità.
Per affrontare la mancanza di personale qualificato e accrescere la flessibilità del mercato del lavoro, l’Italia investirà nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione dei lavoratori. Saranno intrapresi sforzi sostanziali per aiutare gli indigenti e, in particolare, per far uscire i minori dalla povertà, in linea con la garanzia europea per l’infanzia.
Altri finanziamenti saranno destinati ad affrontare il divario di genere nel tasso di occupazione (il più elevato nell’UE) sostenendo l’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso ai servizi di conciliazione, incoraggiando un maggiore coinvolgimento degli uomini nelle mansioni assistenziali e promuovendo soluzioni innovative in materia di benessere a livello aziendale.
“Grazie all’accordo di partenariato, – spiega Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali – l’Italia darà vita a un mercato del lavoro equo e resiliente, aperto a tutti. Con una dotazione di quasi 15 miliardi di euro, in Italia il FSE+ investirà nelle persone per affrontare alcune delle principali sfide che attendono il paese a livello di occupazione, società, istruzione e competenze. Si tratta di un contributo tangibile al conseguimento da parte dell’Italia degli obiettivi nazionali del pilastro europeo dei diritti sociali per il 2030 in materia di occupazione, apprendimento degli adulti e riduzione della povertà.”
Politica di coesione: focus anche su pesca e acquacoltura sostenibile
518 milioni di euro stanziati a titolo del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA) contribuiranno a realizzare un settore della pesca e dell’acquacoltura sostenibile e a basse emissioni di carbonio nel Mediterraneo, a rafforzare la sostenibilità dello sfruttamento e della gestione delle risorse acquatiche e marittime e a dare impulso all’innovazione, promuovendo nel contempo anche la decarbonizzazione dei settori dell’economia blu, la protezione dell’ambiente marino e la biodiversità. Un’attenzione particolare sarà riservata alle comunità costiere locali.
Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, commenta: “L’economia blu europea svolge un ruolo essenziale per il sostegno delle comunità costiere e la decarbonizzazione della nostra economia. Tale aspetto assume un’importanza ancora maggiore per un paese come l’Italia, che ha un ruolo importante da svolgere nel Mediterraneo. L’accordo di partenariato adottato oggi crea le condizioni per una realizzazione armoniosa delle attività marittime e costiere e per l’ulteriore sviluppo di questo settore.”