biodiversità

La classifica 3Bee delle città più naturali d’Italia, grazie alla Environmental Digital Platform



Indirizzo copiato

La classifica è stata stilata a partire dall’innovativa Environmental Digital Platform di 3Bee, che consente a imprese e municipalità di ricavare una strategia climatica personalizzata sulla base dell’analisi dei propri impatti e dipendenze sulla natura, in conformità agli standard di rendicontazione internazionali

Pubblicato il 4 ott 2024



1 Classifica capoluoghi più naturali d’Italia _ 3Bee

In vista della Giornata Mondiale dell’Habitat del prossimo 7 ottobre, 3Bee promuove il concetto di Nature Positive con l’obiettivo di generare un effetto positivo attivo sugli ecosistemi. Su questo principio si basa lo sviluppo dell’innovativa Environmental Digital Platform, che consente a imprese e municipalità di definire una strategia climatica personalizzata a valle dell’analisi dei propri impatti e dipendenze sulla natura, in conformità agli standard di rendicontazione internazionali.

Un esempio concreto di applicazione della piattaforma arriva con la classifica delle città più naturali dItalia rilasciata dalla nature tech che restituisce una fotografia dettagliata dello stato della biodiversità urbana nel nostro Paese, evidenziando l’importanza di strategie climatiche basate su dati scientifici per preservarla.

La classifica delle città capoluogo di provincia più naturali d’Italia

La classifica dei 112 capoluoghi di provincia italiani rilasciata da 3Bee è stilata rispetto al parametro di Abbondanza Media di Specie per uso del suolo indiretta (MSA Land Use), un indicatore dell’integrità della biodiversità locale utilizzato per valutare l’impatto delle attività umane sull’ambiente naturale.

Il parametro MSA è calcolato confrontando l’abbondanza delle specie in una zona con la loro abbondanza in un ambiente totalmente naturale (non coinvolto da attività umane). L’MSA varia da 0 a 1, dove 1 indica che la distribuzione delle specie nella zona in analisi è completamente intatta, mentre 0 indica una regione o area totalmente antropizzata e artificiale. In questa analisi è stato utilizzato un sotto parametro dell’MSA, il Land Use (MSA_LU) che tiene in considerazione principalmente l’uso del suolo.

Nella top ten delle città capoluogo di provincia più naturali d’Italia, che si distinguono per la capacità di mantenere un ambiente ricco di biodiversità, sul podio si posizionano Isernia, Belluno e Savona, con un MSA_LU superiore a 0.9. Queste città sono situate in regioni che beneficiano di un’ampia copertura vegetale e di un basso livello di antropizzazione, elementi che contribuiscono a favorire il mantenimento della biodiversità.

Al quarto e al quinto posto, con valori di MSA_LU intorno allo 0.89, ci sono L’Aquila e Ascoli Piceno che beneficiano della vicinanza a vasti parchi naturali, rispettivamente il Parco Nazionale del Gran Sasso e quello dei Monti Sibillini. La complessità morfologica delle aree circostanti, caratterizzate da montagne, ricca vegetazione e fiumi, contribuisce a preservare una diversità significativa di specie, mitigando le pressioni derivanti dall’urbanizzazione.

Le città dal sesto al decimo posto della classifica, Pistoia, Reggio Calabria, Lucca, Massa, e Messina si distinguono per un MSA_LU compreso tra 0.85 e 0.87. Ciò è dovuto a una combinazione di copertura vegetale significativa e varietà di habitat, che includono aree costiere e montane, permettendo alle città sopra menzionate di mantenere un’elevata biodiversità.

Per le città più grandi, la biodiversità è critica

Le grandi città italiane mostrano significative criticità in termini di biodiversità: Milano, con un MSA_LU di 0.43 e posizionata al 98° posto, soffre a causa della grande cementificazione e della scarsa copertura vegetale, elementi che riducono drasticamente la resilienza ecologica della città. Roma, al 66° posto con un MSA_LU di 0.57, pur vantando numerosi parchi storici, è penalizzata dall’espansione urbana incontrollata e dalla frammentazione degli habitat, che contribuiscono a limitare la connettività ecologica e la capacità della capitale di sostenere una biodiversità ricca. Torino (91° posto), Napoli (92° posto) e Catania (93° posto), con un MSA_LU che si aggira intorno allo 0.47) affrontano problemi simili: l’urbanizzazione intensa e la cementificazione. Mancanti i dati relativi alla gestione delle aree verdi che potrebbe, in caso di negligenza, contribuire a una biodiversità limitata in queste città.

Per una strategia climatica e di biodiversità conforme alle nuove normative

3Bee è stata selezionata per presentare la prima piattaforma di monitoraggio della biodiversità a livello mondiale alla COP 16 di Cali (Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità), che si terrà dal 21 ottobre al 1 novembre 2024 in Colombia, grazie alla qualità e rilevanza dei dati ottenuti. Un’opportunità per rappresentare l’Italia all’interno di un evento internazionale dedicato alla biodiversità e discutere scientificamente le misure da adottare per la tutela degli ecosistemi in coordinamento con le più alte istituzioni globali, i veri decision maker in materia di sostenibilità ambientale.

La 3Bee Environmental Digital Platform, i cui processi e protocolli sono stati sviluppati in collaborazione con ESA (Agenzia Spaziale Europea), nasce in risposta alle crescenti esigenze delle imprese, che si trovano oggi di fronte a una nuova sfida: misurare e rendicontare il proprio impatto su natura, biodiversità e clima secondo standard normativi rigorosi. La Direttiva CSRD e i principali standard di rendicontazione internazionali come il framework della Taskforce for Nature-related Financial Disclosures (TNFD) impongono alle aziende di adottare un approccio strutturato alla gestione dei rischi legati agli ecosistemi.

“La piattaforma 3Bee rappresenta una soluzione integrata e scientificamente validata che permette di identificare e colmare i gap su natura, clima e biodiversità di imprese, municipalità e parchi naturali, monitorando in modo semplice e veloce quattro indici di rischio principali, in conformità agli standard internazionali e individuando una vera e propria strategia climatica e di biodiversità, sulla base degli impatti rilevati e sulle dipendenze dai servizi ecosistemici direttamente coinvolti” afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee.

Quattro indici di rischio per colmare i gap su natura, clima e biodiversità

Grazie a questo approccio, 3Bee aiuta i propri partner a elaborare una strategia climatica completa: la piattaforma assegna un punteggio di rischio che evidenzia su quali tra i propri siti sia necessario intervenire con priorità, guidando la pianificazione strategica in conformità con la Direttiva CSRD e gli standard internazionali, tra cui ESRS E4 e GRI 101.

In particolare 3Bee aggrega dati per restituire quattro indici chiave:

  1. Nature Impact Risk – Misura la resilienza di imprese e municipalità ai cambiamenti climatici e alle avversità naturali.
  1. Nature Dependencies Risk – Stima le dipendenze di imprese e municipalità dai servizi ecosistemici fondamentali attraverso un’analisi di doppia materialità.
  1. Climate & Physical Risk – Valuta l’impatto delle attività aziendali su habitat ad alta biodiversità e con specie a rischio.
  1. Biodiversity Risk – Monitora l’impatto complessivo di tutti i siti aziendali sugli ecosistemi e sulla natura.

Tecnologie e strategie per accelerare l’impatto Nature Positive

La piattaforma 3Bee si avvale di tecnologie avanzate, combinando dati satellitari, tecnologia in campo e database pubblici per restituire una valutazione precisa e puntuale su impatti e dipendenze. In poco tempo è possibile ottenere una fotografia accurata dello stato attuale di un ecosistema, identificando le aree più critiche che richiedono interventi urgenti. Ciò permette di gestire al meglio le risorse e rispondere in modo tempestivo alle esigenze del territorio. Dopo una prima fase di assessment, interviene un Biodiversity Strategist, una figura tecnica del team 3Bee formata per accompagnare i partner nella definizione di una strategia di rigenerazione e conservazione della biodiversità su misura.

Con oltre 1000 aziende coinvolte, la piattaforma ha già raggiunto i 17.000 siti monitorati in 21 paesi, grazie all’aggregazione e alla digitalizzazione di dati basati su indici di rischio fondamentali. In questo contesto, la regolare divulgazione dei dati aggregati offre un metro oggettivo per confrontare i progressi nel tempo e allinearsi agli standard internazionali. Un processo che accelera il percorso verso un impatto Nature Positive, permettendo alle aziende di raggiungere la compliance normativa.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Social
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 5